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Autore: gealach    08/04/2006    4 recensioni
Solo una piccola ff sul mio personaggio preferito... Dama galadriel! =) Attenzione perchè ci sono spoiler sul Silmarillion... Leggete e commentate per favore!!!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Galadriel
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Onde.

Sui flutti si muove rapida ed ondeggiante una bianca nave, dalle vele candide come neve.

A prua siede, con le mani raccolte in grembo, una splendida donna dalle vesti bianche e scintillanti. Porta un anello al dito, argentato, con una pietra bianca sfavillante come una stella. I capelli, simili ad onde dorate, le ricadono sciolti sulle spalle. Gli occhi saggi brillano di una luce sfavillante.

Sto tornando a casa…

Alatàriel era il mio nome, fanciulla incoronata da una ghirlanda radiosa, e tale ero invero: mai i prati fioriti di Tirion la Sempreverde videro danzare fanciulla Noldorim più bella.

Mio fratello era Finrod Felagund, Amico degli Uomini, colui che aiutò Beren Erchamion; e mio padre fu Finarfin, fratello per parte di padre di Fëanor, colui che costruì i Silmaril e vi infuse la luce dei due alberi sacri di Valinor.

Ma nelle terre abbandonate della Terra di Mezzo fui Galadriel, signora dei Galadhrim, sposa di Celeborn; e dimorai in Lothlòrien.

Ed ora sto tornando a casa…

- Dama Galadriel?

La donna distoglie lo sguardo dalla spuma delle onde di fronte a sé e si volta, vedendo una figura dalla statura simile a quella d’un bambino, ma dai grandi occhi tristi.

- Dimmi, Frodo.

Frodo distoglie lo sguardo, leggermente a disagio, e guarda verso la direzione in cui prima guardava la donna: l’Ovest.

- Cosa attende me e Bilbo a Valinor, bianca signora? Moriremo?

Galadriel ride, d’un riso limpido e sincero.

- No, mio piccolo amico! Le vostre ferite saranno risanate, e vivrete in pace e beatitudine per gli anni che vi restano; e quando giungerà il momento, lascerete questa vita serenamente.

- E dopo?

Galadriel allunga un braccio a sfiorare il volto di Frodo, e sorride dolcemente.

- Mi dispiace, Frodo, ma agli elfi non è dato sapere cosa accada ai mortali una volta lasciata la vita.

- Forse lo sa Gandalf?- dice Frodo con una sfumatura dubbiosa nella voce.

- Prova a chiederglielo, amico mio- lo incita Galadriel.

E osserva Frodo avvicinarsi al vecchio stregone. Ma non gli dice di non aspettarsi risposta, non ne ha il coraggio; nemmeno i Maiar sanno qualcosa, Frodo, dovresti saperlo… Ma forse non sai che il vero nome di Gandalf è Olòrin, e che egli è un Maia?

E poi l’assale un vecchio dubbio:Chi mi dice che verrò accettata a Valinor?

Mi accetteranno i Valar? Io che partii con Fëanor, disubbidendo ai loro comandi?

Ricordo ogni attimo di quel giorno oscuro.

Era giorno di festa, e vi erano grandi danze e luci, e musica stupenda. Ogni città era svuotata; tutti infatti eravamo sui verdi prati che davano ad Ovest, ben oltre la Montagna.

Ma in quell’ora di letizia giunse Morgoth, con un’orrida creatura in forma di ragno, chiamata Ungoliant; ed essa avvizzì gli alberi, succhiandone la linfa. E dopo, Morgoth giunse alla dimora di mio nonno, Finwë, e lo uccise sulla soglia di casa; e rubò i Silmaril di Fëanor.

Allora Fëanor si levò e parlò a lungo di vendetta e delle belle terre della Terra di Mezzo, incitandoci a partire. Ed io, che allora ero giovane, già bramavo un piccolo possesso al di là del mare, una terra mia da governare a piacimento. E allora fui tra quelli che lo seguirono sin da principio.

Ma i Valar ci mandarono un messaggero, scongiurandoci di non partire; e a questo Fëanor rispose con animosità, e convinse quei pochi di noi ch’erano ancora dubbiosi. E tutti dipartimmo allora da Valinor.

Fëanor ci guidò a Nord affinché attraversassimo più facilmente il Mare;ma avevamo ugualmente bisogno di navi, e le chiedemmo ai nostri parenti, i Teleri. Essi si rifiutarono.

