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Autore: Mirokia    25/08/2011    6 recensioni
-Kurt, davvero guardavi il sedere al bagnino?- fece Finn quando vide Kurt che entrava lentamente in acqua. L’altro sbuffò e voltò lentamente il capo.
-No, Finn. Hai preso un granchio.- disse pazientemente.
-No, per adesso ho trovato solo una vongola e un gamberetto, ma ti avviso appena prendo un granchio.- fece Finn sollevando il secchiello di Hello Kitty di sua figlia.
-Oh Gesù.- mormorò Kurt con una mano sulla fronte e, dopo mesi e mesi che non lo tormentava, tornò l’immagine di Mercedes che gli faceva tener presente che era ateo, ateissimo.
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–Che è successo? Parla!- fece Dave scuotendolo poco delicatamente.
-Mi ha punto…qualcosa…- disse l’altro tra i singhiozzi.

[spin-off di Masochism - Hereafter]
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Dave Karofsky, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                        Devi usare la pipì     

Masochism - Hereafter

 

 

 

 

 

 

David Karofsky picchiettò nervosamente sullo sterzo con l’indice, mentre con l’altra mano metteva la marcia in folle, anche se in teoria era solo fermo al semaforo. Soffiò forte dalle narici e strinse le labbra fino a ridurle a una sottile striscia rosa, poi diede un’occhiata alla sua destra e si chiese com’è che quell’altro se ne stava con lo sguardo immerso nel paesaggio fuori dal finestrino e non facesse niente per cambiare la situazione.

-La volete piantare, voi due?! Porco di quel…- e iniziò a bestemmiare in tutte le lingue del mondo mentre i due nei sedili posteriori gli facevano il verso.

-Dai zio Dave, non arrabbiarti.- fece uno dei due camuffando la voce e rendendola simile a quella di un bambino.

-Zio…eh?! Se provate a chiamarmi ancora in quel modo vi arriva la Furia dritta sul naso, e non scherzo.- ribattè Dave guardandoli dallo specchietto retrovisore e fulminandoli con gli occhi.

-Guarda la strada, zietto, che sta per scattare il verde.- ribattè sempre lo stesso ghignando. Dave perse la pazienza, diede quasi uno schiaffo al volante, poi si mise in ginocchio su sedile e si allungò verso i sedili posteriori agitando come un pazzo le braccia.

-Che diavolo fai, scemo?- fece uno dei due prendendo l’altro per poi proteggerlo dalla Furia che impazzava.

-Dave, siediti.-

Una voce dall’oltretomba fece fermare per un istante Karofsky, che si voltò lentamente verso il sedile del passeggero e disse:

-Che vuoi, tu? Solo adesso ti svegli?-

-Siediti, ‘che il semaforo è verde.- ribattè l’altro con tutta la calma del mondo. Dave tornò immediatamente al suo posto, soprattutto perché gli automobilisti dietro di lui continuavano a suonare il clacson assordandolo.

-Tu sei pericoloso. Dovrebbero rinchiuderti.- disse Max, che ancora stringeva Chris tra le braccia per paura che venisse colpito dal pugno volante di Dave.

-Mi ci chiuderanno in manicomio prima o poi, sta’ tranquillo.- disse quello con ancora la voce che tremava e il motore che andava su di giri.

Accanto a loro, proprio in quel momento, passò un’auto familiare, così piena di bagagli che di lì a poco sarebbe scoppiata. Rachel abbassò il finestrino e disse alla sua bambina di salutare zio Dave, mentre Finn sghignazzava dietro di lei e ripeteva all’infinito la parola “zio”.

-Voglio ammazzarmi.- disse semplicemente Dave dopo aver alzato gli occhi al cielo.

*

-Ripetimi un’altra volta il motivo per il quale li abbiamo portati con noi.- borbottò Karofsky una volta che si furono sistemati sotto l’ombrellone coi propri sdraio e le proprie stuoie, e i propri asciugamani, e le proprie borse-frigo.

-David, è una vacanza che abbiamo deciso di fare tutti insieme, rilassati.- fece Kurt che sembrava infastidito.

