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Autore: ClaryMorgenstern    18/08/2011    2 recensioni
Numero uno:  "Ciao Max"
Numero due: The same sky.
Numero tre: Clouds
Numero quattro: No place like home
Numero cinque: Happy new fear
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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No Place like home.

Jocelyn alzò lo sguardo al cielo. Era arrivata l'ora blu. Ogni cosa si era tinta di un delicato color indaco che dava al mondo un aureola di magia.

La parte più romantica di una Jocelyn a vent'anni aveva desiderato sposarsi al tramonto, per poi poter danzare alla luce blu del cielo, densa di magia.

Valentine non aveva voluto. Aveva voluto la cerimonia durante il mattino, alla luce del sole, con l'aria ancora fresca della notte trascorsa. Esattamente come voleva la tradizione.

Jocelyn amava Valentine. Lo aveva accontentato.

Ma adesso erano passati più di quindici anni da quel giorno che le era sembrato il più bello della sua vita, con l'uomo della sua vita, pronta ad affrontare la vita che aveva sempre voluto.

Non aveva idea di quanto si sbagliava. Ma la magia, o la magia di quel giorno! Era riuscita ad eclissare qualunque cosa. La più piccola tristezza era stata spazzata via, ogni preoccupazione via.

Fece un passo avanti e per mano del sommo stregone di Brooklyn le panche di raso scomparvero, lasciando il posto alla piazza dell'angelo, con la sua luce blu.

Se glielo avessero chiesto, Jocelyn non avrebbe mai pensato ad invitare Magnus Bane, ma la sua piccola Clary aveva tanto insistito. «Siamo una famiglia» aveva detto, ed il cuore di Jocelyn si era sciolto come burro al sole.

Lo vide ai margini della sua visuale, farle l'occhiolino con il suo sguardo felino. Con un vestito che sarebbe stato definito sublime nel Milleottocento, eppure era sempre affascinante. Stringeva la mano al figlio di Maryse, Alexander. Jocelyn ricordava il bambino con i grandi occhi azzurri che si rotolava sull'erba delle colline. Le venne da sorridere nel constatare che era lo stesso ragazzo che stringeva la mano del sommo stregone di Brooklyn, anche se aveva gli stessi identici grandi occhi azzurri.

Sentì un tocco delicato sulla spalla. Girandosi vide un viso tanto amato, anche se all'inizio in maniera sbagliata. Il suo Luke le sorrideva serafico sotto la luce dell'ora blu, e le porgeva una mano che, Jocelyn sapeva sarebbe stata calda e forte. «Posso avere questo ballo?»

Jocelyn posò la mano sulla sua. Sentì la mano sinistra di Luke cingerle un fianco con dolcezza, mentre la faceva volteggiare al centro della piazza. Si sentiva meravigliosa in quel momento, fantastica solo perché a stringerla era l'uomo della sua vita.

Ballarono a lungo, il primo, il secondo, il terzo brano. Non si sentiva stanca, solo bene, quando poggiò la guancia sulla spalla di Luke, che era sempre stato più alto di lei. Le braccia di Luke la stringevano forti, ma con dolcezza. Erano sempre state così calde le sue braccia? Era sempre stato così veloce e libero il suo cuore, quando la stringeva?

Jocelyn aprì gli occhi. La luce blu stava ormai svanendo per lasciare posto alla notte scura illuminata dalla stregaluce, ma la magia continuava ad esserci. E Jocelyn sapeva che sarebbe durata per sempre.

Poi vide qualcosa che le fece perdere un battito. Al limitare della piazza, lontani da sguardi indiscreti e gente rumorosa c'era la sua piccola Clary, bellissima del vestito da damigella in argento che dava ai capelli rossi una sfumatura quasi metallica e brillante. Teneva le braccia attorno al collo di Jace Lightwood, davvero molto carino nel suo abito da testimone, ma non poi tanto carino con le mani posate sui fianchi della sua bambina! Eppure, nel guardare i due ragazzi guardarsi con dolcezza - solo guardarsi, niente di più - Jocelyn fu inondata di tenerezza. Non ricordava di aver mai visto la sua bambina così felice.

Luke seguì il suo sguardo ed il suo petto fu scosso da una leggera risata. «Non eravamo noi la coppia della serata?»

Jocelyn alzò il viso sul suo per posare dolcemente le labbra su quelle di suo marito. «Noi siamo più carini.» disse sorridendo.

  
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