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Autore: giu840    09/04/2006    4 recensioni
Dopo sette mesi Usagi decide di fare una sorpresa al suo Mamoru e parte alla volta degli Stati Uniti... Ma purtroppo non sarà tutto perfetto come lo immagina...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio tutti per le recensioni e spero di continuare a piacere con questo capitolo

 

 

 

 

Cap. 6 – La vita senza te

 

 

 

“ Sono lieta di annunciarvi il mio ritorno

tra voi previsto per la giornata di domani.

Per l’occasione siete tutti invitati al bar di

Furu alle 21.00. Baci!

 

Chibiusa

 

 

Mamoru ricevette la lettera un mese esatto dopo il suo ritorno da New York. Grazie al suo ottimo profitto gli era stato concesso di non terminare il tirocinio e così era riuscito a prendere l’aereo due giorni dopo la partenza di Usagi.

Aveva passato un mese intero a cercarla, ma il risultato era sempre stato lo stesso: a casa faceva dire di non esserci, all’uscita da scuola si dileguava non appena finito l’orario delle lezioni e in giro non ce n’era l’ombra.

Era riuscito a parlare solo con le ragazze che però, subito, l’avevano trattato in malo modo, vomitandogli addosso ogni tipo di insulto possibile. Solo quando lo avevano visto in lacrime, veramente pentito avevano deciso di ascoltarlo.

Ok, Mamoru, sei pentito. Ma come pensi di fare a mettere le cose a posto? “ gli chiese Minako durante uno dei loro incontri nel tempio di Rei.

“ Non lo so proprio. Non riesco a mettermi in contatto con lei, mi sfugge. Pensavo che forse voi avreste potuto aiutarmi in qualche modo… “

“ Beh, vedi, noi la vediamo solo a scuola, non esce più neanche con noi. L’unico con cui si frequenta ancora è Seiya, ma solo per via delle lezioni di ballo. “ gli disse Rei dolcemente.

Quel nome! Mamoru era ancora geloso di lui, ora ancor di più perché lei era libero. E tutto ciò lo doveva solo alla sua idiozia.

“ Io devo vederla ragazze, devo! Non posso credere che sia finita così, dopo sei anni. Lei è la mia vita, non posso andare avanti senza averla accanto. “

“ Hai sbagliato ed è bello che tu non lo nasconda. Penso di parlare a nome di tutte dicendo che abbiamo capito che ti sei pentito e che vogliamo aiutarti. Il vostro amore non è destinato a finire, faremo ciò che è nelle nostre possibilità per venirti incontro. Ma tu non ti abbattere, ok?! “ fece Makoto.

Mamoru si rimise a pensare alla lettera di Chibiusa e soprattutto all’invito. Sicuramente al bar avrebbe incontrato Usagi; sapeva che lei non avrebbe rinunciato a salutare la loro figlia neanche sapendo che ci sarebbe stato anche lui. Pensò a come si sarebbe dovuto comportare: l’indifferenza non gli avrebbe giovato, ma se le fosse subito corso incontro l’avrebbe spaventata e addio discorsi. Prese la macchina e decise di andare a fare un giro per schiarirsi le idee. Era inutile prepararsi prima: avrebbe lasciato tutto al caso.

 

Per Usagi la lettera fu un vero colpo basso. Non poteva non andare a salutare Chibiusa, lei non gliel’avrebbe mai perdonato. Ma non poteva nemmeno vedere Mamoru, non ancora. Non era pronta a sentirlo parlare, anzi non ne aveva nemmeno voglia. E poi c’era la gara di ballo, quella per cui si era allenata duramente nell’ultimo mese: quattro allenamenti a settimana che l’avevano distrutta ma nello stesso tempo l’avevano aiutata a non pensare. A non pensare al suo ex ragazzo, a tutto quello che avevano fatto insieme, i pomeriggi abbracciati nel suo lettone, le risate con le amiche al bar… basta! Non doveva pensarci, ormai era tutto finito! Ora c’era solo lei, nessun altro con cui dividere la sua vita. Aveva scansato anche le amiche: sebbene sapesse che non era una cosa giusta, non se la sentiva di ridere e scherzare con loro come una volta. E poi sapeva che sarebbe entrato nei discorsi Mamoru e no, proprio non se la sentiva. Dopo mesi accese il suo telefonino e chiamo Seiya, l’unico con cui aveva mantenuto i contatti. Era stato davvero carino, non aveva approfittato della situazione, anzi aveva cercato di convincerla a parlare con Mamoru. Il cantante rispose dopo pochi squilli.

