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Autore: _eco    20/08/2011    10 recensioni
{Bonnie Bennett/Caroline Forbes/Damon Salvatore/ Elena Gilbert/ Stefan Salvatore/ Tyler Lockwood}
« Si può sapere perché siamo sei persone in una macchina da cinque posti, con un caldo infernale e infilati nel bel mezzo del traffico? », sbraitò Damon, tentando di trovare una posizione più comoda fra lo sportello e il corpo di Bonnie.
« Shopping », trillò Caroline, voltandosi verso i passeggeri seduti dietro e cominciando a battere le mani allegramente.
« E noi a cosa vi serviamo? », borbottò Stefan, che aveva la testa quasi totalmente appiccicata al finestrino.
« C’è la festa di fine anno lunedì prossimo », disse Elena, premendo il piede sull’acceleratore.
« Ancora non capisco », bofonchiò Tyler mandando il capo all’indietro, contro la testiera del sedile.
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Shopping a sei (in un'auto da cinque posti)
Personaggi: Bonnie Bennett, Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Tyler Lockwood.
Genere: Comico, Commedia, Generale.
Conteggio parole: 2605
Avvertenze: One-shot.
Ultime parole famose: "Oggi sono in vena di divertimento, quindi ho ripescato questa luuunga shot dal mio cellulare, l'ho ricopiata al pc...ed eccola qua! :) "
Altro: Non saprei dire quando è ambientata questa shot. Tenete conto che Bonnie non sta con Jeremy, quindi, o per uno strano caso del destino si sono lasciati...o non stanno ancora insieme xD


Shopping a sei (in un'auto da cinque posti)

Elena cominciò a picchettare con le dita sul volante, in attesa che la macchina davanti a lei accennasse a muoversi. Sbuffò, mandando una ciocca di capelli sulla fronte imperlata di sudore.
« Si può sapere perché siamo sei persone in una macchina da cinque posti, con un caldo infernale e infilati nel bel mezzo del traffico? », sbraitò Damon, tentando di trovare una posizione più comoda fra lo sportello e il corpo di Bonnie.
« Shopping », trillò Caroline, voltandosi verso i passeggeri seduti dietro e cominciando a battere le mani allegramente.
« E noi a cosa vi serviamo? », borbottò Stefan, che aveva la testa quasi totalmente appiccicata al finestrino.
« C’è la festa di fine anno lunedì prossimo », disse Elena, premendo il piede sull’acceleratore.
« Ancora non capisco », bofonchiò Tyler mandando il capo all’indietro, contro la testiera del sedile.
Caroline sbuffò e alzo lo specchietto posto sul tettuccio, cominciando a sistemarsi i capelli.
« E’ risaputo che il parere maschile al momento dell’acquisto aiuta molto », recitò la ragazza, roteando gli occhi.
Tyler soffocò una risata di scherno osservando l’espressione di Caroline riflessa nello specchietto.
« E avete portato noi?  », sillabò Damon, voltandosi a guardare Bonnie: una figura minuta rannicchiata fra lui e Tyler, che se n’era stata in silenzio per tutto il tempo.
« Non guardare me, è stata una loro idea », puntualizzò la ragazza, indicando con lo sguardo le due amiche sedute davanti.
« Magnifico », brontolò Stefan, poggiando il gomito sulla sporgenza dello sportello.
« Non fare così », esclamò Elena stringendo le labbra in un sorriso compiaciuto, quando in lontananza, scorse la grossa struttura bianco perla del centro commerciale.
« Arrivati! », annunciò Caroline poco dopo.
Afferrò la borsetta e si lanciò letteralmente fuori dalla macchina.
Damon aprì di malavoglia lo sportello dell’auto e poggiò un piede sull’asfalto.
« Scendi », gli impose Bonnie, « sono stanca di starmene seduta fra puzza di ascelle e lamentele maschili », aggiunse dopo.
Il ragazzo scese dalla macchina e aprì di più lo sportello per far scendere anche la brunetta.
« Non so voi, ragazzi, ma io non ne posso davvero più di star accanto ad una noiosissima strega », replicò quello, piegando la schiena in un inchino di scherno rivolto a Bonnie.
Quando tutti furono scesi si ritrovarono davanti ad un enorme edificio bianco con una vistosa insegna posta in alto.
« E abbiamo fatto tutta questa strada per…questo? », sbottò Tyler, voltandosi verso le tre ragazze che, in piedi sui gradini, ammiravano le vetrine del negozio.
« Non è questo », ripeté Caroline, imitando il tono del ragazzo, nonostante nella sua voce vi era una notevole nota acuta a lasciar trapelare l’aria di superiorità, « ma questo! », precisò con un tono diverso.
Tyler riuscì benissimo a paragonarla ad una di quelle conduttrici tutte eleganti e con la voce stridula che presentano qualcosa di incredibilmente inutile con l’aria quasi rapita.
« Io non ci entrò lì », protestò Stefan, portando le braccia sul petto.
« Sì che ci entri », concluse Elena, afferrandogli una mano e trascinandoselo dietro.
« Fratello », proruppe Damon, « la tua ragazza ha già delle perfette doti persuasive senza il bisogno di trasformarsi. Buona fortuna! ».
E così dicendo li seguì con rassegnazione. Bonnie si sistemò la borsetta sulla spalla ed entrò anche lei.
« Sei pazza », sbottò Tyler cominciando a fare dietrofront.
« Eh no, tu entri dentro », lo riprese Caroline.
Il ragazzo mugugnò e si lasciò trascinare dentro senza altre proteste da dire.
 