-Perché mi hai chiamato David? Sei arrabbiato?- si preoccupò subito l’altro per poi sfiorare il braccio di Kurt, che si spostò leggermente sull’asciugamano.

-No, David, ma mi sembri uno di quei vecchiacci che ad un certo punto della loro vita si ritirano in collina per non avere più niente a che fare con le altre persone.- fece il più piccolo guardando distratto una ragazza su un materassino.  Il mare non era proprio del tutto calmo, ma era abbastanza limpido e la marea non era forte. Era l’ideale per ammollarsi sui materassini o per andare a fare un giro in canotto o magari in pedalò. –Ti lamenti di continuo, sembri…-

-No, non lo dire!-

-…una checca mestruata.- concluse Kurt con un sorrisetto finale.

-Non dirlo mai più, diamine!- esclamò Dave con una mano sul volto.

-Sennò che mi fai?- fece Kurt con un’alzata di spalle. –Se non vuoi che lo dica ancora, devi semplicemente smetterla di lamentarti. Goditi la vacanza.-

-Fatina, lo sai che per me “vacanza” è sinonimo di…-

-Goditi la vacanza, ho detto!- lo interruppe subito l’altro, che sapeva benissimo dove voleva andare a parare il compagno. Dave si zittì e si mise a fissare un punto imprecisato davanti a sé, col viso imbronciato e le sopracciglia aggrottate. Poi dopo un po’ sentì il sudore scendergli a goccioline sul polpaccio e sul petto e decise di andare a farsi un bagno. Si voltò verso Kurt per chiedergli se volesse andare con lui, ma quello sembrava guardare altro, e quell’altro sembrava essere il bagnino che passeggiava lì davanti a loro. Dave diventò rosso di rabbia ma basta, doveva smetterla di lamentarsi, così preferì non dire niente a Kurt e si avvicinò all’acqua, mentre Max e Chris li guardavano bisbigliandosi nell’orecchio.

-Avete litigato?- chiese Chris a Kurt una volta che Dave si fu allontanato.

-Mm?- fece quello distratto.

-Kurt.-

-Mm, che c’è?-

-Stai guardando il culo al bagnino?!- sbottò Max dopo aver seguito il suo sguardo. Kurt lo guardò malissimo.

-Ma ti pare?- ribattè infastidito.

-E a che pensi? E’ tutta la mattina che sei pensieroso.- chiese Max, anche se in realtà a lui non importava più di tanto. Era Chris che l’aveva convinto ad andare a parlare con Hummel.

-Ma saranno affari miei? Tornate a sguazzare nell’acqua, bambini.- li spronò Kurt facendo loro segno di allontanarsi. Forse era stato troppo antipatico, e il suo tono era simile a quello utilizzato abitualmente da Dave. –Porta Chris a fare il bagno, Max. Ma evitate di accoppiarvi in acqua, che c’è parecchia gente oggi.-

-Io accoppiarmi con lui?! In acqua poi? Ma stiamo scherzando?- sbottò Max per poi allontanare deliberatamente da sé il povero Chris, che al sole sberluccicava come una fatina. No, non come un vampiro, come una fatina. –Tzè, in acqua…- ripetè Max, che però ci fece davvero un pensierino su, e Kurt lo notò eccome.

-Quaqua.- fece una vocina piccola e quasi impercettibile che veniva dal fianco di Kurt. Quest’ultimo si voltò e vide accanto a sé la piccola Lea Hudson che, seduta in quel modo, sembrava un fagottino.

-Che cosa?- fece Kurt accostando l’orecchio alla piccola.

-Quaqua.- ripetè quella arricciando le labbra.

-Vi ha sentito parlare di acqua e le è venuta sete. Vuole bere di continuo. Se solo la smetteste di nominare quella parola…!- disse Rachel quando raggiunse la figlia sotto l’ombrellone.

-Quale parola, “acqua”?- fece Max sghignazzando.

-Quaqua.- ripetè la bambina per poi aprire la bocca, tirare fuori la lingua e sghignazzare imitando Max.

-Guarda, ride come me!- esclamò quello per poi fare qualche boccaccia.

