Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: Mokusha    23/08/2011    2 recensioni
Salve, salve, salve.
Sono di nuovo qua, questa volta a cimentarmi nel Rosso più profondo.
Da brava Kathemon non potevo non dare una bella spruzzata di passione no?
Nella mia testa la cosa è migliore eh.
Non sono riuscita a rendere granchè. Però pur sempre di Katherine e Damon si parla, e loro, rendono anche solo a guardarli.
"Damon deglutì di nuovo, serrando entrambi i pugni, cercando di continuare a guardare negli occhi la perfezione che aveva davanti.
Il suo autocontrollo stava decisamente venendo meno.
Percepiva un dolce formicolio sotto la cintura.
Aveva una maledetta voglia di lei."
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ma salve!

Eccomi qua, a torturavi di nuovo con le idee della mia mente malata. Abbiate ancora un po' di pietà di me, se vi è rimasto un briciolo di compassione.
Allora. Premesso che sono Kathemon fino alla morte, che sono una sottospecie di pornomane senza dignità, e che la mia anima è ormai dannata a bruciare tra le fiamme della Lussuria, premesso questo, sono settimane che mi dico "Devo scrivere una lemon tra Damon e Katherine."
Perfetto. Più facile a pensarlo che a farlo. Il fatto che loro forniscano ottimo materiale così sfacciatamente hot è indiscutibile, la scintille di passione che sprizzano ogni volta che si sfiorano sono palpabili.
Quindi, ho dedotto che, il problema sono io, e per quanto mi piacciano, non le so scrivere, le lemon.
Tuttavia, ho voluto levarmi questo sfizio, e condividerlo con voi, giusto per infliggervi un po' di pena. :)
Bene, pervertite e non, leggete, e poi fatemi sapere.
Siate brutali!



Katherine era seduta alla sua specchiera. Aveva appena finito di acconciarsi i lunghi capelli mossi per la cena organizzata dalla signora Lockwood a cui Damon era stato invitato quella sera.

A forza di insistere, era riuscita a convincerlo a portarla con lui.

Sorrise, mentre infilava l'ultima forcina tra i capelli scuri e passava ad applicare il rossetto vermiglio sulle sue labbra così irresistibilmente sensuali.

Che a Damon piacesse o meno, lei lo aveva in pugno.

L'acqua della doccia nel bagno attiguo smise di scrosciare.

Katherine rise come una bambina divertita, si alzò,e cercando di fare il meno rumore possibile, attraverò la stanza e si sedette sulle cassettiera di Damon, accavallando le gambe.

Pochi secondi dopo, apparve lui, avvolto nel suo accapatoio bianco.

La fissò. Era così merraviglioamente bella, dannatamente perfetta e sensuale in maniera illegale.

Katherine ebbe la soddisfazione di vedere quel paio di occhi azzurri indugiare sul suo corpo, il pomo d'Adamo del vampiro alzari e scendere ripetutamente, prima che lui riacquistasse la maschera di freddezza di sempre e la liquidasse con un: "Perchè non usi la tua stanza per preparati, Katherine?"

Lei sorrise, per nulla scalfita dal distacco che mostrava. Era perfettamente consapevole dell'effetto che aveva su di lui.

"Questa è più luminosa" si giustificò, osservando Damon che cominciava a vestirsi.

"Quanto tempo sprecato." commentò, maliziosa.

Il vampiro la ignorò continuando ad allacciarsi i bottoni della camicia.

"Sono ancora in tempo a laciarti a casa Katherine" la avvertì.

Katherine rise. La sua risata cristallina riecheggiò nella stanza.

Damon si impose di non guardarla. Se avesse incrociato i suo occhi, e vi avesse letto la scintilla di desiderio bruciante che li accendeva, non avrebbe resistito. Sarebbe di nuovo cduto in tentazione della donna che lo faceva ardere di passione e che gli spezzava il cuore allo stesso tempo.

"Non lo farai" lo sfidò.

"Scommettiamo?"
"Non lo farai" continuò lei. "Sarebbe molto scortese da parte tua, e poi dovresti pagarne le conseguenze"

Il modo in cui lo disse, costrinse Damon a stringere il pugno e serrare i denti.

Katherine osservava divertita e deliziata la reazione che il vampiro faticava a controllare.

