Titolo: It’s only funny, until it happens to you. 
Autore: SunshineEmily
Personaggi: Blair Waldorf; Chuck Bass; Nate Archibald
Rating: Verde
Summary:  Il discorso fu interrotto sul nascere da una voce fin troppo nota e il chiasso inconfondibile di quando qualcuno cerca di buttare giù una porta a sprangate. 
Note dell'autore:    Ecco cosa accade quando il cielo dell'Inghilterra è coperto da una grigia e minacciosa coltre di nubi: arriva l'ispirazione. Sì, ho intrapreso giuto ieri un percorso piuttosto ambizioso e complesso e, intelligentemente, oggi ne avvio pretenziosamente un altro. Sono fatta così, chiedo venia. E' una long-fic, o almeno questa è l'intenzione, sul triangolo Chuck/Blair/Nate, mi ha sempre affascinata e poteva venir sviluppato certamente in modo più accurato dagli autori, ma ormai non mi aspetto più nulla dalle loro grandi e originalissime menti. Un parere è sempre gradito!


 

It’s only funny, until it happens to you. 

Drugs, sex and Blair Waldorf



 

Chuck Bass amava le donne, che fossero bionde, brune o rosse, con capelli lunghi e lisci o corti e ricci, che avessero quaranta o quattordici anni: le amava.
 Le amava sì, erano fonte di estatico piacere, ma amava più se stesso per permettere che una scena come quella alla quale stava assistendo (per l’ennesima volta) potesse mai capitare a lui.
“Oh cavolo, sono fottuto. Sono completamente, permanentemente fottuto. Blair mi ucciderà.”, osservare Nathaniel era sempre stato interessante per Chuck, soprattutto quando qualcosa lo turbava, e in particolar modo se il qualcosa in questione era Blair;  la mano del giovane finiva immancabilmente tra i ciuffi dorati della sua lucente capigliatura e gli spaesati occhi color azzurro pallido si tingevano di puro terrore.
Roba da pazzi, si ritrovava costantemente a pensare Chuck, come poteva quella ragazza tanto minuta quanto insopportabile provocare ogni volta una tale baraonda?
“Cazzo, Nathaniel: datti una calmata, Kinuko e Iku passeranno ore intere qui dentro per restaurare questa suite, più di quante non ne trascorrano giornalmente.”, aggiunse con un sorriso beffardo, offuscato subito dal cristallo del bicchiere pieno per un quarto di liquido ambrato che, da diversi minuti, continuava a scorrere lungo la sua gola, rendendo il bruciore iniziale un cereo ricordo.
“Ma di chi parli?”, domandò confuso il ragazzo mentre raccattava le numerose cartine sparse sul pavimento e nascondendosele ingegnosamente nelle tasche dei jeans.
Chuck alzò gli occhi al cielo e prese a rullarsi una canna, evitando così volutamente di colmare le lacune dell’amico, non aveva proprio il tempo né tantomeno la voglia di tentare di spiegargli invano la questione delle cameriere giapponesi ed il perché conoscesse i loro nomi.
“Amico, ma sei impazzito? Blair sta per entrare in questa stanza e ti accendi una canna? Merda, c’è  puzza di hashish e sesso.”, constatò Nate indossando una nuova camicia e cominciando a spruzzare profumo Hugo Boss per l’intero abitacolo.
“Sarà per la nostra memorabile scopata di ieri sera con quelle due biondine tra una boccata d’aria fresca e l’altra.”, Nate si avvicinò al letto sul quale Chuck riposava in catalessi sottraendogli abilmente la bustina di erba dalla mano.
“Veramente te le sei fatte entrambe tu, io ero in salotto a fumare e giocare ad Halo.”, Chuck si passò le mani sul viso con evidente rassegnazione.
“Come dimenticare il tuo voto di castità, Nathaniel. Hey, dove vai con quella roba?”, urlò, gli occhi preoccupati ed intenti ad osservare la figura di Nate sparire dietro la porta bianca del bagno.
Non oserebbe, poi il rumore dello sciacquone e la comparsa del volto di Nate visibilmente più rilassato.
“Dimmi che ti sei fatto un mega cannone e non hai gettato seicento dollari di roba nel cesso, ti prego.”,  Chuck pronunciò quelle parole cercando di ostentare un autocontrollo che lo stava abbandonando.
“Senti mi dispiace Chuck, te la ripagherò, ok? Pensa cosa sarebbe potuto accadere se Blair l’avesse trovata!”, a quel punto Chuck non potè esimersi dal tirare giù qualche imprecazione.
“Blair, Nathaniel? Seriamente? Hai buttato il mio fumo per timore della reazione che avrebbe potuto avere la tua fidanzatina bigotta? Cosa cazzo ti è passato per il cervello?!”
“Ti ho detto che te la ripago, Chuck. Adesso datti una calmata e magari fatti una doccia, puzzi di alcol e non credo che Blair..”
“Blair niente, Nathaniel. Blair, niente. Tua la ragazza, tua la sciagura! E poi spiegami per quale fottuto motivo sta venendo qui, nella mia suite. Avessi almeno intenzione di deflorarla cazzo, sarei più che onorato di lasciarti la camera, ma visto che la Regina Vergine è intenzionata a rimanere con le gambe sigillate, fammi capire: perché dovete venire a interrompere la mia serata di perdizione?”
“Tu sei costantemente perso Chuck, magari per dieci minuti potresti ritrovare la retta via”, consluse Nate con aria stordita, forse non era completamente sicuro di ciò che aveva detto nemmeno lui ed evidentemente l'effetto dell'hashish non l'aveva ancora abbandonato.
“Cos’è ti sei mangiato un Vangelo? Ah giusto, dimenticavo che tra i vostri passatempi preferiti c’è Leggere la Bibbia insieme …”, il discorso fu interrotto sul nascere da una voce fin troppo nota e il chiasso inconfondibile di quando qualcuno cerca di buttare giù una porta a sprangate.
“Nate, so che sei lì dentro. Apri immediatamente questa porta o ti giuro che la sfondo!”
Nate guardò Chuck negli occhi con aria allarmata.
“Ah, lascia perdere, fatti uno Xanax. Vado io.”, disse dirigendosi verso la porta con passo strascicato e piuttosto instabile per via dei fiumi di alcol che scorrevano nelle sue vene.