Il
rimpianto della Regina
Un’altra
lunga giornata è terminata, e la luna inizia a splendere nella
pacifica notte della capitale del pianeta Terra, Crystal Tokyo.
Quella
notte, nonostante l’ora tarda e la stanchezza accumulatasi durante il
giorno, Morfeo non voleva proprio saperne di accogliere Neo Queen
Serenity tra le sue confortevoli braccia.
Così
la regina si sedette sul davanzale della finestra a osservare il cielo
stellato, e come tutte le volte si concesse di tornare con la mente a
quando era una semplice ragazza -un po’ goffa e imbranata- conosciuta
da tutti come Usagi Tsukino.
Ripensò
ai lunghi pomeriggi passati a studiare al tempio sotto le direttive di
Ami, mentre gustavano i deliziosi biscotti al cioccolato preparati da
Makoto, alle litigate con Rei che all’epoca non faceva che
rimproverarla per ogni minima cosa, ai dispetti che spesso la sua amata
Piccola Lady le faceva, alle romantiche passeggiate nel parco col suo
Mamo chan e ai giri in centro a commentare i bei ragazzi in compagnia
di Minako.
A
volte le mancavano terribilmente quei momenti spensierati fatti di
giochi e risate. Amava il suo popolo e sapeva di avere grandi
responsabilità sulle sue esili spalle, ma non poteva fare a meno
di ripiangere la libertà che aveva quando era semplicemente
Usagi.
Perché
a quel tempo poteva avere tutti i difetti di questo mondo ma almeno era
libera di essere se stessa e di fare quello che voleva: mangiare gelato
fino a scoppiare, camminare lungo le vie e guardare le vetrine senza avere una scorta di
guardie che a volte ora le impediva persino di respirare.
Sospirò.
Quando aveva rinunciato a essere Usagi, aveva rinunciato alla sua
libertà e alla sua innocenza. Sapeva che quei tempi non potevano
tornare indietro, per cui l’unica cosa che poteva fare era accertarsi
che la sua adorata bambina si godesse la sua libertà più
a lungo possibile in modo che non avesse rimpianti quando avrebbe preso
il suo posto.
Sorrise
alla Luna, sua protettrice, come a rassicurarla che nonostante la sua
tristezza mai avrebbe abbandonato il regno, conscia che quello era il
suo dovere.
Tuttavia
quell’unico rimpianto sarebbe rimasto per sempre in fondo al suo cuore,
un cuore libero rinchiuso per sempre in una prigione dorata.
Fine