18/08/2011
8 recensioniAutore: SunshineEmily
Personaggi: Blair Waldorf; Chuck Bass; Louis Grimaldi
Rating: Verde
Summary: Il suono terso dei cinque minuti trascorsi ti fa sobbalzare e la boccetta di costoso profumo sfugge alla tua debole presa, finendo così in una fragrante pozza sulle mattonelle del bagno.
Note dell'autore: E' una follia, ne sono consapevole ma non ho saputo resistere. Mi stò buttando in un progetto più grande di me ma lo stò vivendo come un esperimento, sperando ne venga fuori qualcosa di buono o almeno decente. L'ispirazione è arrivata la scorsa notte, il capitolo non è lungo, al di sotto delle cinquecento parole, una flashfic; mi dispiace e chiedo venia: non sono ancora in grado di scrivere storie abbastanza articolate, con fiumi di parole e quant'altro ma spero non sia un totale obbrobrio. Ricevere le vostre opinioni, positive o negatiche (benchè costruttive e non offensive) che siano è sempre un piacere, nonchè un grosso aiuto nel migliorararmi nello scrivere perciò nel caso di questa storia in particolar modo, mi farebbe molto felice sapere cosa pensate.
Nine Months ( +1).
“Too late to turn back, now.”
May
Blair's Pov.
C’è silenzio.
Questo ti ritrovi a pensare con una punta di mestizia mentre, distrattamente, fai scivolare la mano sui drappeggi setosi del frivolo abito che hai scelto di indossare per la partenza di questa mattina.
C’è silenzio perché Serena è ormai letteralmente scappata via da dieci minuti, con la compagnia di sette pesanti valigie ma nessun peso sul cuore, il volto trafelato ed i capelli velocemente acconciati nel solito chignon disordinato, un ultimo abbraccio appiccicoso di sudore e già non c’è più.
Scioccamente sorridi, ma quando non ti sfugge un sorriso al pensiero di Serena?
Il suono terso dei cinque minuti trascorsi ti fa sobbalzare e la boccetta di costoso profumo sfugge alla tua debole presa, finendo così in una fragrante pozza sulle mattonelle del bagno.
“Maledizione …”, non tenti nemmeno di trattenere un’imprecazione poco consona ad una futura principessa quale stai per diventare ma il tuo sgarro non ti turba più di molto, o meglio non hai il tempo di poter provare una qualsiasi forma di emozione visto che la carezzevole voce di Louis irrompe leggiadra nella camera adiacente.
“Chérie …” , nella foga di raccogliere i piccoli pezzi di vetro da terra ti ferisci l’indice destro che, bagnato di profumo, non impiega molto prima di iniziare a bruciare e a far liberare dalle tue labbra scarlatte e contrariate un astenico lamento.
“Blair?”, vedi la maniglia dorata muoversi leggermente e in uno sprazzo di lucidità afferri il test per gettarlo con irritazione nel cestino prima ancora di poter anche solo lanciare una fugace occhiata al risultato negativo, giusto in tempo perché il dolce viso di Louis faccia capolino dalla porta bianca con espressione preoccupata ma curiosa.
La mezz’ora successiva la occupi convincendo il tuo futuro e troppo apprensivo marito a non condurti nell’ ospedale più vicino, che non c’è bisogno di alcun punto e che piuttosto un cerotto sarebbe stato più che gradito, “… Non vorrei si macchiasse il vestito, tesoro. Non avrei il tempo di cambiarmi e i tuoi parenti mi vedrebbero come una novella Cenerentola, priva di nobili origini per giunta.”.
E’ così facile strappargli una risata, non richiede grande impegno ma la soddisfazione che ne deriva è immensa; con Louis è facile scherzare ed essere felici come è altrettanto elementare ogni altra cosa.
Louis è allegria e spensieratezza, quella spensieratezza che ti fa tornare bambina, una Blair di cinque anni che non ha altra preoccupazione se non quella di nutrire le anatre a Central Park, quell’allegria inebriante che con la sua risata ti fa scordare tutti i drammi shakespeariani, le incomprensioni e le lacrime.
Un sorriso tanto luminoso da offuscare il ricordo di un più che ti appare troppo distante nonostante quel più uno sia già con te.