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Autore: JaymeR    22/08/2011    2 recensioni
Kevin è un giovane giornalista del New York Times circondato da donne seduttrici che lo assalgono ogni giorno.
Emily è una giovane fotografa stanca delle critiche della madre.
Joe è uno studente del college e barista della caffetteria del campus, che non crede nell'amore.
Alex anche lei frequenta il college e fugge dalle aspettative dei genitori fissati con la perfezione.
Nick è al primo anno di college, un ragazzo a cui piace vivere nel letto con una ragazza diversa ogni notte.
E infine Jessica, come Nick, è al primo anno di college! scappa da una situazione disagiata in famiglia e si ritroverà parecchio ferita nel corso della storia.
Bene se vi ho incuriosito entrate a leggere la storia di questi ragazzi!
Dalla storia:
- No, io non credo nell'amore!- rispose freddo e deciso Joe guardandola negli occhi - Nessuno qui ci crede Joe! Tu non sei diverso o speciale, siamo tutti nella stessa situazione!- rispose anche lei con freddezza.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In quella soleggiata mattina di inizio inverno,  a New York c’era la solita vita e la solita confusione, una confusione che, tutto sommato, gli abitanti amavano.
Di tutte le persone presenti a  New York, parleremo di alcuni  ragazzi in particolare. Un gruppo di amici e le loro avventure giornaliere. Ecco come è iniziata tendenzialmente la loro giornata.
 
Kevin  aspettava impaziente che la lunga coda dello Starbucks   gli permettesse di ordinare il suo caffè e scappare alla redazione del New York Times. Se Margaret Morrison , la capo giornalista del New York Times, avesse annotato un altro suo ritardo l’avrebbe licenziato seduta stante. Ma non era colpa sua se la mattina doveva accompagnare il piccolo Frankie a scuola.
Uscì dal bar di corsa e si diresse nell’edificio di fronte. Fortuna, botta di culo, miracolo, chiamatelo come volete, ma intanto quel giorno quella più in ritardo di lui era la stessa Morrison.
Sorridendo a tutti i suoi collegi, specialmente alle donne, si mise a sedere alla sua scrivania iniziando a ricontrollare il suo ultimo articolo. Kevin si occupava dello spazio dedicato alla musica, la sua passione prima del giornalismo.  L’articolo che stava controllando parlava della musica rock e delle sue leggende.
<< Ehi Kevin oggi te la sei scampata? >>Zoey , una moretta bassina e formosa, gli sorrideva allegra mentre stava appoggiata alla sua scrivania. Lui sfoderò uno di quei suoi sorrisi angelici e annuì  << E’ arrivata dopo di me, per oggi posso tenermi il posto … >>  ironizzò con finta espressione  impaurita, facendo ridere Zoey.  << Allora come va il tuo articolo? >>  cambiò discorso lei cercando di arrivare al punto in cui tutte le giornaliste sui venti cercavano di arrivare con lui.  << Oh bene! L’ho finito, rivedo solo la parte su Santana per essere sicuro di non aver scordato nulla ! >>  spiegò sorridendo e guardando la bozza dell’articolo appena stampato.  << Si dovrebbe andare … ora devo mettermi in cerca delle immagini giuste e poi avrò del tempo per rilassarmi! >>  scherzò nuovamente stiracchiandosi sulla sedia.  << Kevin stavo pensando … non è che ti va di farmi compagnia  a pranzo? >>  significato vero della domanda: Mangiamo e poi ci chiudiamo nello sgabuzzino per darci alla pazza gioia!  Tutte le donne della redazione scambiavano la gentilezza di Kevin per una specie di corteggiamento. Quello che non avevano capito, dopo tre anni, era che lui era semplicemente un bel ragazzo, bello davvero, educato e gentiluomo. Nelle sue azioni non c’erano secondi fini, tanto che, accorgendosi del luccichio malizioso che Zoey aveva negli occhi, rifiutò l’invito accennando al pranzo con suo fratello.
Appena la moretta andò via ,un po’ frustata, Kevin sbuffò passandosi una mano tra i ricci e alzando gli occhi al cielo. “Donne! Se le usi solo per il sesso si lamentano, se poi  rifiuti un loro invito esplicito a scopare nello sgabuzzino  si offendono!”   ormai pensava la stessa cosa ogni volta che una donna si allontanava indignata e offesa, e le volte erano tante, davvero tante. Nella redazione neanche le stagiste resistevano al fascino così semplice che il ragazzo aveva, la stessa Morrison era tentata, a volte, di  spingerlo nello sgabuzzino e strappargli i vestiti di dosso. Kevin iniziava a credere che fosse necessaria la presenza di una fidanzata nella sua vita per liberarlo da quelle ninfomani drogate di sesso facile.

