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Autore: MissysP    22/08/2011    1 recensioni
Un ragazzo che soffre per amore decide di vivere una vita piena di lussuria, alla ricerca di quella ragazza che gli faceva battere il cuore. La ragazza di cui si è innamorato, una ragazza che nonostante conoscesse la sua debolezza, lo accetta per quello che è. Ma lui non sa quanto possa durare la ricerca, ma continua; continua a cercarla. Ogni ragazza che incontra non è Quella Ragazza, la Sua ragazza. I giorni passano, monotoni e uguali e lui soffoca le sue emozioni, con l’unico mezzo che gli impedisce di morire per la noia. Ma, proprio come nelle favole, l’Amore vince sempre; il lieto fine esiste anche nella realtà.
[Seconda classificata al Contest "Connubio degli opposti" di Ss904]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nome autrice: _MulticoloR_ / _ilaria_ 94
Titolo: Lei non è te, loro non sono te
Genere: Romantico, Slice of life
Raiting: Verde
Avvertimenti: One-Shot, Otherverse
Virtù scelta: Speranza
Peccato scelto: Lussuria
Introduzione: Un ragazzo che soffre per amore decide di vivere una vita piena di lussuria, alla ricerca di quella ragazza che gli faceva battere il cuore. La ragazza di cui si è innamorato, una ragazza che nonostante conoscesse la sua debolezza, lo accetta per quello che è. Ma lui non sa quanto possa durare la ricerca, ma continua; continua a cercarla. Ogni ragazza che incontra non è Quella Ragazza, la Sua ragazza. I giorni passano, monotoni e uguali e lui soffoca le sue emozioni, con l’unico mezzo che gli impedisce di morire per la noia. Ma, proprio come nelle favole, l’Amore vince sempre; il lieto fine esiste anche nella realtà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lei non è te, loro non sono te

Tu eri quel tutto per me, o Amore,

per cui la mia anima languiva

un’isola verde nel mare, o amore,

una fontana ed un reliquiario,

tutto inghirlando di belle frutti e fiori

e tutti i fiori erano miei.

 

Per me rappresentavi tutto, eri la cosa più importante che ci fosse nel mio mondo. La mia anima soffre nel non averti accanto; tu, l’unica cosa a cui tenevo più della mia stessa vita, ma questa, crudele, ti ha allontanato da me. Rappresentavi il mio scoglio, la mia isola sul mare, la prima che io abbia mai amato. Eri un reliquario che riempivo di fiori ed ero geloso di te, tu mi appartenevi e questo lo sapevi. Eri la speranza che la mia vita sarebbe cambiata in meglio.

Adesso mi ritrovo qui ad annegare il mio dolore nel letto con un’altra, ne ho sempre più bisogno. Lei non è te, loro non sono te. Il mio sguardo si posa sul corpo inerme della ragazza, che dorme al mio fianco, stanco mi alzo. Devo uscire da questa stanza, voglio andarmene da qui. Mi sento soffocare. Raccolgo la mia roba ed esco dalla camera di quel lurido motel. Sono sempre stato un lussurioso, anche prima di conoscerti, ma di te non ero mai sazio.

 

Ah! sogno troppo brillante per durare!

Ah! stellata speranza! che ti levasti solo

per essere oscurata! Una voce dal futuro grida:

“Su, su”, ma sopra il passato (profondo golfo)

il mio spirito librandosi giace

muto, immobile, atterrito!

 

Ti ho detto che ti ho sognato? Sì, ho sognato il giorno in cui ci siamo dichiarati; lo ricordi vero? Sei stata tu a svelarmi i tuoi sentimenti per prima, quando il bon ton stabiliva che fosse il ragazzo a fare il primo passo con la sua bella. Sento una voce gridarmi: <>, ma il passato è più forte e mi tiene ben radicato al tuo ricordo e alla speranza del tuo ritorno.

Sento una mano calda, femminile sfiorarmi la spalla, mi volto lentamente. Per un attimo mi è parso di rispecchiarmi nei tuoi occhi verdi, due smeraldi bellissimi. Il mio tesoro più prezioso. Mi è sembrato di toccare i tuoi soffici capelli rossi e corti, tranne che per un ciuffo. Non appena sfioro il tuo viso, questo scompare e lascia spazio a un altro volto quello della ragazza che mi ha intrattenuto: non ho potuto farne a meno. Ho bramato la sua carne ed ho ceduto. Lei non è te, loro non sono te.

 

Perché, ahimè!, ahimè, per me

la luce della vita è spenta!

” Non più – non più – non più”

(tale linguaggio tiene il solenne mare

alle sabbia della riva)

fiorirà l’albero fulminato,

o si librerà l’aquila ferita.

 

Mi sento morto senza di te, svuotato della mia intera esistenza. Come posso vivere senza di te? Rappresentavi la speranza, la speranza di un futuro migliore. Cammino sulla spiaggia, il sole si sta nascondendo dietro l’orizzonte per piangere la tua partenza. Colgo un sasso e lo lancio, senza contare i rimbalzi che esso fa sulla superficie liquida. Sento una risata femminile, mi giro e rimango deluso. C’è una ragazza davanti a me, ma non è quella che io desidero. Mi guarda con occhi maliziosi. Nella mia testa sento una vocina sussurrarmi: <>, ma non le do ascolto. In questo momento devo tenermi occupato e conosco un ottimo metodo per non pensare. Le vado incontro con uno dei miei migliori sorrisi, la vocina mi sussurra ancora nella testa. E’ l’ultima volta, penso, ma penso anche che non sarà così. Lei non è te, loro non sono te. Prima di andarmene guardo per l’ultima volta quell’isola in lontananza che ti piace molto. Ritornerai e mi ridarai la vita, spero.