-Non sei un esempio da seguire. Andiamo a fare il bagno.- disse Chris in modo pacato per poi spingere il proprio ragazzo verso il mare. Kurt prese Lea e se la mise in grembo perché, anche se era seduta sull’asciugamano, i sassi sottostanti le indolenzivano sicuramente il sederino. Ma quella iniziò a strillare “Mamma, ho paura, aiuto, aiuto!” sostituendo la L alla R.

-Possibile che abbia ancora paura di me?- si lamentò Kurt per poi restituire la bambina a Rachel. L’avrebbe data a Finn se non fosse che quello era andato a caccia di stelle marine. Ma perché aveva un fratellastro con la testa così tra le nuvole? Quando si decideva a scendere sulla Terra? Si chiedeva. Si chiedevano tutti, di continuo.

-Secondo me è la tua pettinatura che la spaventa.- disse Rachel dopo aver dato da bere a Lea.

-Dici? Dave dice che il mio ciuffo sembra un corno malefico.-

-Non ha tutti i torti.- fece l’ex stella del Glee club, poi disse a Kurt che i due piccioncini del McKinley lo stavano chiamando.

-Vieni o no a fare il bagno?- gli urlò Max facendo voltare metà spiaggia.

-Non posso!- urlò a sua volta Kurt e tutti fecero la faccia schifata quando udirono la sua voce femminile.

-Perché? Hai il ciclo per caso?- continuò Max imperterrito, e Dave, non lontano da lì, rise un momento perché era la stessa domanda che avrebbe fatto lui. A volte si chiedeva se quel Max dei suoi stivali non fosse davvero un suo lontano parente, magari un figlio mai nato o qualcosa  del genere. Un figlio mai nato? Ma a che stava pensando? Il sole gli stava dando alla testa okey, era così. Oppure aveva il cervello in pappa perché aveva beccato Kurt a guardare il culo a un bagnino e perché lo vedeva così distante, sempre pensieroso. Non lo amava più, magari. Sì, doveva essere così! Si mise le mani tra i capelli e si disse che non poteva essere vero, si diede un colpo in testa e la gente vicino a lui s’allontanava credendolo un pazzo cronico.

-Affogati! Il sole mi fa male!- ribattè Kurt dalla spiaggia, e Dave si voltò verso di lui.

-Entri ed esci, non fare la femminuccia, avanti.-

E Kurt pensò davvero che quello poteva essere il figlio mancato di Dave. Magari se lo adottavano. Sì, così Dave sarebbe andato a scavarsi la fossa da solo, ci si sarebbe buttato dentro e poi si sarebbe ricoperto di terra morendo di proposito soffocato.

Alzò le spalle e decise di uscire un attimo alla luce, anche perché le pietre bianche gli uccidevano il sedere come sempre. Si spalmò un’altra dose di crema solare per sicurezza e poi mise i piedi a mollo sul bagnasciuga. Non si sa perché, ma il suo pensiero andò un attimo a Blaine. Ci era rimasto male, poverino, quando Kurt gli aveva dovuto dire che non poteva più portarlo con sé al mare. Il motivo? Sempre il solito.

-Se hai invitato Marca-di-materassi a venire con noi, ti proibisco di toccarmi le mani per un mese.- aveva detto Dave col suo tono scorbutico.

-Un mese?!- aveva sbottato Kurt, e la domanda sconcertata stava a significare che sì, l’aveva invitato.

-Bene, benissimo. E magari l’hai anche detto a quel mascellone di Marca-di-pastiglie-per-lavastoviglie,, giusto?-

-Ma perché non li chiami coi loro nomi?-

-Perché hanno dei nomi di merda impossibili da ricordare.- aveva detto Dave, secco, per poi elencare tutti i santi del calendario perché il cagnolino nero che s’era appena comprato aveva buttato giù la statua degli sposini e la pietra nera a forma di cuore. –O li disinviti, o mi metto i guanti.-

-No, ti prego, i guanti no…- aveva implorato Kurt, che si sentiva male al solo pensiero.

-Me li sto già mettendo…- aveva detto l’altro camminando poi verso la cucina.

