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Autore: Libra_Ebria    18/08/2011    4 recensioni
È una sera come le altre, no? Yuugi verrà a disputare un duello e Seto tenterà di prendersi la rivincita, nulla di che. Giusto? Allora perché trema così tanto?
(Post-serie, Seto/Yuugi, Yami/Yuugi, dark!fic)
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Seto Kaiba, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Golden Rotten Life'
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Hard Candy
 
 

Quando Yuugi Muto suona alla porta di ingresso, Seto Kaiba non è nervoso. No, per niente, perché dovrebbe esserlo? È solo routine, come le altre volte. Stasera ci sarà una nuova partita a Duel Monsters fra il Re dei Giochi e il suo più vecchio sfidante.
È normale, ogni tanto fanno di queste partite. Una volta all’anno, una volta ogni sei mesi,… Non importa quanto tempo passi, quando Seto vuole la rivincita, chiama il campione in carica. E puntualmente gli risponde la segreteria telefonica, perché l’archeologo ha un sacco di impegni, e tiene perennemente il cellulare spento.
Sì, Yuugi Muto è diventato un archeologo.
Seto scende nel salone di ingresso per dare il benvenuto all’ospite, o, per meglio dire, per dargli segno che l’ha sentito arrivare, nulla di più.
Yuugi entra, ed è come al solito. Basso, magro, una maglietta nera aderente stracciata, pantaloni di pelle scuri. Per un attimo gli pare che non sia cambiato molto, se chiude gli occhi davanti a lui compare un adolescente di sedici anni, un ragazzino fresco fresco di titolo. Ma no, la decina di centimetri che ha conquistato con la tarda adolescenza si dà da fare per farsi notare, e intorno al suo collo non c’è più quell’enorme ciondolo d’oro, il “puzzle del millennio”, ma un numero imprecisato di catene e lucchetti. E ci sono spille da balia (sì, proprio spille da balia) infilate nelle orecchie, e braccialetti di ferro attorcigliati ai polsi. E non dimentichiamo l’immancabile collare da cane con le borchie intorno al collo.
Sì, a volte gli viene da chiedersi se per caso Yuugi non rifornisca il suo guardaroba dal ferramenta.
Rispetto a un tempo, il viso di Yuugi è un po’ più maturo, un po’ più adulto, ma la sua espressione è comunque… delicata, non sa come definirla, gentile, forse, o addirittura dolce.
Ormai non dovrebbe più lottare contro sé stesso per ammetterlo, ma non è una cosa facile. Insomma, Yuugi è… forse non bello, sicuramente non nel senso convenzionale del termine, ma… La sua figura, presa d’insieme, il miscuglio di occhi dolci e pelle aderente, è… piacevole a guardarsi.
Qualcuno potrebbe chiedersi come il campione in carica di Duel Monsters possa vestirsi con quel look che pare un miscuglio di punk e sadomaso senza che nessuno critichi, ma addosso a Yuugi quello stile… è giusto, non saprebbe come altro descriverlo. Certo, Yuugi è anche un idolo ideale per i bambini e per i duellanti in generale: gentile, scrupoloso nel giocare pulito, filantropo. Le sue vincite formano un bel gruzzolo, e le società di giocattoli se lo litigano per le loro pubblicità, ed è il portavoce di molte marche, ma… Yuugi non sguazza nel lusso. No, per lui si tiene qualcosa, un po’ più del necessario per vivere decentemente facendo ciò che ama: giocare e fare l’archeologo.
Ma tutto il resto se ne va in beneficenza.
Mokuba, ormai adolescente e più alto di Yuugi (non che ci voglia molto), gli corre incontro, salutandolo. Il ragazzo gli sorride, e no, non è ancora pronto ad umiliarsi al punto da ammettere che il sorriso di Yuugi è bello.
Infine il Re dei Giochi sposta lo sguardo su di lui, ed è strano (o almeno lo è alle sue orecchie) il modo in cui pronuncia “Buonasera, Seto.”
Seto quasi gli risponde, ma riesce a trattenersi, dà solo un cenno di capo scocciato, e se ne torna in ufficio, tanto Yuugi sa dov’è la sua camera, sa in quale stanze può entrare senza conseguenze, sa dove e a che ora verrà servita la cena, non è obbligato a fargli compagnia.



La cena, se dipendesse da lui, sarebbe fredda e silenziosa, quasi un preliminare del duello all’ultimo sangue che sta per svolgersi. Sfortunatamente, Mokuba e Yuugi non sono d’accordo. Ecco, gli sfuggirà sempre quando quei due siano diventati così amici. Forse non ci vuole pensare, forse Mokuba ha provato una ammirazione smisurata per Yuugi da quando l’altro Yuugi ha guarito la sua anima, o forse centra l’affabilità del nuovo Re dei Giochi, non importa.
Il fatto è che quei due chiacchierano, chiacchierano, chiacchierano per tutta la cena, e Seto non vuole parlare, non vorrebbe nemmeno ascoltare, quindi cerca di sfuggire con la testa all’allegria tiepida di quella stanza.



Si stanno dirigendo verso l’arena dove si svolgerà il duello. Porte chiuse, come al solito, solo una telecamera che registrerà il duello, dopotutto entrambi hanno milioni di fan che non aspettano altro che sciogliersi davanti alla nuova sfida fra le due massime autorità di Duel Monsters.
