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Autore: allegretto    24/08/2011    8 recensioni
A Jensen i gatti non sono mai piaciuti. A dire il vero ne ha sempre avuto paura. Jared ha un'altra opinione in merito. Come farà a convincerlo?
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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JENSEN E IL GATTO

 

Jensen avrebbe dovuto sapere che c'era qualcosa di sbagliato quando Jared entrò in casa e, invece di farsi assalire dai cani e rotolare a terra come faceva sempre, li zittì con fare perentorio. Visto, però, che in quel momento si sentiva depresso e stanco, non fece tanto caso all'evento e continuò a cambiare canale stando comodamente seduto sul divano.

Con la coda dell'occhio vide Jared camminare silenziosamente verso le scale con ancora il giaccone indosso, tenendosi una mano sullo stomaco, come se stesse male o si fosse ferito.

Jay, che succede?”, chiese, girandosi verso di lui, con tono preoccupato.

Jared si fermò con un'espressione colpevole sul viso. Jensen notò che la mano non era proprio appoggiata; quasi come se fosse solo accostata.

Ti sei fatto male? Fammi vedere?”, Jensen domandò, alzandosi in piedi e avvicinandosi a Jared.

No, no, sto bene. Solo un po' dolorante. Sgriccia mi ha fatto fare quella scena di lotta un mucchio di volte.

Jensen alzò un soppracciglio perplesso e disse: “Va bene. Se hai bisogno....-aspetta un attimo!”, aggiunse poi, sorpreso.

La giacca di Jared si stava muovendo.

Jared, che diavolo c'è lì sotto?”

Cosa? Niente!”, Jared esclamò frettolosamente, allontanandosi da Jensen.

Il giaccone si mosse di nuovo.

Jared!”

Jensen si accigliò e annuì in direzione del capo di vestiario che ormai si agitava furiosamente.

Ok, uhm, non andare fuori di testa o non ti arrabbiare o comunque non fare nulla, ok?”, esclamò titubante Jared, continuando a guardare Jensen con occhi imploranti e iniziando a scostare i lembi del giaccone.

Oh, diavolo, no!”, esclamò Jensen,

Nelle mani enormi di Jared apparve un piccolo micetto grigio.

Solo per una notte!”, Jared protestò.

Jared, no. Lo sai, io odio i gatti!”, ribattè Jensen, gesticolando.

Non è un gatto! E' un gattino. Nessuno odia i micini! Neanche tu!”, Jared replicò indignato, tenendo quella piccola cosa in una mano e colpiva Jensen sul torace con un dito dell'altra.

Come hai trovato quell'affare? E dove? Con la neve che c'è in giro, poi?”

Vedi! Questo è il motivo per cui dobbiamo tenerlo qui. Stava gironzolando sul set, miagolava e quando l'ho chiamato, mi è balzato in braccio. Non potevo lasciarlo là fuori con sto freddo”, Jared replicò, sfoggiando il miglior sguardo da 'cane bastonato' di Sam.

No. Non ti permettere di mettere il broncio, stile Sam! Noi abbiamo delle regole!”, Jensen disse, guardandolo con aria feroce.

Jensen...non posso lasciarlo di fuori a morire di fame e di freddo. Lo terremo qui una notte e domani chiederemo sul set se qualcuno ha smarrito un gatto!”

Jared. Ho bisogno che mi ascolti molto attentamente. Noi. Non. Possiamo. Tenerlo. Harley e Sadie se lo mangeranno e domani si saranno peli, sangue e ossa dapperttutto!”

Loro non lo faranno”, Jared ribattè.

Ok ma magari gli mettono una zampa addosso o lo fanno cadere...”

Senti, prima di tutto”, e il dito di Jared vagò dal torace verso il viso di Jensen, “è un lui e non una cosa e poi lo chiuderemo nella nostra camera da letto e lasceremo i cani nel soggiorno stanotte”

L'ultima volta che lo abbiamo fatto, abbiamo dovuto far cambiare la porta”, Jensen gli ricordò, acidamente.

Gli diamo un paio di ossi da sgranocchiare così staranno buoni tutta la notte. Harley ci giocherà un po' mentre Sadie dormirà come un sasso”

Così tu vuoi che distruggano il divano e i tappeti, invece che la porta?”, Jensen chiese, scandalizzato.