***


 

Elena si fiondò nell’ala destra del negozio, continuando a trascinarsi dietro uno Stefan che non ne voleva proprio sapere di passare il pomeriggio a scegliere fra un vestito e l’altro.
La ragazza sfiorò i lembi di alcuni abitini piuttosto piccoli e aderenti che fecero rabbrividire Stefan.
« Vuoi indossare quelli? », domandò il ragazzo, sembrando improvvisamente a disagio.
« Perché, non ti piacciono? », replicò Elena, corrugando la fronte.
« Mi piacciono, e appunto per questo non voglio che li indossi », spiegò il ragazzo.
« Cos’è, logica contorta maschile? », lo canzonò lei.
« Non voglio che gli altri ti vedano con questo vestito », ammise lui, molleggiando da un piede all’altro, in preda all’imbarazzo.
« Ma smettila! », ridacchiò Elena, rafforzando la stretta sul vestitino.
« Elena? », la chiamò Stefan.
« Sì? », rispose quella distrattamente.
« Stai strappando il vestito », le fece notare lui.
La ragazza sorrise e le guance si tinteggiarono di un rosso pomodoro. Lasciò immediatamente la presa sul tessuto scuro e puntò lo sguardo altrove, pur di non incontrare quello forzatamente serio di Stefan
.

 
***


 

Poco più avanti, Caroline stava rovistando attentamente fra le ultime collezioni esposte, e con espressioni critiche commentava ogni capo.
« Perché mi hai portato qui? Lo sai che odio questi posti », bofonchiò Tyler, ad un passo dal cominciare a piagnucolare.
« Te l’ho già spiegato: il parere maschile conta. E sino a prova contraria tu sei un ragazzo », spiegò  lei, puntando lo sguardo sul moro.
« Ma…», ribatté il ragazzo.
Caroline staccò due grucce metalliche dall’asta e di conseguenza due si pararono davanti agli occhi di Tyler.
« Viola o giallo sole? », lo interruppe lei, stendendosi gli abiti sul corpo.
« Giallo sole  », biascicò quello, seppur con poca convinzione.
La ragazza ci avrebbe messo la mano sul fuoco: Tyler non aveva nemmeno guardato quei due vestiti.
« Ok, prendo quello viola », sentenziò la ragazza, sistemando il vestito giallo al suo posto.
« E la legge del parere maschile? », inveì il giovane.
« L’ho appena attuata  », esclamò Caroline, allontanandosi verso i camerini, seguita dallo sguardo perplesso del ragazzo.
 

