Era una domenica qualunque, nessun
caso da risolvere da qualche giorno. Calma piatta.
Venerdì mattina Castle era passato
come sempre a fare un salutino alla detective. Le chiese se avesse qualche
impegno per la domenica che stava per giungere. Lei, un attimo imbarazzata a
quella domanda, rispose con un no, ma il suo balbettio tradiva la sua emozione.
Chissà che cosa aveva in mente lo
scrittore.
Arrivarono in quel momento anche gli
altri due detective, e Castle pose loro la stessa domanda che aveva fatto
qualche minuto prima a Beckett.
Lei sentì qualcosa dentro di sé
spezzarsi: Cosa le era venuto in mente??
Essendo che anche Ryan ed Esposito non
avevano nulla da fare, Castle finalmente espose la sua proposta.
< Molto bene, visto che siamo tutti
e quattro liberi, domenica vi porto in un posticino dove si mangia
divinamente.>
< E dove sarebbe?> Chiese
curioso l’irlandese.
< E’ una cittadina fuori da New
York, è in montagna. Non ci si mette molto ad arrivare e poi c’è un sentiero da
fare a piedi che è a dir poco meraviglioso.>
I tre detective sorrisero e furono
felici di poter andare un giorno fuori dalla loro solita routine. Anche in
questo Castle li aiutava: a chi sarebbe mai venuto in mente di andare in un
paese sperduto a mangiare e a fare una passeggiata?
< Ah, ovviamente potete portare
mogli, fidanzate e fidanzati!> Disse Castle, lanciando uno sguardo alla
detective quando pronunciava l’ultima parola.
Sabato Castle non si presentò in
distretto, ma mandò un messaggio uguale a tutti e tre i detective, perchè era
troppo pigro per inventare tre frasi diverse con lo stesso significato.
“ Tutti
a casa mia domani mattina alle 10.00. Mi raccomando puntuali, detectivesss!”
Sabato passò tranquillo e arrivò
domenica mattina.
A casa Ryan era tutto molto
tranquillo.
Kevin aveva messo la sveglia alle 8 e
mezza, cosicché sia lui che Jenny avessero avuto il tempo di coccolarsi un po’
a letto, di fare una lenta e romantica colazione, anch’essa a letto e poi
infine una doccia, insieme. Kevin era contro lo spreco d’acqua e a Jenny di
certo, non dispiaceva.
Esposito aveva preferito dormire da
Lanie la sera prima, e la scusa era stata che cosi non doveva passarla a
prendere, avrebbe soltanto allungato il giro, visto che lui abitava molto
lontano da dove risiedeva Castle.
A differenza dell’irlandese, Esposito
era un eterno dormiglione. Voleva stare a letto, non per coccolare la sua dolce
amata, ma per dormire. Amava molto di più il suo cuscino che Lanie e la
dimostrazione di ciò avvenne anche la sera prima: Dopo aver visto un film, di
cui nessuno dei due ricordava la trama e tanto meno il titolo, avevano fatto l’amore.
Era stato bellissimo, dolcissimo. Lanie stupiva ogni giorno di più Javier e lui
non era di meno. A loro piaceva sperimentare nuove cose e tutti e due non si
tiravano indietro per nessun motivo e la cosa diventava sempre più eccitante.
Finita la passione, si erano accoccolati e Javier stava per prendere sonno,
quando Lanie iniziò insistentemente a toccargli la coscia sinistra, andando
sempre più su..
Il detective stava dormendo, ma quando
sentì la mano della sua compagna avvicinarsi sempre di più al suo inguine, e la
lingua di lei che leccava la parte superiore del suo orecchio, si ridestò
immediatamente.
< Chica, por favor! Sono
stanco!>
Lanie rimase basita, ormai accadeva
sempre più spesso.
< Javier Esposito! Per questa volta
te la lascio passare, ma se lo ripeti ancora, giuro che ti mollo!>
Tendeva sempre ad esagerare, non
avrebbe mai avuto la forza di lasciarlo.
Alla mattina, Lanie lo svegliò senza
alcuna delicatezza. Considerando che erano già le 9 e un quarto e che molto
probabilmente Javier si sarebbe anche fatto la doccia, erano parecchio in
ritardo.
Kate Beckett invece, odiava arrivare
in ritardo e odiava arrivare in anticipo. Quella mattina la sua sveglia suonò
come ogni giorno alle sette. Non fece colazione, si cambiò, si mise i vestiti per
fare jogging e andò a correre al parco, vicino casa sua.
Alle otto e quaranta cinque era a
casa, si fece una doccia veloce, si vestì, mise qualcosa sotto i denti e poi verso
le nove e quaranta il suo campanello suonò:
< Tesoro, sono giù, ti aspetto.>
< Arrivo, Josh.> Rispose lei.
