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Autore: Sarah Corvinus    17/08/2011    0 recensioni
Sentii il mio cuore di ragazzo mancare un battito quando la sua voce chiara e pura mi sfiorò le orecchie, sembrava di sentire cantare un angelo del paradiso, ogni sua parola era musica.
- Ti aspettavo Damien, ti osservo da tempo, e so che tu osservi me! -
Una storia d'amore semplice ma difficile, pura ma impura, un cuore verrà donato e uno amato.
Buona lettura
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La danza della luna e il cuore del demone.

Note: il testo di questa storia è di proprietà del suo autore, l’utilizzo o il salvataggio di esso da diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura.



Era sempre bello con lei, ogni cosa, ogni momento, ogni sensazione.
Ti sembrava di vivere in un sogno, al di fuori del tempo e della realtà, senti la libertà scorrere tra le tue dita, come vento fresco o respiro di angelo.
La prima volta che la vidi era in un piccolo parco poco al di fuori della cittadina, stava danzando protetta dalla luna piena e candida, i fiori rosa di ciliegio roteavano tutto intorno a lei, sembrava così eterea e quasi irraggiungibile, le sue movenze così delicate, gli occhi celati dalle palpebre, il sorriso dolce, e la sua pelle così luminosa da sembrare lei luna e sole insieme, ricordo ogni momento, ogni profumo, ricordo tutto.

La rividi qualche giorno dopo, sempre in quel parco, sempre con la una piena a farle da madre e luce, danzava ancora, sempre libera e leggera, come una libellula rara e bellissima.
I capelli lunghi e neri che accarezzavano i fianchi perfetti, ma quella volta i suoi occhi erano aperti, blu come il mare profondo, mi sentii trapassato da quello sguardo, dolce e materno, sorrise fermando quella sua danza di ninfa, e allungò una mano verso di me, come ad invitarmi in quel suo mondo magico e invisibile.
Esitai timidamente, ma i suoi occhi profondi mi catturarono nuovamente, e non potei evitare alle mie gambe di raggiungere quella fata, allungai una mano tremante, mi sentivo come un bambino piccolo e indifeso, ma appena sfiorai quelle dita perfette e sottili, sentii l’esitazione scivolare via dal mio corpo, ero libero, libero da tutto, dal tempo, dalla paura, dalla stanchezza e dalla mia vita infelice e monotona.

Sentii il mio cuore di ragazzo mancare un battito quando la sua voce chiara e pura mi sfiorò le orecchie, sembrava di sentire cantare un angelo del paradiso, ogni sua parola era musica.


- Ti aspettavo Damien, ti osservo da tempo, e so che tu osservi me! -


Non seppi cosa rispondere, ero completamente ammaliato da quegli occhi limpidi e da quella voce soave, mi abbracciò materna facendomi poggiare la testa sul suo petto candido, il vestito rosso che le fasciava il corpo sinuoso si mosse col vento avvolgendoci come una calda coperta.
Sentivo caldo e freddo insieme, il mio cuore batteva impazzito e il mio corpo era fermo e rilassato.
Ero innamorato di lei, volevo che fosse solo mia, volevo che mi sorridesse sempre, nonostante non sapessi chi fosse, nonostante non sapessi perché conoscesse il mio nome, volevo appartenerle, era qualcosa che mi nasceva da dentro il petto, stavo bene, ero felice, ero libero.

Dopo quella seconda notte, ci incontrammo altre volte, sempre in quel parco solitario in cui i petali di ciliegio volavano nell’aria, danzavamo insieme lasciando che i raggi lunari ci scaldassero l’animo, ero così felice che non mi accorgevo del tempo che scorreva inesorabile, ma andava bene così, ero innamorato di lei, e sapevo che lei lo era di me.

Maria, era questo il suo nome, me lo disse il giorno in cui mi donò il suo cuore, letteralmente.
Non avevo mai creduto a cose come demoni o spiriti, eppure lei me ne diede prova quel giorno, mi raccontò tutta la verità, su lei, su noi, e sul nostro destino.

Era un demone in decadenza Maria, la sua razza è composta da sole donne e si nutrono delle anime dei giovani che si innamorano di loro, attirano i cuori danzando sotto i raggi di luna, incantando gli animi.
Era da tempo che non si nutriva, io sarei dovuto essere il suo pasto, gli avevo donato tutto, e gli avrei donato anche la mia anima, ma lei rifiutò, vidi lacrime rosse scivolare sulle sue guance rosate, vidi il suo amore per me, la felicità si trasformò presto in sconforto, ma la amavo immensamente.
Sarebbe morta era questo il suo destino, e il mio era la solitudine e il dolore, cercai di convincerla di prendere la mia anima, urlai disperato piansi e ancora urlai, ma lei sorrideva soltanto, guardandomi con quel suo sguardo unico e puro che solo lei sapeva fare.

Portò le sue mani al petto, e una luce rosata prese a risplendere, e tra le sue mani apparve un cristallo bianco, il suo cuore.
Me lo porse, e lo presi con una delicatezza che non credevo di avere, lo sentivo caldo tra le dita, sentivo il suo battito, mi sembrava tutto così impossibile, ma lo stavo vedendo con i miei occhi, ora pieni di lacrime, sapevo cosa voleva dire, sapevo perché lo aveva fatto.


- Ti amo Maria! -


Scomparve lentamente davanti ai miei occhi, sentivo sulle labbra il sapore dolce del suo ultimo bacio, avevo perso tutto ciò che di bello c’era a questo mondo, l’amore, il suo calore, il suo sorriso, ero perduto senza di lei e volevo morire, ma ogni volta che quel triste pensiero sfiorava la mia mente, sentivo il cristallo emanare un’aura pura e riscaldare il mio petto.
Lei mi aveva donato il suo cuore e risparmiato la vita scegliendo la morte, io gli avrei donato ogni istante, ogni emozione, e la avrei plasmata in energia dentro il suo cuore di cristallo.

E ancora oggi, dopo quasi cento anni, ballo sotto i raggi di luna in quel parco magico che era stato testimone del nostro amore, l’eternità era mia e l’avrei fatta sua.



Fine
  
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