Ma è durante il tragitto in corridoio che Seto, semplicemente, non ce la fa più. Si volta di scatto e in qualche modo Yuugi è spinto contro il muro, e sempre in qualche modo confuso le loro bocche si uniscono.
Niente di strano, no? Di solito scopano dopo il duello, questa volta faranno qualcosa anche prima, niente di strano, no?
Yuugi è sorpreso per una manciata di secondi, ma poi risponde, e chiede “Oh. Oggi vuoi che lo facciamo prima? Sei sicuro?”
Seto non ne è certo, ma alle sue orecchie sembra che Yuugi abbia risposto con la stessa intensa partecipazione con cui chiederebbe un bicchiere d’acqua. Preferisce non pensarci, e trascina quasi di peso il Re dei Giochi nella sua suite.



Yuugi si toglie la ferramenta e la maglietta che non lascia quasi nulla alla fantasia, e Seto lo spinge sul letto. Si ostina a stargli sopra, si ostina a pensare di avere il controllo della situazione, ma in verità è difficile notare che è lui quello che sta tremando, quello che non ce la fa più, mentre Yuugi appare quasi distratto, come se Seto Kaiba lo toccasse solo di striscio, come se la lingua e le mani di Seto Kaiba non fossero abbastanza per richiamare la sua attenzione.
E poi accade. Non sa bene come succede, accade e basta, ed è come accendere una luce in una stanza sconosciuta.
Mentre sta passando le mani sul suo petto, sente le costole. Niente di strano, ma… le sente, e bene, troppo bene. Abbassa i palmi, e… e. La sua vita è un cerchio totalmente piccolo che forse riuscirebbe a circondarlo con le mani.
È come se qualcuno gli togliesse un velo dagli occhi. I polsi che può stringere fra il pollice e il medio, le costole in bella vista, il vitino troppo stretto. E rivede quasi al rallentatore Yuugi che a tavola parla sempre, sorride molto, e mangia solo le briciole. Ripensa alla facilità con cui può prendere Yuugi in braccio, come se pesasse niente, come se pesasse meno di quaranta chili.
Un secondo di smarrimento, e Seto balza in piedi, lontano dal letto, come se il corpo di Yuugi scottasse.
-Seto?- Yuugi pare confuso, almeno è coinvolto abbastanza da essersi accorto che le carezze sono finite.
Seto non sa cosa dire, non sa cosa fare, e vorrebbe solo uscire dalla stanza, perché di problemi ne ha abbastanza, di problemi ne ha troppi, ma diavolo, perché ha dovuto incontrare Yuugi Muto, perché perché perché?
Non c’è un modo semplice per dirlo, e comunque lui non è un tipo delicato.
-Yuugi, tu sei…- avanti, Kaiba, dillo senza girarci intorno.-Sei… magrissimo.- e non è la parola giusta
Yuugi lo guarda con un po’ di confusione, ma probabilmente ha già capito.
Forza, Kaiba, sputa fuori la parola con la A. Non fare la femminuccia, diavolo, dimostra che hai le palle.
-Sì, sono anoressico.- Ma Yuugi Muto ne ha più di te, a quanto pare.
Seto è quasi certo di aver capito male. Yuugi Muto, la star di Duel Monsters, il Re dei Giochi, il filantropo dolce ed affabile, non può essere anoressico. E sicuramente lui non può averci messo anni a capirlo, a vederlo, ad accorgersene no. No.
- È un problema, per te?- chiede Yuugi, come se fosse sorpreso per la preoccupazione, o disgusto, o quel cavolo che gli colora la faccia in quel momento.
-Non mi consideri più bello?- chiede ancora, perché sì, a Seto quella parola scappa spesso durante i preliminari e il sesso.
Nella confusione, nel ribrezzo, in quel che è, Seto riesce a ordinare.
-Ora fili in cucina a mangiare qualcosa.-
E Yuugi ride, si alza dal letto e ride, si abbottona i pantaloni (oddio, che taglia saranno?) e ride.
-Oh, ti prego, Seto, non anche tu. No, dai. Mi bastano i miei amici, davvero. “Yuugi, oggi hai mangiato un po’ di pane?” “Yuugi, oggi ti sei pesato?” “Yuugi, perché non mangi un po’ più di carne?”-
E ride ancora.
-No, dai, Seto, tu no. Se non ti va di passare al sodo, possiamo fare il nostro duello, nessun problema, per me.-
Seto non sa perché, ma si sente tradito, mortalmente tradito.
-Yuugi, quando pesi?-
-Non vedo come ciò ti possa interessare.- replica l'archeologo, rimettendosi la maglia.
-Yuugi, domani fili a vedere un dottore.-
Yuugi sorride, ed è un sorriso sghembo come l’andatura di uno storpio.
-Seto, tranquillo, sto bene. Andiamo a fare questo benedetto duello, così dopo possiamo dedicarci al sesso della vittoria. Cioè, per te sarà sesso della sconfitta, ma…-
Seto non registra bene cosa è successo, ma Yuugi è finito contro il muro, una guancia rossa. Gli ha dato un pugno. Oddio gli ha dato un pugno.
Yuugi si massaggia la guancia dolorante, sembra sorpreso e un po’ tradito. E poi sorride di nuovo.
