“Tappati
quel forno!” l’urlo
del cantante risuonò acuto ed irritato.
Era
in piedi, con l’asta
del microfono stretta tra le mani pallide e guardava minacciosamente
l’uomo che
aveva designato come sua vittima: “Ti conviene sparire
immediatamente se non
vuoi che usi quest’asta in modo poco consono.”
Ma
questa volta Tim non
era disposto a battere in ritirata: “Ma non è
giusto Jared!” si lagnò.
“Signor
Leto per te!” strillò
l’altro agitando i bei capelli tinti di nero: sembrava
sull’orlo di una crisi
di nervi tanto era pallido e arrabbiato.
“Avanti
Jay, calmati.” Intervenne
Shannon con il suo miglior tono da pacifista: “Cosa ti costa
integrarlo, è un
sacco di tempo che praticamente lo sfrutti senza dargli niente in
cambio.”
Il
minore si trattenne a
stento dal prenderlo a schiaffi: “Siamo ad Agosto, non a
Natale, non faccio
regali così per cosà!”
Sembrava
a dir poco
furibondo: non sopportava Tim per il semplice fatto che aveva preso il
posto di
Matt.
Matt.
Il Matt che lo aveva
mollato senza tanti preamboli, lo stesso che aveva persino abbandonato
la band.
Jared
aveva sofferto
molto, ma poi era arrivato quel Farrell, l’irlandese con cui
aveva girato
Alexander e che Shannon non conosceva ancora e le cose erano migliorate
a
dismisura.
Jay
amava lui e lui amava
Jay, ma il ricordo dell’abbandono di Matt persisteva e Tim
era il povero cristo
che doveva sopportare la sua rabbia.
“Io
propongo un accordo.” Fece
Tomo colpito da un idea improvvisa e geniale: “Una
scommessa.”
Tim
annuì entusiasta e
persino il cantante acconsentì: gli era sempre piaciuto il
gioco d’azzardo.
Sarebbe
stato il bassista
a scegliere i termini della scommessa visto che partiva svantaggiato
contro la
mente diabolica dell’altro, quindi avrebbero dato inizio al
“gioco”.
Tim
tacque per qualche
minuto, camminando avanti ed indietro con espressione concentrata;
quando
finalmente si voltò verso il nemico sorrideva raggiante convinto di aver
trovato il piano
perfetto: “Tra due giorni andremo in Francia per un concerto
vero? E se non
sbaglio staremo da un amico di Tomo…”
Lui
annuì e il bassista
riprese euforico: “Se tu, nella settimana che staremo da lui
riuscirai a farlo
innamorare di te io smetterò di rompere, in caso contrario
diventerò membro
ufficiale della band.”
“Ma
è fidanzato… con una
DONNA.” Ribatté Jared inarcando un sopracciglio:
“E la ama moltissimo.”
“Lo
so. Non è che devi
spingerlo a tradirla, non del tutto comunque. Solo una cosa
innocente…”
“E’
un po’ da stronzi…”
l’espressione
di Jared si sciolse nel sorriso dolce che rifilava alle fan per
nascondere
quanto sapesse essere perfido: “Mi piace.”
***
Parigi
splendeva anche di
notte: le luci argentate rilucevano allegre come le mille stelle che
punteggiavano il cielo scuro.
Tomo
parcheggiò di fronte
alla bella villetta in mattoni dove avrebbero passato
un’intera settimana.
“Avanti
Jay, vuoi proprio
farlo?” Shannon non approvava la scommessa che il fratello
aveva fatto con il
bassista: “Perché vuoi rovinare l’amore
fra Henry e la sua fidanzata?”
“Non
farò niente di tutto
ciò, Shan! Sarà solo un gioco e una volta che me
ne sarò andato per loro
tornerà tutti normale.” Ribatté lui,
gli occhi che brillavano di divertimento.
Shannon
decise di giocare
l’ultima carta che gli era rimasta, dopo di quello non
avrebbe più saputo cosa
fare: “E non pensi a quell’irlandese? Cosa direbbe
se lo scoprisse?”
Il
cantante gli sorrise
dolcemente: “Cole sa già tutto, l’ho
chiamato il giorno stesso che ho accettato
la scommessa e ha detto che per lui va bene, basta che non me lo porto
a letto,
cosa che non ho minimamente intenzione di fare. Ha detto di tenerlo
informato e
di fare il bravo.” Scese elegantemente dalla macchina ed
iniziò ad urlare
dietro a Tim per fargli scaricare le valige.