“ Ciao Usa, che succede? “

“ Abbiamo un problema enorme! “

“ Spara! “

“ Domani torna Chibiusa. “

Ma è bellissimo! Perché lo definisci un problema?”

“ Darà una specie di festa per il suo ritorno domani sera. “

“ Ah. E tu temi che ci sia Mamoru, giusto?

“ Esatto. E in più domani alle 20.00 abbiamo la gara!

“ Cavolo, hai ragione. Beh, potresti andare dopo, per le dieci dovremmo essere fuori.

“ Sì, quello è vero. Ma con l’altro problemino come la mettiamo?

“ Senti usa, prima o poi lo devi affrontare. Vorrà dire che lo farai domani sera. “

“ Non se ne parla nemmeno. Io con lui ho chiuso, capito?!

Seiya intuì che stava per mettersi a piangere, cosa assai frequente negli ultimi tempi, e così cercò di andarle incontro.

“ Allora facciamo così. Ti accompagnerò io cosi starai un po’ più tranquilla. Ok? “

“ Va bene. Ma non so come finirà la serata. Comunque domani passo a prenderti con la mia macchina alle sette e mezza. Vieni già vestito, così là possiamo subito cominciare a ripassare i passi.”

Ok, ma per una volta vieni in orario! “

“ Promesso! A domani. “

Usagi posò il telefono sul, si sdraiò sul letto e cominciò a fissare il soffitto. Perché doveva andare domani? Cos’avrebbe detto a Chibiusa? Lei adorava Mamoru, probabilmente non avrebbe mai creduto a quello che aveva fatto o più semplicemente l’avrebbe difeso a spada tratta. Troppo immersa nei suoi pensieri non si accorse subito che il suo telefono stava squillando. Nessun numero: sicuramente Seiya!

“ Dimmi Seiya che ti sei dimenticato stavolta? “

“ Ti amo! “

Ma… Mamoru? “

“ Sì, sono io. Per favore non riattaccare, devo parlarti. “

“ No, ho da fare. “

“ Ti prego, non posso stare senza di te. “

“ Dovevi pensarci prima di andare a letto con Melissa. “ Spense il telefono e lo lanciò contro il muro mandandolo in mille pezzi. Poi si vestì e uscì per schiarirsi le idee.

 

Arrivò la sera della festa. Mamoru entrò al bar e cominciò subito a guardarsi intorno in cerca di Usagi ma non la vide. Si diresse allora verso le ragazze e andò a parlare con Minako.

“ Ancora non si è vista? “

“ No, ma ieri l’ho chiamata per vedere come stava e mi ha detto che sarebbe venuta stasera. Solo che adesso sta facendo una gara di ballo e quindi arriverà più tardi.

Ok. “ disse lui mentre si torturava una ciocca di capelli.

“ Mamoru, stai tranquillo. Noi siamo con te! “

“ Grazie Mina, ho proprio bisogno di voi adesso! “

All’improvviso la porta del locale sbattè.

“ Salve a tutti!!

Chibiusa!! “ urlarono tutti in coro.

Era cambiata, cresciuta. Aveva i capelli più lunghi, era più alta e il suo viso si era trasformato, non era più quello di una bambina. Ora sembrava quasi una donna. Salutò tutti poi si parò davanti a Mamoru.

“ Ciao Mamo-chan. Non sai quanto mi sei mancato! “

Anche tu piccolina! “

Si abbracciarono e restarono così per cinque minuti. Poi la ragazzina perplessa si guardò intorno, come alla ricerca di qualcosa.

“ Ehi, ma Usagi non sarà mica in ritardo anche questa volta? Mamoru dov’è finita? “

“ Ecco, io non lo so, vedi… “

“ Non lo sai?! Ma è la tua ragazza, devi saperlo.

“ Credo che sia ad una gara di ballo con Seiya, dovrebbe arrivare più tardi. “

Ma tu sei tutto matto. Lasci andare la tua fidanzata ad una gara di ballo con uno che le muore dietro? Ma ti sei bevuto il cervello?!

Vedi, Usagi non è più la mia fidanzata… “

COSA?! “

Lui le raccontò com’era andata, davanti a tutti, per la prima volta senza freni; svuotò la sua coscienza e gli servì, anche se terminò il discorso con il magone e le lacrime agli occhi.