 

Jared tirò indietro la testa e rise fragorosamente, suscitando un po' di panico nel micetto ancora appollaiato sulla sua mano. Poi si ricompose, fece una piccola carezza sulla testa del gattino e poi mise la mano dietro il collo di Jensen, lo avvicinò e lo baciò sulla fronte.

Vedi? Ti preoccupi per i mobili e ciò fa di te la donna nella nostra relazione...”

Fanculo!”, esclamò Jensen, divincolandosi. “ Noi non terremo quella cosa”, Jensen aggiunse poi, indicando quel micetto seduto nella mano gigantesca che guardava interessato quei due uomini che discutevano. “E poi non abbiamo neanche una lettiera!”, terminò.

Ah, ma abbiamo un grande cortile”, replicò Jared compiaciuto.

Jensen aprì la bocca per replicare ma la chiuse subito dopo, rendendosi conto che era rimasto a corto di argomenti.

Ahahahah, ho vinto! Vado a mettere questo piccolo nella nostra camera!”, esclamò Jared, dando un buffetto sulla testa di Jensen. “Andrò poi a vedere se è rimasto del tonno da dargli da mangiare...”, aggiunse, poi allontanadosi verso le scale.

Poi, improvvisamente, tornò indietro e baciò Jensen, il quale era rimasto basito al centro del soggiorno a chiedersi come faceva tutte le volte a farsi fregare da quel gigante e su cosa avrebbe fatto a quello spregevole essere che aveva abbandonato quella cosa pelosa, facendola così cadere nelle mani di Jared!

§§§***§§§

 

Jared. Ci sta guardando 'quella massa di pelo'!”

Stavano spogliandosi per indossare il pigiama (Jensen – grigio felpato e Jared – maglietta blu con il muso di una renna sopra e un paio di boxer blu) quando Jensen si fermò, guardando verso il lato della stanza immerso nella penombra.

Intanto non è una 'massa di pelo' ma un gattino. Poi sicuramente starà dormendo felice di essere al caldo e al sicuro e non gliene fregherà un accidente di vedere te che ti spogli!”, Jared esclamò, cercando di non scoppiare a ridere, vedendo Jensen con gli occhi spalancati, scrutare nell'oscurità.

Lo sai che i gatti mi fanno paura!”, replicò Jensen con una vocina tremolante.

Si, certo, ti sbranano...”, lo prese in giro Jared.

Dopo essersi infilati a letto, Jared si allungò verso Jensen. Voleva scambiare con lui un po' di coccole. Sentiva che era teso e sapeva che non era solo per il gatto. La loro relazione, il lavoro e i segreti da mantenere. Mentre stava per allungare una mano, quello saltò su a sedersi, gridando: “Lo sapevo che ci stava guardando!”, indicando il gattino, seduto sul comodino di Jared, tutto intento a osservarli.

Jared sbuffò e la sua espressione assomigliava paurosamente a quella di Sam alle prese con la frustrazione nel dover sopportare Dean. “A me non frega un accidente se ci sta guardando. Mettiti giù e rilassati!”, ululò.

No. Io non faccio niente con quell'essere che mi guarda...”

Oh, già, come se poi lo andasse a raccontare in giro...”

Può darsi....”

Oh, andiamo, Jen, non fare l'idiota...”. esclamò esasperato Jared.

No e poi quando vogliamo fare queste cose, lasciamo fuori anche i cani!”, Jensen replicò, ignorando la mano di Jared su di sé.

Oh, si certo, facciamo così per evitare che Harley possa scambiare qualche tuo atto per un pericolo diretto alla mia persona”

Ho detto di no!”

Sei incredibile. E' una punizione, vero?”, chiese Jared, allibito.

Forse!”

Stronzo!”

Buona notte, Jared!”, esclamò Jensen, girandosi sul fianco e dando la schiena a un esterefatto Jared.

§§§***§§§

 

Fortunatamente il giorno dopo Jensen e Jared dovettero fare solo quattro scene e poi avrebbero potuto tornarsene a casa con due giorni liberi per il weekend. Prima di uscire di casa Jared aveva preso in seria considerazione gli avvertimenti di Jensen sul fatto che il piccolo avrebbe potuto essere sbranato dai due cani e così decise di portarselo appresso. Jensen si astenne da qualsiasi commento ma la loro tensione, per fortuna, si stemperò non appena arrivarono sul set.

