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Autore: Eastre    25/08/2011    6 recensioni
"dimmi… Gwen" si girò all’improvviso ritrovandosi faccia a faccia con la mora "ti piace vedere i tuoi castelli sgretolarsi o un brutto cavallone farti entrare l’acqua nel naso e nella bocca?"
"ehm.." Gwen scosse piano il capo "credo di no…"
Courtney alzò un sopracciglio "tu…credi?"

un'aspirante avvocato, dei castelli di sabbia sgretolati ed una causa contro il mare.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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di castelli di sabbia e cause al mare 



La bambina sbuffò sonoramente osservando le onde che si abbattevano contro  i suoi piedi, una grande lingua d’acqua che portava con sé la sabbia, lasciando al suo posto uno strato zuppo e flaccido che ancora colava verso il mare.
Era in assoluto la cosa più snervante che le fosse capitato in 2880 giorni (più comunemente chiamati 8 anni)  di vita
Vedeva con impotenza i suoi castelli di sabbia sgretolarsi aggrediti da un onda. Costruirli più lontano avrebbe significato non avere più la sabbia umida che serviva. E così si ritrovò a guardare con un broncio grazioso e le braccia incrociate le torri di sabbia in apparenza così robuste ed i ponti, più simili ad ammassi di rena con un buco scavato al centro al centro che diventavano collinette melmose dopo essere stati attaccati da un onda più potente del solido. Portò le ginocchia al petto ritraendo i piedi dall’ennesima patina d’acqua che li aveva immersi. Alzò gli occhi verso l’alto osservando il cielo roseo sopra la sua testa. Saranno state le sei e mezza, forse le sette. Presto se ne sarebbe dovuta andare. La spiaggia era quasi deserta, solo qualche ombrellone colorato stonava con il color biscotto della sabbia, spuntava come un fungo alto e magro su di un prato giallognolo, si potevano contare, tant’erano pochi. Meglio così, avrebbe evitato sua zia che gli ripeteva quanto fosse asociale (Gwen, cara, perché non vai a giocare con gli altri bambini? Non vuoi mica aspettare che vengano loro da te!) tutti quanti prendevano  quel distaccarsi dagli altri come una timidezza da bambina, possibile che nessuno capisse che forse voleva solo rimanere in solitudine? Essere lasciata in pace senza che due mani la spingessero contro un gruppo di bambini supplicandola laconicamente di andare a giocare (andiamo Gwen, non fare la stupida, vai a divertirti con gli altri)
Posò il mento sulle ginocchia e sospirò esausta mentre l’ennesima onda aggrediva le sue torri rendendole un ammasso di flaccida sabbia che colava verso il mare. Abbassò le palpebre annoiata da quello spettacolo deprimente, un altro bambino si sarebbe sbracciato per salvare i suoi castelli di sabbia, ma dopotutto erano solo quello: semplici ed inutili castelli di sabbia, che si sgretolavano in una notte, con una semplice onda perdevano la loro maestosità e diventavano insignificanti ammassi di rena.
Un ombra di fronte a lei la riscosse dai suoi pensieri, sentì il sole mancarle sulla testa nera e la figura arrivare a tendere il suo mantello scuro fino ad oscurare le, aimè, ormai collinette di sabbia che erano diventati i suoi castelli. Sollevò le palpebre quando si rese conto che l’ombra assomigliava ad una figura allungata ed ingigantita con le mani incrociate, torse il busto appoggiando una mano sulla sabbia per girarsi alle sue spalle ed incontrare due occhi castani che la fissavano severi
 La ragazzina chiuse gli occhi puntandole l’indice di fronte al naso << così non va bene >> dichiarò seria. Gwen strabuzzò gli occhi perplessa, aprì la bocca, come per controbattere ma la mano tesa della bambina le fece richiudere le labbra
<< piacere, Courtney, futuro avvocato >> dichiarò in tono formale. La mora guardò titubante la mano tesa poi la bambina, poi di nuovo la mano tesa
