Titolo: Lei non è te, loro non sono te
Genere: Romantico, Slice of life
Raiting: Verde
Avvertimenti: One-Shot, Otherverse
Virtù scelta: Speranza
Peccato scelto: Lussuria
Introduzione: Un ragazzo che soffre per amore decide di vivere una vita piena di lussuria, alla ricerca di quella ragazza che gli faceva battere il cuore. La ragazza di cui si è innamorato, una ragazza che nonostante conoscesse la sua debolezza, lo accetta per quello che è. Ma lui non sa quanto possa durare la ricerca, ma continua; continua a cercarla. Ogni ragazza che incontra non è Quella Ragazza, la Sua ragazza. I giorni passano, monotoni e uguali e lui soffoca le sue emozioni, con l’unico mezzo che gli impedisce di morire per la noia. Ma, proprio come nelle favole, l’Amore vince sempre; il lieto fine esiste anche nella realtà.
Lei
non è te, loro non sono te
Tu
eri quel tutto per me, o Amore,
per
cui la mia anima languiva
un’isola
verde nel mare, o amore,
una
fontana ed un reliquiario,
tutto
inghirlando di belle frutti e fiori
e
tutti i fiori erano miei.
Per
me rappresentavi tutto, eri la cosa più importante che ci
fosse nel
mio mondo. La mia anima soffre nel non averti accanto; tu,
l’unica cosa a cui
tenevo più della mia stessa vita, ma questa, crudele, ti ha
allontanato da me.
Rappresentavi il mio scoglio, la mia isola sul mare, la prima che io
abbia mai
amato. Eri un reliquario che riempivo di fiori ed ero geloso di te, tu
mi
appartenevi e questo lo sapevi. Eri la speranza che la mia vita sarebbe
cambiata in meglio.
Adesso
mi ritrovo qui
ad annegare il mio dolore nel letto con un’altra, ne ho
sempre più bisogno. Lei
non è te, loro non sono te. Il mio sguardo si posa sul corpo
inerme della
ragazza, che dorme al mio fianco, stanco mi alzo. Devo uscire da questa
stanza,
voglio andarmene da qui. Mi sento soffocare.
Raccolgo la mia roba ed esco dalla camera di quel lurido motel. Sono
sempre
stato un lussurioso, anche prima di conoscerti, ma di te non ero mai
sazio.
Ah!
sogno troppo brillante per durare!
Ah!
stellata speranza! che ti levasti solo
per
essere oscurata! Una voce dal futuro grida:
“Su,
su”, ma sopra il passato (profondo golfo)
il
mio spirito librandosi giace
muto,
immobile, atterrito!
Ti
ho detto che ti ho
sognato? Sì, ho sognato il giorno in cui ci siamo
dichiarati; lo ricordi vero?
Sei stata tu a svelarmi i tuoi sentimenti per prima, quando il bon ton
stabiliva che fosse il ragazzo a fare il primo passo con la sua bella.
Sento
una voce gridarmi: <
Sento
una mano calda,
femminile sfiorarmi la spalla, mi volto lentamente. Per un attimo mi
è parso di
rispecchiarmi nei tuoi occhi verdi, due smeraldi bellissimi. Il mio
tesoro più
prezioso. Mi è sembrato di toccare i tuoi soffici capelli
rossi e corti, tranne
che per un ciuffo. Non appena sfioro il tuo viso, questo scompare e
lascia
spazio a un altro volto quello della ragazza che mi ha intrattenuto:
non ho
potuto farne a meno. Ho bramato la sua carne ed ho ceduto. Lei non
è te, loro
non sono te.
Perché,
ahimè!, ahimè, per me
la
luce della vita è spenta!
”
Non più – non più – non
più”
(tale
linguaggio tiene il solenne mare
alle
sabbia della riva)
fiorirà
l’albero fulminato,
o
si librerà l’aquila ferita.
Mi sento
morto senza di te,
svuotato della mia intera esistenza. Come posso vivere senza di te?
Rappresentavi la speranza, la speranza di un futuro migliore. Cammino
sulla
spiaggia, il sole si sta nascondendo dietro l’orizzonte per
piangere la tua
partenza. Colgo un sasso e lo lancio, senza contare i rimbalzi che esso
fa
sulla superficie liquida. Sento una risata femminile, mi giro e rimango
deluso.
C’è una ragazza davanti a me, ma non è
quella che io desidero. Mi guarda con
occhi maliziosi. Nella mia testa sento una vocina sussurrarmi:
<
E
tutti i miei
giorni sono estasi,
e
tutti i miei
notturni sogni
sono
là dove il tuo
nero occhio scintilla
e
dove l’orma del
tuo passo splende
in
quali eteree
danze,
presso
quali fiumi!
