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Autore: Nedy_moretta _nadietta    19/08/2011    5 recensioni
Mi sono chiesta tante volte come Thalia e Luke, si fossero incontrati, oggi in un momento di noia, ho elaborato una shot di una paginetta su i due e il loro incontro.
“Ehi, è tutto a posto, per ora, puoi dirmi come ti chiami Ciuffi Neri?”
La testa della ragazza emerse, lasciandomi abbagliato, due occhi blu elettrici mi fissavano diffidenti divorandomi letteralmente, le lentiggini spruzzate sulle guance le donavano un’ aria docile, anche se con gli occhi cerchiati di nero, l’aria ostile, e i vestiti pieni di borchie, aveva tutt’ altro che un’ aria docile.
“Ciuffi Neri?” chiese ringhiando leggermente, ahi la battuta non le era piaciuta.
“Si è che non sapevo come chiamarti e nella mia testa ti ho soprannominata cosi…”
spero vi piaccia!!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luke Castellan, Talia Grace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Spazio autrice: allora, è una one shot, sui Thalike, anche se non sarebbe poi una Thalike, c’è n’è solo un po’ alla fine. Questo è secondo me il loro incontro, una Thalia di dieci anni e un Luke di dodici. Ok spero vi piaccia, è davvero corta, una paginetta di Word… un bacio e recensite in tanti!!

 

Stavo camminando senza una meta, sapevo di non poter rimanere in un posto troppo a lungo, altrimenti i mostri mi avrebbero attaccato, certo un dodicenne da solo, non può fare molto, anche se è un figlio di Hermes.

Mi trovavo in una stradina sterrata, nei pressi di un fiumiciattolo, quando un razzo dotato di capelli neri, mi sbatté letteralmente a terra.

Mi ritrovai a gambe all’ aria, con addosso una ragazzina rannicchiata in posizione fetale, che si copriva la faccia con le braccia, non stava piangendo ne tremando, cercava solo di proteggersi.

“Non farmi del male, e se ci provi ti ritroverai un fulmine stampato sulle chiappe” mi minacciò con una vocina bassa e acuta, che mi fece sorridere, era palese che volesse modularla in un tono minaccioso, e sicuro, ma uscì fuori solo una frase appena accennata caria di terrore.

“ehi tranquilla, non voglio farti del male” mi avvicinai a lei e le spettinai gli annodati capelli neri, o meglio ci provai perché presi la scossa e mi resi conto che in testa non aveva gel ma i capelli stavano ritti a causa della loro elettricità.

La piccoletta si rannicchiò ancora di più stringendo talmente le mani da farle sbiancare.

Sospirai e scossi la testa, mi tirai su, spazzolai la sabbia dai pantaloni con una lentezza irritante, ma dovevo farle capire che non le avrei mai fatto del male. Dopo la aggirai, con passo strascicato, mi misi a sedere dietro di lei, le strinsi la vita con le braccia e mi misi un po’ a coccolarla.

Sentii subito uno strano formicolio e una forte scossa, ma non demorsi. Alla fine smise di mandarmi la scossa, ma il formicolio continuava persistente, compresi quindi che anche lei era come me, sicuramente dei mostri l’ avevano inseguita. E se non ci sbrigavamo ci avrebbero raggiunti.

“ cosa ti stava inseguendo?”  la ragazzina sussultò emerse dalla sua posizione in uno stato di confusione, la intravidi strizzare gli occhi a causa della luce del sole.

“Non lo so, delle donne con la coda di un serpente” disse a voce bassa, con un tono disilluso. Come se nessuno le avesse mai dato retta.

Ad un tratto sentii un sibilo familiare, le dracene stavano arrivando, tirai su la ragazzina, le mollai la vita e me la caricai sulla schiena a cavalluccio, iniziai a correre, con un braccio stavo attento che la ragazzina non cadesse, ma si teneva bene aggrappata a me, era molto forte, l’ altra mano la gettai in tasca alla ricerca del mio coltello di bronzo celeste, scappai ancora, cercando un punto buono, intanto “Ciuffi Neri” (in quel momento non avevo in mente soprannomi migliori), aveva affondato la testa tra le mie scapole, sussurrando di continuo “sono loro”.

Arrivai in uno spiazzo frenai e mi voltai verso le dracene, feci scivolare Ciuffi Neri a terra, e mi scagliai addosso alle donne drago, erano solo in due, sicuramente puntavano alla bambina.

Colsi di sorpresa una con il coltello e la disintegrai subito, la seconda non si fece ingannare e avvolse la sua coda attorno alla mia vita sollevandomi e stringendomi fino a strozzarmi.

Finsi uno svenimento, sentii la lingua bavosa del mostro stringermi la gola, stava per mangiarmi la testa, strinsi il coltello e menai un fendente a caso.

Volai a terra, Ciuffi Neri era di nuovo in posizione fetale.

“Ehi, è tutto a posto, per ora, puoi dirmi come ti chiami Ciuffi Neri?”

La testa della ragazza emerse, lasciandomi abbagliato, due occhi blu elettrici mi fissavano diffidenti divorandomi letteralmente, le lentiggini spruzzate sulle guance le donavano un’ aria docile, anche se con gli occhi cerchiati di nero, l’aria ostile, e i vestiti pieni di borchie, aveva tutt’ altro che un’ aria docile.

“Ciuffi Neri?” chiese ringhiando leggermente, ahi la battuta non le era piaciuta.

“Si è che non sapevo come chiamarti e nella mia testa ti ho soprannominata cosi…”

“Va beh, grazie per avermi salvato è stato un piacere ciao” disse sbrigativa.

La raggiunsi e la bloccai.

“Che? Non se ne parla, tu resti con me da qui in avanti.”

Mi guardò con un espressione assurda, come se fossi un pazzo furioso.

“Ma figurati” disse con un tono di scherno “ Io vado dove mi pare”.

“Va bene, allora fammi evocare un mostro, cosi dopo te la vedi da sola.”

“No, no, va bene, resto con te, sono Thalia Grace, figlia di Zeus.

“Io Luke Castellan, figlio di Hermes”

Non lo avrei mai ammesso, ma non l’ avrei mai lasciata andare perché non volevo perderla, ormai faceva già parte di me.

  
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