<< che aspetti? >> sbottò sbrigativa la castana, tendendo più che poteva la mano. Gwen fece combaciare la sua con quella della castana << G-gwen >> la ritrasse di scatto dopo una breve stretta, come se la pelle calda della bambina potesse salire fino a 150° e bruciarla.
Courtney sorrise accovacciandosi a gambe incrociate vicino alla mora << piacere, Gwen >>
<< ho fatto qualcosa di male? >>
La castana ignorò beatamente quella domanda, prendendo a fissare con sguardo di sfida l’enorme distesa bluastra davanti a sé.
Silenzio.
Respiro. Sospiro. Sorriso. << come cittadina devi far valere i tuoi diritti democratici e costituzionali>> dichiarò seria voltandosi verso una Gwen confusa, che ancora cercava d’assimilare le parole “democratici” e “costituzionali”
<< perciò…>> ci fu un attimo di silenzio. Courtney si sporse in avanti con i palmi posati sulla sabbia per ritrovarsi a fissare il mare in tutta la sua potenza mentre Gwen sbatteva le palpebre sempre più confusa
<< dimmi… Gwen >> si girò all’improvviso ritrovandosi faccia a faccia con la mora << ti piace vedere i tuoi castelli sgretolarsi o un brutto cavallone farti entrare l’acqua nel naso e nella bocca?>>
<< ehm..>> Gwen scosse piano il capo << credo di no…>>
Courtney alzò un sopracciglio << tu…credi? >>
Gwen si portò una ciocca nera dietro l’orecchio saettando lo sguardo da una parte all’altra della spiaggia come se le sue pupille non riuscissero a stare ferme e dovessero muoversi a scatti per sopravvivere << no >> dichiarò con veemenza << certo che no …insomma >> la sua  voce si abbassò così come il suo sguardo << a chi piacerebbe >> mormorò più a se stessa che alla bambina di fronte a sé.
<< perfetto! >> la castana si alzò di scatto alzando un pugno al cielo << faremo causa al mare! >>
Gwen la guardò come se fosse un aliena appena atterrata davanti ai suoi occhi, sbatté le palpebre sperando d’aver capito male…aveva veramente detto…
<< già! Faremo causa al mare, cara Gwen >> dichiarò con veemenza la castana lasciando scivolare il pugno lungo il fianco.
<< e tu…> tese la mano alla mora tirandola su mentre i granelli di sabbia si spostavano sotto i piedi di Gwen << mi aiuterai in questa causa >> continuò ritrovandosi gli occhi scuri di lei davanti ai suoi altrettanto scuri.
Gwen roteò le pupille verso l’alto: le sembrava una cosa così stupida fare causa al mare!
Courtney gli riservò un occhiataccia per quel gesto tanto laconico e sfacciato
<< forza Gwen! >> gli prese le mani intrecciandole con le sue << immagina: io che  spiego le cause per cui il mare dovrebbe pagare e tu che stai al banco dei testimoni! Saremmo una squadra fantastica >> sorrise. Gwen la guardò con gli occhi da bambina spalancati, poi il volto si distese ed i lineamenti si addolcirono in un sorriso appena accennato, come non sorridere di fronte a tutta quell’iniziativa?
<< bhe si…>> Courtney roteò gli occhi verso l’alto << avremmo qualche problema col far entrare il mare in tribunale ma…>> la guardò con una luce euforica negli occhi << saremmo io e te Gwen! Io e te contro il mare >>
<< si, gli faremmo una bella causa! >> per un attimo Gwen fu contagiata da tutto quell’entusiasmo come non ci era mai riuscito nessun bambino, strinse le mani in quelle della castana ed il suo sorriso si allargò diventando una vera e propria maschera di gioia.
<< e tu sarai la mia prima vera cliente! >> esclamò euforica Courtney prendendo a saltellare sulla sabbia. Gwen annuì altrettanto entusiasta.
E tu la mia prima vera amica. 



cari lettori

ehm...che dire, chiedo scusa per questa schifezza. Ma per me Courtney e Gwen NON POSSONO non essere amiche. E poi è la mia vendetta contro il mare che riduceva in poltiglia i miei castelli..grrrr! che nervi! 
vi prego di segnalarmi errori, anche a livello dello stile...*cerca una scusa inutile* la schifezza in questione può anche essere data dal post-colpo di sole, è appena passato, che abbia lasciato segni di squilibrio mentale? XD *annuisce soddisfatta della scusa trovata*
sempre vostra
Eastre
  
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