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Autore: StrychnineTwitch    23/08/2011    2 recensioni
Solo quando la stanza si liberò dalla folla che la occupava, riuscì ad avvicinarsi a quell'uomo, ormai freddo, con la faccia deformata dal tumore al setto nasale. Sfiorò delicatamente con la piccola mano il rigonfiamento sotto l'occhio. Le faceva impressione, ma non importava in quel momento. Suo papà glielo aveva già spiegato un sacco di volte. Non bisogna avere paura dei morti... Loro non possono farci nulla ormai.
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti cari lettori. Come ho detto nella presentazione oggi è il mio compleanno. E' notte e forse mi sento un po' ispirata. Be' si vedrà in seguito. Quella che state per leggere è una piccola parte della mia vita che non scorderò mai.  Si proprio come dice Wake me up when september ends gli anni dopo la morte di una persona passano davvero in fretta. Proverò a raccontarvi quanto mi è accaduto attraverso gli occhi di una bimba, non ancora pronta a vedere la morte... se vorrete leggere grazie. E' da tanto che non penso a mio nonno. Ma stasera mi è balenata in mente quest'idea di scrivere su di lui. Come Billie, anni fa, ha scritto su suo padre. Grazie dell'attenzione.
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StrychnineTwitch


Tutti avevano lasciato quella stanza, la camera ardente era ormai deserta, tranne per l'anziano signore all'interno di quella fredda bara di legno e per una piccola bambina. Non aveva ancora sette anni lei, ma già aveva capito tutto. Non si era avvicinata per tutta la giornata. Era rimasta in disparte, silenziosa.
Non aveva nemmeno pianto.
Seduta in un angolino, sul vecchio sgabello di legno del suo amato nonnino. Ormai defunto. Nessuno si era realmente accorto di lei. A nessuno importava più di tanto di quello che un piccolo scricciolo come lei potesse provare in quel momento.
D'altra parte, come si sentiva dire tutti i giorni, Lei era solo una bambina. 

Era il primo d'aprile, ogni bambino in quell'occasione avrebbe pensato a divertirsi, il giorno degli scherzi... Già, che brutto scherzo le aveva giocato Dio quel giorno. Anzi il giorno prima. Era rimasta tutta settimana a casa ad aspettare notizie del nonno, a quanto le era stato detto era tanto malato, ma con tanto impegno e un po' di fortuna si sarebbe rimesso presto. Ecco come le avevano venduto quelle bugie. Buttate lì su un piatto sbeccato, come se lei in quel momento fosse la persona più insensibile, meno importante alla situazione. All'inizio ci aveva creduto, continuava a sperarci, ma poi aveva smesso, anche se era ancora piccola aveva capito tutto.
Sì, la malattia si stava protendendo troppo a lungo. Ormai non c'era più niente da fare. Già. La conferma l'aveva avuta quando dal suo letto, una notte sentì i suoi genitori parlare delle parole dei dottori.
"Non ce la farà. "Gli rimane un mese circa, forse qualche giorno in più."
Aveva mandato giù quell'amara pillola e si era addormentata piangendo. Allora sarebbe successo di lì a poco. Si sentì impotente. Poi un mese dopo tornata a casa dal doposcuola e aveva visto suo papà seduto sul divano con il giubbino addosso.
"Dov'è la mamma?" Chiese.
"E' Brescia. Mettiti la giacca andiamo anche noi adesso."
"A Brescia? Dal nonno?" Rispose tutta felice "Sta meglio allora!"
"No tesoro. Il nonno... La mamma è là perché il nonno è stato male oggi. Ha smesso di respirare... E... " Si bloccò un minuto prima di finire la frase. Ormai addolcire la pillola non aveva più senso.
"Il nonno è morto vero?" Chiese lei mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.
Lui non rispose. 
"Dai è inutile che stai zitto. Tanto l'ho capito non sono stupida." Corse in camera. Ma contrariamente a quanto suo padre pensava, si limitò a indossare la giacca e tornò in salotto. "Forza andiamo" Disse uscendo dalla porta e infilandosi in macchina. 
Con quel gesto, quel giorno, la piccola e fragile bambina si era dimostrata molto più matura di suo padre. Era la cosa più giusta da fare. Non avrebbe dovuto far preoccupare ulteriormente i suoi genitori.

