Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Ricorda la storia  |      
Autore: ashling_    19/08/2011    1 recensioni
'There's nothing my heart can do to fight with time and space 'cause I'm still stuck in the moment with you'
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I CAN BE EVERYTHING YOU NEED.



Frankie si trovata avvolta in una coperta di lana morbida.
Come tutte le sere, d'inverno, passava ore ad immaginare situazioni,
metteva a fuoco tutti i suoi desideri, desideri racchiusi nel suo cuore,
che non prendevano mai aria, e non uscivano mai alla luce del sole.
Si lasciava riscaldare dalle fiamme del camino, per rilassarsi totalmente.
Era l'unico modo per liberare la mente.

Felix rotolava felice per il prato, con un'eleganza stupefacente.
Gironzolava spensierato e tranquillo, ed eccolo tornare da me,
per l'ennesima grattatina sotto il mento.
Vederlo così mi riempiva di gioia, sapevo che almeno la sua fragile vita
era serena e soddisfacente.
Osservavo il cielo, era chiazzato di nuvole candide, alle quali davo la
forma che desideravo guardandole da diverse angolazioni.
Avevo gli occhi chiusi, era una sensazione fantastica, percepivo ogni piccolo
profumo, ogni lieve suono.
Di tanto in tanto lanciavo un'occhiata a Felix, per controllare il suo spirito
selvaggio.
La pace di quel momento era immensa, quasi irreale.
Non avevo mai ottenuto quello che desideravo veramente,
i problemi e le ingiustizie sono sempre stati i miei fedeli accompagnatori,
in tutti questi anni.
In un momento qualcosa mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro.
Non era il vento, il gesto era troppo regolare e perfetto.
Un viso angelico e innocente, degli occhi dolci e caldi come i raggi del sole.
Erano immensi, pieni di vita e di colore, erano la fonte più profonda che avessi mai visto,
Mi persi come avrebbe fatto ogni persona alla loro vista.

''Frankie è ora!'' la voce proveniva dalla cucina, appena dietro l'angolo.
''Okay zio, vado subito'', rispose.
Vivere con gli zii per lei non era niente male, si prendevano cura di lei,
non le facevano mancare niente.
Naturalmente non vivevano nel lusso sfrenato, e nemmeno erano in grado di permettersi
una situazione dove lo spreco veniva naturalmente.
In poche parole non era come tutti i suoi coetanei, non aveva tutto quello che avevano loro,
ma lei non ne aveva bisogno, e anche se ne avesse avuto non sarebbe cambiato nulla,
lo stile di vita era quello da tempo.
Dopo aver indossato il pigiama si infilò nelle coperte, provò una sensazione così familiare,
si sentiva protetta e a casa, e non c'era niente di più piacevole.
Chiuse gli occhi e si addormentò, nella speranza di trovare ancora quegli occhi nei suoi sogni.


