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Autore: 11giugiu07    19/08/2011    1 recensioni
La vacanza di Nicholas non dovrebbe uscire dai canoni di una spiacevole visita al padre, divorziato dalla madre da tanti anni. La Costa Azzurra e la città di Cannes, però, nascondono in sè un traffico illegale che si crede sia controllato da un'affascinante donna. Nick, malcapitato al cospetto di due poliziotti locali, Joe e Kevin, si trova coinvolto nella loro missione. Come se la caverà Nick nei panni di un agente improvvisato? Come gestirà il proprio coinvolgimento sentimentale? E se il nostro protagonista si trovasse più coinvolto di quanto pensasse? Seguite Nick alla ricerca del trafficante di "Melanie" nel corso di una notte lunga e buia al porto di Cannes.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cannes. Cannes. Cannes. Nicholas fissava quel biglietto aereo con occhi sbarrati e una mano sul cuore. Costa Azzurra? Cos’è? Si appoggiò al tavolo e cercò a destra e a sinistra qualcosa da uccidere, peccato che di lì a pochi passi non ci fosse altro che Bob, il vecchio e malato cane della madre che si sarebbe volentieri ucciso da solo per smettere di soffrire. Gli occhi lucidi della bestia costrinsero il diciottenne a chinarsi sul corpicino debole del proprio piccolo animaletto fedele. Lo accarezzò e quello riuscì una seconda volta a non fargli pensare a quella stupida vacanza che avrebbe dovuto passare col padre. Il signor Jonas, il padre di Nick, era noto a tutti come ricco uomo d’affari residente a Nizza. Chiamava a Natale, a Pasqua e bella grazia se si ricordava del compleanno del figlio. Non era presente il giorno della sua nascita: era impegnato. Nick per dieci lunghi anni aveva risposto “sono impegnato” ad ogni sua richiesta ma il giorno del suo diciottesimo compleanno quel vecchio e irresponsabile uomo gli aveva dimostrato di poter riuscire a trovare un granello di spazio per Nick in quella spiaggia infinita di impegni… alla famiglia sconosciuti. Era poi per questo che la signora Jonas aveva saggiamente voluto recuperare il proprio cognome assieme alla propria libertà. Lasciò la Francia con Nick appena ottenute le carte del divorzio. –Nick!!!!- Un urlo proveniente dalla cucina annunciò al ragazzo di doversi dare una mossa. Accarezzò un'altra volta l’amico a quattro zampe e la raggiunse in sala. Dopo un pesante silenzio iniziale si cominciò a discutere sul biglietto aereo che Nick aveva ricevuto, la madre non prese nemmeno in considerazione di trattenerlo. –Devi, Nick. Non fa una cosa per te da… - Fece finta di pensarci. –Diciotto anni?- Nick sospirò omettendo quel “Appunto” che avrebbe tanto voluto pronunciare. Quella sera intento a fare le valigie Nick si accorse, guardandosi attorno nella propria solitudine, che forse cambiare aria non sarebbe stato così terrificante. Il padre sarebbe stato impegnato anche con un ospite d’eccezione e lui avrebbe potuto vagare per quella Costa Azzurra alla ricerca di qualcosa di divertente da fare. Selena aspettava all’aeroporto il figlio del capo. Il viaggio in auto fu lungo e silenzioso. Nick la guardava, si mordeva nervosamente le labbra e poi tornava a spostare lo sguardo. Ci mancava poco che questa non inchiodasse per tirargli un pugno in faccia. “Devi essere cordiale” Ricordò quello che le era appena stato detto. Quando Nick scese dall’auto la ragazza gli si avvicinò per dargli qualche istruzione. –Non puoi andare nell’ala est della casa, non puoi stare fuori oltre la mezzanotte, non puoi- -Non puoi essere davvero così bella- Nick la interruppe e questa in preda ad un riflesso irrefrenabile estrasse un coltello dalla manica lunga della camicia. –Sel!