Shannon
si volto a bocca
aperta verso Tomo, sconvolto, che gli sorrise appena sussurrando:
“E’ tuo
fratello, dovresti conoscerlo…” quindi corsero
entrambi a salvare Tim dopo un
urlo alquanto isterico di Jared.
Henry
aveva la stessa età
del maggiore dei Leto ed era un uomo definibile
“belloccio”: capelli corti
castani, occhi verdi e labbra piene.
Era
abbastanza palestrato,
alto e magro… il tipo uomo da non buttar via a priori.
Li
accolse calorosamente
insieme alla fidanzata, una moretta molto carina e li invitò
ad entrare.
“Ciao
Henry…” lo salutò
Tomo abbracciandolo mentre Shannon tentava invano di salvare Tim dalle
grinfie
del fratello.
“Lui
è Tim.” Riprese lievemente
imbarazzato: “Shannon è quello che sta cercando di
calmare la belva famelica
del nostro cantante, che è…”
“Hitler.”
Lo interruppe
Tim con un sorrisetto indecifrabile.
L’americano
si liberò
dalla presa del fratello e tese la mano a Henry sorridendo radioso:
“Mi chiamo
Jared, ma puoi chiamarmi Jay.”
Sia
Henry che Charlotte,
la sua fidanzata, rimasero un attimo stupiti dalla bellezza del
ragazzo: Jared
era bello per natura, ma con il tempo aveva imparato a rendersi
perfetto, tanto
perfetto da sembrare inumano e di sicuro non passava inosservato.
Era
un buon inizio: Jared
sorrise maggiormente mentre Tim sbuffò.
Accidenti,
non poteva
perdere!
“Bene…”
fece Henry
battendo leggermente le mani: “Fate come se foste a casa
vostra!”
Erano
le 23.30 e quindi il
padrone di casa mostrò loro le stanze degli ospiti: la villa
era talmente
grande che ne avevano una a testa!
Le
pareti erano di un
bianco candito, immacolato, come le lenzuola dei letti situati a fianco
di una
porta finestra che dava sul giardino.
In
ogni stanza c’era un
armadio, una scrivania e una semplice lampada che produceva una luce
lievemente
giallastra, calda.
“Wow…”
sussurrò Shannon
affascinato.
“Vi
piace?”
“E’
meraviglioso… grazie.”
La voce di Jared era leggermente più bassa del solito,
calda, e il ragazzo non
la smetteva un attimo di sorridere dolcemente.
Charlotte
arrossì di botto
e Tomo lanciò un’occhiataccia al cantante, che
guardava intensamente Henry
ignorando completamente la ragazza.
Il
francese non riusciva a
staccare i propri occhi verdi da quelli color ghiaccio
dell’altro, che non
mancò di sorridergli sensualmente abbandonando la dolcezza.
Il
maggiore arrossì
distogliendo a fatica lo sguardo e Jared si mise tranquillamente a
commentare
la stanza, come se non fosse successo niente.
Alla
fina ognuno si
diresse nella propria stanza, ma Shannon non poté
trattenersi dal lanciare un’occhiataccia
al fratello, che sollevò le spalle con aria innocente.
Appena
rimase solo afferrò
il proprio blackberry, si buttò sul letto e
messaggiò a lungo con Colin.
Il
suo fascino aveva fatto
presa: sarebbe stato persino più facile di quello che
pensava.
***
Il
concerto era appena
finito ed era quasi l’una di notte.
I
30stm erano arrivati in
Francia da tre giorni, quindi gliene rimanevano altri quattro per
rilassarsi
prima di tornare a Los Angeles, dove li attendeva un altro concerto.
Arrivarono
alla villa alle
due e si fiondarono direttamente alle loro stanze, ma Jared si
fermò un attimo
in cucina per bere un bicchiere d’acqua.
“Jay…”
Il
ragazzo si voltò e per
poco non sputò l’acqua quando vide Henry
appoggiato allo stipite della porta.
Ma
non fu quello il
problema: indossava solo degli slip neri, aderenti.
“Devo
stare calmo!” pensò
Jared e riuscì persino a sfoggiare uno dei suoi sorrisi
migliori; Henry gli si
avvicinò: “Com’è andato il
concerto?”
“Bene
grazie… è stato
divertente.”
