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Autore: Jules    09/04/2006    1 recensioni
Ciao a tutti... prima di postare questa storia è d'obbligo fare qualche precisazione...

1. E' una fanfic a 4 mani (le mie e quelle di Eowyn127), posteremo alternativamente i diversi capitoli
2. La fanfic è in via di scrittura, noi speriamo di essere veloci, ma perdonateci se vi lasceremo aspettare...
3. Infine questa FanFic riprende in tutto e per tutto l'episodio finale della 5^ stagione di CSI, quindi per chi non l'ha vista, può considerarsi spoiler. Però cambia il protagonista... E se ad essere rapito non fosse stato Nick, ma Catherine?!?!? Come avrebbe reagito Grissom? E il resto della squadra?
Genere: Romantico, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 1

Era una serata tranquilla, nessun caso particolarmente difficile da risolvere, Cath, aveva assegnato a Warrick e Nick due casi e lei era in ufficio a sistemare delle scartoffie arretrate… ora capiva quando Grissom si lamentava della burocrazia.

Mentre stava revisionando un ultimo rapporto, arrivò una chiamata: c’erano delle interiora sparse per strada, doveva andare a raccoglierle e farle analizzare.

Visto che Warrick e Nick erano occupati entrambi, toccava a lei andare.

Uscì dal suo ufficio, si incamminò per i corridoi verso l’uscita e in quel momento Grissom uscì dal suo ufficio:

-Catherine, ciao!-

-Ciao Gil.-

-Dove stai andando? Il tuo turno è quasi finito.-

-Lo so ma abbiamo avuto una chiamata e devo andare…- disse Cath.

In quel momento Sara entrò dall’entrata e si fermò a parlare con un assistente ma stava guardando Gil e Cath parlare…

-Senti, che ne dici di andartene a casa? Va da Lindsey e io mi occupo del tuo caso…- disse gentile Grissom

-Oh no non ti preoccupare, devo solamente raccogliere delle interiora, fare i rilievi e portarle in laboratorio per l’analisi…- disse Cath

-Appunto niente che io non sia in grado di fare… quando lavoravi con me, ti lamentavi sempre…

-Bhe non ti preoccupare, vado e torno… e poi Lindsey è con suo nonno!- disse con calma Cath

-Ah ok, allora ci si vede dopo…- poi ci fu un attimo di silenzio – suo nonno, hai detto? Vuoi dire che Lindsey è con Sam Braun?

-Si, è suo nonno, o sbaglio?- chiese Cath adesso un po’ sulla difensiva

-Si ma stiamo parlando di Sam Braun.

-Si Sam Braun che fina a prova contraria è mio padre… e che sta cercando di creare un rapporto con sua nipote.

-Non ti puoi fidare di lui!

-Senti, abbiamo indagato su di lui più di una volta e non abbiamo trovato nulla… quindi o noi siamo incapaci… oppure credi che io abbia scoperto delle cose?

-No, niente di tutto questo… solo che…- non sapeva più cosa dire, - solo una cosa sta attenta…

-Non ti preoccupare sono grande e vaccinata… grazie per l’interessamento…

-Di nulla.

-Ah, preferisco che io e te litighiamo e ci battibecchiamo così anzi che non parlarci. Mi mancavano i nostri scambi di opinioni. Ciao Master.

-Anche a me. Ciao Grasshopper.

I due si sorrisero e Cath andò verso l’uscita. Sara che aveva assistito alla scena scosse leggermente il capo “Catherine e Grissom non riescono proprio a non parlarsi… sembrava che la loro amicizia fosse finita ed invece anche adesso che litigano, riescono a trovare il buono della loro relazione” pensò la more e si diresse verso il laboratorio.

Catherine era in macchina, la radio mandava una vecchia canzone che Cath cantava felicemente… sembrava che con l’ultima litigata lei e Griss fossero riusciti a sistemare le cose… o forse no, ma le faceva piacere pensarlo…

Arrivò sulla scena del crimine, chiese delucidazioni al poliziotto circa le circostanze del ritrovamento e decise di andare a dare un’occhiata.

- Le dispiace se io resto qua… non ce la faccio…-

-Certo non si preoccupi

Detto questo si mise ad controllare la scena, fece foto, controllò tutto il perimetro… mentre il poliziotto vomitava anche l’anima vicino alla sua macchina. “A volte mi chiedo se sono io quella anormale, se non riesco più a farmi schifare da niente…” pensò Cath… facendo foto e osservando la scena, la sua attenzione fu attirata da una busta appoggiata su un muretto infondo al parcheggio… quello che la colpiva era che la busta sembrava una di quelle in cui la scientifica racchiude la prove.

Si diresse verso il muretto continuando a fare le foto a tutto quello che le sembrava interessante, arrivò al muretto, prese in mano la busta, c’era qualcosa che non andava, non era una busta convenzionale, è come se qualcuno avesse voluto prendere in giro la scientifica…

Fu un attimo, un maledettissimo attimo… si sentì prendere alle spalle, no riuscì a reagire: l’aggressore doveva tenere in mano un fazzoletto con un narcotico…

  
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