- Una voce fece ricomporre la ragazza con eleganza senza neppure che Nick notasse la lama affilata del coltello. –Buongiorno signor Jonas, mi scusi, ecco il ragazzo- -Ottimo lavoro. Ala est, tra due minuti- Nick capì immediatamente e abbassò lo sguardo. –Non preoccuparti, raggiungila, discutete pure delle vostre faccende, io troverò la mia stanza con le indicazioni appese al muro, non preoccuparti- Si lasciò alle spalle la porta d’ingresso e dopo aver a fatica raggiunto la propria “suite” uscì da quel posto tanto grande quanto vuoto. Camminando sulla ghiaia a testa bassa, calciando qualche ciottolo a destra e manca si allontanò dall’abitazione senza nemmeno rendersene conto. Una cosa aveva in mente “L’ala est”. Cosa ci sarò mai di tanto speciale in quella parte della villa? E perché quello schianto di ragazza poteva entrarci e lui no? Nick volendo nemmeno sapeva quale fosse l’est… qualcuno gli aveva detto che il punto cardinale in cui sorge il sole… o era il contrario? Sbuffò convinto che per sbaglio di sicuro ci sarebbe finito in mezzo. –Aaahh!- Un gemito accompagnò l’urlo di un timbro sconosciuto e marcato. Nick alzò lo sguardo e si accorse di aver preso in testa con un bel sasso un ragazzo alquanto bizzarro. Bizzarro perché stava prendendo il sole vestito e bizzarro perché gli abiti stessi che indossava non gli si addicevano affatto. Un auricolare trasparente passava da sotto la camicia bianca e finiva nell’orecchio. Gli occhiali da sole scuri come la giacca, i pantaloni, le scarpe e la cravatta non erano nulla in confronto al cappellino dei New York Yankees che non ci stava a dire nulla su quei capelli spianati da un litro di gel. –Mi scusi, tutto ok?- L’uomo si era alzato dal piccolo sdraio a righe rosa e bianche. Nick non trattenne la risata e lui scostò gli occhiali da sole per guardarlo. –Ah, ridi?- Mettendosi le mani sui fianchi Nick non potè fare a meno di notare una pistola. Improvvisamente la voglia di ridere venne deglutita assieme alla poca saliva che il caldo aveva lasciato in corpo a Nicholas. –Mi dispiace davvero tanto- Lo straniero alzò un sopracciglio e dopo una manciata di secondi si accorse del motivo del cambio d’espressione e distese le braccia lungo i fianchi tirandogli una pacca sulla spalla. –Non volevo spaventarti bello, sono buono- -Sì, e giri con la pistola per sparare agli uccellini?- Questa volta fu Nick ad alzare un sopracciglio. –Ehy! Io sparo ai cattivi, sono un cowboy- Imitò una sparatoria con le dita e con il suono dei colpi. –Kevin!- Un ragazzo uscì da un cespuglio e lo trascinò a qualche passo da Nick cercando di salvare la situazione. Aveva lo stesso abbigliamento, i capelli forse si salvavano… anche perché non portava il cappellino della famosa squadra di Baseball. –Kevin, quante volte ti ho detto di non parlare con gli sconosciuti? Potrebbe essere coinvolto, ricordi cosa c’è stasera? Eh? Eh? Lo sai cosa c’è stasera?- Kevin si passò pollice e indice sul mento. –Perché cosa c’è stasera?- -Aaaah! Sei impossibile!- Il collega lasciò uscire un grugnito incomprensibile. –Oh, sì, sì, ora ricordo… la festa?- Kevin domandò. Nel frattempo Nick incuriosito si stava avvicinando con nonchalance per poter origliare. –Esatto, la festa e l’ala est, sappiamo solo questo. Dobbiamo prenderla con le mani del sacco e non scordarti che siamo in borghese - -L’ala est? Quale donna? Selena?- I due poliziotti si voltarono verso di lui. –Ehm… tu non avresti dovuto sentire- Disse uno… -Ma ho sentito- -Ma non avresti dovuto- Insistette Kevin- -Ma l’ho fatto, ormai..- -Joe, ormai l’ha fatto, è tutta colpa tua, per diamine!- Joe si tirò una pacca sulla fronte. –Sì, comunque è Selena, la conosci?- -E chi non la conosce. Per tutti i cavalieri della tavola rotonda, quella donna è pazzesca, avete un minimo guardato le gambe?- Joe cominciò ad annuire con la testa tra le nuvole mentre Kevin aveva perso la ragione poco tempo prima. –Scusate… cosa c’entrano i cavalieri della tavola rotonda?