Il piccolo fu lasciato alle amorevoli cure delle ragazze del trucco nel loro trailer. Quelle costruirono una perfetta cuccia, dove potesse dormire ma la 'palla di pelo' (come la definiva Jensen) scelse di dormire proprio sulla poltrona del suo denigratore non appena quello si era alzato dopo la sua sessione di trucco.

Filmarono le loro scene sorprendentemente veloci e i ragazzi usarono il tempo rimanente per chiedere in giro se qualcuno avesse smarrito un gatto. Visto che nessuno lo aveva reclamato, domandarono se qualcuno lo volesse adottare. Jared coinvolse anche Misha, arrivando a promettergli che se lo avesse preso, non lo avrebbe stuzzicato più durante le scene, anche se teneva le dita incrociate dietro la schiena. Ciò provocò un sorrisino a Jensen!

Il divertimento di Jensen scemò man mano che la giornata volgeva al termine e nessuno voleva prendere il gatto o comunque non sapeva da dove fosse spuntato fuori. Alle dieci di sera. Sgriccia dichiarò la settimana conclusa e lo staff iniziò a raccogliere le attrezzature. L'espressione di Jensen era lugubre.

Non voglio sentire nulla!”, disse seccamente, non appena vide Jared con il suo broncio formato 'Sam'.

Misha aveva un'espressione dispiaciuta dipinta sul volto ma era conscio che se non si toglieva di lì, quei due gli avrebbero affibbiato quel gatto!

Mi dispiace ragazzi. A nessuno di quelli a cui ho chiesto sapeva niente e io ho un aereo da prendere domani mattina presto, così...”

Giusto. Hai ragione. Grazie, Misha”, Jensen disse, dandogli un rapido abbraccio e guardando poi Jared fare la stessa cosa. Misha alzò una mano in saluto e poi si allontanò.

Jensen lanciò un'occhiata di avvertimento a Jared. Della serie, 'se parli mi sentono a Timbuctu'. Jared non disse nulla e si avviò a passo sostenuto verso il trailer del trucco. Fu un tragitto breve e carico di tensione. Jensen si accorse della nuvoletta che si formava con il respiro che gli usciva dal naso. Era più freddo della notte scorsa e sarebbe certamente nevicato quella notte.

Jeannie e Shannon stavano mettendo via i loro attrezzi ed erano circondate da creme, spugnette, bottiglini e altre confezioni. Il cucciolo era appallottolato sulla poltrona dove si era messo al mattino. Aveva la coda attorcigliata attorno a sé, tanto che l'aveva sul naso.

Non appena i due entrarono, il gattino aprì gli occhi, si stirò, sbadigliò e miagolò in direzione di Jensen, il quale rimase interdetto. “Ragazzo, io non c'entro niente. Quello che ti deve dare da mangiare è lui”, esclamò Jensen indicando Jared “ e poi non mi incantano queste tue manfrine!”

Jensen, ma è piccolo! Ha bisogno di affetto, di coccole!”, rispose Shannon, prendendo in braccio la creaturina e accarezzandone il bel manto grigio.

Avrà anche fame, immagino!”, rincarò la dose Jeannie.

Oh? E allora? Vi siete coalizzate lì con il 'salvatore degli animali'?”, sbottò Jensen.

Sei crudele!”, disse Shannon, ridendo. “Nessuna fortuna, ragazzi?”, chiese poi la ragazza, passando a Jared il micetto.

No!”, rispose Jensen, scontroso.

Peccato, sembra che dovrete tenerlo ancora qualche giorno, allora!”, Jeannie disse, facendo un sorrisino di compatimento a Jensen, il quale, di sottecchi, stava osservando la tenera scena che si svolgeva in un angolo del trailer. Il gattino, sdraiato tra le braccia di Jared, era coccolato teneramente dal 'gigante buono'! Jensen sentì una punta di gelosia nel suo cuore. Si diede dello stupido! Quello poteva ottenerlo quando voleva. Certo se avesse acconsentito a tenere quell'affare, forse, ne avrebbe potuto reclamare di più! Si, era perfido!!!