***
 
Dall’altra parte della città, una biondina tutto pepe,  scattava delle foto a due modelli. Era per una pubblicità sullo sport, e lei ancora doveva capire cosa centrasse la ragazza mezza nuda vicino due giocatori di football! Ma il suo lavoro non era quello di criticare, bensì quello di scattare le foto e ritoccare dove occorreva. La sua professionalità consisteva nel sorridere e parlare solo per consigliare una posa o apprezzare quello che i modelli facevano, per il resto doveva stare muta e scattare le foto. << Okay perfetto ragazzi! Adesso prendete la palla e fingete dei passaggi tra voi due! >>  i due ragazzi eseguivano quello che Emily aveva detto mentre la ragazza  improvvisava il tifo delle cheerleader cercando di coprirsi il più possibile con la gonnellina inesistente.  
Continuava a scattare  foto magnifiche, sarebbe stato difficile per gli sponsor della pubblicità decidere quella adatta.   << Emily tesoro, c’è tua madre sulla linea uno! >>  l’avvertì Jack   il suo segretario, gay. La bionda gli sorrise e gli lanciò un bacio prima di sbuffare e rispondere.  << Pronto mamma! >>  voce scocciata tanto quanto la sua espressione. Jack da dietro le porse il suo caffè e ammirò lo splendido smalto blu che Emily aveva alle unghie quel giorno.   << Tesoro non sai quante cose ho da raccontarti! Ieri tuo padre per il venticinquesimo  anniversario mi ha portata in quel ristorante di cui ti avevo parlato ieri … >>  eccetera eccetera. Neanche in misero CIAO EMILY COME STAI? Niente neanche a provarci! Parlava delle sue tresche amore con il padre e basta. Poi iniziò la solita predica sul fatto che fosse ancora sulla piazza nonostante avesse ventitre anni, un lavoro e fosse di bell’aspetto. Solite cose  << Se tornassi a Los Angeles ti farei conoscere il figlio della nuova vicina! Fa parte di una squadra di palla a nuoto, ma sareste così carini  e perfetti insieme che … >>   Emily sbuffò scocciata e guardando Jack con espressione distrutta. << Mamma no non torno a Los Angeles  solo per conoscere un giocatore di palla a nuoto! Qui a New York ho un lavoro, degli amici e … >>  << E non hai un fidanzato! >>  Emily attaccò di getto il telefono e si rintanò nelle braccia di Jack. << Capisci perché me ne sono andata così lontana da casa? >>  il ragazzo annuì e le sorrise.  << Tranquilla  splendore c’è Jack ad aiutarti … >>  Emily lo guardò curiosa e sorridendo divertita per l’espressione che aveva  << Che piano geniale hai sta volta? >>  chiese iniziando a ritoccare le foto, anche se leggermente.  << Ma è una cosa ovvia tesoro! Ti serve un finto fidanzato! Un tipo sexy , bello, solare, dolce  e con un sorriso da far sciogliere quel maledetto iceberg  del Titanic! Facciamo così amore, oggi appena stacchiamo andiamo da  Jess e Alex così ti diranno che per la milionesima ho avuto un’idea geniale! >>
***
 

 

