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Autore: Chloe88    09/04/2006    8 recensioni
Sesta serie, dopo “Doublemeat Palace”. Dietro suggerimento dell’assistente sociale, Hank Summers decide di trascorrere un weekend a Sunnydale. Ma per quale motivo Buffy decide di passare quei simpatici tre giorni fingendo che Spike sia il suo fidanzato? Lo scoprirete fra poco...
Spuffy. Vi prego leggete e recensite!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo2

N.d.A.: no, non mi sono dimenticata delle recensioni! Ho pensato di ringraziarvi alla fine del capitolo perché mi è capitato, in altre storie, di dare risposte un tantino criptiche per non anticipare troppo… intanto, spero che il nuovo capitolo vi piaccia!!!^^

 

Capitolo 2- Tribunale dell’Inquisizione o riunione di famiglia?

 

Okay, niente panico. Manteniamo la calma. Ho affrontato quante, cinque Apocalissi? Una sottospecie di riunione di famiglia non dovrebbe terrorizzarmi fino a questo punto. Almeno, in teoria. In pratica, invece, è una faccenda totalmente diversa.

Sposto lo sguardo da mio padre, che sembra in attesa di un mio qualunque movimento, a Spike, la cui espressione è assolutamente serafica. Non so perché, ma ho l’impressione che abbia già capito quale favore sto per chiedergli.

Rimandando per pochi istanti il terribile momento, dico: “Allora, papà… vuoi un caffè? Un the? Acqua, camomilla – no, aspetta, quella non c’è -, cioccolata?”. Lui mi guarda in modo strano. Cosa c’è? Va bene, l’assistente sociale deve avergli riferito che ha trovato ambigui (e, temo, compromettenti) pacchetti in giro per casa… ma si aspettava che gli offrissi un  infuso di qualche strana pianta?

“Ne dubito, dato che è mezzogiorno passato.” Come mezzogiorno passato? Come vola il tempo quando… ehm, quando ti diverti. Noto, con la coda dell’occhio, il sorrisetto di Spike. “In effetti, pensavo che avremmo potuto parlare a pranzo - anche con William, naturalmente -, se ti avessi trovata in casa. Sai, l’assistente sociale mi ha anche detto che sei attualmente disoccupata, quindi--”. Lo interrompo.

Ma io ho un lavoro!”. Okay, forse farei meglio ad abbassare il tono di voce di qualche ottava. “In un fast food: il Doublemeat Palace. Ho iniziato da un paio di settimane, in realtà. È un bel posto, davvero. Voglio dire, è molto… cioè, i… insomma, ci sono…”. Lancio un’occhiata a Spike, in cerca di aiuto.

“La divisa le dona molto!”. Certo, questo sì che è utile. Poi sono sicura che sia sincero: voglio dire, chi non avrebbe un’aria incredibilmente affascinante con in testa quel grazioso cappellino? Dicono che un sacco di attrici hollywoodiane lo abbiano già prenotato per indossarlo alla Notte degli Oscar. Sì, come no.

“Tornando al discorso di prima, direi che potremmo mangiare qui”. No, non ho comprato Il manuale della casalinga perfetta’. Stavo semplicemente pensando che, forse, il mio cosiddetto ‘ragazzo’ avrebbe qualche problemino a girare per Sunnydale in pieno sole. E, chissà come mai, non mi sembra il caso di lasciarlo correre in giro con la sua fedele coperta sulla testolina ossigenata. “A proposito… amoruccio tesorino caro, mi accompagneresti un attimo in cucina a vedere cosa potremmo preparare?” cinguetto a Spike, che mi segue sconcertato.

“Chi sarei adesso? Il tuo amoruccio tesorino caro?” dice, con un sopracciglio sollevato e il solito sorrisetto beffardo.

“Stai zitto, perché sai benissimo cosa devo chiederti”. Evitando di rispondere alla sua domanda precedente, continuo. “Mio padre aveva capito di aver interrotto qualcosa, e poi ha visto te e… lo sai come è andata. È importante, potrebbe anche pensare di portare Dawn in Europa se…”. Mi impedisce di continuare, prendendo le mie mani tra le sue e guardandomi negli occhi.

“Non lo farà. Tu non preoccuparti: posso reggerti il gioco in questi giorni, facendoci sembrare una di quelle famigliole da pubblicità tutte baci e abbracci. È preoccupante il fatto che usi le mie stesse parole, vero? “Ma tu dovrai essere molto, molto gentile con me in seguito”. Perché, di solito non lo sono? Okay, lasciamo perdere. Tanto so cosa intende lui conmolto gentile’.

