Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Lambo566    21/08/2011    1 recensioni
[Iscritta al concorso "One-Shot dell'estate"]Bevemmo, festeggiammo, facemmo festa. La mia fu probabilmente la casa più rumorosa di tutta Londra, quella sera. La mattina dopo, mi svegliai da solo, con un gran mal di testa e addosso solo il gonnellino di mio fratello Scozia. Eppure ero felice. Io, in quel momento, io, che avevo comandato il mondo, che lo avevo odiato, e che gli avevo fatto guerra, mi sentivo in pace con esso. Volevo rivivere ancora e ancora quei momenti. Ma ero uno stupido. Ero uno solo uno stupido, poiché avevo creduto davvero che quella serata sarebbe durata per sempre.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'estate è finita, la guerra no.

 

2 Settembre 1945. Giappone si arrende ufficialmente alle forze alleate , come avevano fatto poco tempo prima Germania ed Italia. Le potenze dell'asse vennero ufficialmente sconfitte, e noi alleati liberammo definitivamente il mondo dalla loro minaccia. Ricordo ancora quella sera di pochi anni fa , quando io, Alfred, Cina, Russia, Francia, Mattiew e tutti i nostri alleati rientrammo ciascuno nei propri confini. Non feci in tempo a mettere piede in quella mia casa ,che stranamente ,non aveva ceduto ai bombardamenti, che mi ritrovai addosso una valanga di coriandoli. Il piccolo Peter, Mattiew, Alfred, Françis, e tutte le mie varie colonie e fratelli erano lì ad accogliermi. E quando chiesi il motivo di tanto disturbo (disturbo per la mia già stremata pazienza) la loro risposta fu piuttosto semplice:

 

< Abbiamo vinto. Se non festeggiamo , che vittoria è? >

 

Avevano ragione. Da quando eravamo tornati, non avevamo ancora fatto festa. Ed era pure fine estate. Sarà forse che, dopo aver visto tante guerre , anche la voglia di festeggiare se ne era andata. Eppure , anche ora che è passato tanto tempo, non riesco a negare un fatto indiscutibile. Ero felice. Per quanto mi tenessi distaccato dai presenti, per quanto mi gettassi sull'alcool, rispondendo sgarbatamente, ero felice, felice di vedere queste giovani nazioni, venute dopo di noi, e già così determinate. Alfred per primo. Credevo che, almeno in quel frangente, avremmo potuto essere liberi di bere tranquillamente, senza dover pensare a nulla. Era incredibile , sembrava un sogno. Anche Françis sembrava essere d'accordo con me. Bevemmo, festeggiammo, facemmo festa. La mia fu probabilmente la casa più rumorosa di tutta Londra, quella sera. La mattina dopo, mi svegliai da solo, con un gran mal di testa e addosso solo il gonnellino di mio fratello Scozia. Eppure ero felice. Io, in quel momento, io, che avevo comandato il mondo, che lo avevo odiato, e che gli avevo fatto guerra, mi sentivo in pace con esso. Volevo rivivere ancora e ancora quei momenti. Ma ero uno stupido. Ero uno solo uno stupido, poiché avevo creduto davvero che quella serata sarebbe durata per sempre. Cedetti alle lusinghe dei bei momenti , e persi completamente la mia fredda consapevolezza di ciò che avveniva attorno a me. Non credevo che Alfred fosse diventato così smanioso di potere. Avrei dovuto capirlo. Capire che era diventato come me. E , purtroppo, lo capii solo anni dopo. Alfred si proclamava eroe. Per Alfred, Russia era il male. E Russia voleva solo dei gioccattoli nuovi, quelli ottenuti con il patto di Varsavia non gli bastavano più. Ma era diverso. Russia era un bambino che non conosceva la differenza tra bene e male. Alfred, invece, la conosceva bene. Ma la sua mente , corrotta dal desiderio di sopraffare il suo avversario , si rifiutava di ricordare questa differenza. Quei due non erano che carri armati, pronti a sparare l'uno sull'altro. E io assistevo impotente dinnanzi a ciò. Le prime vittime della loro sete di potere furono i due fratelli della Corea. Vennero divisi e costretti ad odiarsi reciprocamente. Falsamente, per il mondo, fu come se non fosse successo nulla. Tutti continuavano a vivere la lorio vita, a giocare e festeggiare nell'ignoranza. Cose che io avevo stupidamente in quell'estate del 45. Era bastato un mio momento di debolezza per permettere al mondo di collassare. Non bastò dividere due fratelli. Quella mossa era di Russia, ora stava ad Alfred muovere un pezzo della scacchiera. E fece la mossa peggiore che potesse fare. Vietnam, la meno interessata alle loro faide , fu la preda di Alfred. Fu dilaniata , spezzata, ferita a morte , il suo popolo spaccato a metà. E era tutta colpa sua. Ed io, questa volta , mi rifiutai di prendere parte ad una strage. Per quanto fossi suo fratello, mi rifiutai di diventare un mostro. Ma purtroppo non bastò un mio pugno in faccia a convincerlo che era una follia.