Damon prese una cravatta e cominciò ad annodarsela davanti allo specchio, che era collocato proprio sopra alla cassettiera dove era seduta Katherine.

Lei si spostò un po', coprendogli interamente la visuale.

"Vuoi che ti aiuti?" chiese suadente, con una smorfia maliziosa, afferrando i lembi della cravatta.

Con uno scatto Damon le bloccò i polsi.

"Faccio da solo, grazie" sorrise lui, beffardo. "Vai a vestirti o faremo tardi" le disse, percorrendo con lo sguardo la sottoveste di raso color crema che indossava la vampira.

Katherine mise il broncio.

"Così non ti piaccio?" chiese, prendeno a giocherellare con l'orlo.

"Katherine non fare la bambina"

"Ma io sono una bambina" protestò lei petulante.

"Vai a vestirti" ripetè lui.

"Sono una bambina viziata"

Damon inspirò.

Lei iniziò a passare un dito sulla gola di lui.

"E a te piace molto viziarmi"

Damon deglutì.

"Katherine..."

La vampira si alzò in piedi, infilandosi nel poco spazio tra il mobile e il corpo di lui.

Senza mai staccare gli occhi dai suoi, spostò le spalline della sottoveste, che le scivolò di dosso, afflosciandosi sul pavimento.

Damon deglutì di nuovo, serrando entrambi i pugni, cercando di continuare a guardare negli occhi la perfezione che aveva davanti.

Il suo autocontrollo stava decisamente venendo meno.

Percepiva un dolce formicolio sotto la cintura.

Aveva una maledetta voglia di lei.

Percorse il suo corpo con gli occhi, nonostante conoscesse a memoria ogni minimo particolare.

Le clavicole sporgenti, l'incavo della sua gola.

Le sue spalle morbide, da assaggiare.

Il completino di pizzo bianco che indossava, dal colore così inusuale per lei, la facevano assomigliare ad un angelo. Un angelo molto pericoloso.

"Vedi qualcosa che ti piace?" chiese Katherine, spudoratamente sfacciata come al solito.

Damon si limitò ad annuire, fidandosi molto poco della propria voce.

"Puoi toccarmi sai" lo invitò lei "Non sono fatta di cristallo. Non andrò in pezzi. Sembra quasi che tu abbia paura di rompermi"

Le dita di lei corsero al primo bottone della camicia di lui. E poi al secondo. E al terzo. Con una lentezza e una sensualità disarmanti.

Ad un certo punto Damon, smise di controllare ogni muscolo del proprio corpo.

Le sue mani forti, che lei tanto amava, da cui lei amava farsi toccare ovunque, la afferrarono per il bacino, sollevandola nuovamente a sedere sulla cassettiera.

Katherine fremette.

Allacciò le gambe al busto di lui, lasciando che la spingesse contro lo specchio.

Cominciò a baciarle il collo, con fame, desiderio, disperazione.

Quando le sue labbra la sfiorarono, la sua pelle si incendiò.

Gemette, quando le sue mani sfiorarono il suo inguine, indugiando sul bordo delle mutandine, andandosi invece ad insinuare tra i suoi capelli perfettamente acconciati.

Gettò indietro la testa, smettendo di sbottonare la camicia del vampiro, che non aveva smesso un secondo di baciarle il collo, le clavicole, le spalle.

Si aggrappò a lui con tutta la sua forza, sospirando al suo orecchio. Prese il lobo tre le labbra, e lo sentì gemere.

Le sue mani tornarono sulla sua camicia, completando finalmnte l'opera.

"Te l'avevo detto che era uno spreco" ansimò.

Il vampirò iniziò ad estrarre le forcine dai suoi capelli, una ad una.

La cacata di boccoli fu libera in pochi attimi.

Damon si staccò dal suo collo, cercando disperatamente le labbra di lei.

Vi si avventò quasi con rabbia, mentre le mani di Katherine scivolavano sulla cinghia dei suoi pantaloni.

Con uno scatto le portò le braccia sopra la testa, allontanandole le mani da quella zona, estremamente pericolosa.

Le bloccò i polsi contrò lo specchio, facendola gemere di desiderio.

I suoi gemiti lo facevano impazzire.

Allentò la stretta, e fulminee le mani della vampira tornarono sui pantaloni di Damon.