“Come se a te non piacesse l’idea di noi due che passiamo tre giorni a fare i piccioncini tubanti” brontolo, incrociando le braccia e roteando gli occhi.

“In effetti, ci sarà da divertirsi. Soprattutto se mi chiamerai con quei soprannomi davanti ai tuoi amici”. Si volta per aprire la porta del frigo. “Da queste parti la situazione è desolante… ma potrei sempre preparare degli anelli di cipolla fritti. Quella c’è”. Indica l’ortaggio solitario, che sembra una specie di eremita lì da solo in mezzo al ripiano. Diciamo che, ultimamente, non ho avuto molto tempo per fare la spesa ma, almeno, lavorare in un fast food ha i suoi vantaggi. Certo, sempre che vivere ad hamburger sia un vantaggio. Anche se così Dawn non può lamentarsi del fatto che io non le mai cucino niente.

“Non so perché, ma preferisco evitare. Meglio mangiare una pizza”. Chiamo il take away (in questa casa vivono delle cuoche talmente brave che il numero è scritto su un foglietto che sta sempre accanto al telefono), ordinando il nostro pranzo. Torniamo in soggiorno, dove mio padre è seduto sul divano.

“Allora, in frigorifero c’erano delle cose… ma strane. Cioè, non nel senso preoccupante del termine: intendevo dire che sono complicate da preparare dato che, di solito, è Willow a cucinare. Ho ordinato tre pizze, che dovrebbero arrivare nel giro di un quarto d’ora al massimo”. Lui annuisce, per poi rivolgersi a Spike.

“Allora, William. Anche tu hai il giorno libero dal lavoro?”. So dove vuole arrivare. Aiuto, mi serve un diversivo. O una scusa. O una spiegazione plausibile.

, in realtà…”. Lo interrompo, avendo appena avuto quella che mi sembra un’idea decente.

“Lui non ha bisogno di un giorno libero, dato che ha un negozio suo!”. Entrambi mi guardano stupiti. “Voglio dire… non è esattamente suo: era di un nostro amico che si è dovuto trasferire, e ha pensato di lasciarlo a lui, dato che negli ultimi tempi lo considerava quasi come un figlio”. Trattengo una risata, al ricordo delle mirabolanti avventure di Randy Giles, mentre Spike capisce a cosa mi riferisco e mi lancia un’occhiataccia. Io gli sorrido amorevolmente. “E comunque, può benissimo lasciare l’incarico alla sua collaboratrice, per qualche ora. ” Anya mi ucciderebbe, se sapesse che l’ho abbassata di ruolo.

E che genere di negozio è?”. Ancora una volta, la verità non mi sembra la risposta più adatta… 

“È un po’ strano da definire… più che altro, direi ci si possono trovare oggetti che rappresentano lo spirito di Sunnydale” spiega Spike.

“Souvenir? Mi piacerebbe visitarlo, allora”. Per nostra fortuna suonano il campanello, ed entrambi ci precipitiamo alla porta

“Io lavorare al Magic Box? Ma ti ha dato di volta il cervello?” bisbiglia ‘William’.

Cosa dovevo dirgli, che lavoravi anche tu al Doublemeat Palace? Domani avrebbe potuto fare un giro da quelle parti e non ti avrebbe trovato. Quindi, dopo chiamerò Anya per dirle che, casualmente, pomeriggio dovremo andare a trovarla”. Apro la porta, prendendo i tre cartoni di pizza e-sorpresa! Spike paga il fattorino, rimanendo comunque in un angolo d’ombra.

“Hai vinto a poker? O, più che altro, non si sono accorti che baravi?”. Non risponde, mentre va a chiamare mio padre e io inizio ad apparecchiare la tavola in cucina. Solamente quando siamo già seduti, mi rendo conto della disposizione dei posti: io e Spike da un lato del tavolo, mio papà dall’altro. Visto così fa molto Tribunale dell’Inquisizione, in effetti.

“Allora, come vi siete conosciuti?”. Oh, è una storia molto divertente, in effetti: avremmo dovuto cercare di ucciderci a vicenda quasi cinque anni fa ma, per qualche strana ragione, ultimamente andiamo a letto insieme.

Okay, forse è meglio evitare di raccontarlo in questo modo.

“Diciamo che ci siamo scontrati fuori da un locale, più di quattro anni fa. Ma non si può certo dire che sia stato amore a prima vista. Non è così, tesorino?”. Spike annuisce.