Arrivarono tutti abbastanza puntuali
al luogo del ritrovo. Lanie ed Esposito, o gli Esplanie, come adorava chiamarli
Castle, arrivarono cinque minuti dopo, e in quel tempo vennero tartassati di
chiamate e messaggi da parte di tutti.
Circa due ore e mezza dopo arrivarono.
Il tempo, anche se a New York era bello, li pioveva a dirotto. Non c’era
freddo, stranamente, ma lo scrittore li aveva avvisati che non ci sarebbe stato
bel tempo, cosi tutti si erano attrezzati, portandosi un ombrello a testa.
Ovviamente gli Esplanie se lo erano dimenticati, causa la pigrizia di Esposito.
Per fortuna Castle si era portato la scorta.
Entrarono in quel ristorante, ma una
cameriera disse a Rick che dovevano attendere almeno mezz’ora e dopo potevano
iniziare a sedersi. Intanto a Ryan venne in mente di fare un aperitivo
pre-pranzo. Lui ed Esposito lo andarono a ordinare, e dopo pochi minuti arrivò
la cameriera con dei bicchieri pieni di una sostanza arancionerossa, che
nessuno di loro prima aveva visto.
< Cos’è ?> Chiese curioso, come
sempre, lo scrittore.
< Specialità della casa! È uno
spritz! Mai bevuto?>
Tutti rimasero a bocca aperta: solo
Castle sapeva che cosa fosse, ma ne aveva soltanto sentito parlare, perché non
aveva mai avuto l’occasione di andare a fare un giro in Italia.
< Il cuoco che abbiamo è italiano e
nella sua regione, è la specialità. A molti piace. È leggermente alcolico, ma
si beve bene. > Disse sorridendo, la cameriera facendo l’occhiolino a Rick.
Dopo che la cameriera se ne fu andata,
Castle brindò con un:
< Alla nostra!>
Ah, ma non vi ho ancora detto la cosa
interessante! Non solo Kate aveva portato il suo dottore motocicletta, ma anche
Rick, aveva portato una specie di fidanzata che nessuno sapeva chi fosse, da
quanto era saltata fuori. Nessuno fece domande. Castle, quando erano arrivati a
casa sua la presentò a tutti, compresa a Kate che gli lanciò una brutta
occhiataccia. Chissà poi perché, visto che c’era Josh. Si chiamava Claude, era
castana, alta come Rick, occhi azzurri con delle sfumature grigie. Non era di
quelle sofisticate nel vestire, anzi. Indossava una semplicissima maglietta a
maniche corte bianca e dei jeans. Niente scarpe con il tacco, ma delle scarpe
da ginnastica. La detective era molto
stupefatta appena la vide, perché era abituata a vedere Castle circondato da
altri tipi di donne.
Castle era seduto di fianco a Claude,
dalla parta opposta del tavolo c’era Kate, con a fianco Josh. A capo tavola vi
erano Kevin ed Esposito. Jenny era seduta dal lato di Kate, e Lanie dalla parte
di Castle.
Schema:
Espo
Josh Lanie
Kate Castle
Jenny Claude
Ryan
Mangiarono tutto e il tempo migliorò. Il cielo si schiarì, il
brutto tempo passò. Uscì il sole e tutti furono più allegri.
Vicino al ristorante, vi era un
laghetto pieno di trote. C’era un vecchietto che noleggiava per un dollaro le
canne e le esche. Ovviamente Ryan ed Esposito vollero subito provarci e
obbligarono le rispettive mogli e fidanzate a stare di fianco a loro con il
retino, nel remoto caso in cui qualche pesce avesse abboccato. Anche Josh non
aveva mai pescato e cosi volle provarci.
Intanto Castle, che non pescò soltanto
perché sennò disse che li avrebbe stracciati, stette dall’altra parte del piccolo
laghetto insieme a Kate e a Claude.
Nessun imbarazzo era sceso, erano
felici e ridevano come pazzi quando sentivano Esposito dire:
< Chicaaaaaa!! Vieni, vieni,
qualcosa ha abboccato!! >
Lanie si lanciava dov’era Esposito,
urlandogli: < Arrivoooo!! >. Però appena si avvicinava il detective la
guardava e le diceva con una faccia da cucciolo triste: < Mi è scappato!>
Josh fu il primo a prendere un pesce.
Il vecchietto arrivò e con un bastonicino piuttosto spesso, prese la trota in
mano e la colpì più volte sulla parte della testa. Uscì un po’ di sangue, ma la
trota non si muoveva più!
Kate tutta contenta andò da lui e gli
stampò un bacio sulla guancia.
< Senti Josh, adesso che hai
pescato, andiamo a fare una passeggiata?>
< No, dai amore, ne pesco altri due
poi andiamo!>
Lei senza rispondere nulla se ne
ritornò di fianco a Castle. Mentre si avvicinava lo aveva visto che diceva
qualcosa all’orecchio di Claude e lei si mise a ridere a crepapelle e lo baciò,
sulla bocca.
