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Autore: Ellie M_ellark    25/08/2011    0 recensioni
RJ è un Nerd, carino e semi-popolare. Blair è la ragazza che tutti sognano di avere. Sono sempre stati amici, ma hanno commesso un errore e non riescono più a tornare indietro. Tratto dalla storia:
"Mentre arrivava a questa spaventosa conclusione, non riusciva a staccare gli occhi dalle sue labbra, la sua ossessione. Le conosceva a memoria. Sapeva che il labbro superiore era impercettibilmente più piccolo di quello inferiore; sapeva che il loro colore rosso e vivace era naturale; sapeva che si arricciavano quando Blair era contrariata; sapeva che avevano un gusto per lui proibito ed affascinante.
E sapeva che non sarebbero mai state sue. Un'altra dura verità."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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The Hard Truths of RJ Clevering

The Hard Truths Of RJ Clevering

 

 

 

 

 

 

 

 

La tana era un bel posto dove stare: silenzioso, solitario e tranquillo. Ma purtroppo quando un posto diventa famoso la tranquillità cessa di esistere. RJ aveva imparato quella lezione in terza media, quando la madre, convinta che il figlio facesse chissà cosa rinchiuso là dentro, entrava in continuazione nella sua stanza.
Linkin Park sparati a palla, blog aperto e aggiornato al minuto, soda in bocca e Dungeon and Dragons al pc: questo era RJ Clevering, un diciassettenne non particolarmente muscoloso, gli occhi castani nascosti da un paio di occhiali da nerd, in fissa con i giochi di ruolo, ma con una buona reputazione a scuola.
Se l’era guadagnata riparando i computer di più di un membro della squadra di football e adesso tutti si rivolgevano a lui per qualsiasi cosa appartenesse al mondo cervellotico dell’informatica.
La dura verità era che nessuno lo picchiava perché gli faceva comodo e perché suo fratello era nella squadra di hockey.  La cannuccia provocò un fastidioso rumore di risucchio, segno che la soda era finita, e RJ si alzò per prenderne un’altra.
In cucina trovò il fratello maggiore impegnato nell’esplorazione approfondita della bocca di una povera ingenua ragazza, che non appena sentì RJ arrivare si scostò da Harry e fece finta di guardare la televisione. RJ scosse la testa ridendo e si diresse verso il frigo.
Afferrò la sua amata soda e se ne tornò in camera sua, ma non era più da solo.
Davanti al pc, seduta con le ginocchia piegate, c’era una graziosa ragazza dai capelli scuri, legati in una lunga treccia. RJ poteva vederne soltanto la schiena, ma sapeva già chi era.
Blair Stacey aveva la sua stessa età ed abitava nel suo stesso quartiere. Era una ragazza affascinante con i capelli scuri, gli occhi azzurri e freddi come il ghiaccio, un fisico non male e un sorriso che avrebbe steso chiunque. Popolare, ricca, simpatica, intelligente, brava con il computer, astuta, Blair era l’ultima ragazza che si poteva immaginare nella stanza di RJ.
Avevano passato i primi anni dell’infanzia insieme, poi, quando nell’adolescenza RJ aveva cominciato ad interessarsi alle ragazze da poster completamente rifatte e Blair non era tutta la perfezione che era adesso, si era allontanati.
La pubertà ha fatto un ottimo lavoro con lei, si ritrovò a pensare RJ guardandola.
Poi era avvenuto quel piccolo incidente.
«Non sai qual è la password. Non ci arriverai mai.» disse RJ scacciando quel ricordo. Blair stava armeggiando con la tastiera del computer, in cerca di quest’ultima.
«Sai, all’inizio credevo fosse un algoritmo di Dungeon and Dragons. Poi ho pensato che fosse così ovvio, che non lo avresti mai usato. Quindi ho inserito la tua data di nascita.» rispose Blair con un’aria da saputella. RJ spalancò la bocca. «Ho appena scritto sul tuo blog che Blair Stacey è la regina del mondo. Non ti dispiace, vero?»
RJ lasciò la soda sulla scrivania e scansò la sedia girevole su cui era seduta Blair, che per poco non cadde. Controllò sul proprio blog se Blair avesse mentito, ma questo succedeva raramente. Cancellò l’ultimo post (che aveva già ricevuto numerosi commenti e risate) e si voltò a fissare la ragazza che beveva la sua soda.
«Sei impazzita?» chiese.
«Mai sfidare una Stacey.» rispose lei, riportando la cannuccia alle labbra. La dura verità era che la famiglia Stacey era una delle più ricche della città e che le sorelle Stacey era molto competitive, quindi era impossibile sfidarle. RJ le levò la lattina dalle mani e ne prese un sorso. La cannuccia sapeva del lucidalabbra all’albicocca di Blair, quello che un tempo gli era piaciuto tanto, ma fece finta di non farci caso.  
«Posso fare qualcosa per te, regina?»
«Mi piace quando fai l’accondiscendente per liberarti di me.» rise Blair. «La mammina non te lo ha detto?»
«Cosa avrebbe dovuto dirmi la mia mammina?» chiese spaesato.
«Allison “la prediletta” quest’anno comincia il college» disse parlando della sorella «mio padre parte per qualche strano seminario sulla chirurgia plastica e sua moglie va con lui per tenerlo d’occhio. Quindi…»
«Oddio, non dirmelo. Tu resti qui finchè non tornano perché i tuoi non si fidano a lasciarti da sola.»
Blair sorrise e applaudì. «Non sono proprio i miei. I miei hanno divorziato. Comunque non sei contento?»
«Ero contento quando avevamo tredici anni, tua zia morì e i tuoi ti lasciarono qua, ma soltanto perché speravo di vederti le tette.»
«Quando hai finito di blaterare sul mio seno, scendi giù e prendi le mie cose. Lo chiederei ad Harry, ma è un pochino impegnato in questo momento.»
Il rapporto tra RJ e Blair era sempre stato un po’ ambiguo. Poi quell’estate era successo quello che nessuno dei due aveva mai pensato sarebbe successo: erano andati a letto insieme. E l’errore si era ripetuto anche una seconda volta. Per un po’ non si erano visti, ma poi Blair si era fatta viva per una mega festa di fine estate e avevano ricominciato a parlarsi, ma senza fare accenno a quel che era successo. Per RJ era stata la prima volta e non si poteva certo lamentare, anzi, dire che era andato a letto con Blair Stacey era un vanto che solo lui e l’attuale ragazzo di Blair potevano esibire. Peccato che RJ fosse costretto a mantenere il segreto.