Va bè, andiamo! Ho sonno!”, esclamò Jensen, all'improvviso, tirando un lembo del giaccone di Jared, per spingerlo fuori.

Buona serata, ragazze. A lunedì!”, Jensen, disse gentilmente, ignorando il moto di protesta di Jared, il quale stava armeggiando per porre al caldo e al sicuro il piccolo all'interno del suo giaccone.

Ti odio quando fai così. Avresti potuto farlo cadere!”, Jared disse, prima di rivolgere nuovamente l'attenzione al gattino. “Non è vero, piccolo? E' un bruto, vero?”

Oh, mio dio! Tu non ti metterai a parlare in quella strana lingua con cui parli con i tuoi cani! Sopporto già la tua idiozia con loro...”

Oh, oh, tu ami questo modo di parlare e lo usi anche te”, lo interruppe Jared, passandogli accanto e superandolo con passo veloce.

Si era infilato il micetto nelle capaci tasche del giaccone e teneva una mano al di sotto di questo per far sapere alla creaturina che era al sicuro.

Jensen, dietro di lui, aveva un ghigno sornione. Si, a lui piaceva quel modo di parlare agli animali. Anzi, lo trovava adorabile. Non lo avrebbe mai ammesso, però!!

In auto, Jared tirò fuori il gattino, il quale si sdraiò sulle sue gambe e si lasciò grattare, lisciare e accarezzare per tutta la sua lunghezza, emanando delle fusa assai sonore. La vista di quel gattino, piacevolmente ammaliato dalla coccole di Jared, provocò in Jensen un senso di rilassamento mai provato in vita sua. Ora sapeva perchè alle persone ammalate o troppo nervose un gatto era la migliore delle medicine!

Arrivati davanti alla porta di casa, Jensen inserì le chiavi nella serratura, poi aprì la porta, facendosi da parte per far passare Jared, il quale, avendo messo il piccolo sulla spalla, emise un singulto quando vide avventarsi su di lui quella valanga di Harley.

Che succede?”, chiese Jensen, togliendosi le scarpe infangate, fuori dalla porta.

Harley e Sadie erano ormai giunti sul bersaglio, quando la potente voce di Jared, comandò: “Harley, giù! Sadie, via!”

Si sentirono le unghie dei cani incidere il pavimento di legno mentre cercavano di frenare la loro corsa e cercando di obbedire al loro padrone.

Harley esternò un'espressione ferita, mentre Sadie si allontanò con la coda bassa.

Ouch, hai ferito i loro sentimenti!”, Jensen disse, mentre si toglieva il piumino e lo appendeva sull'appendiabiti nell'ingresso.

Lo so”, disse Jared, sfoggiando un broncio tristissimo, “ma il piccolo si è spaventato. Non voglio che gli venga la paura dei cani”

Infatti il piccolo animale tremava visibilmente contro il torace di Jared, terrorizzato dai cani.

Harley abbaiò dalla cucina e subito dopo Sadie si unì al coro dei latrati.

Oh, cavolo hanno fame e sono anche offesi! Me lo tieni un attimo?”, chiese Jared, porgendo il cucciolo a Jensen.

Ahhh, io non tengo quel coacervo di pulci e allergeni!!”

Jensen, so che non sei allergico al pelo del gatto e un paio di pulci non ti uccideranno! Tienilo un momento così posso dare da mangiare ai ragazzi!”, replicò acidamente Jared.

Jensen afferrò quella piccola creatura come se fosse una bomba ad orologeria pronta per esplodere e non sapeva proprio come tenerla. Il piccolo era fermo immobile tra le mani di Jensen. Percepiva la paura dell'umano. Girò il musetto verso quell'uomo così a disagio e gli spalancò gli occhi così sorprendentemente azzurri e poi gli leccò il pollice con la sua lingua rasposa.

Jensen se lo accostò al torace, in modo che non gli cadesse. Sentiva Jared in cucina che prendeva il cibo secco per i cani e lo versava nelle ciotole, immaginandosi la scena dei cani che lo seguivano ovunque e sbattevano la coda o la testa contro le sue gambe.

Poi, improvvisamente, sentì un forte e improvviso bruciore al braccio che gli causò un gemito di dolore quando sentì piccoli artigli affondare nell'arto.

Che cosa succede?”, Jared gridò dalla cucina.

