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Autore: Melisanna    27/04/2006    1 recensioni
Una fiaba per bambini che può essere letta da tutti.
Genere: Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un giorno la signorina Willow chiese ai vicini di poter costruire un grande pergolato che avrebbe attraversato la strada come un arco.

Vi avrebbe fatto crescere una bella pianta di gelsomino, con i suoi grappoli di fiori bianchi dal dolce profumo di miele.

All’ombra del pergolato si sarebbero potute mettere delle panchine per sedersi a chiacchierare.

E lei si sarebbe occupata di tutto.

La signora Wintrop era del tutto contraria.

“L’odore di quei fiori sarà così intenso da svenire” andava dicendo “Attireranno un sacco di insetti, api, calabroni e orridi millepiedi: non si potranno tenere le finestre aperte né passeggiare in pace. E ci sarà un sacco di lavoro in più da fare per tenere pulita la strada dalle foglie cadute e impedire che i rami crescano troppo e le radici invadano tutto”.

Ma i vicini dissero che una pianta così bella avrebbe dato lustro al paese: sarebbe stato piacevole sedersi lì sotto d’estate.

Quanto alle finestre sarebbe bastato mettere delle zanzariere.

E per il resto la signorina Willow si sarebbe occupata di tutto.

La signora Wintrop non era per niente d’accordo, ma siccome nessuno l’ascoltava non poté far altro che brontolare.

La signorina Willow prese molto a cuore la buona riuscita della sua opera. In quattro e quattr’otto un’impalcatura di legno fu costruita attraverso la strada. E poco dopo una fresca pianticella cominciò ad arrampicarsi sui sostegni.

Dopo qualche mese il pergolato era già verde e rigoglioso. E tutti concordarono che era stata proprio una buona idea.

Fu allora che accadde.

Al primo furto molti si meravigliarono perché il posto era così tranquillo, mai un problema c’era stato fin dai tempi dei loro nonni. Qualcuno fece supposizioni su gente venuta da fuori e tutti commentarono che il mondo non era più quello di una volta.

La mattina dopo il secondo furto capannelli di persone si formarono attorno ad oratori che sembravano ben informati e parlavano con voce alta e concitata. Ogni tanto uno degli ascoltatori scuoteva la testa ed esclamava: “Che tempi, che tempi!”, mentre tutti annuiva, indignati dalla disonestà dilagante.

Del terzo furto non si parlò che poco e a voce bassa. Si chiusero le imposte e si tirò il chiavistello alle porte. E ci si guardava alle spalle sospettosi e preoccupati.

Una sera che non riusciva a dormire la signora Wintrop si affacciò alla finestra per prendere un po’ d’aria: si sa che con l’età si dorme sempre meno! E alla luce della luna vide un’ombra snella scivolare a piedi nudi sul pergolato, come un funambolo sulla corda. Portava un sacco a tracolla e studiava con cura una finestra dopo l’altra.

“Oh Signore, che paura!” pensò la Signora Wintrop “E’ certamente il ladro. Che devo fare?”

Non poteva telefonare alla polizia. La signora Wintrop non aveva una gran fiducia in quegli aggeggi moderni. E poi il loro villaggio era così isolato! Prima che gli agenti arrivassero ne sarebbe passato di tempo.

Non osava mettersi a gridare: il ladro poteva prendersela con lei e chissà che tipaccio che era!

E allora si torceva le mani spaventata senza risolversi a far nulla.

Mentre lei si torceva le mani il ladro aprì con destrezza una finestra e vi si calò dentro. Usci poco dopo con il sacco pieno e svanì nel nulla.

  
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