 

***



 

Bonnie frugava distrattamente fra alcuni abiti in fondo al negozio e ogni tanto ne prendeva uno, per poi riporlo in mezzo all’ammasso di stoffa ammucchiato un po’ a caso dentro un grosso cesto.
« Che succede? Non hanno le taglie per le streghette rompiscatole? », irruppe una voce maschile e fastidiosamente familiare.
« Damon », bofonchiò la ragazza, ruotando gli occhi in preda all’esasperazione.
« Proprio io », affermò lui.
« Non hai altro da fare? », chiese speranzosa Bonnie.
« Se non sbaglio siete voi che ci avete voluto in mezzo ai piedi », ricordò Damon, alzando un dito davanti al viso di lei, mostrandole la sua solita aria di superiorità.
« E’ stata…», cominciò Bonnie.
«…una loro idea. Certo », completò il vampiro, storcendo la bocca.
Inavvertitamente la ragazza sfiorò il tessuto leggero di un vestito marroncino.
« Questo mi piace », commentò Damon, poggiando lo sguardo sull’abito.
Bonnie lo guardò e inarcò le sopracciglia.
« Sai, ti farebbe sembrare più…», cominciò il ragazzo.
« Non voglio saperlo », esclamò Bonnie disgustata, raggiungendo a passo svelto le amiche nei camerini.
Un sorriso vittorioso nacque sulle labbra di Damon, nel constatare che la ragazza avesse scelto il vestito da lui consigliato.
 

 

***



 

Damon strisciò i piedi sul parquet e raggiunse Tyler e Stefan, seduti su alcune poltroncine senza schienale, e sprofondò sull’unica ancora libera.
« Non credevo che l’inferno avesse pareti color panna e un infinito ammasso di vestiti! », confessò Tyler.
« Voglio uscire immediatamente da qui », concordò Stefan.
« Giuro che anche se usciranno da quei camerini vestite da banane giganti, dirò loro che sono stupende pur di andarmene da questo posto », promise Damon.
Caroline sorrise fra sé, ascoltando la discussione dei ragazzi poco lontani, mentre indossava il suo vestito viola.
Afferrò il cellulare e digitò frettolosamente qualche parola da inviare alle amiche.
“Sento tutto. Sono disperati!”
Fu ciò che arrivò alle due ragazze chiuse nei camerini poco più avanti.
« Siete pronte? », bisbigliò Elena, poggiandosi alla parete del camerino.
« Sì », risposero in coro le altre due.
Con uno scatto metallico si aprirono le porte dei camerini e le tre ragazze si lanciarono sguardi complici prima di farsi vedere dai tre ragazzi.
« Non credo che si siano travestite da banane giganti », disse Tyler, scorgendo il lembo viola del vestito di Caroline.
« No, te l’ho detto che quel vestito non dovevi indossarlo », esclamò Stefan, osservando compiaciuto come il vestitino nero fasciasse il corpo di Elena.
« Può andare. Ti ha mai detto nessuno che il color sabbia nasconde il tuo egocentrismo? », concluse Damon con una punta di sarcasmo nella voce, meravigliandosi di quanto il colore di quel tessuto s’intonasse alla perfezione con la pelle caffellatte di Bonnie.
Le ragazze si sorrisero, nuovamente con quella strana aria di complicità.
« Ora tocca a voi », annunciò Caroline.
« Non credo di capire », mentì Tyler.
« Avanti! Non vorrete andare al ballo in jeans e maglietta? », proruppe Elena, avvicinandosi a Stefan.
« No, no e poi no », esclamò il ragazzo, pur sapendo che con lei era una battaglia persa in partenza.
La ragazza, infatti, ignorò le lamentele del vampiro, e gli strinse la mano.
« Ti prego », lo supplicò arricciando le labbra.
Stefan dondolò la testa, ma poi fu costretto a cedere, lasciando Elena libera di guidarlo al reparto maschile.
Tyler rimase seduto, quasi inchiodato alla poltroncina color crema.
« Muoviti! », squittì Caroline, afferrandogli un braccio e tirandolo su.
« Non voglio », brontolò il ragazzo.
« Sembri un bambino, Tyler. Non mi meraviglierei se scoprissi che tua madre continua a chiamarti Ty cuoricino », lo canzonò lei.
« Ancora con questa storia! », borbottò il ragazzo, seguendo Caroline nell’ala destra del negozio.
Bonnie si appiattì contro al muro, puntando lo sguardo sulle figure geometriche stampata nel pavimento.
« Allora? Vuoi fare di me un bambolotto da vestire? », intervenne Damon.
« Assolutamente no », ribatté con decisione la ragazza.
« Lo so che muori dalla voglia di vedermi con un vestito da ballo che tu hai scelto  », cinguettò il ragazzo.
E così dicendo, Damon si allontanò, seguendo gli altri nel reparto uomo.
« Vengo solo per dimostrarti il contrario! », si giustificò Bonnie andandogli dietro.
Damon sorrise soddisfatto e continuò a camminare, rallentando il passo.
 