Tu, piccolo mostro, stai per caso, tentando di uccidermi?”, Jensen guardò costernato il gatto, cercando di togliere quegli artigli dalla sua pelle. Non appena il piccolo ritrasse le unghie, Jensen fece una smorfia di sofferenza.

La risata di Jared rimbombò per tutta la casa. Jensen guardò il gatto, poi annuì come se avesse preso una decisione in quell'istante.

Va bene. Ci saranno delle regole da seguire se tu vorrai stare qui”, disse, andando verso il soggiorno.

Il gatto aveva una strana espressione, a metà tra il rilassato e l'attento. Jensen si sedette sul divano e mise giù il gattino senza tante cerimonie.

Regola numero 1: fai i tuoi bisogni fuori!”

Oh, santo cielo, sei serio?”, Jared chiese, entrando in soggiorno con sacchetto di Mms in mano e un piattino dove c'era del tonno. Appoggiò il piattino in terra davanti al divano e si sedette sulla poltrona, prese il telecomando, accese la televisione, tenendo il volume basso per non perdersi nulla di quella strana conversazione.

Regola numero 2: tu non usi le tue unghiacce su di me, piangi o ti aspetti qualsiasi cosa da me. Tu sei il suo rompiscatole!”, Jensen disse al piccolo, indicando Jared che ridacchiava.

Jen, lui è anche il tuo rompiscatole. Inoltre a lui piaci!”

No!”, Jensen replicò, seccamente.

Si, invece. Lui si è seduto sulla tua poltrona stamattina, lui ti miagola e con te vuole giocare!”, esclamò Jared, indicando il piccolo, saltato giù dal divano, che giocava con i piedi di Jensen, i quali per fortuna erano fasciati dalle spesse calze di lana fatte da 'nonna Ackles'. “Inoltre quando tu dai delle regole è perchè reputi la situazione accettabile. La stessa cosa l'hai fatta con me! Ergo, vuoi tenere il gattino!”, aggiunse Jared, serio.

Non è vero. Noi ridaremo questo coso qui al legittimo proprietario non appena lo troveremo!”

Stronzate. E come fai a sapere chi è il legittimo proprietario se non ha nemmeno un collare? Potrebbe benissimo essere stato abbandonato!”, Jared disse, con logica ineccepibile.

No, non è stato abbandonato. E' troppo abituato a stare in casa!”, Jensen disse con convinzione, mentre guardava il gatto saltellare da un piede all'altro e rispondere con salti sempre più alti ai suoi movimenti.

Tutti i gatti si adattano con facilità. E' nella loro natura!”, Jared disse, sorridendo mentre guardava Jensen giocare con il gattino. “Allora lo possiamo tenere? Di certo con questo freddo non lo vado a mettere in un gattile”, aggiunse poi, tenacemente.

Non lo so. Lo sai che non possiamo tenerlo. I cani...”

Starà bene!”, lo interruppe Jared.

Jensen sbuffò, non staccando però gli occhi da quella cosa pelosa che faceva gli agguati ai suoi piedi.

Allora, guarda”, Jared disse alzandosi in piedi. Emise un fischio e Harley e Sadie arrivarono al galoppo. Jensen lesto, tirò su il piccolo prima a livello del suo stomaco e poi oltre la testa.

Si, certo, a te proprio non importa di lui”, Jared disse, ghignando.

Stai zitto!”, replicò Jensen, serio.

Jared indicò il piccolo e disse: “Mettilo giù un attimo!”

Jensen lo fece molto lentamente, un occhio sui cani per tutto il tempo. Poi aspettò che loro notassero il gattino e quando lo fecero, fu abbastanza comica la scena. Non si capiva chi era più spaventato, se il gatto o Jensen! La coda di Harley cominciò a dimenarsi e l'animale si fiondò sul divano. Jensen afferrò al volo il collare del cane mentre quello aveva già il muso sul piccolo.

Harley, fermo!”, Jared disse in modo autoritario. Il cane si bloccò immediatamente con gli occhi ancora sul gattino.

Lascialo andare. Vediamo cosa vuole fare”, Jared disse a un titubante Jensen, il quale poco dopo lasciò andare il collare.

Harley annusò il micetto sempre muovendo la coda e immediatamente dopo starnutì. Il gatto tremò dalla paura.