-E va bene, vado a dire che non si fa più niente.- aveva sbuffato il soprano per poi marciare verso la porta. –Sappi che però sei insopportabile quando fai così.-

-Tu sei insopportabile sempre, mia dolce fatina.- aveva detto l’altro simulando un tono smielato.

-Scimmione.-

-Principessa.-

-Ti amo.-

-Io di più.-

-Davvero?-

-No.-

-Fanculo.- e Kurt se n’era andato sbattendo la porta e ridendo una volta che fu uscito.

Mentre ci pensava, Kurt sorrise da solo e si ricordò che erano già due mesi e quattordici giorni che erano sposati. Si sentì avvampare, ma probabilmente era il sole che lo picchiava in testa.

-Kurt, davvero guardavi il sedere al bagnino?- fece Finn quando vide Kurt che entrava lentamente in acqua. L’altro sbuffò e voltò lentamente il capo.

-No, Finn. Hai preso un granchio.- disse pazientemente.

-No, per adesso ho trovato solo una vongola e un gamberetto, ma ti avviso appena prendo un granchio.- fece Finn sollevando il secchiello di Hello Kitty di sua figlia.

-Oh Gesù.- mormorò Kurt con una mano sulla fronte e, dopo mesi e mesi che non lo tormentava, tornò l’immagine di Mercedes che gli faceva tener presente che era ateo, ateissimo.

Basta pensare a Mercedes, basta pensare a qualsiasi cosa. Un bel bagno, e poi un riposino sotto l’ombrellone –e sopra i sassi spacca-culo-.

Ma neanche fece in tempo a bagnarsi del tutto e a raggiungere i due cretini del McKinley, che sparò nell’aria un grido talmente acuto che ben due bagnini s’erano già tuffati per andare a salvarlo qualora non stesse riuscendo a rimanere a galla. Dave si voltò di scatto, preoccupato a dir poco. Lasciò perdere le sue seghe mentali e s’avvicinò a Kurt più in fretta che poteva. Quello, intanto, saltellava piagnucolando verso la riva, poi s’accasciò sul bagnasciuga e mezza spiaggia si avvicinò per  vedere cos’è che era successo di tanto grave.

-Spostatevi, levatevi di mezzo!- urlò Dave col suo vocione per farsi largo tra la folla curiosa. Finalmente riuscì a inginocchiarsi accanto a Kurt, che teneva gli occhi stretti e piangeva come un gatto ferito –o in calore, dipende dai punti di vista-.

–Che è successo? Parla!- fece Dave scuotendolo poco delicatamente.

-Mi ha punto…qualcosa…- disse l’altro tra i singhiozzi.

-E dove?-

Kurt aprì timidamente una gamba e mostrò al ragazzo la scia di bolle gonfie che gi occupavano l’interno coscia.

-Non ti ha punto.- disse il bagnino che era lì in prima fila pronto a intervenire. –Ti ha solo sfiorato.- e fece uno sguardo rassicurante che fece smettere di piangere Kurt e lo convinse ad accennare un sorriso. Dave guardò malissimo il bagnino, era pronto a sferrare qualche pugno se fosse stato necessario. –Meduse. Il mare ne è pieno.- concluse il bagnino, per poi aggiungere un “passerà presto, non preoccuparti” e tornare a occuparsi del bagnanti. I curiosi si allontanarono in pochi minuti, mentre Kurt riprese a lamentarsi dicendo che bruciava, bruciava, e pizzicava, e bruciava. E anche Lea s’era messa a piangere.

-Non avevamo portato la crema contro le irritazioni cutanee?- fece Dave mentre soffiava come un idiota sulle bolle di Kurt.

-E’ in macchina.- disse l’altro boccheggiando.

-Devi usare la pipì.- disse Hudson, che era comparso in quel momento dai meandri del mare, come un raro animale marino.

-Che…?-

-Mettici la pipì. Dicono che guarisca subito con la pipì.- ripetè Finn mentre stringeva un paguro tra le mani.

-La pianti di ripetere ‘sta parola?- sbottò Dave.