Prese lo zaino ancora con la brioche tra i denti.
Abbozzò un 'Ci vediamo più tardi' alla zia, prima di uscire.
Mentre scendeva di corsa le scale i pensieri della sera prima le invasero la mente
senza abbandonarla finchè non arrivò a scuola.
Era sempre tesa e nervosa che non riusciva a pensare, quando era in quella scuola
si trasformava in pietra, faceva così per paura del giudizio, per paura dell'inferiorità che
tutti i suoi compagni le attribuivano da sempre.
Era un inferno, ogni giorno sempre più fastidioso e ardente.
Nei corridoi catturò la notizia del giorno:
'Un nuovo arrivato'.
'Divertente', pensò Frankie.
'Aumentano sempre di più, pronta per subirne un altro'.
Le lezioni passavano in fretta.
L'ora di pranzo era la più temuta, almeno per lei.
Si sedette come sempre al tavolo più isolato della mensa, abitualmente sola.
Era sempre la prima ad entrare per riempire il vassoio e per evitare occhi indiscreti.
E sempre l'ultima ad uscire.
Tracciava lentamente un cerchio lungo la confezione del budino, con lo sguardo fisso,
assorta nei suoi soliti pensieri.
Qualcuno tossì, tanto per attirare l'attenzione.
Alzò lo sguardo per vedere chi fosse tanto stupido da avvicinarsi a lei.
Ed ecco di nuovo l'emozione, i fuochi d'artificio nel suo cuore.
Quegli occhi erano lì, ed erano reali, sì, proprio reali.
La bocca carnosa e assolutamente invitante, emanava un'assoluta morbidezza.
I lineamenti erano dolci, regolari e..perfetti.
I capelli, morbidi altrettanto, stavano lì, aspettavano che qualcuno ci passasse le mani attraverso
per provarne la consistenza.
L'individuo era ancora immobile, come se stesse aspettando qualcosa.
'Ciao', disse.
Frankie lo scrutò per altri dieci secondi e poi tornò a respirare.
'C-ciao', rispose.
'Io sono Justin, sono arrivato oggi, eh..', si fermò.
'Ah, benvenuto'.
'Tu sei?', disse nervoso.
'Frankie'.
'Piacere tutto mio', un sorriso si illuminò sul suo volto, un sorriso luminoso e sensazionale,
mozza fiato, porse la mano.
Frankie rimase ad osservarla incerta e scossa, poi avvicinò la sua per stringerla.
'Posso sedermi qui?', domandò.
Lei inarcò un sopracciglio e poi annuì lentamente.
Si accomodò con tanta traquillità.
'Sei in questa scuola da molto tempo?', incalzò.
'Emh, due anni circa'.
'Ah, e..come ti trovi?'.
'Beh, dovresti averlo intuito, sono bandita dal resto dell'istituto'.
Fece una smorfia e abbassò lo sguardo.
'Spicchi', disse con un ghigno.
'Cosa?'.
'Tra tutte le persone, ai miei occhi sei quella che spicca'.
Non capiva il senso delle sue parole.
'No veramente, le e gli altri sono frivoli e in un certo senso, infantili'.
Frankie spalancò gli occhi.
'Sei appena arrivato, tutti ti prestano attenzione, perchè non vai al tavolo di Kevin?', disse acida.
Kevin era il re della scuola, l'onnipotente agli occhi della gente.
Non sapeva il perchè di quelle parole nemmeno lei.
'Voglio restare qua, resto qua', concluse.
'Dove vivi?', continuo Justin.
'Qualche palazzo più in là dopo la scuola, vicinissimo'.
'Ah, è comodo quindi, venire a scuola per te, dico'.
'Si, in un certo senso'.
'Bene, che ti piace fare?', chiese fissandola con tanta tenerezza.
'Pensare e sognare'.
'E che cosa sogni?'.
'Pace, felicità e il mio desiderio più grande'.
Con lui le parole le venivano facili, si fidava.
'E cosa desideri?'.
'Qualcosa che non avrò mai'.
Justin chiuse gli occhi, non voleva andare oltre, non voleva sembrare scortese.


All'uscita le si avvicinò.
'Hey!', disse quasi urlando.
'Oh, sei tu'.
'Si, faccio la tua stessa strada per tornare a casa, posso venire con te?', si morse il labbro inferiore.
'Emh, okay'.
Si incamminarono, durante il viaggio parò solo lui, era colmo di argomenti interessanti,
sapeva cosa dire, a differenza di Frankie che dava risposte secche e precise.
Arrivati al palazzo disse: 'Ecco, è qui'.
Frankie aveva paura della sua reazione, si sarebbe guardato intorno?
Avrebbe dato importanza al quartiere in cui viveva?
L'avrebbe giudicata come facevano gli altri?
'Perfetto, ci vediamo!', si avvicinò con uno scatto talmente veloce che Frankie non ebbe il tempo di reagire.
Le diede un bacio sulla guancia, un gesto estremamente affettuoso.
Un calore piacevole le invase la guancia.
Subito dopo si allontanò di qualche passo e lei imbarazzata si affrettò ad entrare
nel portone.
Si voltò appena in tempo per dirgli: 'A domani!'.
Lui fece un cenno con la mano di rimando.
Non lanciò nemmeno un'occhiata al luogo in cui si trovavano, non fece caso a niente, solo a lei.
Arrivata in casa si precipitò alla finestra che dava sulla strada, per vedere se già era andato via.
Eccolo lì, che tornava indietro da dove erano venuti, non viveva nella sua stessa zona.
Un sorriso illuminò il viso di Frankie.