Questo è crudele, però!”, piagnucolò Jensen.

Jared sospirò. “Lo so, ma è necessario”, disse, tranquillo.

Harley continuò ad annusare il gatto mentre Sadie si avvicinò per dare un'occhiata. Diede un colpo al gattino con il muso. Vide che non correva alcun pericolo e allora si allontanò, probabilmente annoiata. Harley si fermò e abbaiò. Il piccolo si rannicchiò vicino alla gamba di Jensen, il quale si era appena seduto.

Jared, vuoi richiamare il tuo cane? Qui il piccolo sta tremando come una foglia!”, esclamò Jensen, il quale, protettivamente, allungò una mano e iniziò ad accarezzare il manto del gattino per calmarlo.

Dagli ancora un minuto”, Jared disse,sempre guardando il cane.

Harley abbaiò ancora e poi mise il muso sulla gamba di Jensen, come se chiedesse il permesso per toccare il piccolo. Jensen ritrasse la mano e quello diede una leccata al pelo del gatto.

Te l'avevo detto che avrebbe cercato di mangiarselo!”, esclamò Jensen, scattando in piedi e portandosi via il piccolo.

Jen, calma. Non lo stava mangiando. L'ha solo leccato. In caso tu non te lo ricordassi, ti do un promemoria. Per i cani, quello equivale a un 'ciao'”

Jensen era solo contento di non aver dovuto tirar fuori dalla bocca di un cane, un gatto sbranato!

 

§§§ ****§§§

 

Stavo pensando a un nome per il micetto”, Jared disse pigramente sdraiato a letto. Quella mattina potevano stare un po' di più a poltrire visto che dovevano essere sul set solo nel pomeriggio.

Jensen sdraiato accanto a lui pensava a quello che potevano fare in quel momento ma a quanto pare Jared aveva altro in testa.

Erano due settimane che Jared aveva portato a casa la 'palla di pelo' e né Jensen né Jared erano stati in grado di trovare un padrone per lui. Jensen aveva alla fine acconsentito a tenerlo dopo che i cani si erano abituati a lui e con la promessa di Jared che le coccole al micetto non avrebbero sottratto tempo per quelle rivolte al suo 'altro gatto' casalingo!

Avevi qualcosa in mente?”, Jensen chiese attraverso uno sbadiglio.

Bè, sì....ma...non ridere, ok?”

Jensen sbuffò.

Ok, non ridere troppo forte. E' un nome veramente azzeccato per lui”

E questo nome sarebbe...?”, Jensen disse, ormai annoiato.

Cass”

Jensen si mise seduto sul letto e guardò Jared per un minuto.

Jay, è un po' raccapricciante come nome! No!”

Perchè no?”, Jared esclamò. “Anche lui inclina la testa quando gli parli e ha degli occhi blu intenso e lui è...”

No. Io non do il nome di un personaggio della serie, dove lavoriamo, al nostro gatto!”

Jared sorrise.

Che c'è ora?”, Jensen chiese, sentendosi come preso in trappola.

Tu lo hai appena chiamato 'il nostro' gatto”, Jared rispose. Il sorriso che gli illuminava il viso avrebbe rischiarato la notte nel deserto.

Jensen stava per protestare quando la creatura in questione saltò sul letto e si acciambellò tra loro due prima che lui potesse aprire bocca. Il gattino girò in tondo un paio di volte e poi si mise giù, proprio sul braccio di Jensen. Lui poteva sentire il corpo del piccolo gatto vibrare per le fusa, segno di essere proprio dove più stava bene. Jensen guardò Jared.

Non dire una parola!”, esclamò, cercando di sistemarsi senza disturbare il piccolo.

Jared ghignò e baciò Jensen sulla fronte, sempre per non disturbare il micetto.

Solo perchè tu lo sappia comunque, è da una settimana che lo chiamo Cass. Ho sbrigato solo una formalità”, Jared ribattè, sghignazzando.

Jensen avrebbe voluto dargli un pugno ma non sapeva come fare con il piccolo che dormiva beatamente sul suo braccio.

Stronzo!”

Si, si, tanto lo so che ti piace come nome...”, esclamò Jared.

Jensen non poteva ammetterlo ma gli piaceva, eccome se gli piaceva!

  
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