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Autore: Querthe    10/04/2006    0 recensioni
Un'Organizzazione misteriosa, un nemico che ritorna e stranissimi poteri e tecnologie al servizio di quattro ragazze.
Si può leggere senza saperne nulla, ma consiglio un'occhiata a Doomland (prequel di tutta la storia).
Per ora ho finito il 1° episodio (cap 1-6) e il 2° (cap 7-11), mentre il 3° è in progress (cap 12-?)
Genere: Azione, Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nicole Beaulong si alzò dalla seggiola di fronte al pianoforte e si inchinò con eleganza per ringraziare degli applausi che il pubblico le stava tributando. Mentre il rumore delle mani stava scemando, si diresse dietro le quinte, non prima di aver recuperato dal piano dello strumento i lunghi guanti di pelle scamosciata grigio chiaro, ricamati finemente da strani simboli in filo di oro zecchino. Abbracciò il marito che l’aspettava appena dietro le tende del sipario, che si stavano chiudendo, e con cura si infilò i guanti.
- Finalmente! - Sorrise soddisfatta, porgendo il braccio al trentacinquenne che aveva sposato due anni prima. - Mi sembra di non essere completa senza…
L’uomo ricambiò il sorriso, si sistemò il papillon e prese sottobraccio la moglie.
- Cenetta a lume di candela nel nostro localino?
- Ma, caro, e Cristine? - chiese con un fondo di apprensione la francese.
- Yvonne è con lei, e mi ha già assicurato che sta dormendo come un angioletto da almeno un’ora.
La pianista non sembrò convinta, ma abbandonò ogni reticenza baciando appassionatamente il biondo e abbronzato coniuge.
- D’accordo, ma ordino io questa volta! - scherzò, con un lampo di allegria negli occhi color nocciola.
Un falso brontolio di disapprovazione provenne dal marito, mentre giungevano all’uscita degli artisti.
- Credo che abbia incominciato a piovere, Nicole, e non ho con me l’ombrello. Prima di raggiungere la macchina saremo fradici…
- Io dico di no! Andiamo.
Mentre il compagno apriva la porta, la giovane mosse le agili dita come se stesse suonando su un’invisibile tastiera, quindi uscì sotto la pioggia, che si fermò come incontrando una cupola invisibile poco più alta della testa dei due coniugi, così che non si bagnarono anche se l’intensità del temporale era notevole.
- Non mi ci abituerò mai! - Esclamò Louis entrando in macchina dopo aver aperto la portiera alla pianista e mettendo in moto. - Mia moglie è una strega…
- Maga, prego. - lo corresse lei, mentre il ronzio della cella ad idrogeno indicava che la vettura era pronta a partire lungo i binari elettronici interrati nella strada e che permettevano di impostare il percorso e inserire quindi il pilota automatico.
Le ruote raggiunsero velocemente la velocità di crociera di duecento chilometri orari, mentre i fari tagliavano il buio della campagna attorno al teatro, posto a circa una mezz’ora di auto dal ristorante dove si stavano dirigendo i coniugi Navel.
Dopo una decina di minuti la macchina rallentò improvvisamente, fino a fermarsi. Solo al momento della frenata i due si accorsero che non erano ancora arrivati al locale.
- Cosa sta succedendo? - chiesero quasi contemporaneamente i due giovani all’interno dell’auto, accorgendosi di un sibilo cupo, che si avvicinava dall’alto al pari della luce di un faro, molto potente all’apparenza.
- Qualunque cosa sia, ci conviene scendere! - gridò spaventato Louis, tentando di aprire la portiera, bloccata come quella della compagna.
- Provo io! - esclamò Nicole, iniziando a muovere le dita guantate.
- All’interno della macchina, non vi conviene tentare azioni di forza o sovrannaturali, siamo autorizzati a sparare sulla vettura con ogni mezzo a disposizione. Non vi verrà fatto alcun male se non reagirete. - urlò una voce maschile in un megafono.
Alcune figure vestite di nero, simili ai corpi speciali del loro paese, si calarono a terra dal girocottero che sovrastava l’automobile, e, armi in pugno, si avvicinarono alla stessa. Nicole ne contò una decina.
- Troppi anche per me. - Si rassegnò mentalmente. - Vediamo che intenzioni hanno, anche se la cosa non mi piace.
Uno degli sconosciuti, mentre gli altri puntavano le armi, delle mitragliette militari, sui due occupanti il veicolo, aprì la portiera dalla parte della ragazza.
- Signora Navel, ovvero Nicole Beaulong? - chiese in un francese dal forte accento straniero. Cinese, forse giapponese, dall’inflessione.
La maga annuì sospettosa.
- Lo sospettavo. Può seguirci senza opporre resistenza? Un aereo ci aspetta poco lontano. Le prometto che se tutto si svolgerà come previsto, potrà riabbracciare Cristine entro un paio di giorni. Nel frattempo credo che suo marito potrà badare alla bambina assieme alla sorella che già è con lei questa sera. - Si rivolse all’uomo, che era impallidito al nome della figlia. - Se posso permettermi, signor Navel, ha una sorella incantevole, come sua figlia e come il modo in cui dirige la Filarmonica di Parigi. Sono stregato dalla sua bravura.
- Scusate se interrompo, ma io non vengo da nessuna parte con degli sconosciuti!
- Oh, che maleducato! - Si voltò verso gli altri militari. - Controllate che nessuno ci disturbi fino al trasbordo! - ordinò.
Immediatamente gli uomini si voltarono e iniziarono a perlustrare la zona, armi spianate.
- Il mio nome è… - Il militare si fermò per un istante, mentre si toglieva il passamontagna che nascondeva le sue fattezze. - …Manga.
Il giovane, dell’età approssimativa di venticinque, trenta anni, sorrise a Nicole mentre le porgeva la mano, che lei rifiutò sdegnosa.
- Capisco. - disse serio l’uomo, indietreggiando di alcuni passi. - Odio obbligare una bella donna a seguirmi, ma mi è stato assegnato un compito. L’avverto che se tenterà di usare i suoi poteri, potrà dire addio alla sua cara famiglia…
- E’ una minaccia?
- Una promessa. E ora mi segua. Suo marito è libero di ripartire appena ce ne saremo andati, dato che toglieremo il blocco elettronico alla vettura, ma la avverto… - La voce si fece dura, parlando con l’uomo accanto alla pianista. - Avverta la polizia, o qualunque altra persona, e questa sarà l’ultima volta che voi due vi vedrete. Entrambi vivi, intendo. Racconti quello che vuole a sua sorella, ma non le dica cosa è successo questa sera.
- Nicole…
- Caro, fai come dice. Io posso cavarmela, lo sai. Ci vedremo presto, molto presto. - la voce alla fine era rotta dalla lacrima che scese lungo la guancia destra della pianista, subito persa tra le altre gocce di pioggia che le sferzarono il viso quando uscì dalla vettura e salì sul girocottero, che partì immediatamente sparendo nel buio della notte e della tempesta. La macchina ripartì pochi secondi dopo, dirigendosi verso il ristorante. Con gli occhi appannati dalle lacrime, Louis eliminò il pilota automatico e sterzò violentemente, compiendo un’inversione di marcia e dirigendosi verso casa, timoroso di ciò che avrebbe potuto trovare.
   
 
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