Solo quando la stanza si liberò dalla folla che la occupava, riuscì ad avvicinarsi a quell'uomo, ormai freddo, con la faccia deformata dal tumore al setto nasale. Sfiorò delicatamente con la piccola mano il rigonfiamento sotto l'occhio. Le faceva impressione, ma non importava in quel momento. Suo papà glielo aveva già spiegato un sacco di volte. Non bisogna avere paura dei morti... Loro non possono farci nulla ormai.
Lasciò scorrere le dita fino alle mani incrociate del nonno. Ne afferrò una e la strinse. Si ricordò di tutte le passeggiate fatte insieme, al parco sotto quei viali che d'autunno lasciavano cadere le foglie ingiallite dal vento. Come quelle foglie anche lui ormai se n'era andato. Era caduto dall'albero della sua vita. Il suo cuore aveva smesso di battere. Si era immobilizzato in un istante e non avrebbe battuto mai più. Era questa la verità Solo questa.

Be', ormai era finita. Era lì da sola ora. Non c'era anima viva oltre a lei... Quella settimana sarebbe rimasta a dare conforto alla nonna, che non faceva altro che piangere. Così alle 23.00, sua nonna si era addormentata seduta al tavolo in cucina e lei era di là con quello che fino a poche ore prima era stato suo nonno.

Ora non era altro che un inutile ammasso di carne. Il giorno dopo l'avrebbero infilato in una cella di cemento da cui non sarebbe più uscito se non dopo cinquant'anni. Ma sarebbe stato solo polvere e forse qualche osso. Si rimise a piangere, in silenzio per non svegliare la nonna. Poi si addormentò, soffocando i singhiozzi sul grande tappeto. Tra le corone funerarie e i fiori distribuiti in tutta la stanza. Accompagnata da una domanda: Dove era adesso? Esisteva forse un paradiso?

Dopo quella settimana il tempo sarebbe trascorso veloce. I ricordi con il vecchio e amato nonnino si affievolirono sempre più, fino a scomparire quasi totalmente.
Ormai ricordo solo il volto in fotografia di quell'uomo che ha accompagnato parte della mia vita.

 

Like my fathers come to pass 

Seven years have gone so fast 

Wake me up when September ends 

 
Già... Sette anni passati così in fretta. E forse lui sarebbe ancora qui, se un tumore non glielo lo avesse strappato via. Solo dopo un po' di anni dalla sua morte la ragazza lesse la storia di un uomo, che da piccolo perse il padre a causa di un tumore. Tante coincidenze, forse non era suo padre, ma suo nonno, ma dopo aver letto ciò che gli era capitato la domanda che fino a quel momento l'aveva perseguitata, quella che da bambina aveva occupato i suoi sogni aveva appena trovato risposta.
No, non esisteva un paradiso.
No Tutto ciò che era rimasto di suo nonno era un corpo senza vita. L'anima non era andata da nessuna parte. Era tutta una stronzata. E lui lo aveva capito fin da subito. E ora la sua fede è debole. Si sta pian piano affievolendo. Scomparirà. Come tutte le persone che oggi vivono su questa terra. Quell'uomo è ora il suo cantante preferito, il suo unico paradiso, l'unico in cui crede veramente. Condivide tanti ideali con lui... e non ha più paura dei morti.
E così adesso cresce con l'idea che non esista nessun Dio o che se anche esiste, non sia buono e bravo come tutti credono.
Forse sbaglia.
Forse tutto quello che dicono è reale e io quando morirà finirà all'inferno.
Ma non importa.
Tutti muoiono.
E quello che c'è dopo non importa. Se ripensa oggi a quel giorno in cui da sola stava a piangere in un angolino lontano da tutti non diventa triste. No, non le dà nemmeno fastidio parlare di questo. perché i defunti non esistono più. Sono solo corpi, privi di vita. Che resteranno fermi in una bara per sempre. E' come parlare degli esseri mitologici dell'antica Grecia. Non esistono più ormai. Ecco tutto.

Ora pensa che quella canzone, quella frase sia fatta apposta per lei.
La tiene sempre nel cuore... E nei momenti peggiori ci ripensa...
E forse si sente un po' meglio.
Maschera i suoi pensieri con un sorriso e va avanti.

Questa è la storia di quella bambina, che nessuna mai aveva considerato granché. Che un po' timidamente ha sempre nascosto i suoi sentimenti... E forse continuerà a farlo.
Già forse... perché la vita è tutta un forse...
Niente di sicuro. Solo una cosa è sicura. La fine. Ma non per questo lei si scoraggia.
Lei continua a far crescere la sua voglia di vivere... 

Forse tutto si basa su questa frase... O forse no...


It's not over till you're underground.

 

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Umm.. Be' la storia... Non è uscita come speravo ma la pubblico lo stesso... Forse è anche un po' corta.  
E' uscita fredda come storia, senza contare che il finale mi sembra più una riflessione che un finale vero e proprio... Comunque non la sprecherò. La pubblico comunque... Sperando che almeno a voi piaccia.
Be' sono le 2 e mezza passate del 23 agosto... Mi sono ritrovata a pensare a mio nonno senza un perché... 
Non ho altro da dire...

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