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Autore: Hurricane_lexis    20/08/2011    2 recensioni
"Non potevo perdere tempo. Dovevo raggiungerlo prima che partisse. Dovevo chiedergli scusa per il modo in cui mi ero rivolta a lui. Dovevo esternargli i miei sentimenti, anche se ciò significava perderlo per sempre come amico."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Secondo capitolo. Altre emozioni. Non voglio suggerirvi nulla, ma vi consiglierei di ascoltare due canzoni che mi hanno molto ispirato per questo secondo capitolo. Si tratta di "In his touch" di Celine Dion e "Nothing lasts forever" dei Maroon 5. Chi già le conosce sa di cosa parlo. Sono molto curiosa di ascoltare i vostri commenti e critiche. Sono bene accetti entrambi. è importante per me il vostro parere. Beh, cos'altro dire. Buona lettura e stay tuned!


La guardai per un attimo. Aveva un non so cosa di familiare.
« Oh, mi scusi. Credo di aver sbagliato appartamento.» Risposi stranita. Così feci per andarmene.
« Emma, chi è alla porta?» Quella voce. Quella voce così familiare mi piombò addosso con violenza, come se fossi stata travolta da un grosso macigno . Non poteva essere lui. Mi voltai nuovamente verso la porta sulla quale era rimasta la ragazza bionda. Alle sue spalle comparve Jared, a torso nudo e con indosso solo un paio di pantaloni.
Ecco chi era quella ragazza. Era Emma, la manager del gruppo. Fu come una doccia fredda per me e, quando i nostri sguardi s’incrociarono, sentii crollare la terra sotto i miei piedi e in quell’istante volevo solo sprofondarci dentro. Mi passarono per la testa milioni d’immagini e pensieri, ma nessuno che servisse a spiegare quella situazione, né tanto meno ciò che stavo provando.
« Charlie» Sussurrò Jared, anche lui senza parole. Mi si era mozzato il fiato. Volevo solo sparire. Indietreggiai.
« Charlie, aspetta! Ti prego, lasciami spiegare. Non é come credi …» Jared superò Emma e tentò di avvicinarsi tendendomi la mano che, per qualche secondo, sfiorò la mia spalla. Mi scansai e tornai a respirare in modo irregolare.
« I … io devo andare.> Mi voltai, dandogli le spalle. « Che stupida che sono stata.»
« Charlotte, per favore …» Insisteva lui, fermandomi per il braccio. Mi scrollai nuovamente la sua mano di dosso, mentre nuove lacrime, questa volta di delusione e dolore, si affacciavano ai miei occhi. Cercai con tutta me stessa di trattenerle, ma fu molto difficile.
« No, Jay. Lasciami. Ho sbagliato tutto. Peccato che solo ora me ne sia resa conta.»
« Che cosa vuoi dire con questo?» Chiese Jared, confuso.
« Nulla.» Quella fu la mia ultima parola. Scesi le scale e andai via. Lui provo anche a inseguirmi, ma purtroppo mi conosceva più di chiunque altro, come io conoscevo lui. Sapeva che sarebbe stato inutile.
Tornai a casa e trovai Sarah, la mia coinquilina.
« Hey, Charlie! Già sei qui? Com’è andata?» Chiese appena mi vide sulla soglia.
La guardai con gli occhi lucidi, ma non avevo ancora versato una lacrima. Feci spallucce. « Non è andata.» Le risposi e mi diressi nella mia stanza.
 