“Fa
caldo vero?” Henry era
sempre più vicino, parlava con voce leggermente roca.
“Siamo
in estate… e devo
dire che è proprio un’ estate
meravigliosa.” Jared rise mentre accendeva dietro
la schiena la telecamera del blackberry.
Il
francese lo guardò e
per un attimo ebbe paura: un brivido freddo gli percorse la schiena,
come un
avvertimento.
“Allora…”
ora anche il
cantante aveva abbassato la voce, aveva una scommessa da vincere dopo
tutto: “E’
molto bella casa tua.”
“Ah-ah…”
Henry non lo
stava ascoltando minimamente: “Anche tu sei molto bello
Jay…” senza dargli
tempo di rispondere il maggiore lo attirò a sé,
baciandolo e lui lo lasciò
fare.
Era
fatta.
Poi
qualcosa andò storto:
Henry lo aveva afferrato per le cosce, sbattendolo poco delicatamente
sul
tavolo, e fece scorrere le mani sulle sue gambe, sotto la maglietta per
poi
farle scivolare sotto i pantaloni.
Evidentemente
aveva in
mente qualcosa di più di un tradimento innocente.
Jared
non poteva
permetterlo: si divincolò e riuscì ad
allontanarlo da sé, quindi scappò e si
chiuse nella sua stanza; fece appena in tempo ad afferrare il
blackberry.
Fermò
il video e lo inviò
a Tim (una scommessa è sempre una scommessa”
quindi chiamò Colin.
“Jay…
perché mi chiami di
notte?” gli rispose con voce strascicata
l’irlandese.
Lui
gli raccontò tutto d’un
fiato: “Aveva paura Cole. Tanta.”
“Tranquillo
piccolo.” Fece
l’altro ormai perfettamente sveglio: “Prendi il
primo volo per l’Irlanda e
vieni da me.”
“Lo
farò.”
Fine
della conversazione.
Jared
prese un respiro
profondo, uscì sgattaiolando dalla stanza e si
infilò in quella di Shannon,
come quando erano bambini e cercava conforto dopo qualche incubo.
Svegliò
il fratello (che
era caduto addormentato ancora vestito” e lo
abbracciò d’istinto.
“Jay,
cosa è successo?”
E per
la seconda volta il
cantante raccontò velocemente l’accaduto; tremava
ancora.
“Fratellino
per tutti
questi giorni lo hai provocato.” Sussurrò con
dolcezza Shannon, tenendolo
stretto: “E’ logico che lui abbia
reagito.”
“Non
credevo che avrebbe
reagito così…”
“Proprio
non ti rendi
conto della tua bellezza, Jay… non tutti riescono a
trattenersi.”
Rimasero
un attimo in
silenzio, quindi il maggiore chiese: “Hai inviato il video a
Tim?”
Jared
annuì piangendo
silenziosamente: “Matt era il bassista e mi ha tradito, mi ha
abbandonato. Ho paura
che quando diventerà ufficiale mi tradirà anche
Tim, mi abbandonerà e io non
posso soffrire ancora…”
“Non
c’è fretta… quando
sari pronto le cose cambieranno… intanto hai vinto, ti
lascerà in pace per un
po’!” Shannon lo guardò sorridendo:
“Ora prepara le valige e va’ dal tuo
irlandese. Vuoi che ti accompagni in aereo porto?
“No
grazie. Prendo un
taxi.”
***
La
mattina seguente Tim
vide il video e per poco non si mangiò le mani, ma poi
Shannon entrò nella sua
stanza.
Non
chiese più a Jared di
farlo diventare membro ufficiale della band.
“Dov’è
Jared?” chiese
invece Henry, confuso.
“In
Irlanda, dal suo
fidanzato. Proprio come tu sei qui con la tua ragazza.” Gli
rispose secco Tomo
ed il francese capì che sapevano tutto.
Non
rivide più l’americano.
***
Jared
arrivò in Irlanda
alle 8.30 e trovò Colin ad aspettarlo in aereo porto.
“Mi
ha chiamato tuo
fratello…”
Jay
corse ad abbracciarlo.
“Tranquillo
piccolo, va
tutto bene. Ora sei con me. Almeno hai vinto.”
Il
cantante gli lanciò un’occhiata
di sbieco, ma scoppiò a ridere imitato subito
dall’altro.
E da
quel momento le cose
poterono solo migliorare.