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Autore: zdraveipetrova    18/08/2011    8 recensioni
« Stefan non c'è, mi dispiace. Probabilmente è andato a fare compagnia ad una famiglia di conigli », disse senza voltare le spalle.
« Damon entra, per favore. Ti ammalerai », urlò Elena. Come se fosse necessario che lei urlasse, affinché lui potesse sentirla.
« I vampiri non si ammalano per queste cose, ricordi?! », disse sarcastico girando il volto, guardandola. Ritornò fisso con lo sguardo davanti a se.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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          Pioveva. Anche l'odore del muschio, il ticchettio continuo delle migliaia di gocce che rimbalzavano sul tetto, persino lo scrosciare del piccolo fiumiciattolo appena formatosi sul lato della strada si era amplificato come sempre. Come sempre da quel giorno di molto più di un secolo fa. Il retro di casa Salvatore era sempre stato perfetto, per starsene in solitudine. L'acqua gli cadeva addosso, noncurante. Era fresca. Qualche volta il suo odore pungente riusciva a coprire quasi del tutto il profumo della... sete. Lo scalpiccio delle sue scarpe sulle foglie del giardino avevano attirato la sua attenzione pochi secondi prima che lei lo chiamasse.
          « Damon? ». Eccola, quella voce. La voce che lo chiamava, che nominava il suo nome. Quanto avrebbe desiderato, per la millesima volta ormai, raggiungerla e avvolgerla tra le sue braccia, annusare il profumo del suo balsamo nuovo, gustare con tutte le proprietà olfattive l'aroma del suo caldo sangue che scorreva denso nel suo collo? Ma non poteva. Spense per qualche secondo la sua parte emotiva, per riprendersi. Stop. Spinto il bottone, chiuso. Succedeva tutte le volte. Un respirone, qualche secondo di attesa. Poi riaprì gli occhi.
          « Stefan non c'è, mi dispiace. Probabilmente è andato a fare compagnia ad una famiglia di conigli », disse senza voltare le spalle. 
          « Damon entra, per favore. Ti ammalerai », urlò Elena. Come se fosse necessario che lei urlasse, affinché lui potesse sentirla. 
          « I vampiri non si ammalano per queste cose, ricordi?! », disse sarcastico girando il volto, guardandola. Ritornò fisso con lo sguardo davanti a se. 
          « Ti prego », sussurrò. Ecco, ora giocava la carta dell'amica premurosa con la voce supplichevole. In meno di un secondo l'aveva raggiunta e trasportata fino in salotto. Ammiccò uno dei suoi sguardi irresistibili: lei era sorpresa. Amava sorprenderla. Amava lei.
          « Grazie », disse Elena lievemente.
          « Ah-ah-ah , niente ringraziamenti. Ti saresti ammalata tu, se fossi stata ancora fuori implorandomi di entrare. Allora, di cosa hai bisogno? Ti ho già detto che Stefan.... ».
          « Non sono venuta qui per Stefan », disse la ragazza tutta d'un fiato. « Sono venuta per te ».
          Il bicchiere pieno di sangue che stava per assaporare cadde a terra, rompendosi in mille pezzi. Avrebbe potuto evitare che accadesse, afferrandolo prima dell'impatto. Ma era rimasto immobile. Il liquido denso e rosso scivolò sul pavimento liscio e lucido di marmo. Lei si alzò di corsa, raggiungendolo probabilmente per aiutarlo a raccogliere i resti di quel che era stato uno dei tanti bicchieri da collezione di famiglia. La sua mano stava per toccare un frammento di vetro, ma lui fu più veloce e la bloccò.
          « Non vorrai rischiare di farti male? », le disse lui in un bisbiglio che la fece rabbrividire. Senza darle il tempo di accorgersene, la trascinò sul divano, osservandola dritto negli occhi. Riusciva a scorgere il riflesso delle proprie iridi azzurre nelle sue pupille nere. Elena respirava affannosamente. La sua pelle era diafana, e i suoi capelli capelli castani le ricadevano pari ai lati del suo dolce viso. Oh, come gli ricordava maledettamente Katherine. Ma lei non era Katherine. Era qualcosa di speciale, meglio di quella dolce fanciulla per cui era letteralmente impazzito nel pieno della sua ingenua gioventù, meglio di quella ragazza che in realtà non lo aveva mai amato veramente. E, a dire il vero, nemmeno Elena lo amava. Non lo amava perché lui non era ciò che lei desiderava. Era solo se stesso, non era Stefan. Eppure lei era lì, fra le sue braccia, bellissima. Se solo fosse stato tutto diverso, se solo lei non fosse fidanzata con suo fratello. La guardò fisso negli occhi, e sapeva che lei si sentiva a disagio. 
          « Tutto tuo », disse in tono malizioso. Aveva sempre usato quelle sottospecie di frecciatine nei suoi confronti, tanto sapeva che su di lei non avevano alcun effetto. Anche se, in cuor suo, sperava sempre di poter attirare un minimo la sua attenzione, di farle capire.
          « Non... non so come dirtelo » disse balbettando, innervosita. 
          « Dillo e basta » la incoraggiò noncurante, girandosi per prendere un altro bicchiere dal tavolino di fianco al divano. Poi accadde. Con le sue piccole mani, Elena gli girò lentamente il viso e lo tirò verso il suo. Poi appoggiò le sue candide e morbide labbra sulle sue, baciandolo piano, quasi timorosamente. Non era possibile, forse non stava accadendo sul serio. Ricambiò il gesto. Mosse le sue labbra a ritmo con le sue, assaporò il loro dolce gusto. Pose una mano dietro la nuca di Elena, attirandola verso se. La abbracciò affettuosamente. Ora poteva anche morire. Ora qualcuno poteva anche ficcargli un fottuto paletto di legno nel cuore, perché ormai niente più importava se era felice, in quel momento. Niente più importava se lei lo amava.

   
 
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