Serie TV > Criminal Minds
Ricorda la storia  |      
Autore: saraviktoria    26/08/2011    2 recensioni
quattro drabble per raccontare la vita di un genio...
alle prese con i mobili, la cucina, le prostitute, un appuntamento... come se la caverà?
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Spencer Reid, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 slice of life. Genius

 

Salve! Sono tornata e prima o poi riuscirò anche ad aggiornare le mie long-fic di Criminal Minds. Ho provato a scrivere dei piccoli pezzi di vita quotidiana del nostro genio … che ne dite?

Buona lettura, baci

SaraViktoria

 

 

Spencer Reid era un genio. Tre lauree, due dottorati, un posto nella prestigiosa BAU, una risposta a tutto. Ma di faccende manuali, Reid non sapeva niente. E soprattutto non sapeva da che parte cominciare.

Non era tanto difficile, dopotutto. Doveva solo montare una libreria. Il suo orgoglio gli aveva impedito di chiedere aiuto ai colleghi, gli unici amici che aveva. Ora fissava lo scatolone, sperando e pregando che la libreria si montasse da sola. Erano appena tornati a casa da DC, avevano arrestato uno stupratore seriale grazie alla testimonianza di una ragazza, tale Kelsi. Spencer aveva tanta voglia di dormire, ma non avrebbe ceduto. Erano settimane che i suoi libri aspettavano di essere riposti su quelle pareti di mogano. E a lui piaceva l'ordine. l'ordine maniacale. Li aveva già letti tutti e, grazie alla memoria eidetica, non avrebbe avuto bisogno di rileggerli, ma gli piaceva tenerli, quasi fosse una collezione.

"beh, non sarà poi tanto difficile …  a noi due, libreria dei miei stivali" prese in mano un martello -nei film la gente montava tutto con un martello- e cercò di assemblare quei pezzi.

Ma quei pezzi, com'era logico, non ne volevano sapere. Perché il genio non capiva che servivano anche viti e cacciavite, magari dei chiodi. Mise in piedi un pannello, che gli rovinò addosso …

Morgan lo ritrovò così, il giorno dopo.

"Reid che fai, ti scopi la libreria?" lo prese in giro. Il giovane genio diventò color pomodoro.

"io … stavo … solo …. " il bel ragazzo dalla pelle scura sollevò quel pezzo di legno come se fosse carta.

"muoviti, che ci hai fatto preoccupare! Pensavamo ti fosse successo qualcosa" Reid si maledì per aver dato le chiavi di casa sua a Morgan.

 

 

Reid non sapeva cucinare. Per fortuna sua e dei vicini, spesso mangiava al lavoro, e quando tornava a casa era troppo stanco per cenare. Ma non quel giorno. Era in vacanza, voleva preparare qualcosa. Era andato nel supermercato più vicino e, armato del migliore libro di cucina che aveva trovato in casa, aveva tentato di fare la spesa. Come spiegare a un genio che la panna da montare non è la stessa che si usa per fare la pasta? E che sale e zucchero non vanno messi in due contenitori uguali?

Aveva persino il grembiule, rosso con un cucchiaio disegnato sul davanti. Si mise d'impegno, preparò la pasta, acqua, farina e quello che credeva essere sale, lievito. Poi la stese e prese il coltello..

"ahia!" invece che la pasta aveva preso il dito.

Cercò di spiegarlo all'infermiere del pronto soccorso, che lo trattava come un bambino.

"come ha detto che si è fatto male?"

"incidente domestico" mormorò lui, gli occhi bassi

"in che senso?"

"preparavo da mangiare"

"e ha pensato di mangiarsi un dito?" l'infermiere stentava a trattenere le risate

"no … certo che no … ho solo sbagliato mira … " tre punti e un buon calmante dopo, Spencer poté tornare a casa. Qualunque persona con un minimo di esperienza in cucina avrebbe preso la pasta e l'avrebbe buttata nel cestino. Ma il dottore esperienza non ne aveva. Perciò prese il coltello e facendo molta più attenzione di prima, tagliò la pasta a striscioline.