Appena arrivò Kate, Castle disse:
< Ho voglia di andare a fare una
passeggiata! Andiamo noi tre?>
< Mmmh, io sono troppo piena, non
ce la faccio a camminare!> Disse Claude, lamentandosi.
< Io vengo!> Disse Kate
sorridente.
< Va bene, allora andiamo noi due.
Il percorso è di due kilometri, avvisa gli altri che per un’oretta noi stiamo
via.>
< Castle! Un’ora per fare due
kilometri?! > Disse Beckett.
< Certo! Io ammiro il
paesaggio!>
Intanto si erano avviati.
Dopo che si furono allontanati dalla
vista di Claude e del gruppo Kate disse:
< Non mi avevi mica mai parlato di
CLAUDE!> Disse facendo suonare molto ironicamente il nome della fidanzatina
di Castle.
< Sarai mica gelosa!> Rispose
lui, e aggiunse: < Anche tu hai portato JOSH!> Usando lo stesso tono di
voce di Kate.
< Lo hai detto tu: portate fidanzate
e fidanzati!>
< Ah, e cosi siete fidanzati!>
Disse lui.
< Certo che siamo fidanzati! E lo
saremo anche per un bel po’.>
< Mmh, infatti ho visto che tenero
bacio gli hai dato sulla guancia!!!> E si mise a ridere sottolineando il
termine “ guancia” .
< Scusa se io non sono così
spudorata come la tua nuova amichetta!!!>
< è.. è.. gelosia, si, è proprio
gelosia quella che sento nella tua voce!> Disse lui, punzecchiandola.
< Sei uno stronzo!> Disse lei,
per poi mettersi a ridere.
La sua risata contagiò anche lui. Dopo pochi
passi, Castle vide un piccolo sentiero che portava alla riva di un
fiumiciattolo che passava li vicino. Scesero quel percorso. Castle si sedette
su una pietra un po’ grossa e si sporse per toccare con la mano destra l’acqua,
per poi lanciare un urlo, tanto era fredda.
Kate volle fare lo stesso, ma lo
spazio non era molto grande, cosi appoggiò una mano sulla spalla di Rick e si
sporse.
< Aspetta che ti tengo.> Disse
lui.
Le prese i fianchi e lei senza
ribattere niente, toccò l’acqua. Dopo di che Rick la tirò su e la fece sedere
sulle sue gambe.
Si guardarono in faccia, sorrisero,
Castle stava per aprire bocca, quando Kate lo interruppe:
< Non ci pensare neanche, non ti
bacerò neanche sotto tortura! >
<
Perché? Ieri sera non mi hai detto di no!>
< Stai scherzando vero?!>
Castle la guardò facendo finta di non
capire, cosi lei avrebbe dovuto spiegare.
< Hai baciato quella li! >
< No, frena! Hai visto benissimo
che è stata lei a baciarmi! Io non l’ho praticamente sfiorata oggi!>
< Certo eri troppo concentrato a
farmi i piedini sotto il tavolo!!>
< Non farmi passare per il diavolo,
visto che hai incominciato tu!> Rispose Castle, e aggiunse:
< Daiii, solo un bacetto!!> E avvicinò il suo volto a quello di Kate.
< Non ci penso neanche!> Ribatté
lei.
Lui a quel punto mise la sua mano
sinistra sulla nuca di lei e con forza la avvicinò a sé. Lei iniziò a fargli il
solletico sulla pancia e disse:
< Castle! Smettila! O ti farò
crepare di solletico!>
< Kate, dolcissima Kate, se mi
ucciderai, dopo cosa farai senza di me?> E alzò il solito sopracciglio.
Lei non rispose, si avvicinò a lui e
gli stampò un bacio… sulla guancia e gliela leccò.
Lui la strinse a sé, senza darle via
d’uscita. E le disse:
< Non ce ne andiamo finché non mi
dai un bacio, di quelli veri che sai dare solo tu.>
< Non so se hai capito, ma io non
ti bacerò mai più sulla bocca! Dovrai prima pulirti con la candeggina!>
< Ma come sei acida oggi!>
Lei sbuffò e ancora stretta
nell’abbraccio di lui si voltò a guardare il fiume.
< E se mi lavo con quest’acqua non
va bene??> Propose lui.
< Non lo so..> Disse lei,
lasciando intendergli la risposta positiva.
Senza farla alzare, si allungò, prese
un po’ d’acqua e si strofinò le mani bagnate sulle sue labbra, mantenendo il
contatto visivo con Kate.