- Nick e Joe si colpirono con la mano sinistra sulla fronte nello stesso istante. –Devi farmi un favore, Nick, comprendimi… Kevin non è affidabile. Nick ridacchiò e ascoltò con attenzione. Quella sera gli addobbi dell’ala ovest di villa Jonas erano quasi più numerosi e fantasiosi di quelli natalizi. Nick, con la testa sulle proprie braccia incrociate poggianti sul bordo del grande terrazzo, ammirava un po’ scocciato il silenzio che proveniva da fuori, quasi per non dare corda alla musica intenta a trapanargli l’encefalo. Il vento gli spostava dolcemente i ricci che possedeva. Ripensava al piano di Joe poi tornava a guardare le luci di Cannes, con almeno metà abitanti in quella villa. Poi di nuovo Joe, la sua mente passava da un pensiero all’altro così come i capelli si muovevano armoniosamente da una parte all’altra della testa. Prese coraggio e corse in mezzo alla folla. Doveva trovare Selena, ordini di Joe. La ragazza stava con un drink accanto ad un tavolino. Era vestita in camicetta e gonna cortissima di jeans bianchi con sopra il disegno inconfondibile di Snoopy, oh Nick amava Snoopy ma con tutto il rispetto le gambe di Sel le trovava più interessanti. –Hai bisogno?- Sel irritata già stava cominciando a stringere lentamente il bicchiere di cristallo che impugnava in una mano. –Beh, mi chiedevo se ti andava di ballare, quanti anni hai?- Sel deglutì tutto il contenuto rossastro che c’era nel bicchiere e lo poggiò sul tavolino accanto. –Lo sai che non si chiede alle donne?- “Questo è il figlio del capo, potrei manipolarlo per bene per riuscire a capire qualcosa dello scambio” Pensò Sel circondando il collo di Nick dopo essersi avvicinata sensualmente. “Oddio questa una trafficante?” Nick prese un respiro profondo e le poggiò le mani sui fianchi senza far uscire strani versi che in testa gli rimbombavano come un eco. –Ma signorina, non vorrei che poi la differenza di età sia- -Mi trovi vecchia?- Lo interruppe lei. –Vecchia? Pff vecchia? Lei è uno schianto- Selena dentro di sé se la rideva, ma doveva guadagnarsi la sua fiducia, qualcosa avrebbe dovuto dire. –Ho ventisei anni, tu, bellissimo?- Gli sussurrò in un orecchio. –Diciotto, dai ci sono quasi- La trascinò in pista e cominciarono a ballare. A fine serata Nick si accorse di aver scordato le raccomandazioni di Joe… era finito in camera con Sel. Deglutì e questa posò le mani sul suo petto. –Allora…- Gli slacciò i primi bottoni della camicia accarezzandogli i pettorali con un sorrisetto malizioso. “Oh mio dio ora muoio” Nick pensava godendosi le carezze. –Allora…- Nick pronunciò la stessa parola di Sel sdraiandosi all’indietro sul letto. La donna gattonò su di lui e si chinò baciandogli dolcemente il collo. –Allora… cosa c’è nell’ala est?- Un campanello d’allarme scattò nella testa di Nick a quella domanda ma i baci offuscarono i sensi per qualche attimo. “Non lo sa? Come fa lei a non saperlo… è lei il capo di tutto. Joe!” Pensò Nick togliendosi Sel da sopra. –Eh no, bello ora parli- Sel rapidamente lo afferrò per la cintura dei pantaloni e lo scaraventò contro il muro estraendo un punteruolo. –Oddio dove l’avevi quello?- Il ragazzo lo fissò con gli occhi spalancati. Lei glielo puntò alla gola sorridendo al viso spaventato di Nick. –I-io non so niente, c’eri anche tu quando papà mi ha vietato di andarci e…- Uno scoppio fece saltare i giovani sul letto provocando un buco nella parete che prima ospitava le spalle di Nick. –Ahh- Il ragazzo dolorante portava una mano sul collo. –Kevin quante volte ti ho detto che non devi usare a caso quell’arma?- Durante il rimprovero e le scuse stupide dell’agente di polizia. Nick continuava a perdere sangue fissandosi la mano color rosso fuoco terrorizzato. –Siete degli idioti!