Nei giorni seguenti Justin non lasciò nemmeno per un secondo Frankie.
Tutti i giorni tornavano a casa insieme, lei fingeva di non essersi accorta del suo piano per accompagnarla a casa,
preferiva restare così, più tempo lo vedeva meglio era.
Tutti in famiglia si erano resi conto del suo cambiamento radicale,
invece di restare tutte le sere davanti al fuoco a pensare, passava ore al telefono con Justin che la riempiva di chiamate.
Era felice, si sentiva piena e sollevata.
Il suo sorriso era tornato a far parte del suo viso di ogni giorno, era tornato a casa.


'Quindi ti piace cantare?', disse Frankie sorridendo.
'Si, mi piace tanto'.
'Fammi sentire qualcosa allora!'.
'Oh no, mi prenderesti in giro di sicuro', rispose imbarazzato.
'Non mi permetterei mai, odio quello che fanno a me, figuriamoci se sono in grado di prenderti in giro!'.
'Beh, non voglio comunque'.
'Non ti fidi, okay, non fa niente', concluse lei.
Rimase ad osservarla per qualche minuto, giocava con le foglie sotto le sue gambe, con i fiori e con il
tenero gattino nero che era venuto con loro.
'Tu..', iniziò.
Frankie distolse lo sguardo da Felix e si voltò verso di lui.
'Si, io?', domandò curiosa.
'Sei stupenda', concluse fissandola con dolcezza.
Frankie arrossì e abbassò lo sguardo.
Lui le spostò un ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi sussurrò:
'E' la verità, non puoi farci niente', disse ridendo.
La sua risata era meravigliosa, piena d'amore.
Frankie decise che era il momento di assaggiare quelle labbra.
Si voltò di nuovo, e lui era pronto a prendere il suo viso nelle mani e completarsi.
Prima di baciarla le sussurrò qualcosa che somigliava molto ad un 'ti amo'.
Le sue labbra si attaccarono alle sue con una semplicità innaturale.
Si completavano come due pezzi di un puzzle.
Poi, solo dopo aver assaporato per bene quel calore, lo abbracciò come se fosse la cosa più preziosa del mondo.
Infatti lo era.
Per qualche istante rimase pietrificato poi la racchiuse nelle sue braccia, come se quello spazio stesse aspettando lei da tantissimo tempo.
'Posso cantare per te se mi dici qual'è il tuo più grande desiderio', consigliò.
Alzò lo sguardo per incrociare i suoi occhi, sorrideva soddisfatto.
'Okay, beh, il mio più grande desiderio sei tu, lo sei sempre stato', disse arrossendo.
Lui strinse ancora di più la presa, per dimostrarle che quelle parole lo facevano sentire al settimo cielo.
'Adesso tocca a te, furfante!', disse allontanandosi per prepararsi ad ascoltarlo bene.
Lui la riavvicinò a se, non voleva lasciarla.
'There's nothing my heart can do to fight with time and space 'cause I'm still stuck in the moment with you',
le parole scorrevano veloci e semplici, cantava da Dio.
Un brivido percorse la schiena di Frankie, ma Justin rafforzò la presa.
Le guance di Frankie erano umide di felicità, amore, di tutto.
Tutto quello che faceva parte del suo passato si era nascosto in un cassetto per lasciare spazio a loro,
alla sua nuova vita, al loro amore.


A Francesca,
la fonte d'amore più accesa che conosco ♥
Lei ha ispirato questa storia, basata appunto sul suo sogno e le sue emozioni più forti.
E' un piccolo regalo, per dimostrarle quanto le voglio bene.



sicuramente ci sono un po' di errori,
mi scuso quindi da adesso!
grazie mille per aver letto (:

jaymes -
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: ashling_