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Autore: faith15    22/08/2011    2 recensioni
Il lungo kimono nero racchiudeva il suo corpo immobile come un baco, non un pezzo di pelle traspariva da quegli innumerevoli strati di seta, mentre al collo penzolava una lunga collana di cristalli, anch'essi neri. Ma quello che più mi colì fu la sua aura, con il viso leggermente abbassato, fissava tristemente il pavimento. In un istante capì che quello che sembrava essere distacco in realtà era soltanto un vago senso di inadeguatezza. Poi le notai, ce ne misi di tempo, quelle sue piccole manine nascoste dalla seta del suo indumento; si muovevano gracilmente, torturando le povere decorazioni d'orate che ornavano il bordo della manica.
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aoi, Ruki, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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. Memories of a doll .

 

Autore: Feissu

Pairing: AoixRuki  (e vari gazeman in giro xD)

Note: E' nata un po' di fretta in realtà, ho grandi progetti per questa storia anche se solitamente preferisco scrivere One-shot. Ma mi sento un sacco positiva verso questa storia.

Ha una trama un po' strana, un misto tra il malinconico, mistero e penso anche leggermente spinta... Però in realtà si vedrà tutto con lo svolgersi delle situazioni u.u

Comunque~ Spero che ci siano tanti commenti (visto che se no mi deprimo e mi passa l'ispirazione .__. )Perciò, se vi piace... commentate, ok? *w*
Ovviamente anche se non vi piace siete liberissimi di criticare~
E ora~ Buona lettura!

 

 

__________

 

 

 

 

"L'unico difetto della perfezione: la perfezione stessa."

 

 

 

 

ll dolce sognare tra queste sottili braccia, fragili come se fossero fatte di carta pesta ma dal calore così ardente che parevano raggi di sole, pareva illusorio. L'inverno al suo fianco sembrava diventare una seconda estate dai colori opachi e dai suoni ovattati in lontananza, mentre il paesaggio si tingeva di bianco ed immortale attorno a noi gli uccellini ancora cantavano l'alba.

Il suo profumo, dolce come le pesche appena colte dai campi dell'Hokkaido che tanto adoravo rimaneva incollato ai miei vestiti così tanto da poterlo sentire anche in sua assenza,giusto per causarmi ancora più dolore.

 

Una creatura umana nata con le sembianze di una bambola tanto delicata che persino l'imperatore in persona, nonché il padre di questo miracolo, aveve stentato a lungo prima di mostrarlo al mondo.

E non parlo di una qualsiasi fanciulla dalla pelle resa di porcellana dal trucco che le copriva ogni difetto, vestita solo di balze color pastello, bensì di un ragazzo dalla pelle diafana e dalle fattezze quasi mistiche. E i suoi vestiti.. per dio, erano tutt'altro che allegri, mai ho visto il suo corpo adornato di un'altro colore che non fosse scuro come la pece o i suoi capelli agghindati da oggetti che solo le gioiose bamboline di buona famiglia indossavano.

 

Lui era diverso, la sua aura lo era.

 

Ma una cosa più di tutte attirò la mia attenzione, i suoi  enormi occhi di ghiaccio, così grandi da potercisi riflettere ad intera figura dentro di essi se solo lo si voleva, in grado di sciogliermi come neve al sole con la loro glaciale dolciezza; mai avevo visto un volto così segnato dalla profonda solitudine che gli riempiva il cuore e l'anima, così benchè non lo conoscessi affatto mi ripromisi che mai più si sarebbe sentito solo in vita sua. Ma nonostante tutto lo trovavo bellissimo, forse perchè fui l'unico ad accettare sin da subito quella sua imperfetta perfezione e ad andare ben oltre quello strato di assoluta bellezza e vedere tutte le sue sofferenze e pene.

 

Ma ancora non sapevo. Ancora non ero al corrente di quello che in realtà mi sarei trovato davanti una volta oltrepassata la porta di quel lugubre palazzo ornato d'oro e bugie tenute accurtamente nascoste da uno stratega alquanto astuto da tenere tra quei sottilissimi fili menzonieri il suo popolo, quasi fossero burattini incatenati in un gioco al quale ignari continuavano a giocare.

