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Autore: _eco    18/08/2011    4 recensioni
{Spencer/Toby}
« E tu vorresti insegnarmi come si gioca ad hockey? », proruppe il ragazzo inarcando un sopracciglio.
Poggiò la schiena contro il fusto della quercia e incrociò le braccia sul petto, osservando di sbieco una figura snella che tracciava i limiti di una porta immaginaria servendosi di alcuni sassi robusti quanto pagnotte.
« Hockey su prato », lo corresse Spencer, chinandosi sulle ginocchia per selezionare al meglio i pochi sassi sparsi un po’ ovunque in mezzo all’erba.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Spencer Hastings e Toby Cavanaugh
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale.
Avvertenze: One-shot, Missing Moments.
Conteggio parole: 1533
Ultime parole famose: "E' la mia prima Spencer/Toby. Abbiate pietà"

Lezioni di hockey su prato
 

Da quando, poco dopo l’ora di pranzo, Spencer aveva telefonato sfoderando un tono di voce più dolce possibile, Toby aveva trascorso un’ora buona ad arrovellarsi il cervello, sfornando continuamente nuove ipotesi su cosa la ragazza avesse intenzione di fare quel pomeriggio.
Partendo dalla romantica passeggiata, sino ad arrivare al divertimento sfrontato fra montagne russe e giostre varie; il ragazzo aveva davvero immaginato di tutto.
Tutto tranne quello.
Di certo l’idea che Spencer volesse portarlo nell’angolo più abbandonato del parco non gli aveva nemmeno sfiorato la mente. E pensandoci bene, non gli sarebbe dispiaciuto tanto passare qualche ora da soli immersi nel verde e nascosti dalla grossa quercia che adombrava quella parte di parco. Ciò che gli era veramente dispiaciuto era il pensiero di quell’oggetto tanto leggero quanto insopportabile che faceva un po’ da terzo incomodo.
Lui, lei e la mazza da hockey.
Sembra quasi il titolo di una barzelletta, o il nome del nuovo film panettone, ma possibilmente è il modo più diretto e coinciso per descrivere la stramba situazione in cui Toby si era ritrovato.
« E tu vorresti insegnarmi come si gioca ad hockey? », proruppe il ragazzo inarcando un sopracciglio.
Poggiò la schiena contro il fusto della quercia e incrociò le braccia sul petto, osservando di sbieco una figura snella che tracciava i limiti di una porta immaginaria servendosi di alcuni sassi robusti quanto pagnotte.
« Hockey su prato », lo corresse Spencer, chinandosi sulle ginocchia per selezionare al meglio i pochi sassi sparsi un po’ ovunque in mezzo all’erba.
La correzione fu quasi automatica per Toby, che con un sorriso sarcastico si ritrovò a modificare lievemente il titolo che aveva dato sin da subito a quella giornata.
Lui, lei e la mazza da hockey su prato.
« E comunque, sì. Ti stai rammollendo un po’ », commentò mentre si dirigeva verso il ragazzo.
Con un pugno tastò il braccio del giovane, trovandosi un po’ in imbarazzo a dover contraddire ciò che aveva detto poco prima.
« Ritiro tutto », soggiunse la ragazza, sollevando le labbra, « ma devi assolutamente imparare come si gioca. Gli Hastings non fanno altro che sport, e insieme al tennis, l’hockey su prato non manca mai », completò con tono autoritario.
Toby annuì e afferrò al volo una mazza laccata con i colori della Rosewood – blu e bianco.
La gonna di Spencer svolazzò un po’, mossa dal venticello primaverile. Aveva persino indossato la divisa della sua squadra, si era legata i capelli nella classica coda di cavallo, e per quel giorno aveva preso la coraggiosa decisione di abbandonare i trucchi a casa, servendosi soltanto di un po’ di matita scura per gli occhi.
Se ci fosse stata Hanna, sarebbe sicuramente inorridita.
« Mi piaceva questo posto », protestò Toby, passandosi la mazza da una mano all’altra e osservando con sguardo quasi nostalgico le fitte fronde che impedivano al sole di passare.
« Da quando non ti piace più? », chiese Spencer, le mani sui fianchi e le scarpe bianche che ogni tanto venivano fuori dal cumulo d’erba sotto le quali si nascondevano.
« Da quando diventerà parte del ricordo di una disastrosa lezione di hockey », ribatté il ragazzo.
« Su prato », si affrettò ad aggiungere, prima ancora che lei gli rivolgesse un’occhiata torva.
« Non sarà affatto disastrosa! », precisò lei con decisione, mentre posizionava una pallina bianca in mezzo all’erba, accertandosi che fosse ben visibile.
 Si avvicinò a Toby e gli andò dietro, posandogli le dita sul polso, nel vano tentativo di raddrizzarlo un po’. Sporse appena la testa, alzandosi sulle punte dei piedi per poter vedere oltre le spalle larghe del ragazzo. Come aveva sperato, si poteva scorgere un punto bianco e ben distinto affiorare dall’erba.
Toby indietreggiò un po’, costringendo Spencer ad aggrapparsi a lui per non cadere.
« Avanti. Sei l’allievo peggiore che io abbia mai avuto! », protestò la ragazza con una nota stridula nella voce.
Il ragazzo non poté evitare di sorridere, ma riuscì comunque a trattenere le risate, trasformandole in un brusio rauco che lo fece quasi strozzare.
« Hai avuto altri allievi? Dovrei ingelosirmi? », s’incuriosì lui, voltandosi all’improvviso.
Spencer sostenne il suo sguardo, stando ben attenta a non tradirsi con uno strano movimento delle mani o con la più lieve increspatura del viso.
