Fanfic su attori > Coppia Farrell/Leto
Ricorda la storia  |      
Autore: Perusgree    22/08/2011    2 recensioni
Ora che ci pensava gli aveva lasciato un bigliettino. Piccolo, quasi invisibile, poggiato sul cuscino.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I break the back of love for you-




Riempì un bicchiere d’acqua dal rubinetto e pescò la confezione d’insalata dal frigo. Non perse tempo a svuotarla in una coppa e lavarla: se fosse morto subito, in quell’istante, sarebbe stato felice. Qualche germe letale o qualche mosca morta su quelle foglie non gli avrebbero fatto nulla. Le avrebbe scansate.
Andò sul divano e cominciò a mangiare quelle orrende foglie umidicce, che si incollavano al palato. Da più di una settimana non mangiava altro che insalata, ed era calato talmente di peso che uno scheletro al suo confroto avrebbe potuto credersi grasso. Eppure l’inconsistenza di quel cibo gli faceva bene. Gli ricordava che non era altro che un uomo. Un uomo schifoso. Esattamente come quelle foglie.
Il suo era un masochismo psichico che uccideva.
Quel figlio di puttana non aveva avuto neanche la decenza di fare la spesa prima di scappare come un ladro. Gli aveva soltanto lasciato il frigo pieno di buste d’insalata, com’era sempre stato d’altronde. Ma non aveva comprato nemmeno una cipolla. O un po’ di cioccolato. Nulla. Solo insalata, insalata, insalata.
Prima di scappare aveva preteso una scopata, però. Ed era stato talmente nervoso mentre spingeva che aveva rischiato di spaccargli il culo. Gli faceva ancora male, e doveva sedersi su cuscini per attutire il dolore.
Era scappato mentre lui era in sala registrazione. Non l’aveva nemmeno chiamato.
Era sempre stato un emerito stronzo, un bastardo senza orgoglio.  Si comportava continuamente come se fosse l’unico essere umano a meritare l’epiteto di uomo vero, sfoggiando la sua aria da cattivo ragazzo e guardando tutti dall’alto in basso; invece davanti alla prima difficoltà era fuggito come un bambino.
Sarebbe tornato alla sua verde Irlanda, avrebbe acceso una candela in chiesa per avere un’indulgenza e sperare che Dio perdonasse i codardi, avrebbe mangiato finalmente una bistecca e si sarebbe fiondato su una donna sul sedile posteriore di un’auto noleggiata. Ed aveva lasciato lui a mangiare insalata.
Ora che ci pensava gli aveva lasciato un bigliettino.  Piccolo, quasi invisibile, poggiato sul cuscino.

I’m sorry. Cole.


Il “mi dispiace” è la perfetta scusa per tutti gli errori dell’uomo.
Mi dispiace per averti scopato fino a poche ore fa, ma devi sapere che non ti amo più come prima. Forse sarebbe meglio rimanere amici. Torno in Irlanda a cibarmi come un vero essere umano. Nel frigo c’è dell’insalata, così son sicuro che non mi crepi d’inedia.
Tornerò un giorno, non so quando. Scusa, ma non posso comandare i miei sentimenti.
Firmato: Colin James Farrell.

La risposta era stata ancor più breve:Vaffanculo. Era uscito lucido e piatto, come fosse semplicemente un sì, dalla bocca di Jared. Ed era uscito solo, senza la compagnia di lacrime o grida. La prima cosa che aveva fatto era stato buttare nello scarico del water il biglietto, sperando che attraverso le condutture raggiungesse un qualche gabinetto irlandese in cui quel miserabile s’apprestava a pisciare. Poi aveva aperto il suo primo pacco d’insalata.

Ad un tratto lo squillo del telefono lo distolse dai suoi pensieri. Lo tirò fuori dalla tasca e si stupì di come il suo cuore (o la sua mente) stessero sperando che fosse quel fottuto bastardo a chiamarlo. Invece no: era suo fratello.
“Pronto?”
“Jared, cazzo, ma si può sapere dove diamine ti sei cacciato? Ti sto chiamando da quattro giorni e non mi rispondi; avrò speso come minimo cento dollari di credito per inviarti messaggi … Se mi dici che sei partito per qualche nazione sconosciuta, giuro che ti raggiungo e ti trancio le palle di netto!” sbraitò Shannon nel telefono.
Jared poteva distintamente percepire le gocce di saliva che avrebbero potuto raggiungerlo anche a chilometri di distanza.
“Sono a casa mia.”
“A casa tuaaaa?” urlò il fratello “E dimmi un po’, ti sei forse dimenticato che in questi giorni avevamo degli appuntamenti?! E mi spieghi perché, cazzo, non hai risposto a quel maledetto telefono?”
“Era scarico …” era una cazzata, ma fu la prima scusa che gli saltò in mente. Sempre meglio del mi dispiace.
“SCARICO?! Il tuo BlackBerry scarico?! Boiate del genere valle a dire al tuo irlandese, non a tuo fratello!”
Silenzio.
Strinse convulsamente le dita attorno al telefono, talmente forte da far diventare bianche le nocche.
“Jared? Jared, cazzo, so che stai ascoltando. Non fare l’offeso, andiamo. Sai benissimo anche tu che quella cazzo di EMI voleva incontrarci. Jared …”
Click.
Il mondo era diventato opaco.
Il tuo irlandese.
I colori si confondevano nel caleidoscopio formato dall’acqua.

Jared riprese a mangiare insalata, bevendo le proprie lacrime.





Notes- Probabilmente non è il massimo, ma l'idea di scrivere qualcosa del genere stanziava nella mia testa già da un po'. :3 
          Il titolo l'ho preso dalla canzone "Post Blue" dei Placebo.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Coppia Farrell/Leto / Vai alla pagina dell'autore: Perusgree