Altra ragazza altro luogo. La sveglia continuava a suonare, ma Jess se ne infischiava continuando a dormire con la testa sotto il cuscino. Forse fare le ore piccole non era il caso durante a settimana, soprattutto per lei visto che quello era il suo primo giorno al college.
Allungò un braccio da sotto le coperte e spense la sveglia facendola cadere a terra. Socchiuse leggermente un occhio   per vedere l’ora. Le coperte in mezzo secondo erano volate dal letto e Jess era corsa in bagno per farsi una doccia ristoratrice.
Quale era il primo corso della giornata? Non ricordava più niente, la fretta le aveva fatto quasi dimenticare  di mettersi le scarpe prima di uscire dalla camera del campus  che il college offriva. Continuava a correre per i corridoi del campus prima di uscire in giardino e arrivare in mezzo secondo all’entrata dell’edificio appena ristrutturato. Amava quel college e le felpe enormi con lo stemma stampato sopra.
Il suo cellulare  iniziò a squillare e nella fretta per cercarlo si scontrò con qualcuno.  <<  Oddio scusa non ti avevo visto! >>  dispiaciuta al massimo si coprì il volto con le mani, accentuando il suo imbarazzo.  << Ehi sta tranquilla è anche colpa mia! Stavo leggendo i fogli del corso e non ti ho vista arrivare! >>  Jess era incredula, non solo il ragazzo, di cui ancora non aveva visto l’aspetto, si stava prendendo parte della colpa e si scusava, ma dalla voce sembrava anche sorridere. Alzò lo sguardo incontrando gli occhi piccoli e color cioccolato del ragazzo di fronte a lei. Le labbra a cuore distese in un sorriso indescrivibile. Era sicura di avere una faccia da pesce lesso. Imbarazzata dallo sguardo del ragazzo si passò una mano tra i capelli leggermente mossi e sorrise riprendendo la sua borsa , caduta a terra nello scontro.   << Comunque piacere io sono Nicholas, Nick per gli amici! >>  le porse la mano, che lei strinse prontamente.  << Io sono Jessica, Jess per gli amici … >>  ripeté la frase del ragazzo  prima di rivolgergli uno dei suoi sorrisi dolci e teneri. 
Nick non poteva fare a meno di notare  come gli occhi, color cioccolato fondente,di Jessica brillassero  e di quanto il suo sorriso la rendesse piccola.  La guardò stirarsi la camicetta bianca con le mani  << Ehm io ora devo scappare o faccio tardi a lezione … ci si vede in giro Nicholas! >>  lui sorrise  << Chiamami Nick … ciao Jess! >>  si allontanò solo dopo averla vista sorridere divertita e imbarazzata.  << Mmh Jess … interessante! >>.
***
 