Chibiusa rimase paralizzata dallo stupore; subito lo insultò come avevano fatto tutti, poi cercò di pensare a mente fredda a come rimediare a quel gran casino.

“ Non posso credere che tu l’abbia fatto. Però ti voglio aiutare anche perché se no ho paura che ne vada anche della mia esistenza.

“ Ti prego aiutami, non so più cosa fare, sto diventando matto. Non vuole parlarmi, mi evita e non credo abbia la minima intenzione di perdonarmi.”

“ Cercherò di parlarle ma non so quanto possa funzionare. Sai benissimo che è testarda ed è difficile da smuovere quando ha in mente qualcosa! “

“ Sì, lo so. Ma tu metticela tutta, ok?

Ok ma tu non ti buttare giù. Siete destinati ad amarvi per sempre, non può finire così! Ma perché l’hai fatto? Perché?!

Lui non riuscì a risponderle: il suo sguardo era puntato sulla porta che si stava aprendo. Entrarono Usagi e Seiya, bellissimi con i loro abiti di scena. Il ballerino aveva un completo nero con dei ricami rossi sulla giacca e calzava scarpe lucide con i tacchi.

Usagi era fantastica. Indossava un corpetto nero con disegni argentati e una gonna sempre nera che terminava con delle punte di diversa lunghezza tutte al di sotto delle ginocchia. Le sue scarpe avevano un tacco vertiginoso; al polso sinistro era visibile un grosso bracciale di pelle nera. Era leggermente truccata e aveva raccolto i capelli lasciando libere delle ciocche sbarazzine. In mano entrambi avevano una coppa enorme: avevano vinto!

“ Usagi ma cosa ci fai combinata così?! “ le chiese Chibiusa correndo ad abbracciarla.

“ Ho partecipato ad una gara di ballo con Seiya e abbiamo vinto! “ la accolse tra le sue braccia e la tenne strettissima, quasi come se avesse paura che potesse volare via. Chibiusa se ne accorse e provò un po’ di pena per lei, ripensando a ciò che le aveva fatto Mamoru.

Sei bellissima Usagi, non ti ho mai visto così! – le disse staccandosi.

Grazie piccola, anche tu sei diventata una splendida adolescente. “

Chibiusa era rimasta davvero sbalordita dalla nuova immagine della ragazza. Era sì bellissima, ma il suo sguardo non aveva più niente a che fare con quello che aveva visto l’ultima volta che era stata sulla terra. Non c’era allegria nei suoi occhi, solo dolore e sofferenza, solitudine forse. Le veniva da piangere a vederla ridotta così ma si trattenne per non peggiorare le cose.

Mamoru nel frattempo era come inebetito. Lei era lì al suo fianco e lui non riusciva a proferire parola. La guardò mentre si andava a sedere ad un tavolo accompagnata dal fido Seiya. Le sue movenze erano ancora più belle e quel vestito rendeva onore al suo fisico mozzafiato. Però era dimagrita, troppo in quell’ultimo mese; non stava bene, si vedeva dal suo viso, pallido sebbene truccato. Prese il coraggio a due mani e si avvicinò al tavolo, dove nel frattempo si erano aggiunte tutte le ragazze.

Lei lo vide arrivare e si rese conto che non ce l’avrebbe fatta. Si alzò di scatto e disse.

“ Scusate ragazze, ora devo scappare, sono molto stanca. “

“ No, Usagi, aspetta. Non puoi farmi questo, dobbiamo festeggiare! “

“ Mi dispiace Chibiusa, ma proprio mi sento stanca. Ci saranno altri giorni per stare insieme. “

Mamoru le si parò davanti.

Se tra i due c’è uno che se ne deve andare, quello sono io. “

“ No, tolgo io il disturbo. “ Abbassò gli occhi per non far vedere le lacrime e scappò fuori dal locale. Lui la seguì, ma la ragazza non lo degnò di uno sguardo e salì in macchina. Accese il motore e partì sgommando.

 

I giorni seguenti furono durissimi per tutti.

Mamoru si trascinava al lavoro ogni mattina spinto solo dalla consapevolezza che, essendo dottore, aveva dei doveri verso i malati. Se non fosse stato per quel motivo probabilmente avrebbe passato le sue giornate a piangersi addosso. Il resto della giornata lo occupava stando con Chibiusa e le ragazze, che ancora non riuscivano a rompere la barricata che Usagi aveva creato intorno a sé.