« Ma dico io, sei proprio un idiota!» Shannon cominciò a urlare come un matto, facendo su e giù per tutto il mio appartamento. « Come hai fatto a cascare in un fraintendimento del genere?»
« Shan, per favore non urlare. Ho un forte mal di testa.» Dissi disteso sul divano, portandomi la mano alla tempia.
« Beh, forse è quello che ti meriti, mio caro fratello.» Mi disse sedendosi accanto a Tomo sull’altro divano.
« Shannon, basta. Lascialo in pace. Non vedi come sta? Non credo abbia bisogno anche della tua predica.» Disse Tomo, appoggiandomi.
« Chissà cosa avrà pensato Charlie quando avrà visto me ed Emma in quella situazione.»
« Beh, avrà pensato ciò che avrebbe pensato chiunque si sia trovato di fronte ad una scena del genere. Probabilmente avrà creduto che tu ed Emma abbiate fatto sesso.» Commentò nuovamente mio fratello.
« Oh, merda. Sono proprio un coglione!» Esclamai, disperato.
« Hai provato a parlarci almeno dopo l’altro giorno?» Mi chiese Tomo.
Mi alzai dal divano e tornai a sedermi. « Provato? Sono giorni che la tempesto di chiamate, messaggi, e-mail nelle quali le spiego come sta la situazione. Ma niente. Conoscendola, non credo nemmeno che le abbia lette.» Ero davvero sconsolato. Avevo rovinato tutto per uno stupido malinteso.
« Sei andato da lei?»
« Certo. Ma l’amica con cui vive non mi permette nemmeno di entrare. L’ho attesa anche all’uscita dall’ufficio, però …» Mi fermai con il racconto. Ebbi un attimo di esitazione.
« ”Però”?» Incalzò subito Shannon.
« Non ce l’ho fatta. Appena ho provato ad avvicinarmi, si è riaffacciato alla mia mente il ricordo della sua espressione ferita di quell’istante. Perciò sono tornato indietro. Sono un codardo, lo so. Eppure ragazzi, ve lo giuro, non so cosa mi succede. So solo che non voglio perdere Charlie. È troppo importante per me.» Mi presi la testa tra le mani e cercai di non disperare.
« Jared, qualsiasi cosa possiamo fare per te, basta chiedere.» Mi sorrise Tomo, molto comprensivo.
Poi guardammo entrambi Shannon, il quale non si era ancora espresso.
« Sì, fratello. Sai che saremo sempre qui per te. Però prima che tu possa dire o fare qualsiasi cosa, è necessario che ti schiarisca un po’ le idee. In fondo immagina come ora si possa sentire Charlie. Sarà confusa dal tuo comportamento, giustamente. È amore quello che provi con lei? E poi sei davvero sicuro che allontanandoti da lei riuscirai a capire cosa provi?» Shannon era sempre disponibile ad aiutarmi, ma le sue domande mi opprimevano il cervello.
« Non lo so. Però c’è qualcosa che potreste fare per me.» Dissi, riflettendo su ogni mia parola.
« Spara!» Esclamò Tomo.
In quell’esatto istante arrivò anche Emma.
« Salve, ragazzi!» Ci salutò tutti con entusiasmo. Poi si sedette accanto a me e mi abbracciò. « Ciao Jay!» Un abbraccio piuttosto caloroso, direi. Intanto osservavo che Tomo e Shan si lanciavano sguardi strani.
« Ciao, Em!» ricambiai il suo abbraccio.
« Allora, perché mi hai chiamata?» Mi chiese appena ci dividemmo.
« Dimmi.» Disse lei con espressione rilassata.
« Volevo chiedere a te e anche a voi ragazzi,» Mi rivolsi anche agli altri due ragazzi. « se esiste una remota possibilità di spostare il tour di qualche giorno, almeno finché non riesco a risolvere questa situazione.»
Emma aggrottò le sopracciglia. Non era un buon segno.
« Cosa? Ma dì un po’, sei impazzito?!» Il tono di Emma era notevolmente alterato.
« Lo so, è una pazzia. Ma non posso partire proprio ora.> Spiegai.
« No, secondo me la vacanza ti ha dato alla testa. Sai quante persone hanno già acquistato il biglietto? Milioni! Per non parlare del fatto che abbiamo già rimandato il viaggio e rischiamo che si accavallino le date.»
« Lo so, Em. Ma, per favore, ho bisogno di questi giorni.»
« Non puoi rimandare?»
« No. Non posso. È urgente!» Esclamai, nuovamente in preda alla disperazione.
« Jay, mi spieghi cosa devi fare di così importante da rimandare le date del tour.»
Non risposi, la guardai solo negli occhi. Lei capì al volo.
« È per quella ragazza?»
Annuii.
« Ma lasciala perdere! Vai avanti. È giusto che tu ti guardi intorno e cerchi qualche altra ragazza. Se non ti ha lasciato spiegare, si vede che non tiene realmente a te.»
Non capivo perché le parole di Emma erano così aggressive. Non l’aveva mai sentita parlare così.
« Emma, ma cosa cavolo dici? Dovresti incoraggiarmi.» La rimproverai.
La ragazza sospirò e cercò di calmarsi. « Scusa. Non so cosa mi sia preso.» Accennò un sorriso. « Voi ragazzi, che ne pensate?» Si rivolse poi a Shannon e Tomo.
Si guardarono per un secondo, poi espressero la loro opinione. « Per noi non c’è alcun problema. Magari qualche altro giorno in più di riposo può aumentare le nostre prestazioni sul palco e giovare al tour.» Analizzò in modo perfetto Tomo.
Emma pensò per qualche minuto. Poi si voltò nuovamente verso di me e si alzò dal divano.
« Jared, non so. Ti faccio sapere entro la serata. Devo fare un paio di telefonate. Ora vado. Ciao ragazzi!» Salutò Emma e, con fare molto misterioso, uscì di casa.
Io e gli altri ragazzi ci guardammo perplessi.
« E ora cosa avrà in mente?» Domandò Tomo.

 


« Charlie, io vado. Torno tardi stasera, okay?» Urlava Sarah dal piano di sotto. Così scesi giù a salutare la mia amica.
« Okay, ricevuto. Non ti aspetto per cena.»
« Sei davvero sicura di non voler venire come me? Una serata in discoteca ti farebbe bene. Ormai sono giorni che fai casa- ufficio. Oltretutto il dj sarà Antoine Becks. Dai, ci sarà da divertirsi!» Esclamò entusiasta.
« No, Sarah. Davvero, non mi va. Non sono in vena di discoteche oggi. Finirò il bozzetto che ho cominciato per il lavoro, poi ordinerò una pizza e mi fiondo sul divano a vedere un film.» Le dissi, serena.
« Okay, amica. Allora buona serata!» Mi augurò Sarah. Ci salutammo e lei uscì.
Tornai di sopra per terminare il mio lavoro. Dovevo finirlo in tempo. Ormai mi ero gettata a capofitto nel lavoro per non pensare. Paradossalmente il lavoro era la mia distrazione e, per fortuna, fare la fashion designer era stato sempre un mio sogno.
Verso le 19:00 chiamai la pizzeria per farmi portare una pizza. Mentre sceglievo il film da vedere, sempre eternamente indecisa tra commedie strappalacrime oppure horror, bussarono alla porta.
« Non è possibile. Cinque minuti fa ho chiamato per la pizza, non può essere già qui.» Dissi tra me e me, mentre mi dirigevo alla porta.
Bussarono nuovamente. « Un attimo!» Urlai spazientita.
Aprii la porta.
« Ciao. Disturbo? Posso rubarti qualche minuto? Dovrei parlarti.»
Emma era l’ultima persona che mi aspettavo venisse a bussare alla mia porta. 
   
 
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