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Autore: xstaystrongandsmile    18/08/2011    1 recensioni
Le due ragazze si incrociano.
La mora sbatte contro la bionda.
Si guardano.
È come se non si fossero mai viste prima.
Eppure hanno la stessa età, fanno la stessa scuola e frequentano gli stessi corsi.
Com’è possibile che non si siano mai incrociate prima?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Author's notes;
Ta-da! Eccomi tornata con una nuova storia. 
Dopo Alice-Justin, eccomi qui con una FF tutta nuova e completamente diversa.
Qui non ci sarà la ragazza che s'innamora di Justin, o Justin che s'innamora di una ragazza.
Qui, Justin, sarà un 'piccolo punto che cambierà la storia'.
La canzone che accompagnerà la storia è della mia Devonne, When Two Worlds Collide.
so, hope you like it.

stay strong,
Alice.


ps- mi piacerebbe sapere tanto cosa ne pensate. Una recensione mi farebbe tanto piacere. :)

 


Capitolo 1.
 

- Another fucking school day. -
Wake up, girl!

 
Ronnie’s Pov

 

She was givin the world so much that she couldn't see 
And she needed someone to show her who she could be 


La sveglia canta l’ora di alzarsi.
Altro fottuto giorno.
Metto i piedi a terra e il freddo pavimento mi schizza al cervello, attivando i neuroni e facendomi alzare.
La prima cosa che faccio ogni mattina è guardarmi allo specchio.
Mi svesto,rimango nuda e osservo il mio riflesso.
Sono una bella ragazza.
Posso contare le costole chiaramente e anche lo spazio che si crea tra loro e tra una parte all’altra della cassa toracica.
Si potrebbero vedere anche gli organi, solo che c’è la pelle che li copre.
Le braccia sono rami e le gambe degli stecchini, che devono tenere su un corpo fragile.
Lo sguardo mi cade sui polsi, segnati da cicatrici vecchie e nuove.
Ci sono segni anche sui fianchi.
Salgo sulla bilancia.
Quaranta chili.
Perfetto.
L’obbiettivo numero uno è stato raggiunto.
Sedici anni e pesare così poco, una vera soddisfazione.
 
La gente non lo capisce, pensa che io sia malata.
Mi hanno mandata in rehab per sei mesi, perché non mangiavo.
Volevo essere perfetta.
Essere la perfetta etoilè, come desideravano i miei genitori, come desiderava la mia insegnante di danza, come tutti si aspettavano che diventassi.
In quella prigionia mi hanno riempita di pillole, facendomi arrivare al traumatico traguardo di cinquanta chili.
Da trentotto a cinquanta chili.
Quasi venti chili di pillole.
Tornata a casa ,è stato come suicidarmi.
La prima cosa che ho pensato, guardandomi è stata ‘Chi cazzo è questa grassona?’ poi ho alzato gli occhi e ho incontrato il riflesso dei miei.
Da lì ho deciso di vivere da sola e controllare completamente la mia vita.
 
Ieri ho ingerito centosettantaquattro calorie, oggi digiuno.
Mi faccio una doccia. L’acqua calda che scivola sulla pelle che mi rilassa e mi distrae dalla cosa che sta per cominciare.
Esco e mi asciugo i capelli velocemente, lasciandoli un po’ bagnati.
Indosso tre magliette, per fare spessore, e poi la felpa.
Niente colazione.
Pronta per scuola.
Sono una bella ragazza.
Bionda, alta, occhi azzurri e magra.
E nessuno può immaginare cosa ci sia sotto quella ragazza.

 
 

Elizabeth’s Pov

 
And she tried to survive wearing her heart on her sleeve 
But I needed you to believe

 

- Su Elizabeth, svegliati. È ora. -
Ora di svegliarmi.
- Fanculo. – dico aprendo gli occhi
- Buongiorno Elz, preparati e scendi di sotto a fare colazione. Oggi a scuola ci vai da sola, con l’autobus. –
‘Bene.’ Penso.
Mi alzo e mia madre sta sulla porta, mi sorride e scende di sotto in cucina, a preparare i cereali e latte.
Le sette e quindici.
Tra mezz’ora c’è l’autobus e alle otto inizia la stramaledetta fottuta scuola.
L’ennesimo giorno di scuola.
L’ennesima recita.
Mi guardo allo specchio.
Capelli castani scompigliati nel sonno.
Occhi ancora assonati.
Una bella smorfia sul volto.
Mi dirigo in bagno e faccio una bella doccia fredda, poi di nuovo in camera.
Indosso maglietta e jeans, prendo lo zaino e prima di scendere a fare colazione mi guardo allo specchio.
 
Quando ero bambina mi trovavo di più con i maschi che non le femmine.
Perchè le femmine pensavano solo ai vestiti e ai ragazzi mentre a me certe cose interessavano ben poco.
Piano piano poi ho cambiato direzione.
Non sono diventata una ragazza che si interessa di moda e di ragazzi.
Anzi la moda non mi interessa minimamente e i ragazzi sono degli idioti.
Però dal momento che non sono stata 'apprezzata' dai maschi non mi sono sentita di fare parte della loro banda.
Ho cominciato a portare gli occhiali a causa della miopia.
Ero piccola e ne ero entusiasta.
Peccato che andando avanti con gli anni ho cominciato ad odiare questo 'accessorio'.
Ho sempre desiderato avere i capelli lisci.
Non avevo mai incontrato persone con i miei stessi capelli e quindi mi sentivo un'estranea.
Comincia a stirarli.

"Guarda quant'è brutta." commentavano i ragazzi.
Credendo che io non li sentissi.
Ma in realtà rimanevo profondamente urtata dalle loro parole.
Decisi che dovevo togliermi quegli occhiali al più presto.
Non volevo essere come dicevano loro.
E quando ci riuscii ne fui sollevata.
Poi decisi di truccarmi.
Dovevo sembrare almeno 'carina'.
E da qeul giorno sono diventata schiava di lentine e trucchi.
Eppure cambiando così radicalmente non ero apprezzata come volevo.

Questa è la mia malattia.
‘Sei impazzita?’

No.
Ho sempre paura di non piacere alle persone come vorrei.
Anche se penso di essere una persona abbastanza buona.
E le persone non fanno altro che vedere solo la parte esteriore di me.
Se potessi girerei con un sacchetto in testa.
Se potessi mi trasferirei nel corpo di qualcuna più bella.
Più che malattia, la chiamo fissazione.

Oramai sono anni che ho in testa questa cosa e più vado avanti più mi accorgo che nulla cambia.
Cambio solo io. Il mio modo di vestirmi e di apparire.
Per cercare di piacere.
Ma i commenti non cambiano.
E ogni parola che dicono pare che vogliano prendermi in giro.

 
Mi sorrido dopo essermi mascherata bene.
Capelli lisci e trucco.
Pronta per interpretare la mia parte.
Come una brava attrice che sa il copione.

  
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