I
miei giorni si susseguono tutti nello stesso modo, con ragazze
diverse. Mi faccio del male da solo perché continuo a
cercare un qualcosa che
ormai non c’è più. Tu te ne sei andata
e io affogo il mio dolore, sia fisico
che mentale, nel piacere carnale. Una mano calda sale e scende lungo il
mio
petto, bramosa di altro sesso, che sono ben disposto a dargli. Lei non
è te,
loro non sono te.
Piacere,
speranza, altro piacere ed altra speranza. Parole, solo
parole che si mutano in sogni la notte. I tuoi occhi mi tormentano sia
di notte
che di giorno e per me sei diventata una droga che non assumo, ma di
cui sono
in astinenza.
Ti
ho pensato. Ho pensato a noi due che ballavamo, in una sala
di lusso con tanti luci e molte tavole imbandite di deliziosi dolci.
Danzavamo
a ritmo di valzer ed eravamo gli unici, nemmeno l’orchestra
era presente. Lo
scenario è cambiato e adesso eravamo a ballare in riva ad un
fiume, con le
lucciole che illuminavano il nostro ballo. Ma, appunto, era solo un
pensiero,
bellissimo.
Non
ho mai potuto amare un uomo così
puramente
Anche le tenebre hanno
perdonato il suo
atteggiamento distorto
Ho imparato che il nostro
amore è come un mattone
Costruisce una casa o
affonda un corpo morto.
Hai
sempre letto la speranza nei miei occhi ed infatti è
l’unico
sentimento che ho provato da quando sono stata costretta ad
abbandonarti,
seppur io non volessi. Ti sto cercando da tempo, so benissimo come sei
fatto e
per questo ti sto cercando in tutti i posti che sei solito a
frequentare, ma
senza nessun risultato. Sei sparito nel nulla.
La
spiaggia è deserta, l’alba ormai è
giunta ed il sole mi sembra
più splendente che mai. Mi manchi, sono disperata. In mano
il cellulare, ma non
posso, non voglio, chiamarti perché deve essere una
sorpresa. Lascio le mie
orme sulla sabbia bagnata ma non me ne curo. Cammino, continuando a
cercare la
tua figura. Speranza. Sorrido all’idea che me lo hai sempre
ripetuto:
<
Vedo
una figura, sdraiata per terra. Mi avvicino lentamente per
accertarmi della sua identità. Il sorriso mi si allarga
sulle labbra. Non posso
crederci, ti ho trovato. Cado in ginocchio e comincio a piangere, non
sono mai
stata più felice di adesso. Calde lacrime mi rigano il viso
e non posso
trattenerle. Con mani tremanti prendo la tua testa e
l’appoggio sulle mie
gambe, in modo da farti stare comodo. Mugugni nel sonno. Attendo con
impazienza
il tuo risveglio e non posso non darti un bacio a fior di labbra.
Il
tempo passa e tu ancora non ti sei svegliato, guardo sorgere
il sole che, con i suoi caldi raggi ti sfiora il viso. Uno spettacolo
bellissimo, un altro giorno è sorto ed io finalmente sono
qui con te. Abbasso
nuovamente lo sguardo, noto che ti stai svegliando. Sorrido quando apri
gli
occhi del tutto, mi guardi con occhi assenti, non dici nulla.
<
<
<
<
<
<
Note dell’Autrice: La mia sembra proprio una
favola per bambini, ma mi sono
ispirata a una poesia di Edgar Allan Poe, “Ad una in
Paradiso” (1835). Una poesia che ho pescato
nel bel mezzo della notte, in
preda alla disperazione perché l’ispirazione non
arrivava. Mi sono preoccupata
da morire, ma per fortuna il mio Allan
non delude
mai ed eccomi a proporre una sua poesia che a mio parere è
molto bella, anche
se il suo stile si dirige verso l’Horror. E poi come mi hai
chiarito tu, ho
inserito una pezzo di una canzone. Una canzone che sto ascoltando fino
alla
nausea poiché il significato mi piace un sacco; la canzone
di Lady Gaga che ho
scelto di introdurre è Judas. Mi sembrava adatto per
introdurre il punto di
vista della protagonista, visto che anche la canzone in sé
mi ha aiutata a
comporre questa storia. Ho scelto anche questa canzone, visto ce dal
mio punto
di vista, lui la starebbe tradendo più e più
volte con le altre ragazze.