 

 

 

 

 

 

Ricordo ancora il giorno, o notte, in cui lo vidi per la prima volta di persona; I capelli chiari come la neve gli cadevano liberi sulle spalle, danzando armoniosi attorno a quel viso così perfetto da sembrare surreale. Il suo sguardo era serio  e arcigno, non una vena di allegria e spensieratezza dentro di essi, mostravano molti più anni di quelli che effettivamente erano.

Appoggiato vicino ad una colonna, lontano da quelle centinaia di persone rimaste senza parole non appena la sua gracile figura aveva fatto il suo trionfale ingresso nel salone dei ricevimenti, osservavo ogni suo movimento.

 

Con gli occhi fissi nell'abisso della sala percorse l'intera gradinata con una lentezza probabilmente dettata dalla circostanza, ancheggiando appena; molto spesso avevo sentito parlare di questa creatura fatata destinata a diventare il nostro futuro imperatore, ma mai avevo creduto a quelle parole buttate con una totale leggerezza durante le passeggiate serali in paese delle persone dalla parlantina troppo facile; ma dovetti ricredermi in benché meno di un secondo.

Era la sua prima apparizione ufficiale davanti al popolo, mai nessun popolano era riuscito ad intravedere la sua schiena , nemmeno io che abitavo nel suo stesso giardino, se giardino possiamo chiamare l'immensa distesa verde che circondava la residenza privata dell'imperatore.

Nonostante mio padre lavorasse per la famiglia reale, a noi figli era proibito oltrepassare l'immensa schiera di alberi che sfilava quasi minacciosa all'esatto centro del parco, così sin da bambino ho iniziato ad immaginarmi come potesse essere questo famoso "bambino di porcellana" che tutti conoscevano solo per sentito dire e mai sono riuscito a ricostruire la sua immagine.

Per quel motivo ero così stregato da questa leggenda che passai quasi l'intera serata in disparte ad osservare la sua figura che si muoveva quasi in lutto tra le centinaia di persone che non vedevano l'ora di curiosare e vedere da vicino questo ragazzo dall'aria spenta.

 

Non una parola udì uscire dalla tua bocca.

Non un sorriso decorò il tuo volto.

 

Era come se tutti i suoi muscoli si fossero pietrificati per non rovinare quella statua angelica che aveva preso il posto di quel suo corpo che già sentivo bramato da metà delle persone, sia di sesso maschile che femminile, del palazzo.

Sentì una lunga scossa di disgusto percorrermi il corpo, come potevano quelle mele rese marcie dal tempo bramare una così giovane cesta? Scossi la testa, cercando di cacciare via quell'orribile immagine che mi si era stampata nella mente.

 

 

[E' proprio quando l'angelo si rivela all'uomo che il male reclama attenzione]

 

 

 

Immerso nei miei mille pensieri, sentii a stento mio padre raggiungere  il mio fianco, porgendomi un calice di dolce vino rosato.

"Quel povero ragazzo, è così a disagio!" mormorò, scuotendo la testa lentamente, sorseggiando la sua bevanda.

"Ma se è immobile, come fai a dirlo?" Chiesi leggermente dubbioso, lasciando cadere nuovamente lo sguardo sul suo volto immobile ritrovando esattamente la stessa espressione che aveva pochi istanti prima. Mio padre ormai conosceva quel volto a memoria, lo aveva visto quasi nascere, ma non capivo esattamente quali dettagli lo avessero portato a questa conclusione.
In realtà, la domanda che mi porgevo prima di tutte era come mio padre, uomo di media famiglia che lavorava per l'imperatore come contabile, potesse ricevere così tanto fiducia da colui che non dava fiducia nemmeno alla moglie stessa a momenti.

"Beh, si vede che non sai osservare bene figliolo...Suvvia, guardalo!" Disse, poggiando il suo calice di cristallo sul vassoio di un valletto che passava al suo fianco prima di allontanarsi mormorando parole che al mio udire erano senza senso per poi disperdersi nella mischia.