-Ah, è così? Basta combattere come gentiluomini a carte, è meglio alzare le mani su un anoressico alto quasi la metà di te? Mi sembra giusto.-
A Seto non pare per niente giusto. Ha paura di molte cose, anche se non lo ammetterebbe mai ad un’altra persona. E fra queste, ha paura di diventare abusivo contro le persone che… che frequenta, insomma. Ha paura di diventare un nuovo Gozaburo per Mokuba, ha paura di fargli del male (di nuovo, per l’ennesima volta), ha paura di provare il desiderio di uccidere qualcuno (ancora).
E sì, ha paura di iniziare a picchiare le persone con cui fa sesso.
Yuugi si è alzato in piedi, e… e non ci riesce…
-Non riesci a chiedermi scusa?- il suo labbro inferiore si è spaccato. –Normale, per Seto Kaiba, no? Non chiede mai scusa di nulla, e probabilmente non meriterebbe nemmeno il perdono. Pazienza. Mi butti fuori da Villa Kaiba o vuoi ancora duellare?-
Seto non riesce a staccare gli occhi dal suo viso smagrito, che nonostante tutto riesce ad ancora ad essere dolce e fresco.
-Da quando tempo?- chiede solo.
Si aspetterebbe che Yuugi rimanesse zitto, o che se ne andasse, o che ridesse di nuovo.
Invece Yuugi sembra rassegnato all’interrogatorio, perché risponde: -Secondo te da quando?-
Ed è una risposta veramente bastarda, perché Seto non sa rispondere, oddio, anni che scopano e solo ora riesce a vedere le ossa che tirano la pelle.
-Avevo quindici anni.-
Boom, altro pugno nei denti. Yuugi non può essere anoressico dalla prima superiore, dai. Andavano a scuola insieme, c’erano anche Anzu e i suoi amici, come… come…
Non può essere che nessuno si sia accorto che quel ragazzino così basso che pareva un bambino delle elementari era anoressico, no?
Vorrebbe chiedergli tante cose, e invece quello che gli viene fuori è: -Cosa direbbe il tuo alter ego?-
Perché sì, sa che Yuugi e il faraone scopavano mentalmente, o stavano insieme, o quel che era, e sa che l’opinione del suo alter ego sarà sempre ciò che peserà di più, per il nuovo Re dei Giochi.
E Yuugi sorride, ed è un sorriso crudele che un po’ si vergogna di essere così cattivo, e risponde: -Lui non mi ha mai detto niente. Anzi, diceva che così ero bellissimo.-
Quella magrezza smisurata non può essere bella, no, non può essere affascinante… peccato che lo sia. Peccato che su Yuugi quella magrezza malata stia bene, peccato che sì, lo renda bello e desiderabile. Oddio, è malato, anche lui è malato, sente attrazione per un corpo smisuratamente sottile, lui…
-Sai, Seto, io ho tutta una mia teoria. Yami si trovava tanto bene nel mio corpo, e lo giudicava in forma, perché… a suo tempo pure lui era stato anoressico.- ridacchia senza gioia –Magari è stato il primo sovrano anoressico della storia.-
Seto non vuole più sentire nulla di nulla, troppi problemi, troppe idee malate, è seriamente tentato di…
-Ma a te non importa, no, Seto?-
-Come?-
-A te non importa che io sia anoressico. A te non importa nulla di me, o di Yami. Non ti importava nemmeno sapere chi c’era davanti a te, lui o io. Tutto ciò che volevi era vincere contro il tuo rivale, niente di più.-
Bhe, è la verità, no? Certo che è la verità? Allora perché non annuisci, Kaiba, perché non dici qualcosa?
-Ci hai messo anni a vedermi per quello che sono, Seto? Ma non preoccuparti, va bene, così. È anche per questo se abbiamo preso l’abitudine di fare sesso post duello.-
-Come, scusa?-
-Ho scelto te perché non puoi amare nessuno, sei troppo menomato dentro per farlo. Così è giusto, perché nemmeno io posso amare qualcuno, non sul serio. Non se la metà della mia anima se n’è andata. Sai, il concetto di anime gemelle o giù di lì. Non potrei ricambiare mai veramente l’amore di qualcuno. Ma ho comunque bisogno di sesso, e non voglio far soffrire nessuno. Ecco perché tu sì, perché non corri il rischio di innamorarti di me, ecco tutto. Possiamo fare il nostro sesso semplice, e va tutto bene. Non cerchi cose che non ti posso dare.-
E Seto dovrebbe dovrebbe dovrebbe sentirsi rincuorato a quelle parole (meno male che quel bamboccio non prova qualcosa per lui) ma invece riesce solo a ripensare alla loro prima volta, e la vergogna lo pervade.
Si ricorda delle notti insonni, si ricorda del momento confuso in cui aveva visto Yuugi sotto occhi diversi, si ricorda la tensione nel rivederlo dopo mesi. Si ricorda la confusione durante il duello, e rammenta la sua sconfitta, e più di tutto… rivede quei momenti cruciali. Si ricorda di essersi avvicinato a lui, una parola mezza formata sulle labbra, tensione dolorosa in tutto il corpo.
Ricorda di quegli interminabili momenti di tensione, ricorda gli occhi ametista di Yuugi, ricorda di aver avvicinato il volto. Ricorda di aver sostato per qualche secondo in quella zona di limbo, pochi centimetri dal suo viso, abbastanza per l’ambiguità, ma senza il coraggio di lanciarsi e sferrare l’attacco.