- Selena notò che era stato l’impatto scomposto con il punteruolo a ferirlo. –Nick, Nick tirati su, è solo un graffio- Cercò di rassicurarlo inutilmente. –Alla faccia del graffio, cola sangue fino ai piedi- Aggiunse Kevin e meritò il pugno in faccia di Selena presa poi alle spalle da Joe con un braccio che le fasciava il collo. –No!- Sel si stava lanciando accidenti nella propria testa per essersi fatta distrarre da Nick. –Ottimo lavoro amico- Joe sorrise compiaciuto. –Promozione in arrivo per il mitico Joe- Batté la testa di Sel al muro e unì i suoi polsi con delle manette. –Vi state sbagliando- Disse lei sanguinando dal labbro. –Io non so cosa trafficano, sono un pesce piccolo- Nick stava ancora soffrendo in silenzio quando si accorse di non essere più calcolato da nessuno di loro. –Joe!- urlò per farsi sentire. –Sto morendo dissanguato- -Eh la madonna è un graffio- Disse lui. –Sul collo si perde molto sangue…- Intervenne Selena… -Sì, stai morendo dissanguato- -AHHH e me lo dici così? Fa malissimo- Kevin si sedette comodamente sul bordo del letto, una volta ripreso dal colpo. –Scusami Nicky- Disse con un faccino dispiaciuto ma per nulla volenteroso e preoccupato di salvargli la vita. –Nick togliti la maglia e tampona la ferita per non fare uscire il sangue- Sel gli diede delle informazioni. Qualche minuto dopo Nick nella sofferenza era comunque un pochino più tranquillo che l’uscita di sangue fosse ridotta dal panno. Sel approfittò di un momento di distrazione di Joe e con un calcio in mezzo alle gambe lo stese. –Adesso tu stai in ginocchio e mi ascolti- Kevin si era addormentato accanto a Nick sul letto. –Con… pia..aaaa…cere- gemette Joe inginocchiato a terra con una mano sui genitali, dolorante. –Io sono della CIA, sono infiltrata da due anni, sono due anni che lavoro per il signor Jonas, è lui il capo di tutta la spedizione. Però non ho capito cosa viene scambiato, usano un nome in codice, le chiamano “Melanie”. Nick, più addolorato dalla notizia che dalla dal taglio sul collo perse una lacrima. Scendeva lentamente accanto al naso, la sentiva… ancora più forte che l’uscita del sangue caldo verso il petto. –Me-Melanie è il nome di mia madre. Cosa traffica mio padre?- Selena notò la lacrima e si avvicinò a lui; Joe era ancora inginocchiato. –Traffica “Melanie” che non so cosa sia, dovete aiutarmi, fidarvi di me- Joe cercò di rialzarsi. –I-Io ho una buona ragione per non farlo, mi hai distrutto- -Joe, tu prima di tutti devi credermi, io…- -Tu lo ami?- Nick intervenne. –Ah bell’amore, mi hai spaccato gli attributi- -Io sono tua sorella- Joe rimase a bocca aperta, impassibile. –Non è possibile- Disse Nick. -Infatti non è possibile, mi serviva solo avvicinarmi per fregargli la chiave delle manette senza che se ne accorgesse- Sel sorrise ai propri polsi liberi e prese la pistola del “fratello” osservandola. –Oh, hai gusto fratellino, adoro le calibro 9 e in missione due anni senza armi è stato terribile- Nick scoppiò a ridere poi ripensò al padre. –Perché mi ha fatto venire?- Chiese confuso. –Con te qui una festa non avrebbe dato nell’occhio- Rispose razionalmente Sel spostando gli occhi all’orologio appeso al muro della camera. –Lo scambio soldi-“Melanie” è tra dieci minuti nell’ala est- Ancora quest’ala est? Nick picchiettò la testa sulla parete e Kevin si svegliò da un incubo. –No, mamma no!- Urlò svegliando anche Joe dalla trans. –Ah ci sono cascato- Batté un pugno a terra e si tirò su massaggiandosi i gioielli di famiglia. –Che schifo un po’ di contenimento, Joe- Nick schifato guardò Sel per distrarsi. –Bando alle ciance, ora si lavora. Ho un piano- Sel sorrise maliziosamente. L’ala est della villa non era addobbata. Gli acquirenti sfoggiavano camicie rosse infilate in pantaloni neri come la propria cravatta. L’ala est terminava, nel punto più lontano della festa con un sotterraneo. –Eccolo!