 
Giravano voci che alla caffetteria del campus  ci fosse un barista molto figo. La clientela abituale era quasi tutta al femminile; ma per Alex, che amava svegliarsi tardi e rimanere in camera o in biblioteca a studiare, la colazione al bar era solo uno spreco di tempo. Seguiva solo i corsi che avevano la frequenza obbligatoria, preferiva studiare per conto suo e poi passare l’esame  senza  spiegazioni inutili fatte da un professore isterico.
Ma quel giorno  aveva voglia di un cappuccino. Uscì dalla sua camera riposata e rilassata. La canotta nera dei  Green Day iniziava ad essere corta, ma per l’inizio di settembre e per l’afa che c’era a New York andava più che bene. Prese gli occhiali da sole dalla sua borsa e li mise, il sole mattutino era così fastidioso quando andavi contro luce. Sorrise a uno dei ragazzi che stava uscendo dalla camera e si diresse  a passo svelto  alla caffetteria mentre rispondeva a un messaggio di Jack. “Tesoro oggi alle undici  tu e Jess fatevi trovare alla caffetteria vicino Central Park, io e Emily dobbiamo parlare con voi immediatamente!! Emergenza mamma megera!”  rise all’ultima parola e rispose “Perfetto amore, ci vediamo oggi alle cinque … spero che tu abbia avuto un altro dei tuoi piani geniali! Un bacio a dopo Honey”. Ripose il telefono nella tasca dei jeans bianchi e tirò indietro i capelli con i suoi ray ban.  << Cosa ti porto? >>  chiese il barista sexy con un sorriso forzato. Aveva l’espressione stanca e annoiata. Alex sorrise gentilmente  << Un cappuccino grazie … >>  il barista rispose al suo sorriso. Non era abituato a ricevere sorrisi sinceri e gentili senza nessuna nota maliziosa.  Poco dopo le porse il bicchiere. Notò che non aveva fretta, visto che si era accomodata su uno degli sgabelli.  << Una fan dei Green Day! Non ci credo! >>  Alex alzò lo sguardo sul barista divertita.  << Ti prego non dirmi che tu non li sopporti perché non ti pago il cappuccino! >>  scherzò lei  zuccherando il cappuccino. Lui alzò le mani in segno di innocenza  << Assolutamente no! Sul mio i.pod  la maggior parte sono canzoni loro! >>  affermò fiero lavando dei bicchieri sporchi.   << Allora te la sei scampata! >>  biascicò con sorriso furbo.  Il ragazzo si asciugò le mani e gliene porse una  << Sono Joseph, ma tutti mi chiamano Joe  >>  si presentò con sorriso suadente, lei afferrò la sua mano prontamente  << Alexis … ma visto che odio il mio nome, chiamami Alex .. >>  Joe rise e la guardò divertito mentre lei  prendeva un sorso del suo cappuccino.  << Perché lo odi? È un bel nome … >>  disse lui serio, ma dall’occhiataccia che lei gli mandò capì che non era il caso di  contraddirla.  <<  Forse odio il mio nome intero perché i miei lo usavano  quando dovevano farmi la ramanzina, cioè ogni cinque secondi! >>  disse ridendo contagiando anche Joe.  << Mia madre quando mi sgridava mi chiamava Joseph Adam Jonas , praticamente quando diceva il mio nome per intero c’era aria di guai … >>  disse continuando a ridere  << Mio padre mi chiamava con il mio nome intero quando scopriva che ero uscita da sola con un ragazzo! Era così imbarazzante! Insomma mi telefonava e si sentiva lui dal telefono Alexis Rachel   Parker dove sei e con chi sei???  >>  Joe scoppiò a ridere immaginandosi la scena  << Il tuo secondo nome quindi è Rachel? Carino! >>  Alex fece spallucce in segno di indifferenza.  << Beh sempre meglio di Adam non credi Alex? >>  chiese lui facendola ridere  << E invece Adam è un bel nome! Ti è andata bene, il secondo nome di mio fratello è  Percy! Luke Percy Parker! Sembra uno sciogli lingua! >>  Joe rise  << A mio fratello è toccato Jerry, e all’altro Paul!  >>  Alex alzò lo sguardo divertita  <<  Ma quanti siete? >>  Joe rise  << Siamo in quattro, e siamo tutti maschi … >>  anche Alex rise  <<  Vostra madre non è riuscita ad avere una bambina! >>  Joe annuì  << Peccato deve essere bello avere una bambina per casa … >>  disse sorridendo intenerito dall’immagine di una piccola bimba in giro per casa. Alex annuì  << Il problema è quando crescono! Credimi, è quello che dice sempre mio fratello di me! E in più ho una sorella più piccola che ora ha quindici anni! È praticamente la versione adolescente di Paris Hilton  >>  roteò gli occhi ma poi fu contagiata dalla risata di Joe.  << Tu ridi! Meno male che non sto più a casa! Dai racconti di mio fratello e dalle poche volte che la vedo ringrazio Dio di avere una stanza al campus! >>  guardò l’orario sul telefonino e, bevendo l’ultimo sorso del cappuccino scese dallo sgabello e prese il portafogli dalla borsa.  << Okay devo andare a recuperare Jess, se facciamo tardi all’appuntamento chi se li sente Jack e Emily! >>  disse più a se stessa che a lui. alzò lo sguardo e sorridendo gli porse i soldi del cappuccino  << Okay Joseph detto Joe e fan dei  Green Day! Ecco a te, grazie del cappuccino! >>  si mise la borsa sulla spalla e si rimise gli occhiali visto il sole accecante che era spuntato fuori.  << Ci si vede in giro Alex … >>  disse Joe sorridendole, Alex ricambiò mostrando una fila di denti bianchi  <<  Ciao Joe! >>  si avviò verso l’uscita  << Ritorna quando vuoi per un altro cappuccino e per altre chiacchiere! >>  le urlò lui scherzando. Lei si voltò e gli sorrise di nuovo salutandolo con la mano e uscendo dal bar. Rise divertita e si incamminò alla ricerca di Jess.
 
 
 
 

 

Okay ragazzuole! Ho avuto un’ idea per una nuova Long, spero che non sia un flop come l’ultima!
Ecco il capitolo pilota, lasciate qualche recensione, così vedo se è il caso di continuare, ho molta fiducia su questa storia!
Un bacio Roby =) 

 

   
 
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