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Autore: Delena33233    23/08/2011    5 recensioni
Fu proprio in quel momento che lo vidi. Appoggiato ad un palo, dall’altra parte della strada, c’era una figura vestita di nero, era un ragazzo. Lo guardai, forse un po’ insistentemente perché se ne accorse ed i suoi occhi si posarono su di me. Feci un passo indietro senza alcuna apparente ragione.
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- Sophia, Nichole, lui è Damon, mio fratello - I suoi occhi azzurri come ghiaccio si posarono su di me e fu un altro pugno allo stomaco,  prese la mia mano nella sua appoggiando le sue labbra sulla mia pelle - Lieto di conoscerti, Sophia - si chinò leggermente facendo un mezzo sorriso, QUEL mezzo sorriso. Era lui, non c’era alcun dubbio. Era lui. Il ragazzo misterioso. Era lui. Quello del mezzo sorriso.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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the end of everything, the end of me

Tennessee Williams scrisse: "Viviamo tutti in una casa che brucia. Nessun vigile del fuoco da chiamare. Nessuna via d'uscita. Solo la finestra del piano di sopra da cui guardare fuori mentre il fuoco divora la casa con noi intrappolati, chiusi dentro."
[Oth]

 

Chiusi gli occhi ricordando la paura che avevo provato ad Atlanta, non volevo morire, non volevo vedere la mia amica venir portata via da un vampiro. Volevo che quell’essere se ne andasse. Ma la figura continuava a camminare a passo lento verso di noi, la luce del lampione illuminava il viso di un ragazzo giovane, con un ghigno malefico e divertito stampato sulle labbra. Allargò il sorriso facendo intravedere i denti bianchissimi e affilati, che brillarono nella notte buia e silenziosa.
Quella notte sarebbe stata la fine di tutto.
Nessuno mi avrebbe aiutato questa volta, ma almeno non dovevo preoccuparmi per Nichole, non le sarebbe successo nulla.
Quella sera toccava a me.
 Mentre la rassegnazione si faceva largo tra la paura, il vampiro parlò << E’ così assurdo, i vostri “vampiri” sono davvero così stupidi? >> mimò le virgolette con le dita, per marcare il fatto che ci avevano lasciato li da sole.
Era un ragazzo, avrà avuto qualche anno in più di me, 2 o 3 forse, non di più. La cosa mi fece rabbrividire.
Anche Elena ebbe un fremito, probabilmente stava pensando ciò che pensavo io, Klaus si sarebbe servito di chiunque pur di vincere quella battaglia.
<< No, non tutti almeno. >> La voce cristallina di Caroline mi spaventò, lei sorrise dal fondo del vialetto.
Il vampiro non ebbe il tempo di reagire, un vortice d’aria si scagliò su di lui buttandolo a terra.
Sbarrai gli occhi e mi portai una mano alla bocca, la vampira bionda attaccò di nuovo, scaraventando il vampiro dall’altra parte della strada.
I due emettevano ringhi soffocati mentre cercavano di prevalere uno sull’altra, in meno di un secondo il vampiro sconosciuto riuscì a liberarsi di Caroline, lanciandola oltre la carreggiata. Si voltò verso di noi e fulmineo si avvicinò, distava meno di un metro da i nostri corpi immobili e terrorizzati.
Guardò Elena, per un attimo interminabile, sfiorando con gli occhi ogni centimetro del suo viso << La doppelganger! Klaus sarà contento >> La osservava mantenendo il suo ghigno.
Sentire il nome di Klaus pronunciato da quella voce stridente e velata d’ironia mi fece rabbrividire di nuovo. Il vampiro voltò di scatto la testa verso di me, il suo sguardo insistente mi scosse ancora.
Il suo sorriso si allargò << E… tu! >> con un passo spazzò via la distanza tra noi.
Non potevo muovermi, non potevo scappare.
<< Ero venuto qui per una.. >> Alzò la mano e passò un dito freddo sulla guancia di Elena che tremava terrorizzata.  
<< Ma adesso che vi ho tutte e due.. >> i suoi occhi iniettati di sangue brillavano famelici nel buio.
