Null’altro che follia e infinito piacere.
La tua arma che straziava il corpo di quel bastardo
e ti schizzava sangue sugli abiti e sulla pelle nuda.
Con un crudo lamento il corpo si accasciò ai tuoi piedi.
Quanta soddisfazione… ti leccasti le labbra rosse del sangue del cadavere.
E sorridesti feroce divelgendo la mannaia dal cranio spaccato dell’uomo.
Un moto di nausea ti fece bloccare,
ma subito riprendesti il tuo lavoro.
E, dopo aver messo i pezzi del cadavere in un armadietto marcio,
cominciasti a pulire lapidaria la tua lama.
Con passo funereo ti avviasti poi verso casa,
dove tuo parde, ingaro di tutto, ti aspettava per la cena.