 

Era agosto, un torrido ed afoso agosto, e RJ e Blair se ne stavano in camera di lui, distesi sul letto a cantare a squarciagola. Quella sera per lo meno entrava una leggera brezza dalle finestre spalancate e la stanza era densa del profumo dell’oceano. Il ragazzo di Blair aveva dato una festa (da cui erano tornati tutti ubriachi) e lei lo aveva scoperto a baciare un’altra. Si era scolata qualche bicchiere (di troppo) ed era tornata con RJ a casa per farsi consolare da lui. La canzone finì e RJ si alzò per cercare un altro CD. Blair, ancora sbronza e delirante, decise di andare a prendersi un caffè al piano di sotto, ed RJ, un po’ meno sbronzo ma non completamente lucido, si offrì di accompagnarla. Blair si mise in piedi, ma inciampò immediatamente nel tappeto rosso e cercando un appiglio, tirò giù con sé anche RJ. Caddero ridendo come i pazzi e, come succede spesso nei film, appena le risate finirono si ritrovarono a guardarsi negli occhi e a baciarsi.

 

Tutto il resto erano immagini confuse per RJ, intrise di piacere, profumo di mare e del sapore alle albicocche delle labbra di Blair. Ancora adesso non riusciva a mangiare uno di quei frutti senza pensare alla sensazione delle labbra carnose della ragazza sulle sue. Blair però non le piaceva, era soltanto ossessionato dalle sue labbra e dal loro sapore. Ed era stato proprio quello a portarli a commettere quell’ errore una seconda volta, sempre nella sua camera, nel suo letto, decisamente più lucidi. Tra loro c’era soltanto una forte attrazione fisica, ma riuscivano a controllarsi se non stavano per più di venti minuti nella stessa stanza. Ricordandosi improvvisamente di quella tacita regola che entrambi si erano dati, Blair si alzò e uscì dalla stanza. Un secondo dopo la sua testa scura sbucò di nuovo dallo stipite della porta.
«Le mie cose.» ribadì. RJ sbuffò e spense il computer, seguendola. Quella sarebbe stata un lunga giornata.

