Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Nobody Is Perfect    19/08/2011    11 recensioni
Sesso, alcool e droga.
Una carriera finita.
Un figlio nato dall'errore di una notte.
Questa è la nuova vita di Tom Kaulitz, ex chitarrista di una band affermata nel mondo, divenuta ormai polvere.
Genere: Drammatico, Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic
 

Salì velocemente le scale e si ritrovò dinnanzi all’appartamento 483.
Bussò un paio di volte e finalmente la porta si aprì, mostrando una ragazza bionda dai lineamenti fini e femminili.
La ragazza sbiancò, trovandosi davanti l’ultima persona che avrebbe voluto vedere.
-Che diavolo ci fai qui?- biascicò in preda al panico.
Tom le si avvicinò pericolosamente e si chiuse la porta alle spalle.
-Non c’è bisogno che ti ricordi il motivo per cui sono qui, sono venuto a prendere mio figlio-
-Tuo figlio? Ti preoccupi di lui solo ora che ha 3 anni?- sbottò irritata.
Il ragazzo si diresse a passi svelti in cucina, superandola e non degnandola nemmeno di uno sguardo, come se non esistesse.
-Non sono qui per rispondere a delle stupide domande, allora dov’è?-
-Non puoi piombare qui e dettare legge, sei un estraneo per il bambino. Dov'eri quando non riuscivamo ad arrivare a fine mese, dov'eri quando Alexander mi chiedeva di suo padre, eh? - alzò il tono di voce, avvicinandosi a Tom che la guardava sorridendo.
-Beh, posso dirtelo senza problemi, ero occupato a dare divertimento ad altre sgualdrine come te- ghignò ed estrasse una sigaretta dal suo pacchetto ancora immacolato.
-Senti non ho tempo da perdere, o mi dici dov’è il moccioso o giuro su quello che ho più caro che te la faccio pagare-
-Non mi fai paura Tom!Cosa dirai a tuo figlio quando ti chiederà come ci siamo conosciuti e soprattutto com’è stato concepito?- lo strattonò per un braccio e si guardarono negli occhi per attimi interminabili. –Gli dirai che mi hai violentato o che mi hai picchiato?-
A quel punto, tolse il braccio dalla presa ferrea della ragazza e la guardò con aria arrogante.
-Se mi farà questa famosa domanda non risponderò, semplice no? Alla fine è solo un moccioso concepito per un errore, cosa può capirne di certe cose?- rise e aspirò una boccata di fumo.
-Non ti permetterò di portarmelo via, non ne hai il diritto! Sei sempre il solito, sei solo un ragazzo viziato e presuntuoso.
Pensi di farlo vivere in mezzo a sesso e droga? Gli farai vedere lo schifo in cui vivi? – sputò acida, guardando con astio il ragazzo.
Tom si avvicinò furiosamente alla ragazza e le strinse il polso nella sua mano.
-Non me ne frega un cazzo, hai capito? Quelli sono affari miei e ti giuro che il moccioso non ne farà parte, ora sbrigati a prenderlo e a preparargli la sua roba. Sto iniziando a perdere la pazienza e non ti conviene sfidarmi-
-Lasciami, mi stai facendo male- tentò di divincolarsi, ma Tom strinse più forte la presa. –Perché sei così cattivo?Cosa ti abbiamo fatto di male?- una lacrima le rigò il viso.
-Oh proprio non lo capisci?- la avvicinò a sé –Mi sono solo divertito con te, ma come tutti i divertimenti c’è sempre qualcosa che va storto e il bastardo che hai portato in grembo per nove mesi ne è la prova- le sussurrò ad un orecchio.
Sorrise beffardo, mentre Hilary lo guardava con occhi pieni di paura e disprezzo.
-Sei uno stronzo, se la tua carriera è andata a puttane è soltanto colpa tua, tu e tuo fratello avete iniziato a drogarvi, nessuno vi ha costretto. E il bastardo, come lo chiami tu, si chiama Alexander e purtroppo è tuo figlio. L'unica cosa buona che hai fatto nella tua vita è quel bambino, ricordatelo.- gridò in preda al pianto.