Mi avrebbe uccisa, quella consapevolezza fu uno schiaffo violento sul viso. Strinsi i denti e non battei ciglio quando la mano ghiacciata del ragazzo mi tirò su il mento con fare deciso << Non credo che gli dispiacerà.. >> mormorò osservandomi, rapito dai suoi pensieri.
Provai l’impulso irrazionale di mollargli un bel calcio alla caviglia, ma probabilmente mi sarei fatta del male solo io.
Mentre guardavo la morte dritta negli occhi udii la voce di Elena, ferma, decisa e pungente, come non mi sarei mai aspettata in un momento come quello
<< Lei deve restarne fuori!  >> ordinò al vampiro, che si scostò da me, sorpreso.
Poi un sorriso divertito comparve sul suo viso asciutto << Riferirò il messaggio >>
<< Non credo ne avrai occasione! >> la furia di Caroline dissolse quel sorrisetto impertinente e malvagio, la vampira travolse lo sconosciuto, cogliendolo di sorpresa e trascinandolo sulla strada. La lotta riprese, poco lontano da noi.
Era tutto confuso e indistinto, ma quando Caroline mi lanciò le chiavi di casa, che era riuscita a strappare di mano al vampiro, le presi al volo e, con mano tremante, mi affrettai ad aprire la porta. Elena la chiuse dietro di se, accasciandosi per terra.
<< Tutto bene? >> Le chiesi sedendomi accanto a lei.
<< Si >> fece un grosso respiro << Caroline se la sa cavare >>
Cercava di tranquillizzarmi, ma ero così scioccata che nulla avrebbe potuto calmarmi. Tremavo di paura, Caroline era li fuori a combattere contro un vampiro che aveva appena cercato di ucciderci. Un pazzo che diceva cose prive di senso.
Non c’era molto per cui essere tranquilli.
Avvicinai le ginocchia al petto e vi appoggiai la testa, il mio cuore batteva furioso, senza accennare a smettere, ogni battito era un colpo duro e deciso che vanificava ogni mio sforzo di pensare con chiarezza e ricostruire gli avvenimenti di quella serata. Ben presto smisi di dare un senso a ciò che avevo appena vissuto e mi concentrai su ciò che più mi interessava: Damon.
Per tutto il viaggio in auto non avevo fatto altro che pensare a lui, e anche davanti alla morte che avevo appena scampato, non ero riuscita a non volare a lui con la mente.
Mi aveva fatta allontanare dal ballo, preoccupato per qualcosa, e fuori da casa mia ad aspettarci c’era un vampiro intrepido che non sembrava sorpreso nel vederci senza protezione.
Voleva dire che ce n’era più di uno, un vampiro era al ballo e uno davanti casa, almeno. Voleva dire che Damon era da qualche parte a combattere, a rischiare la vita. Caroline, Stefan e Damon avrebbero mantenuto la loro promessa inespressa: avrebbero salvato Elena anche a costo della vita.
Damon rischiava la vita e io ero li seduta a tremare senza poter muovere nemmeno un misero dito. Ero inutile, non avrei potuto proteggere Elena, ma solo essere d’intralcio.
Non avrei mai potuto aiutare Damon, ma solo essere un peso per lui.
Era lampante, il mio ragionamento non faceva una piega, e portava ad un'unica conclusione: se le cose fossero andate avanti così, se Klaus avesse continuato a dare la caccia a Elena, e l’avrebbe fatto di sicuro, tutti coloro a cui volevo bene sarebbero morti, e io sarei rimasta inerme a guardarli morire.
Damon sarebbe morto, e io sarei rimasta immobile a osservarlo svanire dalla mia vita, con la stessa velocità con cui vi era comparso.
Scossi la testa e trattenni le lacrime rabbiose che cercavano di uscire, continuai a pensare a Damon e a dove potesse essere in quel momento, a cosa stesse facendo, sperando vivamente che tutto andasse bene.
Il suono del campanello mi ridestò dallo stato di trance in cui ero caduta e durante il quale mi ero trascinata fino al divano della sala. Scattai in piedi, imitata da Elena, e corsi alla porta, aprendola con il cuole in gola.
Stefan.