 

***

 

Stefan osservò con scetticismo il completo blu scuro che gli stava mostrando Elena.
« Ti starà benissimo. Perché non lo provi? », propose speranzosa.
« Elena », borbottò Stefan.
« Solo per vedere come ti sta », insisté lei, con il suo classico e indiscutibile broncio.
Stefan annuì e afferrò il completo per la gruccia, trascinandosi verso i camerini, sotto l’occhio vigile di Elena.
 

 

***

 

Caroline adocchiò un completo grigio che sfumava in diverse tonalità, da quella più chiara a quella più scura, e lo raggiunse a passo svelto, quasi avesse paura che qualcun altro lo prendesse al posto suo.
« Perché lo fai? », domandò Tyler, seguendola.
« Perché non voglio un barbone come accompagnatore al ballo », rispose semplicemente la ragazza, studiando attentamente la giacca del completo, accertandosi che non vi fossero smagliature.
« Non sapevo che ti avrei accompagnata io », ammise lui.
« L’alternativa sarebbe “Annie-tutta-naso-Brekley” », lo avvertì Caroline, lo sguardo ancora fisso sulla giacca, che ora porgeva a Tyler.
« Allora credo che prenderò “Caroline-tutta-nervi-Forbes” », esclamò il ragazzo, afferrando il completo e rigirandoselo fra le mani.
« Non sono una “tutta-nervi-Forbes” », strillò la ragazza, battendo i piedi sul parquet e mettendo le braccia lungo i fianchi.
« No, infatti », commentò il ragazzo.
« Chiuditi in un camerino e prova questo completo », sillabò Caroline, forzando un tono di voce paziente.
 

 

***

 

« Potresti anche aiutarmi dal momento che ti accompagnerò al ballo », cantilenò Damon.
« E chi lo dice? », domandò con voce stridula Bonnie.
Si avvicinò alla sfilza di abiti impilati sugli scaffali e scelse una giacca nera a caso.
« La logica, Bonnie. Stefan va con Elena. La Barbie con il Lupacchiotto. Rimaniamo io e te », le fece notare il ragazzo, avvicinandosi minacciosamente al viso di Bonnie.
« Allora preferisco andare da sola. E poi tu non frequenti la nostra scuola », replicò la ragazza, arrampicandosi per poter afferrare una camicia bianca.
« Sarà un giochetto da ragazzi infiltrarsi là dentro. Vuoi dire che andresti da sola? », le intimò il ragazzo.
« Esattamente », affermò con decisione lei, lanciandogli la camicia.
« E allora perché avresti perso tutto questo tempo per trovare un vestito adatto al ballo? », insisté Damon.
« Damon, sta’ zitto e vai a cambiarti! », concluse Bonnie, tirandogli i pantaloni neri.
 