“ Mi dispiace Mamoru, non sono ancora riuscita a farci due chiacchiere, mi sfugge. Probabilmente immagina che voglia parlarle di te. “ gli disse un pomeriggio Chibiusa davanti ad una tazza di te nel bar di Furu.

“ E’ furba, come sempre. Tanto ormai mi sono arreso, è finita. “

Piantala, non dirlo nemmeno per scherzo. Prima o poi mi dovrà ascoltare. Vedrai che le farò cambiare idea. “

“ Non so se ce la farai ma apprezzo il gesto. “

“ Fidati di me! “

La giovane cercava di dedicare più tempo possibile al ragazzo perché aveva paura che si buttasse troppo giù. Anche Usagi probabilmente aveva bisogno di avere qualcuno vicino, ma per la prima volta da quando la conosceva si comportava in modo strano, la evitava sempre e si faceva vedere raramente in casa, giusto per mangiare, pochissimo, e dormire.

Anche se era poco più che una bambina comprendeva benissimo che la sua “ mamma “ fosse adirata per il tradimento ma, nello stesso tempo, non riusciva a capire perché non voleva perdonarlo dal momento che lo amava ancora moltissimo.

Usagi al contrario dell’ex fidanzato, cercava di occupare le sue giornate con qualsiasi attività pur di non stare a casa a pensare a lui. Aveva iniziato mille corsi a scuola, cucina, giardinaggio, canto. Tutto pur di non rimanere sola con stessa. La sua famiglia si era resa conto che c’era qualcosa che non andava, ma lei a ogni domanda un po’ più intima rispondeva sempre che andava tutto bene. Solo a mamma Ikuko, in un momento di disperazione, aveva raccontato tutto. Lei era stata molto comprensiva, l’aveva abbracciata e le aveva detto che la ferita si sarebbe presto chiusa. Usagi sapeva che non sarebbe stato così, ma la ringraziò comunque per la comprensione. La cosa più difficile per lei, in quel momento, era riuscire a sfuggire a Chibiusa: era convinta che lei le volesse parlare di Mamoru, sapeva che tanto la ragazzina si sarebbe schierata con lui come tutte le altre volte. Non voleva litigarci e allora cercava di non cominciare neanche il discorso.

Purtroppo però non ci riuscì. Un mese dopo l’arrivo della ragazzina, tutta la famiglia Tsukino era stata invitata ad una festa di amici. Lei, con la scusa degli allenamenti aveva declinato la proposta, ma non aveva fatto i conti con la sua piccola peste.

Cosa?! Non vieni?! E per quale diavolo di motivo, scusa?!Chibiusa era già pronta e stava andando a chiamare Usagi convinta che si unisse a loro.

Ho gli allenamenti, non posso. Mi dispiace. “

“ Senti, non prendermi in giro. Gli allenamenti sono una scusa, avresti potuto benissimo saltarli per una volta. Mi stai evitando e non so perché. “

Ma no, ti sbagli! “

“ No, non mi sbaglio. Ma non ti vedi? Sei in uno stato pietoso, sei magrissima, non mangi quasi più. Il tuo sguardo è vuoto, non ti ho mai visto sorridere da quando sono qua. Ma perché ti butti via così?

“ Io sto bene, devo solo riprendermi da questa cosa. “

“ Non ti devi riprendere, Usagi. Devi solo parlare con Mamoru, lui ti può spiegare tante… “

“ Smettila!!! Non lo voglio nemmeno sentire nominare, mi hai capito? Sapevo che ti saresti schierata con lui, non avevo dubbi. Ora vattene o farai tardi. “

“ Va bene, mandami pure via se ti fa stare meglio. Sappi solo che io non sono dalla parte di Mamoru. Ma almeno lui si lascia avvicinare dagli altri e si confida, a differenza tua. “ uscì dalla stanza e cominciò a scendere le scale con le lacrime agli occhi. Poi si voltò verso la camera di Usagi e quasi gridando le disse: “ Nasconditi, Usagi, continua così. Voglio proprio vedere dove ti porterà questo comportamento. “

Usagi tremendamente arrabbiata sbattè la porta della sua camera e scese al piano di sotto; guardò la sua famiglia andare via e si trovò sola in casa.

Non le sembrava di chiedere molto. Voleva solo essere lasciata in pace. Per sempre…

  
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