<< Oh mio dio! >> Elena si gettò tra le braccia del suo ragazzo, che la avvolse silenzioso, posandole dolcemente la bocca sulla testa.
<< Stai bene? >> fu la prima cosa che chiese alla mia amica, in un bisbiglio tra le ciocche nere di lei.
Elena annuì sciogliendo l’abbraccio << Si, va tutto  bene, adesso.  Stiamo tutti bene. >> rispose scambiando uno sguardo intenso con il compagno.
Il vampiro castano mi sorrise gentile, assicurandosi anche del mio stato di salute, poi tornò al viso di Elena << Caroline? >> domandò.
<< Vieni.. >> gli porse una mano e lui la strinse affettuosamente.
Mi mancò il respiro, sentii l’ansia ricominciare a crescere e ostruirmi la gola.
Stefan si accorse della mia espressione e prima di seguire Elena mi fissò intensamente, si avvicinò sciogliendo la stretta che lo legava alla mia amica.
<< Arriverà >> mi sussurrò.
<< Non eri con lui? >>  Ebbi la sensazione che ci fosse qualcosa che non andasse.
<< No, noi ci siamo divisi, ne abbiamo preso uno a testa >> Spiegò, aumentando i battiti del mio cuore.
Aprii la bocca per dire qualcosa, ma non emisi alcun suono.
<< Erano in due? >> chiese Elena avvicinandosi a noi.
<< In tre, uno è riuscito a scappare e.. >> Strinse forte la mano in un pugno.
<< Ed è venuto qui.. >>
<< Si.. >> Rispose lui tormentato.
Non riuscivo a pensare a niente se non al fatto che Damon era ancora la fuori, probabilmente stava lottando e.. scossi la testa trattenendo le lacrime.
<< Soph.. >> Stefan richiamò la mia attenzione << Arriverà >> ripetè con più convinzione.
<< Si.. >> annuii flebilmente cercando di convincere me stessa << Si.. >>
<< Non ho idea di chi fosse!  Sai, non ho avuto il tempo per le presentazioni! >> Caroline stizzita rispose alla domanda di Stefan, che si era seduto sul divano e abbracciava Elena come volesse proteggerla dal mondo intero.
<< Hai ragione, mi dispiace.. >>  Scosse leggermente la testa << Alla festa c’era qualcosa che non andava. Io e Damon ce ne siamo accorti >> Sospirò << Avremmo dovuto capirlo, era un depistaggio.. >> mormorò a mezza voce, furioso.
<< Stef >> sussurrò Elena, ma non ascoltai il seguito di quel sussurro.
Il campanello suonò di nuovo, e poi ancora.
 Mi precipitai alla porta aprendola con veemenza.
Damon.
Smisi di respirare
Uno,due,tre.
I batti cessarono.
Respirai.
E poi ripresero.
<< ’Sera >> Sorrise tranquillo, appoggiato allo stipite.
La camicia nera leggermente strappata e i pantaloni sporchi di terra.
Niente ferite, graffi o morsi.
Niente sangue.
Mi resi conto che non avevo ancora parlato e mi resi conto di ciò che desideravo fare solo quando ormai mi stavo già muovendo.
Feci un passo avanti, uscendo di casa.
Si scostò dal legno della porta e mi guardò incuriosito.
Con un sospiro mi gettai sul suo petto, abbracciandolo.
Rimase impietrito, non si aspettava certo una mossa del genere.
Per un attimo ebbi paura di aver commesso un errore.
Ma poi ogni preoccupazione venne spazzata via quando sentii le sue mani premere sulla mia schiena, mentre mi stringeva a se, ricambiando l’abbraccio.
Sprofondai nel suo profumo, i suoi vestiti ghiacciati non mi davano fastidio.
Chiusi gli occhi assaporando ogni istante interminabile di quel contatto che forse non mi sarei mai più potuta permettere.
La mia ansia fluì via dal mio corpo disintegrandosi in piccoli frammenti silenziosi che si sparsero nell’aria.
Era li, era vivo.
<< Oh, scusa >> Farfugliai staccandomi da lui.
<< Tranquilla, raggio di sole. So che non puoi vivere senza di me! >> Strinse le labbra malizioso, il sangue mi ribollì nelle vene e la delusione mi sfiorò un secondo soltanto, poi lasciò il posto alla vergogna.