- Non ti azzardare a nominare mio fratello, lui sta peggio di me, hai capito?Sta soffrendo in una clinica per colpa mia, perché l'ho trascinato io in quel baratro, ma nessuno ha il diritto di parlarne male. Comunque ora basta, Alex viene con me e visto che tu la stai tirando per le lunghe , prendo solo le cose necessarie, il resto vengo a ritirarlo domani mattina.- mollò la presa al polso della ragazza, ormai violaceo, da quanta forza era stata usata.
-Non puoi portarmelo via! ti prego- lo implorò con lo sguardo, ma Tom rimase impassibile -Ti prego- ribadì.
Per un breve istante, provò pietà per quella ragazza, ma il suo orgoglio vinse su tutto e gli impedì di ascoltare le sue preghiere.
-Mi dispiace, ma è un Kaulitz, sangue del mio sangue, sono stato io ad aprirti le gambe e a fare il danno. Ora, cercherò di ripararlo in qualche modo.- prese fiato a la guardò, immobile accanto a lui con gli occhi lucidi.
La ragazza continuava a tenere la testa bassa, singhiozzando di tanto in tanto e sperando di far cambiare idea a Tom.
-Ti avverto Hilary, sto perdendo la pazienza. Sbrigati!- tuonò, alzandole il volto.
Hilary, dal canto suo, si diresse riluttante verso la camera del piccolo e lo vide addormentato. Sorrise e gli accarezzò una guancia, forse sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe visto.
Un singhiozzo sfuggì incontrollato dalle sue labbra e prese Alex in braccio, tentando di non svegliarlo.
–La mamma ti vorrà bene per sempre- sussurrò all'orecchio del bambino.
Camminò lentamente fino all'altra stanza, godendosi gli ultimi momenti con suo figlio.
Lo sistemò sul divano e chiamò Tom, mostrandogli il piccolo.
-Non fargli del male- sussurrò.
- Ti assicuro che starà bene con me , a proposito digli che sono suo padre, lo esigo-
-Glielo spiegherai tu, ora dorme, non voglio farmi vedere in questo stato da lui- spiegò cautamente, evitando una reazione violenta da parte del ragazzo.
Tom prese il bambino tra le sue braccia e percepì una strana sensazione, era la prima volta che era a contatto con suo figlio.
Prese la borsa con i vestiti del bambino e aprì la porta di casa, cercando di chiuderla, ma Hilary glielo impedì.
-Posso abbracciarlo un'ultima volta?- sospirò, trattenendo le lacrime.
-No, mi dispiace ma mi hai già fatto perdere troppo tempo.- scese il primo scalino con in braccio Alex, che si appena svegliato tra le braccia del padre.
Hilary tentò di afferrarlo per una manica e lo implorò di fargli abbracciare il bambino, ma Tom la respinse con la forza.
Mise il bambino a terra e afferrò la ragazza per le spalle esili, scuotendola.
-Adesso basta Hilary! Io desidero dire le cose una volta sola, cazzo- sospirò frustrato.
-Non me ne importa niente di quello che dici, lui è anche mio figlio- fronteggiò Tom e si mise dinnanzi a lui.
-Non ti permettere di rispondermi così e ora levati- preso dall’ira, la spinse senza pensarci e la ragazza barcollò all’indietro, scivolando lungo le scale.
Tom scese velocemente e scosse cautamente Hilary, non ottenendo risposta.
Dalla testa usciva del sangue e a quello visione il ragazzo ebbe un colpo al cuore.
-Oh cazzo! Porca puttana!- si passò le mani sul viso e si ricordò solo in quel momento di Alex.
-Mamma!- il piccolo corse velocemente e arrivò accanto al corpo della madre. –Mamma rippondi? Pecchè non ripponde?- chiese a Tom piangendo.
Tom si guardò intorno preoccupato e una volta appurato che non ci fossero testimoni, prese il bambino, che strillava e si dimenava tra le sue braccia e salì in macchina.
Premette l’acceleratore e si lasciò alle spalle Amburgo.

*
Ciao a tutti! Questa nuova storia è in collaborazione con Memy881, speriamo che vi piaccia e se vi va lasciateci un commentino xD
L'immagine sopra è a cura di  _Black_Abyss_
 

Al prossimo capitolo!
Kiss Giò e Samy
  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Nobody Is Perfect