 

***


 

« Eccoti », esclamò Elena appena vide l’amica arrivare.
Caroline era seduta accanto a lei, il tacco a puntellare sul parquet.
« Non li pensavo così stressanti », ammise dopo un po’ la bionda.
« Fanno venire un diavolo per capello! », esclamò Bonnie massaggiandosi la fronte.
Stefan allungò un braccio per afferrare la giacca blu.
« Dicono che siamo stressanti », riferì agli altri due, chiusi nei camerini accanto.
« Noi? Ma si sono sentite loro? », borbottò Tyler.
« Spero per Bonnie che abbia abbastanza capelli per i miei diavoli  », scherzò Damon.
Quando le ragazze udirono dei passi avvicinarsi, si alzarono in piedi. Damon, Stefan  Tyler uscirono dai camerini, strisciando le scarpe di malavoglia sul pavimento.
« Te l’avevo detto che ti sarebbe stato bene », disse Elena, osservando come il blu scuro del completo stesse bene alla carnagione cerea di Stefan.
« E’ fantastico! », esultò Caroline, sorridendo nel constatare che il grigio creasse un piacevole contrasto con la capigliatura arruffata di Tyler e con i suoi occhi color cioccolata.
« E tu che mi dici? », proruppe Damon, puntando lo sguardo su Bonnie.
« Che sei sempre il solito pipistrello nero », sbottò la ragazza.
Damon le sorrise appena, in modo che solo lei potesse vederlo.
« Ora possiamo pagare? », intervenne Tyler.
« Un Lockwood che chiede di pagare? La situazione è grave! », sentenziò Caroline.
« Tutto pur di uscire di qui », affermò Stefan.
E così i ragazzi si cambiarono, raccogliendo ognuno il proprio vestito e dirigendosi in fretta verso la cassa. Ascoltarono con pazienza ogni sonoro bip emesso dall’apparecchio elettronico che rivelava il prezzo di ogni capo, mentre un grosso scontrino cominciò a stamparsi. Damon sgranò gli occhi ad ogni numero che leggeva.
« Ci penso io », esclamò.
« No, pagheremo. Oggi è la nostra giornata all’insegna della normalità », gli ricordò Elena, trattenendolo per la manica del giubbotto di pelle.
« Ma non è normale pagare tanto per questi così! », borbottò il ragazzo.
« Si chiamano vestiti, Damon », sospirò Caroline.
« Si chiamano dimagranti per portafogli », la corresse lui.
Poi si avvicinò al cassiere e lo costrinse a battere a metà prezzo ogni capo d’abbigliamento.
« Damon », sillabò a denti stretti Bonnie.
« Tutto fatto », si vantò lui, lisciandosi la giacca.
La strega gli mollò un pugno sul petto.
« E’ un nuovo modo per invitare le persone ai balli di fine anno? », domandò Damon.
« Ti ho detto che ci vado da sola! », chiarì Bonnie ancora una volta.
Il ragazzo alla cassa porse lo scontrino a Stefan, e tutti gli altri si apprestarono a raccattare i propri acquisti e ad uscire dal negozio.
« Niente male quel vestito », commentò Tyler, avvicinandosi a Caroline.
« Niente male quel completo », replicò lei con un sorriso malizioso sulle labbra.
Elena strinse la mano di Stefan e gli sorrise dolcemente.
« Grazie », sussurrò, adagiando il capo sul petto del ragazzo.
 

 

***
 

  Ed entrarono tutti e sei in una macchina da cinque posti, imbucandosi nel traffico cocente di inizio giugno.
Chiusero gli sportelli con forza.
Almeno per quel pomeriggio, erano riusciti  a tener fuori il mondo sovrannaturale, fatta eccezione per quel piccolo giochetto di persuasione.
  

l u l l a b y's space: Salve a tutti coloro che sono arrivati sin qui. Vi ringrazio tantissimo per la lettura :)
Se vi va lasciate un commentino.
Alla prossima ^^
l u l l a b y

  
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