Deglutii << Ehm.. sono tutti dentro.. >> Cercai di riprendere il controllo delle mie azioni e feci un passo indietro, rientrando in casa.
La sua espressione si rabbuiò << Si, l’avevo immaginato. >> Fece per andarsene, e il mio corpo, per la seconda volta in pochi secondi, decise al posto mio.
La mia bocca parlò animata da parole proprie e indipendenti da me.
<< Entra.. >> Dissi in un sussurro. La voce mi tremò e credetti che Damon non avesse sentito.
Lui si voltò con un sopracciglio alzato e un’espressione a metà tra il sorpreso e l’inebetito.
Finalmente si allargò in uno dei suoi soliti mezzi sorrisi e io non potei fare a meno di osservare le sue labbra curvarsi e la sua fossetta apparire puntuale e perfetta.
Annuì facendo scricchiolare le assi di legno sotto i piedi, mentre entrava nella mia casa.
Non appena si richiuse la porta alle spalle, fu come se qualcosa di molto pesante, che mi opprimeva lo stomaco fino a poco prima, si volatizzasse allo scatto della serratura.
Era nella mia casa, da quel momento avrebbe avuto libero accesso alla mia famiglia, a me.
E non era come lasciar entrare Stefan o Caroline.
No, era molto più pericoloso, perché si trattava di un vampiro irascibile e irriverente.
Eppure non mi pentivo della mia decisione, affatto.
Mi diressi in sala e Damon mi seguì, notai i suoi occhi vagare un secondo soltanto per la stanza, come alla ricerca di qualcosa, di qualcuno.
Elena.
La mascella del vampiro moro si rilassò d’un tratto, il suo sguardo profondo, rivolto alla mia amica, mi fece sentire piccola e insignificante.
Come potevo credere di riuscire a competere con quell’amore così perverso e così tremendamente vero?
Come si poteva amare qualcuno così intensamente, nonostante le ripetute delusioni che lo stesso oggetto del suo amore gli aveva procurato?
Come poteva Damon raccogliere ogni volta i frammenti del suo cuore, distrutti da Elena, e ricominciare ad amarla come se nulla fosse successo?
Come riuscì a non morire sovrastato da tutto il sollievo che provò visibilmente quando entrò nel mio salotto?
Elena gli sorrise flebilmente, tra le braccia del suo amato e Damon socchiuse gli occhi e chinò la testa.
Guardai Caroline e Stefan, possibile che nessuno si fosse accorto di quello scambio di sguardi? Dell’agitazione di Damon e dell’immensa liberazione che aveva provato constatando che Elena era salva?
Della semplice espressione di Elena, bastata a rassicurarlo e farlo tornare a respirare normalmente?
Non potevo crederci, eppure nessuno diede segno di essersi accorto di nulla
Il silenzio che si era creato fu bruscamente interrotto dal suono di un cellulare.
<< E’ Nich >>Caroline rispose veloce al messaggio,  guadagnandosi la mia più completa attenzione << Lei, Tyler e Jeremy sono da Bonnie >>
Sospirai sollevata, Nichole stava bene, e anche tutti gli altri miei amici.
<< Vado da loro >> proseguì la bionda.
<< Si, puoi dire a Jer di raggiungermi  a casa prima che Jenna si accorga della sua assenza? >> Chiese dolcemente Elena, alzandosi dal divano.
<< Certo! Buona notte ragazzi! >> Augurò poi, prima di sparire in uno sbuffo d’aria.
<< Andiamo? >> Stefan invitò Elena, che sospirò, finalmente tranquilla
<< Soph.. >> Mi stampò un leggero bacio sulla guancia e io le sorrisi.
<< ‘Notte >> mormorai.
<< Buona notte >> Mi rispose, accompagnata dall’espressione stanca di Stefan, che si congedò dando una leggera pacca sulla spalla del fratello.
Una volta rimasti soli, mi voltai verso Damon, in piedi accanto a me.
Mi guardava intensamente, gli occhi fissi sul mio viso << Stai bene? >> chiese corrucciando la fronte.
