Fanfic su artisti musicali > Avril Lavigne
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Autore: Lizzie_Siddal    20/08/2011    6 recensioni
[Evan/Avril]
(Ieri, oggi, sempre.)
Evan porta ancora una miriade di pacchiani orecchini ad anello, di quelli che andavano di moda negli anni novanta o giù di lì, e su quel pensiero Avril tira un sorriso triste, avvicinando il viso al microfono.
Anche Deryck li portava, chiaro, ma non è questo il punto.
Il punto è che lei, quegli orecchini, li aveva sempre trovati orrendi e non ne aveva mai fatto mistero.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Yesterday, today, always
Fandom: RPF Bandom
Personaggi/Pairing(s): Avril Lavigne/Evan Taubenfeld; hints Deryck Whibley/Avril
Genere: Introspettivo, Angst-fluff
Avvertimenti: flashfic, het, insensataggini, IO BOH NON LO SO
Note iniziali: io ci tengo a specificare che se state leggendo questa roba orribile è tutta colpa di _olly_ , che ha rebloggato una foto di questi due individui su tumblr e me li ha fatti shippare random. E poi “no, ti prego, scrivimi una Evan/Avril!” e io “OMG non so assolutamente nulla di questi tizi, non mi piacciono nemmeno musicalmente e boh io ma cos-...Vabbè #tantoormai” e ottenne l'infausta promessa che ci avrei provato. Basta, vado a scavarmi una buca.



(Ieri, oggi, sempre.)
Evan porta ancora una miriade di pacchiani orecchini ad anello, di quelli che andavano di moda negli anni novanta o giù di lì, e su quel pensiero Avril tira un sorriso triste, avvicinando il viso al microfono.
Anche Deryck li portava, chiaro, ma non è questo il punto.
Il punto è che lei, quegli orecchini, li aveva sempre trovati orrendi e non ne aveva mai fatto mistero.

"Quand'è che te ne libererai?” domandava ad Evan, tirandoglieli uno dopo l'altro, scherzosamente.
Lui ridacchiava, rotolando sul materasso e nascondendo il viso dietro un cuscino per proteggersi dai suoi dispetti.

"Quando la smetterai di chiedermelo” ribatteva divertito, in un ritornello continuo.
La verità è che per quanto quegli orecchini potessero essere osceni, ad Avril in qualche modo piacevano proprio perché li indossava lui - e in fondo gli stavano anche bene.
Perciò lo diceva così, tanto per fracassargli un po' le palle, prenderlo per il culo, farsi notare.
Perché voleva essere il centro del suo universo, a tutti i costi e in ogni momento.
(Ieri, oggi, sempre.)
Guardami, Evan pensa, adesso che lui non è più il suo satellite e i loro cuori sono distanti anni luce, come appartenenti a galassie diverse.
Guardami adesso, pensa più forte, mentre lui imbraccia la chitarra e sorride al pubblico.
Basterebbe solo che Evan la guardasse per un secondo – ma la guardasse davvero, in quel modo speciale che riservava solo a lei.
Come se tutto intorno non ci fosse stato nulla di più irrimediabilmente tenero, stupido, bello e importante di Avril.
Guardami, ti prego.
E poi succede.
Cominciano a cantare insieme – le voci che si sfiorano carezzevoli, nel tempo troppo breve di una canzone malinconica – e Avril può vederlo, finalmente, quello sguardo dimenticato, desiderato, amato, di cui aveva disperatamente bisogno.
(Ieri, oggi, sempre.)

   
 
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