 

E tutti i miei giorni sono estasi,

e tutti i miei notturni sogni

sono là dove il tuo nero occhio scintilla

e dove l’orma del tuo passo splende

in quali eteree danze,

presso quali fiumi!

 

I miei giorni si susseguono tutti nello stesso modo, con ragazze diverse. Mi faccio del male da solo perché continuo a cercare un qualcosa che ormai non c’è più. Tu te ne sei andata e io affogo il mio dolore, sia fisico che mentale, nel piacere carnale. Una mano calda sale e scende lungo il mio petto, bramosa di altro sesso, che sono ben disposto a dargli. Lei non è te, loro non sono te.

Piacere, speranza, altro piacere ed altra speranza. Parole, solo parole che si mutano in sogni la notte. I tuoi occhi mi tormentano sia di notte che di giorno e per me sei diventata una droga che non assumo, ma di cui sono in astinenza.

Ti ho pensato. Ho pensato a noi due che ballavamo, in una sala di lusso con tanti luci e molte tavole imbandite di deliziosi dolci. Danzavamo a ritmo di valzer ed eravamo gli unici, nemmeno l’orchestra era presente. Lo scenario è cambiato e adesso eravamo a ballare in riva ad un fiume, con le lucciole che illuminavano il nostro ballo. Ma, appunto, era solo un pensiero, bellissimo.

 

 

 

 

 

Non ho mai potuto amare un uomo così puramente
Anche le tenebre hanno perdonato il suo atteggiamento distorto
Ho imparato che il nostro amore è come un mattone
Costruisce una casa o affonda un corpo morto.

 

Hai sempre letto la speranza nei miei occhi ed infatti è l’unico sentimento che ho provato da quando sono stata costretta ad abbandonarti, seppur io non volessi. Ti sto cercando da tempo, so benissimo come sei fatto e per questo ti sto cercando in tutti i posti che sei solito a frequentare, ma senza nessun risultato. Sei sparito nel nulla.

La spiaggia è deserta, l’alba ormai è giunta ed il sole mi sembra più splendente che mai. Mi manchi, sono disperata. In mano il cellulare, ma non posso, non voglio, chiamarti perché deve essere una sorpresa. Lascio le mie orme sulla sabbia bagnata ma non me ne curo. Cammino, continuando a cercare la tua figura. Speranza. Sorrido all’idea che me lo hai sempre ripetuto: <> mi avevi sussurrato all’orecchio mentre facevamo l’amore nel nostro letto.

Vedo una figura, sdraiata per terra. Mi avvicino lentamente per accertarmi della sua identità. Il sorriso mi si allarga sulle labbra. Non posso crederci, ti ho trovato. Cado in ginocchio e comincio a piangere, non sono mai stata più felice di adesso. Calde lacrime mi rigano il viso e non posso trattenerle. Con mani tremanti prendo la tua testa e l’appoggio sulle mie gambe, in modo da farti stare comodo. Mugugni nel sonno. Attendo con impazienza il tuo risveglio e non posso non darti un bacio a fior di labbra.

Il tempo passa e tu ancora non ti sei svegliato, guardo sorgere il sole che, con i suoi caldi raggi ti sfiora il viso. Uno spettacolo bellissimo, un altro giorno è sorto ed io finalmente sono qui con te. Abbasso nuovamente lo sguardo, noto che ti stai svegliando. Sorrido quando apri gli occhi del tutto, mi guardi con occhi assenti, non dici nulla.

<> dici, sicuro di quello che stai dicendo. Scuoto la testa, divertita. Sei ancora assonnato, non distingui bene la realtà che ti circonda.

<> ti domando, curiosa della tua risposta. Mi guardi, senza dire nulla, ci pensi su, il tuo viso assume quell’espressione di un bambino piccolo in cerca di affetto. Poggio una mano sulla tua guancia, l’accarezzo gentilmente. Il mio tocco pare riportarti alla realtà, a comprendere che, forse, potrei essere reale. Mi abbasso, verso le tue dolci labbra per premerle sulle mie. Questo contatto pare risvegliarti del tutto. Sento le tue dita infilarsi fra i miei capelli corti, mi tieni giù, sempre più vicino a te. Sorrido di questo gesto ma presto dobbiamo interrompere quel fantastico bacio per riprendere aria. Respiro in maniera affannata, continuando a guardarti.

<> affermi, sicuro del fatto che non stai sognando, non di nuovo, come è successo a me. Ti rialzi ed insieme passeggiamo per la spiaggia, mi tieni per mano. La mia felicità aumenta sempre di più stringendomi al tuo braccio.

<> affermo, posso sentire molto bene la mia voce tremare per l’emozione. Ti giri verso di me e mi sorridi. Ti chini nuovamente e mi dai un altro bacio.

<> mi sussurri.

<> rispondo.




Note dell’Autrice: La mia sembra proprio una favola per bambini, ma mi sono ispirata a una poesia di Edgar Allan Poe, “Ad una in Paradiso” (1835). Una poesia che ho pescato nel bel mezzo della notte, in preda alla disperazione perché l’ispirazione non arrivava. Mi sono preoccupata da morire, ma per fortuna il mio Allan non delude mai ed eccomi a proporre una sua poesia che a mio parere è molto bella, anche se il suo stile si dirige verso l’Horror. E poi come mi hai chiarito tu, ho inserito una pezzo di una canzone. Una canzone che sto ascoltando fino alla nausea poiché il significato mi piace un sacco; la canzone di Lady Gaga che ho scelto di introdurre è Judas. Mi sembrava adatto per introdurre il punto di vista della protagonista, visto che anche la canzone in sé mi ha aiutata a comporre questa storia. Ho scelto anche questa canzone, visto ce dal mio punto di vista, lui la starebbe tradendo più e più volte con le altre ragazze.


 

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