Davvero me lo stava chiedendo? Davvero si stava interessando a me?
No! No! Non sto affatto bene Damon, perché ti vedo chinato a raccogliere pezzi della tua anima e a ricomporli per lei! Ti vedo distrutto e calpestato. Ti vedo forte ma incapace di difenderti. Ti vedo nascosto dietro la tua maschera, impotente e ferito. E non mi piace. Non mi piace.
Sciocco e stupido vampiro!
Non mi piace per niente.
Come puoi chiedermi se sto bene?
<< Si >> mormorai semplicemente.
 Lui annuì e si avviò verso la porta e io gli andai dietro, le mie mani tremavano, avrei voluto che restasse ancora con me, avrei voluto poterlo avere sotto gli occhi per poter controllare ogni sua mossa, per assicurarmi che non si mettesse in pericolo, ancora.
Ma a cosa sarebbe servito?
Non ero nessuno per impedirgli di farsi del male.
Non ero Elena.
E probabilmente non ci sarebbe riuscita neanche lei.
Lui era Damon, in fin dei conti.
<< Non fare entrare nessuno che non conosci, chiaro? >> il suo tono deciso mi sorprese
Annuii.
Mi prese per le spalle, costringendomi, per la prima volta da quando era arrivato, a guardarlo dritto negli occhi. Si avvicinò spingendomi lentamente con la schiena contro la porta.
<< Chiaro? >> Ripetè con voce più bassa.
<< Chiaro >> puntai i miei occhi verdi nei suoi, cristallini.
E provai con tutte le mie forze a non annegare in quell’oceano di ghiaccio.
Improvvisamente passò una mano sul mio viso, spostandomi una ciocca di capelli dalla fronte. Percorse con un dito il profilo del mio naso, lentamente.
 Il mio cuore prese a battere velocissimo, impazzito, irrequieto.
 Ma questa volta Damon non sorrise compiaciuto, si chinò verso di me.
Non sapevo come comportarmi. Cosa stava facendo?
Sapevo solo che le nostre bocche erano tremendamente vicine e sentivo il suo fiato fresco pungermi il viso.
Le sue mani risalirono il mio corpo, alzando appena il fondo del vestito, che ricadde al suo posto non appena le dita fredde di Damon arrivarono alla mia schiena.
Mi spinse verso di lui, delicatamente.
Il tempo si fermò, i secondi interruppero bruscamente la loro corsa al minuto.
Portò la sua mano dietro la mia testa. Affondando le dita nei miei capelli.
 Decisi che cercare di capire dove volesse arrivare era da sciocchi, in quel momento.
Mi abbandonai e lui capì che stavo cedendo.
 Le sue mani lo seguirono in movimenti più veloci. Frenetico raggiunse il mio viso. Dischiuse la bocca e la sua lingua percorse il profilo delle mie labbra.
Non potevo credere a ciò che stava accadendo. Non esistono parole, stupide, monotone e inutili parole, per descrivere quell’attimo.
Damon era li, appoggiato al mio corpo, pelle contro pelle.
Le sue mani salivano e poi correvano in tutte le direzioni senza fermarsi mai.
Mani arrabbiate, stizzite, ferite, orgogliose, desiderose.
Mani non mie, non per me.
Fu come risvegliarsi da un sogno magnifico e aprire gli occhi sulla realtà.
Non mi apparteneva, nulla di lui era mio, e mai lo sarebbe stato.
Era lei che voleva. Lei.
E non sarebbe cambiato nulla dopo quello stupido bacio che tanto desideravo.
<< D..Damon >> mi costrinsi a parlare, a interrompere quel dannato sogno.
Lui non si scompose, non si mosse di un misero millimetro.
Però capii.
Elena non sarebbe stata mai sua, così come io non potevo allungare le mani e prendermi lui.
<< ’Notte >> Sussurrò sulle mie labbra prima di scomparire nel nulla.
Sospirai.
Ero riuscita a fermarmi in tempo, prima di cadere nello stesso vuoto che avvolgeva lui ormai da anni?
Chiusi gli occhi.
Quella notte era davvero la fine di tutto.
O almeno era la fine di me stessa.