I loro respiri si mescolavano, in quei secondi irreali, e Yuugi sicuramente aveva capito, aveva già afferrato, senza alcun bisogno di parole.
E infine il bacio, troppo veloce e quasi violento, pieno di ansia, un bacio che non si capiva da chi fosse stato iniziato, il bacio e basta, perché in quel momento la sua mente era piena solo delle labbra di Yuugi.
Se Yuugi avesse iniziato il contatto di labbra, Seto era sicuro che si sarebbe allontanato, e avrebbe riso, e magari l’avrebbe mortificato per ciò che provava per lui. E Seto era consapevole che non si sarebbe mai umiliato al punto di fare la prima mossa.
Sarebbe dovuto essere uno stallo eterno, e invece in qualche modo confuso, eccoli lì, a baciarsi in modo teso e nervoso.
E quello era stato l’inizio.
Bhe, sapeva già che Yuugi era bisessuale o giù di lì. Insomma, non che facesse molto per nasconderlo. Portava abitualmente il mascara, e quegli abiti di pelle aderenti, e si faceva la ceretta dappertutto, e aveva l’abitudine di ammorbidire le sue mani con la manicure finché il lavoro da archeologo non gli aveva fatto venire i calli.
Tuttavia, aveva visto con i suoi occhi Yuugi accompagnare groupie nella sua camera durante tornei particolarmente famosi.
Più tardi, dopo aver consumato l’infatuazione che provava per lui fra le lenzuola della sua camera, si era sentito comunque in dovere di chiederglielo.
-Allora,… sei gay?-
E Yuugi aveva alzato le spalle e, con suo fastidio, non pareva affatto essere sfinito dall’orgasmo.
-Diciamo che sono per le pari opportunità.-
Poi si era girato verso di lui, gli occhi viola che riuscivano a mantenere una scintilla di dolcezza e di fanciullezza.
-Perché, tu sì?-
Ed era una domanda idiota, perché Seto Kaiba non era gay, certo che no. No. No, come avrebbe potuto? No, non lo era. Ma come si permetteva? Solo perché l’aveva scopato, non voleva assolutamente dire che…
-Ma certo che non lo sei.- si era risposto da solo. –Tu sei asessuale.-
E ok, questo non se lo aspettava.
-Come, scusa?-
-Ho detto che sei asessuale. Cioè, forse provi comunque delle pulsioni, ma… sei aromantico. Sei incapace di amare, maschi o femmine che siano. Per questo non puoi essere gay, i gay amano altri uomini.-
E… e questo l’aveva fatto incavolare, e molto. Cos’era quell’aria di… pietà, tutto d’un tratto, eh? Lui non aveva bisogno di…
Forse avrebbero potuto continuare, per quella sera, ma erano già successe troppe cose. Una sconfitta, un rapporto sessuale completo, qualche parola, era anche fin troppo. Seto quella notte uscì dalla camera di Yuugi e si coricò nel suo letto, per una lunga notte confusa senza sonno.
E un’altra sera, forse addirittura un anno dopo, aveva saputo della complicata relazione che c’era fra Yuugi e il suo alter ego. Aveva saputo del collegamento mentale quasi perennemente aperto, e dei sogni nelle loro menti, e dell’attrazione smisurata, e del loro amore.
-Ma… avete veramente…?-
E Yuugi aveva alzato le spalle.
-Non capiresti, la classificheresti come una masturbazione complicata.-
-Mettimi alla prova.-
E Yuugi aveva narrato delle stanze dell’anima e dei sogni che sembravano reali. Delle dita che si potevano intrecciare sul serio, e del tempo che scorreva lento lento, e del sesso che si poteva fare lì dentro.
Ricorda anche le sue domande, inutilmente imbarazzate (cosa c’è di più umiliante di dormire insieme al tuo rivale?).
-Ma come, come facevate?-
-Ci incontravamo nelle nostre stanze delle anime e facevamo l’amore.-
-Ma… era davvero…-
-No, non era fisico, anche se mi svegliavo bagnato. Ma alla fine fare l’amore è qualcosa di mentale, no? Reputo la prima volta con Yami la mia prima volta, il momento in cui ho perso la verginità. Perché lì dentro era tutto realistico, e intenso, e…-
-E com’era?-
-Bellissimo. Perfetto. Così bello che nessuna esperienza reale potrà mai uguagliare quegli orgasmi così intensi.-
-Ma…-
-Sai, non sentivo mai dolore, solo un piacere smisurato. E i nostri corpi sembravano incastrarsi a vicenda, ed era tutto perfetto, tutto… -
All’improvviso la domanda di Yuugi lo riporta alla realtà, ed è ben felice di far tacere quei ricordi che per qualche motivo lo riempiono di fastidio e di emozioni sconosciute.
-Sai perché ho deciso di fare l’archeologo?-
-No.-
Yuugi sorride (di nuovo). -Certo che no, non me l’hai mai chiesto.-
Seto quasi arrossisce alla constatazione.
-Perché hai deciso di fare l’archeologo?-
-Per stare ancora vicino a lui. Per conoscerlo meglio, per capire quello che deve essere stato Atem. Voglio così tanto conoscere il più possibile su Atem,…-
-Pensavo che anni di convivenza mentale fossero sufficienti.-
-Io conosco bene Yami, lo spirito del puzzle. È Atem che spesso mi sfugge, Atem, il faraone di 3000 anni fa.-
Ecco, di nuovo Atem, o Yami, o lui, comunque. Yuugi finisce spesso a parlare di lui, e…
-Sai perché lo chiamo Yami?-
No, ancora.