- A Sel si illuminarono gli occhi per non essersi sbagliata. –Wow- Joe a bocca aperta aveva indirizzato lo sguardo dal posteriore di Selena alla montagna di pietre color ghiaccio scintillante. La luce, proveniente dalla spiraglio della porta, le attraversava. “Deve essere la merce di scambio” Pensò Selena passando il palmo della mano su una pietra più grande delle altre. –Wow- Sussurrò allo scintillare di Melanie al suo dolce tocco di polpastrello. –Guardate, si gioca ad Halo qui!- Kevin si sedette ad una scrivania in cui i tre computer inquadravano tre prospettive diverse di alcune telecamere esterne. Un quarto schermo era centrato da un enorme mirino indirizzato nel petto di un uomo in camicia rossa. –Non è Halo...! Li devo prendere prima che li ammazzino- Selena cominciò a guardare gli schermi. –Ma è strano che qui non ci sia nessuno- Aggiunse Nick. Sel notò una telecamera -Correte!!!- Trascinò Nick fuori per mano e Kevin e Joe la seguirono a ruota. Dietro quella porta sconosciuta si aprì la vista del molo, il luogo dello scambio. Sel puntò la calibro 9 di Joe verso il gruppo di avversari di fronte a lei. –Ora, Nick- Sussurrò Sel al ragazzo vedendosi puntare contro dieci diverse armi e quindi abbassando la propria. Cominciò lo spettacolino. –Papà!- Nick simulò un bel pianto avvicinandosi lentamente al padre scoprendo la ferita. -Mi hanno colpito- Arrivò a lui fino ad abbracciarlo. –Calmati, è solo un graffio- Gli guardò il collo e ricambiò l’abbraccio. –Ma devi andare via da qui adesso- Lo allontanò. Nick si voltò sfoggiando un sorriso che le spalle coprivano agli impostori. –Hai fatto?- Sussurrò a Selena che gli prese il viso tra le mani. –Fatto- Il ragazzo continuò a sorridere nonostante le lacrime gli bagnassero il viso ininterrottamente. –Nick, tran po’ è finita- Lui cercò di annuire, la strinse in un abbraccio caloroso che Sel ricambiò piacevolmente, anche se in teoria serviva a perdere tempo e attendere i rinforzi. Quando Sel si staccò l’intera squadra del signor Jonas aveva circondato i ragazzi. –Il capo ha dato l’ordine di sparare- Nick sentì inginocchiato a terra come tutti i suoi compagni di avventura. Strinse la mano di Sel e con una manica si asciugò le lacrime guardando per l’ultima volta il padre prima di spostare definitivamente gli occhi su quelli pensatori ed esploranti di Selena che sorrise maliziosamente notando il capo degli acquirenti con una pistola in mano. –I cattivi litigano- Kevin sussurrò a Joe che notando lo sguardo di Sel aveva già capito. L’unico a non capirci nulla rimaneva il giovane Nicholas… che, ormai convinto che sarebbe morto da un momento all’altro, aveva cominciato a pregare per propria madre e per Bob, il cane. Non avrebbe mai immaginato di morire prima di loro. –Ora!- Urlò Sel spingendo Nick a terra, sgambettando un uomo e fregandogli la pistola. Pochi attimi e metà squadra aveva lo sguardo perso verso l’alto. Nick a schiena terra osservò il cielo oscuro, la luce del faro lo accecò tanto da fargli chiudere gli occhi. Quando li riaprì vide Kevin tendergli la mano. Nessun altro attorno a lui. -No, no, no, Sel? Joe?- -I cattivi litigavano. Hanno preso una moto d’acqua e un motoscafo. Si stanno inseguendo. La gnocca e lo scemo mi hanno lasciato qui correndo verso quelle due moto d’acqua, dicono che io sono stupido, che rovinerei tutto- Mise su un faccino imbronciato e triste. Nick avrebbe voluto tirarlo su di morale ma le gambe erano in direzione delle sagome di Sel e Joe che correvano in direzione dei motori acquatici e sinceramente… Kevin era davvero stupido, come avrebbe potuto rincuorarlo? –Eccomi!- Saltò contento sulla stessa moto d’acqua di Sel. –Pivello scendi, mi appesantisci- -Io non mi sposto, quindi… vuoi perdere una missione di due anni?