< Dimmi cosa hai detto a Claude per
farla ridere cosi tanto!>
< Ahahahahah, non ti facevo cosi
gelosa, amore mio!>
< Non chiamarmi amore mio!>
< Si, ma ieri ser.. >
< No! Non siamo ieri sera, e
neanche quella prima e quella prima ancora! Se ci vedono sai che figura ci
facciamo?!>
< Ma cosa te ne importa! Tu sei
gelosa di me, e non molli il tuo amato dottorino da quattro soldi! Ho accettato
questa situazione malvolentieri e lo sai anche tu. Ma così siamo più liberi e
tu sei felice. >
Non sapeva bene cosa rispondere,
affrontavano quasi ogni giorno quel discorso.
< Ne abbiamo parlato mille volte,
ma io come posso fidarmi di te, che ti presenti con sta tizia qui?!>
< E io come posso essere certo che
davvero un giorno o l’altro inizierai a fidarti di me e mollerai quello stupido
che non si accorge di niente. Non sai quanto mi costa non pensarti quando non
siamo insieme e magari esci con lui e chissà cosa farete dopo! Mi fai
innervosire quando fai cosi!>
A quel punto lui non la guardava in
faccia e lei invece lo fissava negli occhi. Avevano parlato e litigato tanto su
questo argomento. Lei e Josh non facevano più l’amore da un bel po’, e la loro
passione e il loro amore non esistevano più. Lo sapevano entrambi, ma a tutti e
due faceva comodo avere un’altra persona di cui fidarsi.
Kate gli prese il viso tra le mani e
lo baciò. All’inizio era rigido e non rispondeva. Era impassibile, ma si
lasciava baciare volentieri. Kate, vedendo che lui non rispondeva, per un po’
continuò a baciarlo, ma dopo un po’ voleva avere accesso alla sua bocca, non
solamente alle sue labbra, cosi iniziò a mordergli il labbro superiore, prima
delicatamente e poi sempre con più violenza. Lui si staccò di colpo e le disse:
< Fai male! >
< Si e tu sei uno stronzo!>
A quel punto si riavvicinarono e si
baciarono con passione.
Dopo qualche minuto si ritrovarono
straiati sui sassi: Kate aveva mezza maglietta tirata su e Rick se l’era
direttamente tolta, no anzi se l’era fatta togliere..
< è tardi, Kate. Non vorrai che dopo
ci vengano a cercare!>
< è già passata un’ora?!>
< Se al posto di fare delle storie
quel bacio me lo davi subito..>
Kate era coricata sui sassi e Rick le
stava sopra. Se avessero avuto un po’ più di tempo, chissà fino a che punto si
sarebbero spinti.
< Aspetta, vieni> Disse a Rick
che stava per alzarsi, allungando le mani verso di lui.
Si abbracciarono e stettero fermi in
quella posizione per un po’, quando Kate gli disse all’orecchio sussurrando:
< Da quando abbiamo fatto l’amore
io e te, non ho più toccato Josh, da quando abbiamo fatto l’amore io e te non
l’ho neanche più baciato sulla bocca, da quando ho fatto l’amore con te, penso
soltanto ad un uomo, da quando mi hai baciato per la prima volta sono felice,
amore mio. >
A quel punto si guardarono in faccia,
lui le sorrise, la baciò teneramente.
Si alzarono da quei sassi, si pulirono
la maglietta che era leggermente coperta di polvere bianca, e si diressero
verso il gruppo che li aspettava.
< Comunque non mi hai ancora
risposto!> Disse lei. Lui non rispose.
Appena li videro in lontananza le loro
mani si separarono, come sempre. Quando furono molto vicini agli altri, ma non
tanto perché potessero sentire, Castle disse:
< Le ho chiesto di baciarmi.>
Lei si voltò verso di lui con aria
arrabbiata e gli disse:
< Ti odio.>
< Anche io, amore, anche io, non
sai quanto!>
E cosi ricominciava ancora quello
spettacolino, ma può un’illusione diventare realtà?
Commento: Allora??? Io mi sono
esaltata a scrivere questa shot! So benissimo che non accadrà mai, ma questa
storia della tresca tra loro due, mi piaceva moltissimo. Scusate se non ho dato
un nome al posto dove sono andati, ma non so che montagne ci possano essere
vicino a New York. E a dirvela tutta non avevo voglia di andare a googlare! :)
Cooomunqe questa storia è quello che
ho fatto a grandi linee il giorno di Ferragosto. Ho mangiato in montagna, ho
pescato trote, no io facevo la parte di Lanie e Jenny in realtà, e dopo
passeggiata. Mi sono seduta su quella pietra dove Castle e Beckett si sono
seduti.. SEH mi piacerebbe! Basta, sto
iniziando a sclerare!
Grazie a tutte quelle che leggeranno e
che avranno voglia di lasciarmi un commentino!
Bacioni, Madeitpossible!