-Perché all’inizio lui non ricordava niente, a parte oscurità, e buio, e ancora oscurità. Così eravamo convinti che fosse nato sul serio dall’oscurità… e così l’abbiamo chiamato Yami, ci sembrava appropriato.-
 In un certo senso, quel parlare del Faraone, quei discorsi assurdi su anime e collegamenti mentali lo mette a disagio, quindi cerca qualcosa da dire, qualsiasi cosa.
Ma proprio questa sera deve essere proprio fuori fase, perché non trova niente di meglio che afferrargli il viso e baciarlo di nuovo.
Non è che Yuugi rifiuti il bacio, ma di certo non ricambia, e la sua espressione è piuttosto indecifrabile quando si separano.
-Mi dispiace che tu sia così arido dentro, Seto. In vita tua potrai amare solo tuo fratello e le tue carte. L’Occhi Blu… mi dispiace così tanto, Seto. Mi dispiace che non esista una incarnazione di Kisara, credo che perfino tu l’avresti potuta amare.- e la cosa buffa è che pare rattristato sul serio. Ma non ha finito: -Ma non preoccuparti, scommetto che con la tua tecnologia, presto potrai fare degli ologrammi davvero realistici, e magari potrai farti tutti i draghi bianchi che vorrai.-
E ok il cambiare discorso (perché se per una sera non finissero a parlare di lui sarebbe un’ottima cosa), ma questo è troppo.
-Ma come ti permetti!?-
-Seto, io non giudico mica. Io sono il ragazzo che faceva sesso con l’altro sé stesso nella sua testa, non ti ricordi più?-
E il tono di autocommiserazione di Yuugi lo fa davvero infuriare.
-Adesso basta! Per la miseria, Yuugi, smettila di fare così! Tu stavi bene, tu dovresti stare bene! Porca miseria, cosa ti manca?!-
-Come pensi che sia vivere senza metà della propria anima, eh?-
Yuugi sembra quasi stupito quanto lui di aver urlato.
-Semplice, non si può.-
Una piccola pausa, e Seto non è sicuro di voler sentire il resto.
-Una settimana dopo lo scontro rituale ho tentato di suicidarmi.-
Un pugno invisibile deve essersi appena scontrato con lo stomaco di Seto.
-E poi ancora. E ancora. Ho perso il conto di tutte le volte che ho organizzato il mio suicidio.-
Basta con quella parola!
-E… e i tuoi amici?- perché Yuugi, il dolce Yuugi, non può essere suicida, non…
-Meno male che ci sono loro, o me ne sarei andato anni fa. Io avevo bisogno di parlare con qualcuno, parlare sul serio. Qualcuno che conoscesse com’erano andate le cose, qualcuno che mi lasciasse urlare per ore, qualcuno che in qualche modo comprendesse. Sai, non è che posso prendere il primo ce mi capita e iniziare a parlare di anime, reincarnazioni, magie e voci nella testa, no?-
Seto è ancora impegnato nell’assorbire il colpo, quindi tace, in attesa del resto.
-Ma soprattutto loro mi incoraggiavano, loro mi sostenevano, loro… Mi dimostravano che io non ero solo il corpo ospite del Faraone, ma ero anche una persona intera, con una mia vita. Loro mi volevano bene per quello che ero, loro mi mostravano che potevo vivere la mia vita senza Yami. Loro non mi consideravano “l’ospite del Faraone”, ma una persona vera a cui volevano bene. E anche i miei fan, vedono solo me, non certo Yami. Io… avevo il diritto a queste cose, mi dicevano.-
Gli occhi di Yuugi (viola, enormi, e belli a modo loro) sono immersi in una strana emozione, e Seto non è mai stato tipo da interessarsi ai complicati e tortuosi turbamenti umani.
-Ma attento, Seto, io non sono solo il corpo ospite del Faraone… ma di certo sono anche il corpo ospite del Faraone. Cosa c’è di più di questo in me, lo posso scoprire solo io.-
Peccato che ora è difficile, perché Yuugi è un mistero, e la cosa peggiore è che una parte di Seto vuole sciogliere quell’enigma. Una parte di lui non si accontenta più di briciole e di rarissime visite, e nemmeno della tensione durante i duelli o delle sveltine. E una parte di lui è irritata dalla tristezza che Yuugi sta emanando, come una lampadina difettosa che genera buio invece di luce elettrica.
Non è un granché con le persone, ma qualcosa di umano c’è anche in lui, quindi appoggia quasi con delicatezza una mano sulla sua spalla, e stringe leggermente, e intanto pensa a qualche frase che possa portargli un po’ di (magari illusorio, magari inutile) sollievo.
-Io…Posso fare qualcosa per…-
Ma Yuugi lo interrompe subito, di nuovo con quel sorriso che stona come una bestemmia sulla bocca di un neonato.
