"Questa sera, è la mia sera!" mi dissi prima, nella mia camera d'albergo in Londra.
Incitazione assai inutile vista la mia situazione attuale. Ebbene sì, io, ragazza 23enne New Yorkese,
capelli biondo platino con due occhioni azzurri e un ego assai grande, in un locale molto cool,
tutta sola e seduta sullo schienale di alcuni divanetti precedentemente occupati.
Mi ero ripromessa di scendere in pista e mostrare le mie doti di ballerina per attaccare bottone con qualcuno,
ma l'unica cosa che riuscii ad attaccare furono le mie labbra ad un bicchiere di vodka al limone.
In preda ad un senso di sconforto e noia, mi guardai intorno cercando qualcuno di interessante e…
"Oh signore iddio, quell'uomo vecchio e con l'aria da maniaco mi sta fissando…che cosa? Oddio si sta alzando, viene verso di
me! Cosa faccio? Mi alzo fingendo di stare male, o lo affronto? Vabbè niente, lo sto fissando pure io…lo affronto".
"Buonasera" 'iniziamo male, ha degli occhi stupendi che mi fissano e non mi fanno più ragionare al meglio.
Continuò "ho notato che sei tutta sola, stai aspettando qualcuno o aspetti che qualcun altro ti inviti a ballare?" ma che…no adesso sbotto!
"Mi scusi, intanto ciò che faccio o attendo non sono affari suoi…poi, come ogni prima conversazione che si rispetti, non
sarebbe male sapere il suo nome. Io sono Hayley comunque, piacere" bene, credo di essermi fatta rispettare.
"Giusto, che sbadato…anche se credevo conoscessi già il mio nome. Piacere Jason, Jason Orange".