Infatti, io non sono nemmeno restato per molto tempo: sono ripartito, poi sono rimasto per pochi giorni e, quando sono tornato l’ultima volta, ho finalmente trovato un motivo per rimanere” termina, sfiorandomi dolcemente il viso. Io sorrido, chiudendo la scenetta con un bacio sulle labbra… finché un colpo di finta tosse ci riporta alla realtà: d’accordo, niente effusioni esagerate durante i pasti.

Quindi non eri qui, ad esempio, per motivi di studio?” chiede mio padre, che sembra essersi bevuto la versione riveduta e corretta – o, almeno, vagamente censurata – della storia. Spike si gira verso di lui.

“Ero solo in vacanza ma, se è quello che vuole sapere, avevo già terminato il college: ho studiato ad Oxford. Letteratura inglese, per la precisione”. Va bene, gli avevo detto di cercare di fare una buona impressione… ma non può uscirsene con affermazioni del genere, pensando che siano credibili!

“Ehm, amoruccio? Guarda, è finita l’acqua. Non è che mi accompagneresti un attimo in cantina a prenderne qualche bottiglia?”. Ha capito che io non ci sono cascata, vero?

“Ovviamente, passerotto. Ci scusi” dice rivolto a mio padre, prima di seguirmi. Una volta chiusa la porta dietro di noi – senza nemmeno arrivare alla fine delle scale – mi giro verso Spike.

“Idiota!”. Sto praticamente strillando a bassa voce. “Ma ti sembra il caso di inventarti una storia del genere? Tu ad Oxford? Volevi fargli capire che gli stavamo raccontando solo una montagna di fesserie? L’unico motivo per cui non ti tiro un pugno è che poi dovresti giustificargli l’occhio nero. E adesso dove stai andando?” esclamo, guardandolo scendere i gradini malconci.

“A prendere la tua dannatissima acqua”. Mi mostra la bottiglia che ha appena preso dall’angolo, prima di riavvicinarsi a me. “Si da il caso che io abbia davvero studiato ad Oxford, Cacciatrice. Anche se fai fatica a crederlo, ci sono molte cose che non sai di me. E non tutte sarebbero motivi per odiarmi” dice, prima di andarsene e lasciarmi a fissare la porta da cui è appena uscito.

 

***

 

“Magic Box. Se avete dei soldi da spendere… questo è il posto ideale!”. La voce dall’altra parte del telefono mi fa sussultare (il che è una cosa piuttosto stupida, dato che sono stata io a chiamare), distogliendomi dai miei tentativi di origliare la conversazione che si sta svolgendo in salotto: qualcosa riguardo alle differenze tra il clima californiano e quello europeo.

Anya, ciao. Sono Buffy. Dovrei chiederti un piccolo favore”. Ho formulato male la frase: per non provocare la sua diffidenza, avrei dovuto specificare subito che…

“Non devo prestarti soldi, vero?”. Appunto.

“No. Il fatto è che c’è qui mio padre.  Prima che tu me lo chieda: no, nemmeno lui ha bisogno di soldi”. Lei mi interrompe.

Ma perché bisbigli?” mi chiede, con il mio stesso tono di voce.

Perché altrimenti mi sente! E tu?”.

“Niente, condizionamento psicologico. Dicevi?”. Il volume della sua voce è tornato ad un livello normale, ma il mio no.

“Quando è arrivato c’era qui Spike, e lui ha pensato – sbagliandosi, ovviamente – di aver interrotto qualcosa. La sento ridacchiare.

E perché avrebbe dovuto immaginare una cosa del genere?”. Una scusa, in fretta.

Perché, in realtà, noi ci stavamo allenando”. Faccio una pausa.

“Allenando a?”. Ma perché Anya deve sempre supporre che siano successe certe cose? Va bene, adesso ha ragione… ma non è questo il punto.

“A lottare!”. Lei non mi risponde subito. Posso immaginare la smorfia incredula che sta facendo.

“In casa?”. Tono di voce scettico. Molto scettico. Temo che non mi creda. E se fosse davvero così farebbe bene, sinceramente.

Ma certo. Spike era qui, e non avevamo niente di meglio da fare”.  Ora, per favore, non darmi suggerimenti sulle possibili attività che io e Spike avremmo potuto svolgere secondo te.

Perché, ovviamente, allenarvi a lottare è stata la prima cosa che ti è venuta in mente”. Okay, questa conversazione sta prendendo una piega pericolosa. Meglio cambiare argomento.