Ero riuscita a fermarmi in tempo? Ero riuscita a sfuggire all’amore? A Quel maledetto amore non corrisposto?
Spalancai gli occhi di colpo.
No, assolutamente no.


NOTE DELL’AUTRICE:
Impalettatemi.
Visto che già mi odierete tremendamente, almeno fatemi decidere come voglio morire.
Torno pregandovi di uccidermi, che bel ritorno, non trovate?
Okey, che faccio.. Parto con le scuse?
Sono stata letteralmente sommersa dallo studio, fino a estate inoltrata non sono riuscita a scollarmelo di dosso.
Poi sono partita.
E mi sono maledettamente goduta la vacanza.
Chiedo umilmente perdono alle meravigliose lettrici che mi seguono, a quelle che recensiscono e a tutte le autrici delle storie che seguo.
Sono proprio da impalettare. Lo so.
Ma sono tornata, non so quale riscontro potrò mai ottenere, ma eccomi qui.
Parlo del cap. perché è decisamente meglio:
Pericolo scampato, per l’ennesima volta.
Meno male che esiste Caroline!!^^
Il bad-vampire era un soggetto curioso, parlava a vanvera o sapeva ciò che diceva?
Ed Elena! Tira fuori i cosiddetti e difende Sophia! Che Donna! :D
Ma si sa com’è, una che adora Elena tanto quanto l’adoro io è difficile trovarla^^
E vi posso assicurare che scrivere le riflessioni di Soph riguardo l’amore sconsiderato di Damon per la mora è stato difficile. Insomma far passare Elena per la struggi cuore non è proprio carino, ma credo che sia anche un po’ la verità, no? Non lo farà apposta povera.. però intanto Damon si consuma nel dolore u.u
Sophia comprende fino in fondo i sentimenti di Damon e prende atto anche dei suoi verso il vampiro, per questo interrompe quell’attimo di pazzia, perché crede di potersi salvare.
Ma ormai è già troppo tardi, capire di essere innamorati nello stesso istante in cui si capisce di non essere corrisposti, non potrà che farla precipitare nello stesso turbine di emozioni di Damon.
Citazione: Il fuoco? L’amore.
La casa che brucia? Il nostro cuore, la nostra anima.
Il cuore di Damon divorato dalle fiamme del suo amore per Elena.
Sophia, che corre incontro allo stesso destino di Damon, che corre incontro a Damon.
L’amore che vivono loro, quello che provano loro, va oltre ogni tipo di legame che si può instaurare tra due persone, oltre ogni tipo di sentimento che può nascere in una relazione.
Le fiamme di quell’amore sono alimentate dalla tristezza, dalla delusione, dalla disperazione, dalla rassegnazione, dalla rabbia, dallo sconforto, dal dolore.
Damon e Sophia non possono far altro che restare fermi, immobili, a guardare il loro cuore bruciare di quell’amore maledetto.
Non possono far altro che bruciare insieme ad esso.
Oh! Come sono poetica a volte v.v
Mi concedete due paroline sull’ultima puntata di TVD? (Che tra poco ricominiciaaaaaaaa Yeah!)
Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa******
La Delena grandissima che è in me non ha potuto far altro che cantare e ballare (tra le lacrime) per tutta la stanza e per almeno una settimana :D
Sono da ricovero lo so, ma cosa posso farci?
*_*
Visto che sono di nuovo di corsa, tanto per cambiare (ma le vacanze non erano fatte per rilassarsi?) non posso soffermarmi sulle meravigliose recensioni che ho ricevuto lo scorso capitolo, ma ringrazio di cuore, e dico davvero:

sonia22
GLObulesROUGE
EleanorMair

ashnessa97
Per aver recensito e per aver aspettato e per esserci sempre e per… E per essere così assolutamente fantastiche! :D
Ringrazio, di nuovo, infinitamente tutti miei lettori e prometto che riprenderò la lettura delle varie FF.
Non do indicazioni precise su quando pubblicherò il prossimo capitolo, che è ancora da scrivere, ma credo proprio che non vi farò aspettare di nuovo un eternità.
Se ci siete battete un colpo, mi raccomando! :D
Per l’ultima volta, perdono**
Grazie^^

Je♥

  
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