Lui le slacciò il reggiseno, e prese a baciarle i seni e l'incavo tra di essi.

Si abbassò a baciarle lo stomaco, l'ombelico, il ventre.

Di nuovo, le mani di Katherine furono costrette ad abbandonare la cintura per aggrapparsi alla cassettiera.

Prima che le labbrà del vampiro arrivassero lì, si stacco e tornò a gustare le labbra di Kathrine, che riuscì a slaccairgli i pantaloni.

Senza mai smettere di baciarlo, neanche per riprendere fiato, Katherine percorreva le linee del corpo favolosamente perfetto del vampiro.

Indugiò a lungo con l'elastico dei boxer.

Pericolosamente a lungo.

Le mani di lui la stavano percorrendo il corpo febbrilente.

"Mi torturi" ansimò lui al suo orecchio.

Le labbra di lei tornarono sul suo collo, e mentre insinuava la mano nei boxer di Damon, lo morse delicatamente.

Damon credette di impazzire. Apoggiò le mani ai lati della testa di Katherine, che palpava, stringeva e toccava, così come solo lei sapeva fare, e gemette.

Lei godeva dei gemiti di lui.

Katherine, ormai spudoratamente eccitata, cercò la mano di Damon e la porto tra le sue gambe, che si strinsero ancora di pù alla vita di lui.

Damon si sollevò dalla cassettiera, Katherine allacciata addosso.

Incredibilmente leggera, perdutamente sua.

Le loro bocche si muovevano a ritmo di una melodia che solo loro conoscevano.

La intrappolò contro il muro.

Le sue mani percorsero la sua biancheria ormai bagnata.

Lei si aggrappava alle sue spalle, il suo corpo vibrava di desiderio.

Voleva lui, e lui soltanto.

Damon iniziò a toccare l'intimità della donna che amava, Dio sì, l'amava con tutto il suo cuore, con tutta la sua anima, con tutto il suo corpo.

Smise di baciarla, per poteri godere ogni suo gemito, quando l'avrebbe penetrata.

Al primo dito, le unghie di Katherine si conficcarono nella sua pelle.

Gemettero entrambi.

Al secondo, Katherine prese ad ansimare il suo nome.

"Damon"

Terzo dito.

"Damon!"

Katherine nascose il viso nella sua spalla, i capelli madidi di sudore.

Affondò nuovamente i denti nella sua carne, e lui si accorse di volerla fare sua all'istante.

"Katerina"

Katherine tonò in sè giusto per rendersi conto dell'effetto che il suo nome pronunciato dalle labbra di Damon avesse su di lei.

"Damon" ansimò, in preda all'estasi.

"Voglio fare l'amore con te, Katerina Petrova"

In un attimo furono sul letto. Damon, sopra di lei, riprese a baciare ogni centimetro della sua pelle ambrata.

Lei si agrappò disperatamente alle lenzuola.

Damon aveva perso la condizione della realtà, sapeva solo che stava per esplodere, e voleva essere in lei.

Lei era sua.

Baciandola, le allargò dolcemente le gambe, e, si fece strada in lei.

-Mia.- Pensò.

Katherine, disorientata e deliziata da questo cambio di ritmo, da questa dolcezza inaspettata, ma tremendamente voluta, si abbandonò al piacere, nel letto dell'uomo che l'aveva amata per più di un secolo.

E allora capì.

Sua.

Lei era sua.

Ne era consapevole ad ogni spinta, ad ogni gemito.

E ne fu ancora più consapevole, quando, dopo che entrambi ebbero raggiunto l'estasi, lui la abbracciò, tenero e premuroso.

Le baciò una guancia e le sussurrò:

"Ti amo, Katerina Petrova. Ti ho amata per centoquarantacinque anni, in ogni singolo momento della mia vita, e ti amo ancora adesso, anche se cerco di cotringermi a non amarti. Ti amo, e ti amerò per sempre"
Il cuore di lei si sciolse definitivamente.

Si voltò verso di lui. Incatenò il suo sgurdo, e con assoluta semplicità e dolcezza le disse:

"Ti amo, Damon Salvatore. Ti ho amato, forse inconsapevolmente per centocinquant'anni, e ti amo ancora adesso, anche se cerco di rinnegare questo amore con tutta me stessa. Ti amo, e ti amerò per sempre."

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Mokusha