La fece cuocere con la panna e lo speck, poi prese un piatto di quella pasta di cui era orgoglioso e si sedette a mangiare. Fece il primo boccone soddisfatto, poi una smorfia attraversò il suo bel volto, infine corse in bagno, la mano sulla bocca.

Il giorno dopo, al lavoro, aveva un colorito leggermente verdognolo.

 

 

Stavano lavorando, dovevano interrogare delle prostitute. Prostitute che era troppo difficile portare in ufficio, perciò la squadra era andata su una delle vie più popolata dalle lucciole.

"Morgan e Reid, quel marciapiede. Prentiss con me. JJ, Rossi, da quella parte" Hotch aveva diviso i compiti. Derek e Spencer si avviarono verso due ragazze in abiti succinti che sventolavano tette e culo sulla strada

"io prendo la mora" Morgan si presentò a una delle due ragazze e a Reid toccò l'altra, una rossa decisamente tutto pepe.

"salve. Sono l'agente … "

"ciao, bello. Cosa posso fare per te?"
"sono l'agente Reid dell'FBI.. "

"non mi interessa chi sei né che lavoro fai" lo prese per la cravatta e lo tirò a sé, sensuale. Avrà avuto trent'anni, pensava solo a fare soldi

"veramente io … sono qui per … " provò il dottore, cercando di scansarsi.  Ma la fisicità non era mai stata il suo forte

"ah … ho capito, niente preliminari, ragazzino. Come vuoi" si abbassò, cercando di slacciargli i pantaloni. In quel momento intervenne Morgan

"signora, buongiorno. Siamo dell'FBI, vorremmo sapere se conosce questa ragazza"

Poco dopo

"allora, com'è andata?"

"niente" rispose JJ

"noi qualcosa lo abbiamo scoperto. Tutte le prostitute hanno fatto offerte al nostro genio" disse Morgan, mentre Reid desiderava solo sprofondare nell'asfalto. Prese a sistemarsi nervosamente la  cravatta , che quella donna -non riusciva nemmeno a pensare il termine 'prostituta', per non parlare dei sinonimi- gli aveva quasi slacciato

"beh, Spence, guarda il lato positivo" cercò di consolarlo JJ, mettendogli una mano sulla spalla "non avrai problemi con le ragazze"  lui borbottò qualcosa di intelligibile in risposta. Problemi ne avrebbe avuti, lui non si sapeva relazionare con le ragazze.

 

Era sera, si apprestavano a tornare a casa

"Reid, andiamo? Hai bisogno di un passaggio?" Morgan prese la giacca dalla sedia

"no.. Grazie. Rimango ancora un po'"

"avanti, Spence. È sabato sera. Vai a casa, se non ti va di uscire" anche Emily si fermò. Tutta la squadra rimase a sentire

"è proprio questo il problema" mormorò lui, cercando di non farsi sentire

"cioè?" JJ cercava di capire.

"vuoi dire che hai un appuntamento?" Morgan non si lasciava sfuggire niente.

"davvero? Con chi?"

"grande Reid! Divertiti!" Spence, come lo chiamava JJ, diventò tutto rosso e si sedette, la testa fra le mani

"io non ci vado"

"avanti, perché no?"

"perché io sono … "
"cosa sei? Preoccupato? Nervoso?" scosse le testa. No, non era solo quello

"non ti piace?"

"è brutta?"
"no, è molto bella" cercò difendersi. Ma non capivano? Il problema era un altro

"e allora cosa c'è?"

"io … sono … "

"che sei?" Derek iniziava a spazientirsi "no … non mi dire … "

"cosa?"

" … sei gay!" Reid diventò ancora più rosso. Scosse la testa violentemente. Magari! Il suo problema era di gran lunga maggiore

"io … sono … ecco … v.. " provò a spiegarsi.

Ma i colleghi non capivano. E lui non ce la faceva più.

"SONO VERGINE!" urlò, esasperato, perché lo lasciassero stare. Era quello il problema. Ma loro gliene avevano fatti sorgere degli altri.

Proprio in quel momento Hotch passava nell'open space. Stava tornando a casa

"oh, Reid. Felice di saperlo … io sono Sagittario " rispose, chiamando l'ascensore.

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: saraviktoria