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Autore: Morgan Snape    17/08/2011    3 recensioni
"Era il momento che aspettavo da quando avevo capito che la musica sarebbe stata la mia ragione di vita perciò avevo intenzione di dare il massimo. Si aprirono le tende color porpora ed ecco che si innalzò lo scroscio degli applausi. E fu subito musica."
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ULTIMA NOTA

L’ULTIMA NOTA

 

 

- Beth sei pronta? Guarda che tocca a te! -

 

La ragazza che mi sta chiamando è Joanne, la mia migliore amica; lei è il secondo clarinetto dell’orchestra sinfonica, io invece sono una violoncellista e stasera suonerò il mio primo assolo davanti ad un teatro ghermito di gente. Dovrò entrare alla fine del primo tempo, perciò comincio ad accordare lo strumento da dietro le quinte, mentre sento la familiare cacofonia dei miei colleghi intenti ad intonarsi con il La dell’oboe.

Sono piuttosto agitata, so che è la mia occasione per far sentire quanto valgo; già perché se stasera suono la parte principale è solo perché il vero primo violoncello – un uomo borioso pieno di sé e con la puzza sotto il naso – dopo avermi soffiato il posto, ha deciso di ammalarsi a distanza di due settimane dal debutto, così il direttore mi ha affidato la parte, che per fortuna avevo tenuto sott’occhio.

Era  il momento che aspettavo da quando avevo capito che la musica sarebbe stata la mia ragione di vita, perciò avevo intenzione di dare il massimo.

 

 

Si aprono le tende color porpora ed ecco che si innalza lo scroscio degli applausi.

Il direttore sale sui gradini da cui ci sovrasta, si inchina e lentamente si gira verso gli orchestrali.

Gli applausi gradatamente si spengono, l’espressione del direttore si fa attenta e io, dal punto buio in cui mi trovo, presa dall’adrenalina non posso fare a meno di prendere un respiro rapido come se dovessi spiccare il volo, nel momento stesso in cui la bacchetta si innalza per dare l’attacco.

 

Ed è subito musica.

 

Le note si alternano e si sovrastano in un crescendo continuo e melodioso per poi calare improvvisamente in uno staccato secco e ritmico. Io ascolto attentamente mentre cammino scandendo il tempo con ogni passo, mentre alla musica si aggiunge un tamburo frettoloso: è il mio cuore che batte all’impazzata.

Passano poco più di dieci minuti ed ecco che la melodia muta nuovamente; è l’ultima variazione che dopo un passaggio dal mezzo piano ad un fortissimo rimane improvvisamente in sospeso prima del mio ingresso in scena.

Mi posiziono davanti all’entrata, mi schiarisco la gola e dopo aver ravvivato nervosamente i capelli aggiusto per l’ultima volta il mio lungo vestito blu.

Manca pochissimo, questione di alcuni minuti prima del mio ingresso, così stringo un po’ di più l’archetto, come se fosse la mano di una persona amica a farmi forza, ma ecco che accade tutto in pochi istanti.

Nel buio l’uomo mi sembra senza volto e, come nel peggiore degli incubi vengo scaraventata alla parete dietro di me. Non faccio in tempo a realizzare il dolore che provo alla schiena che subito una fitta acuta mi colpisce al collo. L’urlo viene coperto dall’orchestra, ormai sul forte come il mio cuore che pulsa così rapido da farmi male.

Ma mentre sento la musica continuare il suo crescendo sento il sangue venir risucchiato dalle mie vene e le forze che mi stanno lasciando. Sembra passata un’eternità ma sono passati solo pochi secondi quando finalmente il mio aggressore allontana la testa dall’incavo del mio collo.

La mia razionalità mi impedisce di comprendere che quello che credevo essere un uomo è in realtà un vampiro che ora mi sta abbandonando in queste condizioni.

Vorrei alzarmi e chiedere aiuto, ma non posso, la debolezza mi impedisce di urlare e dalla mia bocca escono solo rantoli sommessi.

Nonostante la paura non posso fare altro che pensare: “tocca a me, devo suonare!”

Il volume degli strumenti in sala continua a crescere, e con esso il mio cuore rimbomba nelle mie orecchie ma sempre più lento e discontinuo.

Mi trascino cercando di raggiungere il mio violoncello rimasto a terra; non riesco ad accettare ciò che mi sta accadendo.

Penso: “ No! Non adesso, manca pochissimo alla mia entrata” mentre dai miei occhi che ormai vedono solo il buio scendono lacrime inconsapevolmente.

Ci siamo, è il momento in cui il brano, giunto al culmine della sua potenza stupisce tutti per l’ultima nota che rimane in sospeso.

 

Tocca a me concludere: l’ultima nota è un battito del mio cuore. Il mio primo, ultimo assolo.

 

***

 

- Beth! Sei pronta? Guarda che tocca a te! -

 

È così che mi trovò la mia amica Joanne: riversa a terra con il vestito macchiato dal crimine di un essere dannato e il mio violoncello, per cui avevo sacrificato senza rimpianto molto del tempo della mia infanzia e adolescenza stretto nella mia mano destra.

 

Il suo urlo d’orrore squarciò l’attesa delle persone in sala.

 

E per me rimase solo il silenzio.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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