- Ridacchiò Nick alle sue spalle. –Quando li becco poi mi senti, e perché non arrivano rinforzi del ca..?- -Ehy, ehy, le parole, dolcezza- Nick la interruppe reggendosi a lei con una mano attorno alla vita e dando gas con l’altra. –So guidare, bellissimo- Aumentò la velocità e si affiancò al motoscafo dell’acquirente. Joe nel lato opposto sparò alla cieca nel buio. Era ormai mezzanotte, non si vedeva ad un palmo di mano. –Nick reggi la guida, Joe non sparare!- Urlò Sel saltando sul motoscafo. Si sentirono dei rumori. –Sel??- Chiese Nick sperando di ricevere risposta da quel timbro femminile. –AHH!!- Urlò Nick sentendosi toccare. –Scemo sono io, parti!- Selena era salita dietro di lui reggendosi. “Ehm… dove parto che non vedo nulla?” Pensò il ragazzo mentre l’agente della CIA già aveva acceso le luci della moto d’acqua. –Oh, grazie… - Indirizzò la vettura in direzione del faro costeggiato da una moto d’acqua. –Joe sei tu?- -Sì, sì, ragazzi, l’ho perso, però- Abbassò lo sguardo. -Una missione di 2 anni!!- -Sentimi scusa, ma era buio, non vedevo, in più a stare seduto su quell’attrezzo con i gioielli spappolati non era il massimo. Almeno abbiamo l’acquirente- Selena vide le prime luci dell’alba con l’amarezza ancora sulla lingua. L’acquirente era ancora legato sul proprio motoscafo da Sel poche ore prima. I tre ragazzi raggiunsero il sotterraneo dell’ala est che conteneva le pietre nominate “Melanie”. –Oh ciao ragazzi, vi aspettavo- Aprì soddisfatto Kevin mostrando loro il corpo del signor Jonas legato alle proprie pietre. –Non voleva abbandonarle, io stavo cercando di giocare ad Halo- Indicò gli schermi. –Quando sento aprirsi la porta. Non voleva proprio scappare senza “Melanie”- Mostrò nuovamente il sorrisetto. –Oh, ma io ti adoro!- Sel gli saltò in braccio e lui la resse sentendosi mancare. –Non sto sognando, vero?- Sel a quella frase scese. –Io dovevo fare i conti con qualcun’altro- Guardò in malo modo Nick. –Possiamo riparlarne anche un’altra volta, io avrei un taglio sul collo, il sangue fino ai pantaloni e un padre incatenato. Ho voglia di rivedere mamma e quello sguardo mi fa paura, davvero tanta- Sel cambiò espressione mostrando un sorriso enorme e saltandogli addosso. –Oh, adesso sei sulla persona giusta o dopo vuoi saltare anche in braccio a me? No, perché avrei un tantino mal di schiena- Joe anticipò il ridacchiare dei ragazzi. –Sono sulla persona giusta- -Ma mi stai facendo male- Piagnucolò Nick sentendosi una mano sul collo. –Scusa- Sel scese e poi sorrise vedendolo avvicinarsi. –Kevin, perché non giochi ad Halo con Joe?- Chiese Nick per distrarli e godersi quel momento in pace. -Ma non si può davvero, quello non è un gioco ma un dispositivo che- Joe lo contraddisse ma fu interrotto. –Sì, sì, sì Halo!!- Kevin lo trascinò sulla scrivania azionando altre telecamere per sbaglio. Nick ridacchiò e baciò dolcemente Selena che ricambiò portandogli le mani al collo. –Au!- Nick si staccò. –Scusa- Sorrise innocentemente la ragazza che poi voltandosi scoppiò a ridere. Joe aveva una pistola puntata alla tempia di Kevin. –Fidati, non sto scherzando… se non mi lasci vincere ti uccido- -Ma io volevo farti vincere, solo che non riesco ad azionare il gioco- “Forse perché non è un gioco?” Pensarono tutti, compreso il padre legato a pochi passi da loro. –E’ difettoso!- Si alzò dalla sedia quasi arrabbiato. Una risata squarciò l’ambiente. Arrivarono i rinforzi poco dopo... -Niente male come vacanza, mamma- Disse Nick accarezzando Bob. -Ma non potrò più andarci… papà ha cambiato residenza- “La prigione non sarebbe stata poi così male… era poi finito nell’ala est dell’edificio… cosa voleva di più?” Pensò Nick sorridendo. “Davvero niente male come vacanza”
  
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