-Pipì.- fece la bambina, e Dave urlò per la disperazione, spaventando mamma, papà e figlioletta.

-Andiamo a prendere la crema.- disse incazzato per poi trascinarsi Kurt dietro, incurante del fatto che facesse fatica a camminare a causa delle bruciature. Lo portò sino alla macchina, abbassò i sedili anteriori, e lo fece entrare per poi farlo stendere.

-Fammi vedere.- disse Karofsky dopo che fu entrato in macchina. –E non strillare come una femminuccia, ‘che ti ha solo sfiorato.- aggiunse quando sentì Kurt ripetere “Brucia!”

Gli aprì delicatamente –o forse non proprio- le gambe e vide che le bolle s’erano gonfiate ulteriormente. Provò a passarci la mano sopra, e Kurt fece un gridolino. Gridolino che poi si trasformò in uno strano mugolio di piacere.

-Ma ti fa male o no?- chiese Karofsky, e provò di nuovo a tastare l’interno coscia, provocando un sorrisetto sulle labbra del più piccolo. Ah già. Il masochismo di Kurt. Era qualcosa che doveva sempre tenere a mente, sempre.

-La vuoi la crema?-

-Toccami ancora lì…-

Ah beh, no, però, se doveva fare così, cioè, addio. E poi scusa, non avevano discusso giusto qualche minuti prima? Perché adesso si stavano parlando come se fossero in uno dei loro momenti pre-sesso? Aspetta, quello era un momento pre-sesso?

-Così…?- fece Dave, che in realtà non sapeva resistere a quelle richieste. Gli massaggiò nuovamente quel punto, e l’altro si morse le labbra già eccitato. –Un momento fa stavi strillando come una femmina, e adesso mi fai quelle facce porno?- chiese per smorzare l’imbarazzo. Sì, perché a volte c’era ancora un po’ di imbarazzo.

-Che dici. Non sono mai riuscito a fare una faccia porno.- disse Kurt e, così sul momento, gli venne in mente di quel lontanissimo giorno in cui insieme agli Warblers cantò Animal e Blaine lo accusò di non saper fare le facce sexy.

-Le fai eccome, fidati.- asserì Dave, poi gli venne un dubbio. –Ma non è che stai pensando al bagnino?-

-Cosa? Ma vi siete fissati con questo bagnino. Ma non hai notato che è biondo tinto? Non sopporto i tinti.- borbottò Kurt alzando gli occhi al cielo.

-Con Evans non facevi tutte queste storie.-

-Che ne sai tu di Sam?- fece Kurt strabuzzando gli occhi.

-E poi, dimmi a che pensi da tutta la mattina, che mi fai preoccupare.- disse Dave cambiando subito discorso.

-Io, la fatina, che faccio preoccupare te, il bestione?- chiese Kurt con ironia.

-Occhio a non offendere, checca infame.-

-Comunque, non sono tenuto a dirti a cosa pensavo.-

Dave si tirò su arrabbiato e respirò nuovamente forte dal naso come un toro infuriato.

-Vuol dire che vuoi nascondermelo.- disse a denti stretti.

-Beh…sì, è così.-

-Dimmi che pensavi a Marca-di-materassi e lo vado a soffocare con un materasso.- continuò Dave, che ormai era diventato rosso dal nervoso.

-Non lo faresti mai, sei troppo buono. Sei come una caramella dura con la sorpresa al centro.- sorrise il più piccolo attirando l’altro con le gambe.

-Primo: non citarmi le canzoni a caso. Secondo: vuoi vedere che lo faccio davvero?- ed aveva già aperto lo sportello.

-Calma, calma, e va bene, te lo dico se ti fa tanto contento!- esclamò Kurt prendendo Dave dai mignoli e tirandolo verso di sé. –Stavo pensando al regalo da farti per il compleanno. Ecco, sei contento adesso?-

Dave lo guardò di sottecchi con una faccia da “ma di che malattia soffri?”

-Il mio compleanno è tra tre mesi.- disse ormai tranquillo.

-Dovrò pur iniziare a pensarci. Madonna, adesso non sono neanche più libero di pensare, mi metti l’affanno!- esclamò il più piccolo con la mano sugli occhi.

