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Autore: _Calliope_    23/08/2011    1 recensioni
Il suo corpo esegue gli ordini, incassa i colpi. Il suo spirito vola alto sopra le montagne, rasente agli oceani, accanto alle aquile e vicino al sole. Oltre, oltre, oltre, nelle Città Invisibili. È una fuga gloriosa, velocissima, inebriante. Nessuno riuscirà mai a seguirlo, se lui stesso non lo vuole.
Enma, e Tsuna, e dei luoghi più o meno invisibili ma decisamente reali.
{2700 perché il mondo ne ha bisognoH.}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota ultramegasuperpocoimportante: Le citazioni sulla destra vanno lette dal punto di vista di Enma, il resto da quello di Tsuna.

 

Le città invisibili

 

Dice Kublai Kan: - Tutto è inutile, se l'ultimo

approdo non può essere che la città infernale,

ed è là che, in una spirale sempre più stretta,

ci risucchia la corrente.

 

Se chiedeste a Tsuna di descrivere Enma con una sola parola, arrossirebbe e gli verrebbero in mente aggettivi come “fantastico” e “meraviglioso”. Poi però abbasserebbe lo sguardo e si morderebbe le labbra, e risponderebbe, dopo una lunga pausa: “Sfuggente”.

Enma è, sostanzialmente, una persona che fugge. Ma la sua, attenzione, non è la fuga del perdente, di chi non è in grado di sostenere la battaglia. La sua fuga è la battaglia, la vittoria. Innumerevoli persone hanno tentato di imprigionarlo, di usarlo per i loro scopi. Nessuno ci è mai riuscito completamente, perché Enma è Altrove. Il suo corpo esegue gli ordini, incassa i colpi. Il suo spirito vola alto sopra le montagne, rasente agli oceani, accanto alle aquile e vicino al sole. Oltre, oltre, oltre, nelle Città Invisibili. È una fuga gloriosa, velocissima, inebriante. Nessuno riuscirà mai a seguirlo, se lui stesso non lo vuole.

 

E Polo: - L'inferno dei viventi non è qualcosa

che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui,

l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo

stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne.

 

Le Città Invisibili sono innumerevoli. Si trovano ovunque, ma allo stesso tempo stanno solo negli occhi e nel cuore di Enma. Sono le città che ci sarebbero, che ci sarebbero state, che ci sarebbero potute essere, o che non hanno mai avuto la possibilità di esistere. Sono mondi interi in cui un minuscolo cambiamento ho avuto delle gigantesche conseguenze, e le cose sono molto, o poco, o al contrario per nulla diverse da come risultano ora. Enma le vede e le percepisce chiaramente, ed anche Tsuna ne avverte la presenza, un poco, a causa del loro legame e del tempo che passa ad osservare, incantato, il ragazzo con i capelli rossi. Pensa che sia questo, in effetti, il suo potere: vedere ed innestare sul nostro interi universi paralleli. Intere città invisibili.

Tsuna, che le scorge appena, è spaventato dal loro numero e dalla loro magnificenza. Enma, che vi è immerso, le ama perché sono il suo rifugio, il posto in cui si sente a casa.

Tsuna vorrebbe avere un posto così. Oh, certo, ce l'ha una casa, una famiglia, degli amici, ma queste cose sono effimere, fragili, distruttibili. Deve difenderle costantemente dal male del mondo che minaccia di annientarle. Tsuna vorrebbe, a volte, avere un posto solido, sicuro, indistruttibile, dove fuggire quando tutto diventa troppo. Una città invisibile.

Finché, ad un certo punto, non si accorge che un luogo del genere esiste, ed è lì a portata di mano; deve solo trovare il modo di entrarci.

È negli occhi di Enma.

 

Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno

e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.

 

Dall'altro lato, però, detesta quelle città invisibili, perché non c'è nulla da fare, se Enma non vuole farsi prendere lui non riuscirà a raggiungerlo.

Tenta in ogni modo di fargli capire che non c'è più bisogno di fuggire, con gli sguardi, a parole, e poi con labbra, dita e mani, quando non riesce a spiegarlo altrimenti. Sono qui. Non permetterò che ti facciano del male. Resta con me.

Ma, vedete, pur ricambiando i suoi sentimenti, Enma ama troppo la libertà, la sensazione della fuga, per rinunciarvi. Adora sentire il vento nei capelli, il fiato corto, gli occhi pieni di meraviglie.

Vuole continuare a vivere nelle città invisibili.

 

Però un giorno... un giorno sono distesi su una collina, fianco a fianco, senza toccarsi, ed Enma guarda nel vuoto, vede cose che nessuno scorge, scappa nei suoi mondi ed ha un sorriso lieve sulle labbra. Tsuna lo contempla a lungo, come ipnotizzato, e gli fa male il cuore perché è la cosa più bella ed irraggiungibile su cui abbia mai posato gli occhi e vorrebbe guardarlo ed essere guardato in quel modo da lui per sempre. Sa che non è possibile.

Ma ad un certo punto Enma batte le palpebre, come qualcuno che si sia appena svegliato da un sonno profondo, e sembra un po' spiazzato e si volta verso Tsuna.

Sei tornato “, gli dice quest'ultimo, non riuscendo a nascondere la propria gioia. Aspetta il suo ritorno come la pioggia in estate, ogni volta.

Mi... mancavi”, dice Enma lentamente, come stupito da quello che lui stesso sta dicendo. Tsuna e la collina e il cielo e il mondo intero, la Città Visibile, trattengono il respiro.

Poi Enma sorride. “Vieni con me”, dice, e lo prende per mano.

Rimangono lì per molti minuti, poche ore o interi millenni, guardandosi negli occhi e sorridendo, costruendo la loro città, che non è né visibile né invisibile, è semplicemente , e ci rimarrà nei secoli dei secoli.

 

Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed

apprendimento continui: cercare e saper riconoscere

chi e che cosa, nell'inferno, non è inferno,

e farlo durare, e dargli spazio.

 

Italo Calvino, Le città invisibili

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Deliri Post Partum:

Calliope è ora fan di Abusare impunemente della buona letteratura per i propri loschi scopi TROLLOL. Ma in questo caso non mi pento perché Mr. Calvino mi ha fatto penare per CINQUE ANNI prima che riuscissi a trovare un romanzo scritto da lui che mi piacesse veramente. Tzè.

Bene. Come al solito non ho un *inserire simbolo fallico qui* da dire, quindi vi canterò Alla fiera dell'est di Angelo Branduardi per intrattenervi vi lascerò in pace. Commenti di qualsiasi tipo sempre accolti a braccia aperte :3

~ Callie

 

 

 

  
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