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Autore: Else    20/08/2011    4 recensioni
Si versò da bere, osservando il liquore ipnotizzato.
Poi appoggiò il bicchiere alle labbra e chiuse gli occhi.
Doveva venire a patti con l'idea che sarebbe sempre stato solo.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note:

 

Ok, non è niente di che. Anzi, a me personalmente fa abbastanza schifo.

Ma sono i miei primi lavori, quindi, spero di migliorare col tempo.

Vi consiglio di leggerla con la canzone degli Slipknot “Vermillion pt. 2” in sottofondo.

Che dire, accetto tutto, critiche e consigli.

Alla prossima.

 

-Else.

 

 

 

Vermillion.

..tutto il tormento e il dolore
penetrano e mi ricoprono
farei qualsiasi cosa a me stesso
solo per averla per me.

 

 

Il liquore che gli bagnava le labbra e scendeva lento nella gola, come un fuoco ardente, lo rendeva vivo.

La bottiglia vuota che tremava senza ritegno tra le sue mani, gli faceva capire che era cosciente.

Il dolore che provava, lo riportava alla realtà.

Era solo.

Come sempre tra l'altro.

L'eternità. Che cosa meravigliosa non è vero? L'idea di poter vivere per sempre. Non è grandioso?
Lo è. Lo è davvero. Finchè non comprendi che dovrai trascorrere da solo, la tua eternità.

Lo sapeva bene Damon. Sapeva bene cosa si provava.

Barcollando, si avvicinò alla vetrina per prendere l'ennesima bottiglia. Per prendere una nuova compagna per la notte. L'unica che lo capiva davvero.

Ad un passo da quella, però, le gambe gli cedettero e crollò sul pavimento con un umiliante tonfo.

La vista annebbiata. Le gambe che tremavano.

Odiava le sbronze dolorose.

Odiava tutto. Odiava tutti. Odiava se stesso.

Odiava lei.

Lei che era sempre presente nella sua mente, tanto che riusciva a sentire il suo profumo anche in quella stanza.

Per qualche secondo sentì anche le sue mani accarezzargli i capelli.

Damon.. smettila di bere. Non puoi andare avanti così.”

Aprì gli occhi, lentamente e la trovò davanti a lui.

Elena.

Vattene, non ho bisogno del tuo aiuto.”

Si invece, ma guardati Damon, non ti reggi in piedi.”

Non preoccuparti, starò bene. Tu vai. Vai via, ti prego.”

No, Damon! Non vado da nessuna parte e tu calmati! Sei ubriaco..”

Perchè si preoccupava per lui? Per quale motivo continuava ad accarezzargli il viso e i capelli sorridendo dolcemente, quando tutto quello non lo meritava?

 

Lei è tutto per me
il sogno non corrisposto
una canzone che nessuno canta
l'irraggiungibile
lei è un mito a cui devo credere..

 

 

Elena..”

Appoggiò la testa sulla sua spalla, inspirando a pieni polmoni il profumo della sua pelle.

Per qualche secondo credette di essere felice.

Alzò il viso e in un attimo appoggiò le labbra su quelle della ragazza. In un bacio disperato.

Elena si scostò violentemente e lo guardò con una luce strana negli occhi.

Elena.. ti prego.”
Da quando si umiliava in questo modo?
Forse da quando non aveva più dignità da preservare.

La ragazza si avvicinò al viso del vampiro e gli baciò le labbra. Un bacio piccolo. Quasi infantile.

Poi schiuse le labbra e approfondì il bacio.

Damon accarezzò quelle labbra, toccò quella lingue con estrema lentezza per godersi a pieno quel momento, che per la sua mente, era impossibile stesse succedendo.
Elena strinse le braccia attorno al suo collo. Le mani del ragazzo le accarezzavano la schiena, frenetiche, disperate.

Quando si staccò da lei, per poterla guardare negli occhi, la vide sorridere.
Un sorriso dolce, disarmante.

Elena, io ti amo.”

E in un lampo, il sorriso dal volto della ragazza sparì, lasciando solo un espressione vuota, sofferente.

Ma io amo Stefan. Lo sai.”

Chiuse gli occhi, come colpito da uno schiaffo in pieno viso.

Lo sapeva. Certo che lo sapeva.

Non faceva altro che ripeterglielo.

Quando aprì gli occhi, sentì qualcosa di duro e freddo sotto la schiena.

Il pavimento.

Era sdraiato sul pavimento e la stanza girava terribilmente.

Cercò di tirarsi su facendo pressione sulle braccia.

Per terra, giacevano pezzi di vetro e liquore sparso ovunque.

Nell'aria non c'era nessun profumo particolare. Se non quello degli aromi dei super alcolici.

Era stato tutto un sogno.

Pura illusione. Una scenetta patetica creata dalla sua mente ubriaca di dolore e di solitudine.

Cercando di non badare a quel masso che aveva sul cuore, che gli impediva di respirare, si alzò barcollando in modo indecente.
Appoggiandosi ad ogni mobile che trovava sul cammino, si avvicinò alla vetrina e recuperò una bottiglia piena e un bicchiere intatto.

 

Si versò da bere, osservando il liquore ipnotizzato.

Poi appoggiò il bicchiere alle labbra e chiuse gli occhi.


Doveva venire a patti con l'idea che sarebbe sempre stato solo.


Solo lui, una bottiglia e il suo dolore.

 

ma non lascierò che questo cresca dentro di me
lo ricaccio in gola

lei non è vera
non posso renderla vera..

  
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