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Autore: IlaMars    21/08/2011    1 recensioni
Stephanie è una ragazza che scappa e incontra un giovane di cui si innamora.Un inconveniente li separa.Cosa accadrà dopo 10 anni quando si rincontreranno?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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E' la mia prima FF ditemi che ne pensate
Ecco il primo capitolo
Buona lettura :)


Maggio 1996
Il sole risplendeva in un cielo limpido, non c’era una nuvola. Mi ero appena svegliata e nonostante la bella giornata il mio umore era l’esatto contrario. Pochi giorni prima era morto il mio migliore amico Paul, per overdose.
Se ne era andato dopo una settimana di coma. Si era svegliato, mi aveva sorriso e mi aveva detto di fare la brava. Me lo diceva sempre. Era come un fratello maggiore per me e ora non c’era più. Come ogni volta quando ero triste, andavo dal mio Wimpys ,bellissimo stallone palomino che avevo visto nascere e che ho addestrato. Era l’unico modo per tirarmi un po’ su di morale. Avevamo un bel rapporto, ci capivamo al volo.
Abitavo in Texas in un ranch con i miei nonni, anche se non li consideravo davvero come dei nonni. Mia madre mi aveva abbandonata o meglio affidata a loro. Erano come dei genitori per me.
Non avevo idea di che faccia avesse mia madre, e nemmeno quale avesse mio padre, dato che non mi avevano mai nemmeno cercata. Non sapevo neanche se fossero vivi, o se avessi dei fratelli o delle sorelle.
Misi solo il morso a Wimpys e montai a pelo. Destinazione?  Non lo sapevo, e non mi importava. L’importante era staccare, anche solo per mezz‘ora. Ma come al solito, andai nel mio posto preferito, davanti a un fiume circondato di alberi e campi pieni di fiori colorati.
Mi sedetti sul prato con accanto il mio fedele compagno e parlai con lui, Ho sempre pensato che fosse meglio che parlare con tante altre persone. I cavalli mi avevano sempre aiutata e mai tradita.
Loro ti ascoltano e in cambio non chiedono nulla, solo fiducia. Fu difficile però parlargli quel giorno, ma ormai avevo deciso, sapevo che avrebbe capito.
“ Ho bisogno di staccare, capiscimi. Non so dove andrò e quando tornerò. Fai il bravo in mia assenza” gli dissi, accarezzandolo. Lui mi diede un colpo con il muso sulla spalla. Aveva capito.
Galoppai per quei campi immensi, l’aria mi accarezzava le guance, il rumore creato dagli zoccoli sul terreno erano una dolce melodia. Non pensavo a nulla. Chiusi gli occhi, ero guidata da lui, eravamo solo io e lui.
Appena tornata a casa andai in camera, presi una borsa e ci misi qualche vestito.
Chiesi al nonno di portarmi in aeroporto, lui non mi chiese nemmeno il perché. A nessuno importava se ero viva o no. Nemmeno a loro
Arrivata in aeroporto guardai il cartellone. Il primo volo era per New York,feci il biglietto e andai senza nemmeno sapere cosa mi avrebbe aspettato. I miei nonni non avevano nipoti quindi era logico che i soldi, il ranch e la casa sarebbero stati miei alla loro morte e se chiedevo dei soldi me ne davano senza problemi.
Il viaggio andò bene, appena atterrata mandai un messaggio per avvisare i nonni che ero arrivata ma non risposero. Non ci feci nemmeno caso.
Appena scesi mi resi conto che non sapevo dove andare e che forse avevo fatto una cazzata.
Mi sedetti, pensando a dove poter andare, erano le 23, avevo appena compiuto 18 anni ed ero sola a New York. Accanto a me, poco dopo, si sedette un ragazzo. Aveva circa la mia età a guardarlo.
“Cosa ci fa una bella ragazza come te tutta sola in aeroporto a New York, alle 11 di sera?” mi chiese.
Lo guardai. E’ stato un errore, forse, ma di certo l’errore più bello della mia vita.
“Non lo so nemmeno io” dissi sorridendo.
Aveva in mano un cellulare
“Questi aggeggi sono una fregatura,non diventerò mai schiavo di questa nuova tecnologia. Comunque piacere, Jared” mi disse porgendomi la mano.
“Piacere, Stephanie. Magari nel futuro inventeranno qualcosa di più funzionante!” Risposi con un sorriso, era da tanto che non sorridevo.
“Speriamo! Ma tanto non diventerò mai e dico mai schiavo di questi cosi !”
Pur avendo anche io gli occhi azzurri i suoi mi fecero un effetto strano.
Restammo li a fissarci per 30 secondi buoni, finchè non fui io a distogliere lo sguardo. Si fu difficile, molto difficile.
“Hai detto che non sai dove andare giusto?”
“Giusto!”
“Bene, vieni da me!”
“Ti conosco da nemmeno 5 minuti e già mi chiedi di venire da te?” dissi sempre sorridendo, quel ragazzo mi faceva stare bene
“Hai ragione, ma nella vita ci si deve fidare ogni tanto”
“E allora mi fiderò. Il mio primo amico newyorkese!”
Sorrise, ed era il più bel sorriso che avessi mai visto.
 Mi fece salire in macchina e cominciammo a chiacchierare.
“Ci vorrà circa mezz’ora. Ho un appartamento fuori New York con mio fratello, è un tipo strano ma andrete di sicuro d’accordo! Intanto raccontami un po’ di te”
“Non c’è molto da sapere. Arrivo dal Texas..”
“Dal Texas????” quasi gridava
“Ahahah sì! Dicevo… arrivo dal Texas, abito in un ranch e sono una ex tossicodipendente”
“Come mai qui?”
Gli raccontai la storia.
“Wow. Non so dire altro”
“Non c’è da commentare niente”
“Bene… siamo arrivati”
Appena arrivata in casa suo fratello mi guardò dalla testa ai piedi, mi spogliò con lo sguardo. Fece un sorrisino malizioso. Pensai che era un pervertito. Chi non lo avrebbe pensato?
“Bro, lei è Stephanie starà qui un po’ con noi, fai il bravo. Arriva dal Texas e ha bisogno di riposare”
“Può dormire benissimo nel letto con me! Piacere, Shannon”
“Piacere” sorrisi.
“No Bro c’è la stanza degli ospiti, dorme li”
“Maledetta stanza degli ospiti.. Quando avrò una casa tutta mia ricordami di non metterla!”
Parti un riso collettivo. Stavo benissimo con loro, mi avevano fatto dimenticare per un po Paul. Mi accompagnarono nella mia stanza, mi feci una doccia e appena appoggia la testa sul cuscino caddi in un sonno profondo.
  
  
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