Forse era vero, all'epoca non avevo mai usato gli occhi per andare oltre a questa effimera apparenza perciò ero solito giudicare un fiore senza nemmeno sentirne l'odore, o criticare un dipinto in base alla quantità di colore e non fermarmi qualche minuto in più cercando di capirne la storia; così  in quell'istante decisi che avrei preso atto della piccola critica che mio padre mi aveva dato per guardarlo meglio, probabilmente visto con occhi esterni potevo benissimo essere scambiato per un rapitore o ancora peggio, uno stupratore.

Mentre l'odore degli incensi mi riempiva i polmoni, sorseggiando un'altro goccio della mia bevanda feci scivolare nuovamente lo sguardo su di lui, avvicinandomi ancora di qualche passo mi ritrovai,con mia somma felicità, a qualche mentre dal suo corpo.

Il lungo kimono nero racchiudeva il suo corpo immobile come un baco, non un pezzo di pelle traspariva da quegli innumerevoli strati di seta, mentre al collo penzolava una lunga collana di cristalli, anch'essi neri. Ma quello che più mi colì fu la sua aura, con il viso leggermente abbassato, fissava tristemente il pavimento. In un istante capì che quello che sembrava essere distacco in realtà era soltanto un vago senso di inadeguatezza. Poi le notai, ce ne misi di tempo, quelle sue piccole manine nascoste dalla seta del suo indumento; si muovevano gracilmente, torturando le povere decorazioni d'orate che ornavano il bordo della manica.

 

Avevi paura, Takanori?

A cosa stavi pensando in quel momento?

 

Possibile che la magia che lo circondava mi avesse già stregato in così poco tempo?

Mi ritrovai a chiedere a me stesso cosa mai avesse potuto provare una piccola anima tenuta segregata nella sua stessa dimora, passando intere giornate a pochi chilometri dal mondo senza poterlo mai toccare per davvero.

Come poteva sembrare la vita quotidiana agli occhi di un ragazzino dall'animo innocente come il suo? In un certo senso non biasimavo l'imperatore per aver desiderato di proteggerlo dagli occhi di chi non riusciva a capire che la bellezza di una persona non stava nel viso perfetto ma nella purezza dell'animo e dall'innocenza che lo governava.

Ma d'altro canto come poteva essere così egoista dall'estraniarlo completamente dal mondo per poi lanciarcelo dentro all'improvviso? Buttandolo esattamente al centro di quella che era la feccia della città senza un minimo di protezione?

Senza accorgermente mi ritrovai a stringere i pugni così forte da farmi male, probabilmente il mio sguardo si era incupito ma non potevo farci nulla, non sono mai riuscito a nascondere i miei sentimenti. Quando alzai lo sguardo mi sentii gelare il sangue che mi scorreva nelle vene, i suoi occhi vitrei puntati sulla mia figura immobile, mi scrutavano senza lasciar traspirare nessuna emozione: positiva  o negativa che fosse. Mi sentii a disagio ma allo stesso tempo potevo sperare in qualche tua reazione, che comunque non accadde, riabbassò la testa facendo finta di nulla; in un certo senso mi sentii quasi colpevole di averlo  studiato e osservato per tutto quel tempo, ma i miei occhi avevano una vita propria, nonostante cercassi di distogliere lo sguardo non riuscivo a non fissarlo, così raccolsi tutto il coraggio che avevo in corpo e mi avvicinai.

< Maestà > Mormorai, inchinandomi davanti alla figura imponente dell'imperatore e a quella ben più esile del figlio.

< E' un piacere incontrarla > Mormorai, con il corpo ancora chinato davanti a lui.

< Yuu, sei Yuu vero? Aspettavo con ansia che venissi a salutarci! > Rispose di rimando.

Quello che in realtà trovai qundo alzai lo sguardo non era esattamente ciò che mi aspettavo; mi sentii quasi paralizzato dall'ansia.

Possibile che con la mia sola presenza l'imperatore avesse percepito i miei sentimenti?

Per un solo istante, rapido come se fosse stato frutto della mia immaginazione, vidi il suo viso fissarmi con un odio che mai avevo visto prima.

 

 

 

[To be continued...]

 

_____

 

 

Note finali:  Capitolo un po' cortino, ma volevo sapere il vostro parere ^^ Piace?

Al prossimo capitolo se volete sapere come va a finire questo primo incontro~

 

Bye~

Fei

 

 

   
 
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