 

< Guarda >

< … Che cosa ?>

< Guardala! >

< … >

 

Alfred, su una sedia a rotelle. Vietnam in un letto d'ospedale. La mascherina alla bocca, gli occhi chiusi. Cina , che l' ha presa in custodia, parla di coma cerebrale. Per quanto sia stata una strage da entrambe le parti, Vietnam subì sicuramente danni non trascurabili. Danni le cui entità non sono neanche citabili, data la loro portata. Non si sa nemmeno se si riprenderà.

 

< … Io … Io non posso … >

< Sei stato tu ad averla ridotta così. E lo sai benissimo... >

< NON E' VERO! >

< Vuoi forse negare di aver fatto una inutile strage? Vuoi forse negare di aver ucciso milioni di persone inutilmente? >

< … >

< RISPONDI!!! >

< … Io... snif... Io non... >

< TU COSA!? Hai fatto una strage! Hai commesso un inutile genocidio! Germania e Italia almeno ebbero il coraggio di prendersi le loro responsabilità! E tu, che ti eri proclamato l'eroe del mondo , ora cominci a compiere azioni simili!? Non sei diverso da Russia! >

< … Ngh... Mi dispiace... Mi dispiace... >

 

Alfred, sporgendosi, le afferrò la mano con dolcezza, come si fa con una persona cara. Sospirai, per poi appoggiargli una mano sulla spalla. Spostai poi gli occhi su una finestra , lì vicino. Dava sul mare. Ma il mare era mosso, sporco e minaccioso, così come i fulmini che si vedevano in lontananza.

 

< … Per ora lascia stare. Quando si riprenderà, avrai tutto il tempo di scusarti. Vedrai che in qualche modo, risolveremo tutto...>

 

Era il due Settembre 1975. La guerra del Vietnam era finita da tre mesi, e ancora non si contavano i morti. Un'altra estate era appena finita , ma questa volta, a differenza di trent'anni fa, non c'era nulla da festeggiare. E stavolta, non c'erano nemmeno abbastanza tombe su cui piangere

______________________________________________________________________________________________

Le mie uniche paure sono quelle di essere andato un po' OOC (per questo ho messo l'avvertimento) e un po' troppo fuori tema. Vi giuro, ho fatto del mio meglio. Per un mese ho cercato di scrivere qualcosa di decentemente comico. Non ci sono riuscito. Ancora una volta mi rifugio nel drammatico. Spero abbiate apprezzato questa piccola opera dedicata alla strage del Vietnam scritta all'ultimo minuto, e vorrei che la prendeste come un invito ad essere sempre informati, a godervi la vita senza però fare finta di non vedere ciò che realmente succede dietro ciò che il mondo vuole che vediamo.
Grazie di tutto
Lambo566

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Lambo566