-Vuoi consolarmi anche tu, Seto? Vuoi che ti chiami ad orari innominabili per raccontarti le mie paure e i miei incubi? Vuoi che ti descriva il vuoto insostenibile della mia mente? Vuoi sentirmi piagnucolare che non sento più la sua voce nella testa? Vuoi che mi metta a chiederti se c’è una vita dopo la morte, se lui da qualche parte esiste ancora o cosa? Perché sai... Cosa abbiamo imparato da tutto ciò, che l’antica religione egizia aveva ragione? Che lui ora è un faraone di là, che per conservare l’anima bisogna mummificare il corpo e quindi tutti noialtri siamo fregati? E se lui è veramente in paradiso, io potrò mai raggiungerlo? E lì cosa troverò? Yami, l’altro me stesso? O Atem, uno sconosciuto quasi perfetto? Allora, Seto, cosa mi dici? Allora? Eh? Eh?-
Yuugi a un certo punto ha iniziato urlare, è la sua voce è acuta come il fischio di una pentola a pressione. I suoi bulbi oculari sono lucidi, e forse qualche lacrima scorrerà sulle guance, da lì a poco.
Il Re dei Giochi scuote la testa, si volta e indietreggia di qualche passo.
-Scusa, Seto, tu volevi solo aiutarmi. Mi dispiace. Scusa, non riaccadrà.-
Si gira di nuovo verso di lui, e Seto è sorpreso di vedere i suoi occhi asciutti e calmi. Quella passione incontrollabile di poco prima si è già spenta, sepolta chissà sotto quali ceneri.
-La tragedia più grande è che non poteva essere in alcun altro modo, mi capisci? Yami non poteva rimanere, perché… come avrei potuto crescere, con il suo giovane spirito nella testa? Che spazio sarebbe riuscito a trovare nella mia vita da adulto? E come… No, Yami non poteva rimanere, doveva andarsene. Per quanto mi sforzi, non riesco a trovare un lieto fine per noi due. E sai una cosa? Inizio a pensare che non esista un lieto fine, perché dietro il finale più felice che si possa immaginare… c’è sempre la morte. Nessun lieto fine, Seto.-
Minuti di silenzio scorrono tesi fra di loro, pieni di un certo imbarazzo e di un certo sconforto. Yuugi forse si sta pentendo, pensa di aver rivelato troppo? Seto dal canto suo non sa cosa dire. Che cosa sarebbe meglio, confermare le paure del Re dei Giochi o sussurrargli dolci illusioni?
Per fortuna Yuugi spezza il silenzio al suo posto, mentre si riappropria dei suoi monili di ferramenta.
-E ora lo vuoi ancora, questo duello?-
E per la prima volta, Seto pensa che Yuugi abbia assolutamente bisogno di duellare, di incanalare le aggressive emozioni che prova in qualcosa che non sia prendersi a testate contro il muro.



Si preparano al duello, nell’arena più grande e più lussuosa, preparata per i grandi campioni, e per la prima volta Seto non riesce a concentrarsi sulla sfida. Metà del suo cervello lavora in modo febbrile su strategie e probabilità, ma l’altra parte… L’altra parte è fissa su Yuugi, e non riesce a staccarsi. È come se lo vedesse per la prima volta chiaramente.
È così magro, un mucchietto di ossa e carne, che pare impossibile stia in piedi. È così debole che ogni attacco che lo colpisce sembra spingerlo per terra. Il braccio allacciato al duel disk è così scheletrico che Seto si chiede dove trovi la forza di sollevarlo.
Yuugi, forse per la prima volta, gli fa davvero paura. Perché ora non vede altro che l’avversario che lo schiaccerà, sempre e sempre e sempre, non vede altro che un giovane uomo malato dentro e fuori. Non può fare a meno di pensare a quanto debole sia Yuugi, a quanto facilmente potrebbe rompergli quelle ossicina magre, a quanto velocemente potrebbe afferrarlo per quei polsi minuscoli e stringerlo.
Yuugi pare sul punto di svenire ad ogni turno (così debole, così malato), eppure gioca con l’abilità di un campione (la bravura del genio del gioco che è). La forza delle sue carte sembra stridere violentemente con la debolezza dei suoi muscoli, lo sguardo intenso e concentrato cozza contro il suo corpo malato.
Sembra farsi gioco di lui, con il suo corpicino esile e le sue mosse micidiali.
Ora Seto non riesce a vedere altro che un corpo che pare un sacco di ossa, un esserino che una folata di vento potrebbe portare via. Non vede altro che una persona malata… una persona così bella. Si accorge con orrore che ciò che diceva Yuugi è vero, Yuugi gli fa ribrezzo, certo, ma una parte di lui continua a considerarlo bellissimo, anche con le sue ossa in bella vista.
E poi ripensa al duello e alle carte, e si accorge che il mazzo di Yuugi è cambiato. Certo, lo rinnova continuamente, ma… quasi tutte le sue carte sono costituite da mostri con effetto, trappole e magie. Tutte carte che infliggono danno all’avversario sottraendo life points a colui che le gioca. Certo, magari è un caso, certo, mica crede al’assurda teoria di Yuugi secondo cui il mazzo riflette l’anima del giocatore, ma…
Sarà anche troppo scrupoloso, ma dopo, mentre faranno quello che Yuugi chiama “sesso del dopo duello”, controllerà le sue braccia in cerca di segni o tagli. Perché non si sa mai.
Alla fine, perché è un duello stancante per entrambi, Yuugi azzera i suoi punti vita. Il suo sorriso è raggiante, e per un attimo Seto vede un ragazzo soddisfatto, un campione felice, non… quello che è. Contro i suoi migliori propositi, Seto pensa anche “Telecamere spente, finalmente di nuovo privacy”.