-Adesso oltre a Dio e Cristo e Gesù invochi anche la Madonna?-

-Vedi? Non sono neanche più libero di parlare.-

-Infatti, usa quella boccuccia che ti ritrovi per fare altro, piuttosto.- disse Dave per poi accomodarsi sul fisichetto esile di Kurt, che quasi soffocò dal caldo.

-Fai davvero schifo.- mormorò Kurt con la bocca storta.

-Me lo fai un lavoretto orale?-

-Ma neanche morto!-

-Un lavoretto di mano?-

-Fattelo da solo.-

-Ti metti a novanta?-

-Ma neanche a quaranta!-

-Mi ami?-

-Parecchio.-

-Allora mettiti a novanta.-

Dopo questo scambio veloce di battute, un ceffone arrivò dritto dritto sulla guancia di Dave, provocandogli un leggero rossore. Subito, Kurt si mortificò e per farsi perdonare, beh, alla fine si mise davvero a novanta. Incurante del fatto che, non so, magari qualcuno passava e li vedeva. Ne approfittarono in quel momento che non c’era nessuno.

 

Intanto Max era uscito in fretta dall’acqua perché anche Chris era stato sfiorato da una medusa, solo che quello s’era lamentato molto meno. Prese Lea in braccio e le insegnò un paio di boccacce, poi fece la ricorrente domanda.

-Kurt e il ciccione sono andati a scopare?-

Rachel fece la faccia infastidita per il linguaggio usato, poi alzò le spalle, segno che non sapeva. Max allora mollò la bambina, frugò nella borsa di Finn –con suo profondo disappunto- e ne tirò fuori un binocolo. Se lo mise agli occhi e notò che era visibile solo a sinistra, mentre la parte a destra era verde e confusa. Ma comunque riuscì a vedere la macchina di Dave che si muoveva impercettibilmente, e sghignazzò contento di aver indovinato.

-Ma che hai fatto a ‘sto binocolo?- chiese Max rivolto ad Hudson. Quello alzò le spalle.

-S’era rotta una lente e io ho messo un fondo di bottiglia.- disse per poi urlare che aveva trovato un granchio.

Ma perché?, si chiese Max, con addosso una gran voglia di piangere lacrime di disperazione.

 

 

 

 

§

 

 

 

 

Una shot spin-off che sa tanto di vacanze. Mi son ricordata che sono stata sfiorata quattro volte dalle meduse, così ho voluto scrivere qualcosa in proposito XD

Angolo delle curiosità: -Il titolo è randomissimo. Volevo mettere “mettiti a novanta”, ma si sembrava volgaruccia, poi non so D:

-Che bella la gente che chiama altra gente “zietto” **, soprannome che il caro Detective Conan dà a Kogoro nella versione giapponese. In italiano lo chiama semplicemente “Goro”, ed è un peccato, era una cosa così carina **

-“Quaqua”. E’ così che mia cugina dice “acqua”, quindi è tratto da una storia vera XD

-Il ciuffo che sembra un corno malefico. Ho preso l’idea da “Apollo Justice”, videogioco per nintendo –sperando che qualcuno di abbia giocato D:- e appunto questo Apollo ha i capelli sistemati col gel e formano due corna malefiche che spaventano la gente, tutto qui D:

-“Prendere un granchio”. Finn ha malinteso un altro modo di dire D:

-Il cagnolino nero è ispirato a quello che ha Max Adler :D

-“Sei come una caramella dura con la sorpresa al centro”, “You’re like a hard candy with the surprise center.”, Thinking of you di Katy Perry. La canzone più bella della Perry, in assoluto.

-Si dice che le lenti sono dei fondi di bottiglia quando sono molto spesse, giusto? Ma Finn ha di nuovo malcapito, mannaggia a lui. Amiamolo <3

 

Ok, adesso mi dileguo, spero di avervi riproposto in modo esatto i miei personaggi in Masochism XD E, ovviamente, spero di avervi strappato un sorriso :)

Hasta la vista, buon fine di vacanze! –depression time-

 

 

Mirokia

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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