“Torniamo al discorso di prima: come ti stavo dicendo mio padre, vedendoci con i vestiti un po’… ehm, sgualciti, deve aver subito pensato male. Come te, in effetti. Ma ripeto che non è successo niente, naturalmente. Comunque ho dovuto dirgli che stiamo insieme e, siccome aveva cominciato un interrogatorio di terzo grado, gli ho detto che lui lavora al negozio con te. Quindi, se casualmente noi dovessimo passare da quelle parti… tu ci reggeresti il gioco, vero? Non ti chiederei un favore, se non fosse importante: mio padre potrebbe decidere di far trasferire Dawn in Europa, se pensasse che non riesco ad occuparmi di lei!”. Un sospiro mi arriva dall’altro capo della linea.

“Va bene, anche se non capisco cosa c’entri Spike con l’affidamento di tua sorella”. Ottima domanda.

“Oh, ... quello è stato un contrattempo, capisci? In ogni caso, potresti chiamare tutti per avvisarli di questa storia? E, magari, chiedere a Xander di passare a prendere Dawn  in modo da raccontarle tutto in tempo?”. Di nuovo, so cosa sta per dire.

“È inutile sperare che, poi, tu possa rimborsarmi le spese telefoniche, vero? Comunque, è ovvio che tuo padre abbia pensato di aver interrotto qualcosa: con tutta quella tensione sessuale che c’è fra te e Spike, mi stupisce che tra voi non sia ancora successo niente. Ma guarda, arrivano dei clienti: devo andare, ciao!”.

C’è un muro? Perché dovrei picchiarci la testa contro.

 

 

 

N.d.A.: wow, un capitolo di 2061 parole? Record personale! No, non le ho contate io, c’era il conteggio automatico…

Comunque, come stavo dicendo prima, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per le recensioni a:

Happy: grazie mille per l’incoraggiamento!!^^ Lo so, magari sembravo un po’ nevrotica e disperata… ehm, probabilmente più di un po’. Comunque, grazie anche per i complimenti… spero pensi lo stesso di questo capitolo!!

Shavanna: come hai visto, l’ingrato compito toccherà ad Anya!! Riguardo agli strani sospetti, hai presente che, quando l’assistente sociale va a casa di Buffy, vede Willow e comincia a pensare male? Era quella la conversazione a cui mi riferivo!

Lalla86: grazie, spero che pensi lo stesso di questo capitolo!!^^ So che non ho aggiornato esattamente prestissimo come avevi chiesto… sorry!!

Feghi: grazie, spero proprio che sia così e che tu non sia rimasta delusa dal capitolo due!!^^

Melanyholland: sono felice che tu sia felice che Spike sia felice… ehm, contorto come ragionamento? Grazie anche per la recensione a “Run Away, Little Girl”: in quanto alla tua domanda… ihihihihihihi, mistero irrisolto!^^ Okay, scherzo. Diciamo diadema e poniamo fine all’angoscioso dilemma di Rory…

Isabel: va bene, continuo. Riguardo alla tua domanda… se ho capito chi deve dire che cosa a chi (ma ha senso questa frase?) ti dico subito che probabilmente sarai accontentata… tra un po’ di capitoli!!^^ Un po’ tanti, però. Ehm… secondo te ho esagerato con le anticipazioni? Dimentica tutto!

Clara: spero di risolvere le tue curiosità, allora… ma non subito, perché altrimenti cosa scrivo negli altri sette capitoli? Spero che ti sia piaciuto anche il seguito!!

Lisachan: isterica, dici? Uhm, allora mi sa che ci metto troppo di personale!! Riguardo al fatto che sia spensierata, è come preferisco scrivere: non sono brava ad inventare scene di azione e, se scrivessi storie tristi, finirei per deprimermi da sola. In quanto alla grammatica… oddio, spero che sia corretta!!^^

Silvia90: davvero? Grazie! Ho provato ad aggiornare in tempi decenti… chissà se, con le vacanze, riuscirò a scrivere più velocemente. Grazie anche per la recensione a “Run Away, Little Girl”!!!^^

Venombre: per dirla come hai fatto tu… continuuuuuoooo!! Spero che tu abbia apprezzato anche il secondo capitolo della storia…

Cleo: da ridere? Io ci provo, spero che sia davvero così!!^^ In quanto all’originalità dell’idea, tieni conto che ho avuto l’ispirazione per questa storia di prima mattina, mentre avevo mooooooooooolto sonno… ti lascio immaginare le mie condizioni mentali di quel momento.

Bitchyheartkiller: sono contenta, e spero che ti piaccia anche il resto della storia!!^^

 

Dunque dunque dunque… dicevo?

Ah, sì. Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo… vi prego recensiteeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  
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