-Voglio che tu faccia qualcosa per me, Seto.- dice Yuugi avvicinandosi, e Seto non risponde nulla, perché stasera Yuugi gli fa paura, perché stasera Yuugi può fare qualcosa di cui si pentirebbero entrambi, perché,…
-Voglio che tu mi chieda scusa, Seto Kaiba.-
Così fragile, ossa sottili, muscoli deboli, peso di una piuma,…
-Cosa?-
-E voglio anche che mi ringrazi.-
E ok, stasera sarà anche un po’ fuori dai suoi schemi, sarà anche giù di forma, ma nessuno si rivolge a Seto Kaiba così.
-E per cosa, sentiamo?-
-Non ricordi il Death T, Seto? Quell’orribile parco giochi con cui hai tentato di ammazzare me e i miei amici? E l’attentato a mio nonno? E lo scempio dell’Occhi Blu?-
Seto sibila, perché se lo ricorda, e la cosa in qualche modo lo fa vergognare.
-E per la seconda domanda,… Seto, facciamo il conto. Ti ho salvato da Pegasus, ho salvato Mokuba, innumerevoli volte, ti ho riconsegnato il mazzo senza volere nulla in cambio. E molto altro. E poi, Seto, chi ti ha salvato dall’essere mostruoso che stavi diventando, anzi che eri già. Il ragazzo crudele che avrebbe ucciso Mokuba per un gioco? Il pazzo che per una sconfitta a Duel  Monsters ha reagito investendo milioni in un parco divertimenti dell’incubo?-
Seto prova una nuova fitta di vergogna a queste parole, qualcosa dentro di lui lo costringe a guardare per terra, ma Yuugi non pare impressionato.
-Avanti, Seto, chiedi scusa. E ringraziami.-
-Il tuo alter ego…- prova, cercando una via d’uscita.
-Lui non c’è più, il massimo che potrai fare è chiedere scusa a me, sono sicuro che lui approverebbe.-
Digrigna i denti, qualcosa dentro di lui inizia a provare odio per quel ragazzo così malato e così incosciente.
-Lo sai.- sputa alla fine.
-No, non lo so. Lo sai, vero, che non mi hai mai chiesto scusa? Mai. Nemmeno una volta. Forza, Seto, fuori le palle.-
E invece delle scuse, Yuugi viene buttato di nuovo a terra da un nuovo pugno.
Seto è inorridito, Yuugi si tiene la guancia dolorante.
- È questo ciò che vuoi diventare, Seto? Un uomo violento che risolve le questioni con la forza fisica? È questo che sarai per tua moglie, un bastardo che risponde con i pugni? È questo il modello che vuoi essere per Mokuba?- e il suo tono è serio, mortalmente serio.
Seto sente l’angoscia formata dalla somma di tutte le sue paura vorticare dentro di lui.
-No.- mormora.-No.-
Sa cosa deve fare.
-Scusa, Yuugi. Scusa. Mi dispiace.- gli tende una mano per aiutarlo a rialzarsi.
Yuugi lo guarda, e con quegli occhi ametista potrebbe tirargli fuori l’anima.
Sta aspettando qualcosa.
-Va bene.- non capisce, perché è così importante farsi perdonare da Yuugi? -Mi dispiace di averti fatto passare il Death T. Mi dispiace di aver tentato di ucciderti. Mi dispiace di aver messo in pericolo i tuoi amici. Mi dispiace di averti dato quei pugni. Ti chiedo scusa. E ti ringrazio per tutto ciò che hai fatto per me e Mokuba.-
Yuugi accenna un sorriso, e si alza in piedi.
-Ok, per me va bene. Ora andiamo. Hai sempre voglia di fare un po’ di sesso post duello?-
E Seto non riesce nemmeno a replicare, perché nella sua mente ormai Yuugi è segato in due, da una parte un ragazzino dolce e delicato, dall’altra l’anoressico con l’anima spezzata. E in mezzo a questi, il campione mondiale che l’ha appena stracciato.




Quella notte, dopo aver fatto sesso per ore, anzi, dopo che Yuugi l’ha scopato con forza e insieme con delicatezza, Seto riflette. Guarda Yuugi addormentato nel letto matrimoniale e pensa che Seto Kaiba non è un codardo.
Non si è mai tirato indietro di fronte ad una sfida, ha rischiato la sua vita numerose volte per Mokuba, ha compiuto imprese che altri avrebbero definito impossibili, teme pochissime, serie, selezionate cose. Ma in quel momento Seto Kaiba è un grandissimo codardo, sì.
Potrebbe fare qualcosa, potrebbe chiamare un dottore, potrebbe telefonare a uno psichiatra, potrebbe informare l’opinione pubblica. Potrebbe aiutare Yuugi.
Potrebbe dargli l’aiuto necessario per fargli raggiungere un peso sano, potrebbe dargli dei farmaci contro la sua depressione o quello che è.
Potrebbe informare la stampa, perché un eroe suicida e anoressico non lo vuole nessuno, potrebbe costringerlo a cambiare.
Ma non lo fa. Forse gli manca il coraggio di ammettere che a Yuugi lui ci tiene, e non vuole vederlo deteriorarsi come una vecchia camicia davanti a sé. Forse non vuole distruggere il campione che comunque Yuugi è, il Re dei Giochi che continua ad essere.