E fu allora che la pazzia di Fëanor venne a galla: egli infatti prese le armi e sparse il sangue di fratelli innocenti. Io non toccai spada, ma molti dei miei fratelli sì; ed io tentai di fermarli, ma essi mi spinsero via e uccisero molti Teleri, e anche molti dei nostri caddero prima che la battaglia finisse.

Quando terminò, salimmo sulle navi. E mentre esse scivolavano sul mare, già mi pentivo di aver partecipato al Fratricidio, e volevo tornare a Valinor. Ma non potevo: apparve infatti Mandos di fronte a noi, e maledisse noi e la stirpe Noldor tutta. E in quell’ora mio padre fuggì, tornando a Valinor ed implorando il perdono dei Valar. Ma noi continuammo a procedere. Finché giungemmo ad uno stretto valico fra i ghiacci, e le navi erano poche e noi troppi; e allora Fëanor ci abbandonò.

Ma anche se le mie mani non sono sporche del sangue dei Teleri, come posso essere certa che i Signori dell’Ovest mi permetteranno di approdare nuovamente in Aman?

- Lo sarai, non temere.

Galadriel si volta di scatto al suono della voce così vicina a sé.

Seduto accanto a lei c’è ora Gandalf. Quando è arrivato? Non se n’era resa conto… E come fa a sapere cosa sta pensando?

- Leggi le menti, ora, Olòrin?- chiede circospetta Galadriel.

Gandalf sorride,- No, mia cara, ma ti si legge in volto la paura di non essere accettata dai Valar. Non temere: già da tempo il bando è stato tolto. Dovresti saperlo.

Galadriel rivolge allora uno sguardo sognante ad Occidente.

- Certo lo so, Olòrin, e dovrei smetterla di preoccuparmi… Ma temo sempre di venir mandata via. Io c’ero quando i miei fratelli uccisero i Teleri, e non li ho fermati…- la voce le muore.

Gandalf scuote stancamente il capo,- Rimorsi, Galadriel? Non posso fare niente contro le ombre del passato. Mi dispiace.

Galadriel non risponde, il suo pensiero è già catturato nuovamente dalle onde, dal profumo del mare; dai ricordi.

E mi hanno messo alla prova…

Mai ho dovuto superare prova più pericolosa, con tanta posta in gioco! Ho rischiato tanto… Nessuno a parte loro, no, nemmeno Olòrin, nessuno sa che ero ad un passo dall’afferrare l’Anello del Nemico!

Sarebbe stato così semplice… era vicino, troppo. E poco custodito. Frodo ne sarebbe stato felice, d’altronde me lo offrì lui stesso; avrei governato il mondo trasformandolo in un’immensa foresta dagli alberi d’oro, e avrei sfidato le Potenze, arroccata nella Terra di Mezzo, bella e terribile, e amata e temuta. Sì…

Davvero mi fermai in tempo!

Sospira. Ha cominciato a piovere, ma non se ne rende conto. D’un tratto ode dei canti oltre i flutti, e scorge una terra verde al lume dell’alba.

Scatta in piedi e strilla come una ragazzina che vede un giocattolo, dimentica del contegno, del fatto d’avere diecimila anni…- ma chi se ne importa? E’ a casa! A casa!

- Olòrin! Dimmi che non è un sogno!- urla nella bruma.

Accorrono Elrond, e Frodo e Bilbo.

- E’ bella, eh sì- mormora questi.

Frodo invece non parla, fissa solo le verdi rive, felice. Anche Elrond lo è, oltre che commosso; stringe le mani sulla balaustra della nave, fissando le sponde che si avvicinano.

Gandalf accorre ridendo, e il suo aspetto quasi tramuta: non sembra più un vecchio, ed è avvolto di luce. Parla con voce possente.

- No, Alatàriel, non è un sogno. E’ realtà. Sei a casa!

Troppo felice per proferir parola, Galadriel volge il viso da un punto all’altro delle sponde, cercando, ricordando.

Elfi sono sulla riva, e attendono la nave, indicando un punto d’approdo.

Finalmente la nave si ferma sulla riva con un lieve scossone.

Galadriel trema, nel scendere accetta l’aiuto di un elfo del luogo; e finalmente pone nuovamente piede sulla benedetta terra d’Aman.

E poi sospira. Un sospiro liberatorio.

- Sono a casa…
  
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