 

Blair se ne stava stravaccata sul divano, rigirandosi una ciocca di capelli scuri attorno al dito. RJ faceva zapping, poco lontano da lei, con i piedi poggiati sul tavolino. Ogni tanto si scoccavano un’occhiata fugace e poi tornavano a guardare davanti a loro. Blair sbuffò e si mise a sedere.
«Quindi?» chiese.
«Cosa?» rispose RJ.
«Che facciamo? No, perché, sul serio, mi sto annoiando.»
RJ scese i piedi dal tavolino e si guardò intorno. «Proposte?»
«No.» sbuffò di nuovo Blair.
«Allora resta lì, a rigirarti i capelli tra le mani, in silenzio.»
«Sei proprio odioso.» disse Blair incrociando le braccia al petto.
«Che vuoi che faccia?! Sei tu quella che si annoia.» protestò RJ.
«Baciami.» fece lei sorridendo.
«Eh?!» RJ strabuzzò gli occhi, saltando verso l’alto, in bilico sul bordo del divano.
«Hai sentito.» disse Blair sicura e convinta.
«Mi stai sfidando?»
«Forse.»
«Blair, smettila.» fece serio e infastidito.
«Perché? Perché poi non riusciresti a fermarti?» lo stuzzicò Blair.
«Certo che no! Posso baciarti e basta. Mi so controllare.» rispose il ragazzo infastidito ulteriormente da quella battuta acida ma vera. Sapevano entrambi che con alte probabilità non si sarebbero fermati ad un bacio.
«Allora fallo.»
«Continui a sfidarmi,Stacey. Piantala.»
«Non hai le palle per baciarmi, Clevering? Paura che Mitchel ti spacchi la faccia?» Blair si mise meglio a sedere e sorrise antipatica e provocatoria.
«Io non ho paura di quel demente che hai per ragazzo.» sbuffò RJ. Certo, c’era da tenere in conto che Mitchel Land era il più popolare ragazzo della scuola, non che capitano della squadra di football e noto per i suoi scatti di ira. Beh, forse RJ aveva un po’ paura.
«Lui però può baciarmi quando vuole. E dove vuole.»
RJ si avvicinò al viso della ragazza, tanto che si sfiorarono i nasi. Incatenò lo sguardo di Blair nel suo e la prese per le spalle. «Lui però non sa cosa è successo mentre lui si faceva un’altra che non eri tu.» Blair si allontanò, minimamente toccata da quella provocazione.
«Anche io mi sono fatta un altro o sbaglio?»
«E anche più di una volta.» Blair alzò un sopracciglio sorridendo. «Dimmi la verità» continuò RJ. «Chi è stato il tuo primo ragazzo?»
«Perché lo vuoi sapere?» scattò sulla difensiva lei.
«Curiosità.»
«Harry.» rispose lei sprofondando nel divano.
«Mio fratello?» RJ non era poi così sorpreso. C’era stato un periodo in cui lei ed Harry si vedevano e si lanciavano strane occhiate. Poi Blair lo aveva mandato a quel paese.
«Si. È stato terribile, ma non dirglielo.»
«Come è stato con me?» chiese RJ terribilmente curioso.
«Ti rispondo se prometti di non dirlo a nessuno.»
«Promesso.»
«A parte incredibilmente inaspettato, è stato… fantastico.»
Non appena finì la frase RJ la prese per il mento e l’avvicinò a sé. «Perché non me lo hai mai detto?»
«Noi non ne parliamo mai, ricordi? Non riusciamo a stare nello stesso divano per più di dieci secondi senza stuzzicarci e arrivare al punto dove siamo adesso.»
«Se vuoi che smetta di fare così basta dirlo.» la provocò nuovamente RJ passandole un dito sul labbro inferiore.
«Non hai ancora cominciato a fare niente.»
«Ti piacerebbe.» Blair non fiatò e RJ lo prese come un consenso. Lentamente si avvicinò e la baciò con trasporto, come aveva fatto un tempo. Quando si allontanò per prendere fiato rimasero entrambi immobili per qualche secondo, poi Blair fece scivolare la propria mano su quella di RJ, quella che le teneva ancora il mento. Con delicatezza scostò la mano del ragazzo e la fece intrecciare alla propria, senza staccare gli occhi da quelli scuri di RJ. Sorrise, un sorriso appena accennato, quasi sconsolato e sbuffò, con quella sua espressione tipicamente infastidita.
«Blair, devo dirti una cosa.» sbottò all’improvviso RJ. Blair si tirò in piedi, come se fosse stata punta da un’ape e la puntura dolesse terribilmente.
«Non farlo, non voglio saperlo.» disse aggrottando le sopracciglia. Sapeva che cosa RJ le volesse dire, perché in fondo avrebbe voluto farlo anche lei. RJ si rese conto che Blair gli piaceva, gli piaceva più di quanto non credesse. Mentre arrivava a questa spaventosa conclusione, non riusciva a staccare gli occhi dalle sue labbra, la sua ossessione. Le conosceva a memoria. Sapeva che il labbro superiore era impercettibilmente più piccolo di quello inferiore; sapeva che il  loro colore rosso e vivace era naturale; sapeva che si arricciavano quando Blair era contrariata; sapeva che avevano un gusto per lui proibito ed affascinante.

E sapeva che non sarebbero mai state sue. Un'altra dura verità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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