Alla fine decide di coricarsi vicino a lui, senza nemmeno toccarlo, e smettere di pensare. Smettere di pensare che forse lui potrebbe salvare Yuugi, smettere di pensare che forse Yuugi si è guadagnato una fetta di lui, smettere di pensare che forse sarebbe bello addormentarsi accanto a lui ogni sera.
 

 
 

 

 

Note:
Salve a tutti, questa fanfic nasce da un intenso e improvviso interesse per Yugioh.
Questa fic è una parte del mio headcanon post serie, e come potete notare ignora il GX.
Ma non completamente: dal GX sappiamo che Seto non è ancora riuscito a battere Yuugi e che probabilmente i due sono in rapporti perlomeno civili. (Tanto per dirne una, sappiamo che Yuugi ha mandato il suo deck in esposizione alla scuola dei duellanti, mi pare una buona dimostrazione di fiducia).
Ok, veniamo alle note per la fic:  
1.    Il titolo, Hard Candy. Forse qualcuno di voi avrà riconosciuto il titolo di un film con una ragazzina e un pedofilo. Bene, la storia non c’entra niente con il film, mi piaceva solo come suonava. Insomma, qua Yuugi è sempre il ragazzo dolce come una caramella, ma determinate circostanze l’hanno fatto diventare più duro.
2.    Yuugi ha uno stile più dark… perché sì. Sono strenuamente convinta che a Yuugi questo strano look piaccia molto.
3.    Sì, sono una fan della teoria della reincarnazione. Probabilmente l’avrete già letta da qualche parte, la teoria secondo cui Atem avrebbe diviso la sua anima in Ka e in Ba, e una parte sarebbe entrata nel puzzle e l’altra sarebbe “morta” fino a reincarnarsi in Yuugi.
4.    Lo so, molti saranno rimasti colpiti da Yuugi anoressico. Ma sul serio, io ho solo seguito il canon. Guardate questo link: http://playthedamncard.livejournal.com/690197.html. Yuugi è alto circa 152 e pesa 42 chili. Per un ragazzo di circa diciassette anni è pochissimo. (sì, se dovessimo prendere tutto secondo i dati che ci vengono propinati, ben sette personaggi di Yugioh sarebbero anoressici, e se Yami guadagna sul serio qualche centimetro ma non qualche chilo, Yami sarebbe il peggiore di tutti).
5.    Rivalshipping. Perché sì, è uno dei miei pairing preferiti di Yugioh, e in Italia non ho mai letto una fic dico una su di loro. Quindi bisognava rimediare. Ma comunque il mio OTP è Puzzle di gran lunga. Puzzle>>>>Rival. Ma Yami non c’è più, quindi il mio head canon si deve accontentare della Rival.
6.    Ho uno strano rapporto con Seto Kaiba. Prima mi piaceva molto. Poi ho letto il Death T. Death T. Argh, che orrore. No, sul serio. Seto da quel momento è caduto e la mia stima nei suoi confronti è crollata. So che a modo suo rimedia a ciò che ha fatto, so che era la stagione 0. Ma no, non è possibile che dopo che Yuugi abbia salvato lui, azienda e fratello, non gli chieda scusa. No, non si può.
7.    Sempre su Seto, il mio headcanon dice che è vicino all’essere asessuale. Lo faccio spesso, con personaggi malvagi. Probabilmente è un meccanismo di difesa, spesso mi ripugna pensare a come reagirebbero personaggi violenti e vendicativi a contatto con il sesso.
8.    Seto in questa fic è molto confuso, lo so. Ma sono convinta che Seto sia il tipo di persona che reagisce in modo pessimo alle novità. Insomma, se qualcosa o qualcuno sconvolge il suo mondo, si sente perso e si lascia prendere dal panico. Insomma, guardate cosa combina solo perché Yami l’ha sconfitto… E la sua espressione nel duello contro Ishizu? Ah. Qua Seto è sconvolto da quella roba intensa che sta iniziando a provare per Yuugi, e sì, è davvero la sua prima cotta. Interpretatelo come volete, ma, come faccio dire a Yuugi, in questa fic e in questo momento Seto è incapace di amore.
9.    Da una teoria letta su TV tropes, che il mio head canon ha fatto sua: Duel Monsters nel mondo di Yugioh è serious business, ovvero, un affare mortalmente serio. Possiamo paragonarlo al nostro calcio. Girano moltissimi soldi, praticamente tutti lo seguono, i campioni sono delle vere e proprie star.
10.    Yuugi è un archeologo, sì. I dettagli avrei potuto spiegarli qui, ma ho preferito limitarmi a poche informazioni. Ho in mente di scrivere altre fic relative al mio head canon post serie. In caso, in una di queste scriverò nel dettaglio come a Yuugi sia venuta in mente questa professione.
11.    Amicizia, sì. Perché Yugioh rincarerà un po’ le dosi, soprattutto il dub, ma l’amicizia è un tema importante. E volevo che questo mio Yuugi potesse contare sul sostegno e l’affetto dei suoi amici. Senza, credo proprio non ce l’avrebbe fatta.
12.    Recensite! Vi è piaciuta? Vi ha turbato? Vorreste non averla mai letta? Va bene tutto! Mi servono opinioni per questa mia prima prova.


Libra


 
  
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