« Sei impazzito? Ho dato lezioni a bambini al di sotto degli otto anni, prima di te », chiarì con aria divertita la ragazza.
Toby annuì e non sapendo bene dove guardare, si mise a scrutare le sfumature colorate della mazza da hockey.
Non lo avesse mai fatto!
« Dobbiamo colpire quella pallina », impose Spencer minacciando con lo sguardo la piccola sfera bianca.
Il ragazzo si voltò e la lasciò libera di poter sistemare la sua postura per un minuto buono, standosene in silenzio con l’unica consolazione della mani di lei che gli percorrevano il busto nel tentativo di metterlo in una posizione più dritta. Con il vento che gli sferzava il viso e quel tocco timido che avrebbe riconosciuto fra mille, Toby si ritrovò ad un passo dal ringraziare quella mazza trasandata che stringeva fra le mani.
« Perfetto », sentenziò Spencer, tenendo d’occhio il polso del ragazzo, in modo che appena si fosse mosso di poco, lo avrebbe rimesso a posto immediatamente.
Avvolse le mani intorno a quella di Toby, sentendo fra le dita solo una parte della mazza vera e propria. Indietreggiò con le braccia, trascinandosi con lei quelle del ragazzo, che con giudizio si era fatto guidare senza altre proteste.
Spencer contò mentalmente sino a tre, poi con un colpo secco spinse la mano di Toby poco più avanti, sentendo il solito clap della mazza al contatto con la pallina.
Un puntino bianco dai contorni nitidi prese a volteggiare per aria, andandosi ad imbucare qualche metro più avanti, fra il prato fitto e non ancora falciato.
La ragazza non riuscì a trattenere una risatina isterica al pensiero che, probabilmente Toby avesse esercitato un po’ troppa forza nella spinta finale.
« Niente male », commentò poco dopo, mettendosi a scrutare attentamente il prato alla ricerca della pallina.
Si mise a carponi, inclinando la testa di tanto in tanto, per tentare di scovare un puntino bianco immerso nel verde.
« Spencer, ne avrai un’altra decina in quella borsa che ti sei portata dietro », le fece notare Toby, tirandola su per un braccio e avvicinandola a sé.
Quella annuì, strofinando i capelli contro il suo petto e rassegnandosi al fatto che quel giorno avessero fatto tanto hockey su prato da bastarne per una settimana intera.
Lasciò che Toby le circondasse la vita con le braccia e poggiò la schiena contro il torace del ragazzo, chiudendo gli occhi e rilassandosi al tocco furtivo del vento sulla pelle.
« Mi piace questo posto. Mi è sempre piaciuto », confessò Spencer alzando la testa verso di lui, « e adesso è ancora più bello ».
« Non sono un granché nello sport, eh? », ammise il ragazzo mentre le guance si tinteggiavano di un rosso acceso.
« Niente di cui mi possa lamentare davvero », chiarì lei.
« Un giorno potremo portarci i nostri nipoti. Possibilmente loro saranno molto più bravi di me », continuò Toby.
« Lo spero », affermò a quel punto la ragazza.
« Vorresti insinuare che non sono un bravo giocatore? », intimò lui, afferrandola per i fianchi e voltandola verso di lui.
« Certo che no! Ma potrei sempre raccontare di quella povera pallina che hai abbandonato in mezzo al prato », esclamò Spencer, abbozzando un mezzo sorriso.
Toby fece per allontanarsi, allungando il passo e cominciando a scrutare con non troppa attenzione il prato intorno a lui.
« Cosa stai combinando? », chiese Spencer, a metà fra il divertito e l’incuriosito.
« Mi metto alla ricerca di quella pallina », sbottò Toby.
« Toby, ne avrò un’altra decina in quella borsa che mi sono portata dietro », replicò la ragazza, andandogli incontro.
Afferrò il viso del ragazzo fra le mani e poggiò le labbra sulle sue, mentre Toby si limitava a cingerle la vita con le braccia e a stringerla contro di sé.
In quel momento di quiete, Toby poté accorgersi che gli occhi di Spencer conservavano lievi striature dorate, e che il suo viso somigliasse tanto a quello di un’antica bambola di porcellana, con il rossore sulle gote appena accennato. E allo stesso modo, Spencer cominciò a studiare con più attenzione le iridi color giada del ragazzo, il viso dai tratti marcati, la fronte leggermente increspata e i capelli color miele che gli sfioravano la pelle rosea.
« Dovremmo tornarci in questo posto », propose il ragazzo dopo attimi di silenzio.
Spencer annuì, il capo poggiato contro il suo petto, lo sguardo perso nel verde che li circondava, interrotto qualche volta dai fiori che cominciavano a sbocciare.
Soltanto qualche mese prima, sarebbe impazzita nel constatare di aver perso la pallina bianca che le avevano regalato da bambina.
Di quelle non ne aveva una decina nella borsa che si era portata dietro.
Ma a ben pensarci, se fosse riuscita a convincere Toby per un ultimo allenamento, avrebbe presto avuto un'altra pallina da custodire con gelosia.
Sarebbe stato il ricordo di un pomeriggio trascorso con lui.


l u l l a b y' s space:  Eccomi qua. Questa è la mia prima Toby/Spencer e sono abbastanza nervosa, perchè non ho trovato facile rappresentarli al meglio. E non ci sono riuscita. Ma contando che è la mia prima esperienza...abbiate pietà di me *si inginocchia e implora*
Sono comunque molto curiosa di scoprire i vostri pareri, ma anche di imparare con le critiche e i consigli.
Grazie ^^
l u l l a b y





 

  
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