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Autore: pikaendpichu98    26/08/2011    7 recensioni
"Era valsa la pena perdere i miei migliori amici per quelle che non erano altro che frivolezze?
No, certamente no.
Abbandonai tutto: carriera , denaro, fama, ma ciò che mi fece sprofondare in una voragine di disperazione e rancore, alcol, fumo e droga fu la consapevolezza che non avrei mai potuto avere lei."
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono nato in una piccola cittadina di campagna.
Mio padre è andato via di casa quando ero ancora molto piccolo, non riesco neanche a ricordare il suo volto, la sua voce.
Mia madre accennò a lui solo poche volte, parlandomene come di chissà quale eroe partito alla volta di impetuose avventure, ma ora ripensando all’espressione che assumeva mentre mi raccontava le sue “gesta” ho ragione di pensare che neanche lei credesse a ciò che cercava di dire senza piangere.
Francamente non penso proprio che per tutto questo tempo lui abbia viaggiato e viaggiato senza fermarsi, in realtà ormai non mi importa più neanche se sia vivo o morto.
Per l’età che avevo avrei guardato mio padre comunque come un eroe, come un esempio da seguire.
Infatti seguii le sue orme diventando un Allenatore di Pokemon e partendo per un lungo viaggio ormai terminato.
Ormai ho trentacinque anni, anche se ne dimostro quaranta, vivo in un appartamento  preso in affitto, sono ridotto uno straccio, il mio corpo è ormai logorato sia dentro che fuori dalle sue stesse esigenze viziose.
Mi disgusto.
Una domanda sorge spontanea : cosa ti è successo?
Già, cosa mi è successo…
Non avrei potuto lamentarmi di nulla, avevo tutto: soldi, fama, fortuna, e cosa più importante per me a quell’epoca, avevo realizzato il mio più grande desiderio, avevo raggiunto la mia meta, la ragione dell’inizio della mia avventura.
Esatto, ero diventato un Maestro Pokemon.
Ma allora perché mi sono ridotto così?
Avevo tutto, giusto?
No, non avevo tutto.  Il mio cuore era vuoto nonostante tutto ciò che avevo guadagnato.
Mi resi conto troppo tardi di quanto egoista fossi diventato.
Passando da regione in regione vinsi tutte le varie Leghe Pokemon.
Il successo mi aveva dato alla testa, ero intrattabile ben diverso da come ero in realtà.
Diventai un vero mostro.
Una persona che fa soffrire le persone a lui care con il suo egoismo, questo per me è ciò che si definisce un mostro.
E io lo ero.
Il mio viaggio lo terminai in solitudine, i miei amici mi avevano abbandonato.
No, ero io che mi ero allontanato da loro.
Un giorno tornai nella regione di Kanto per provare a recuperare la nostra amicizia.
Ma era troppo tardi.
Ero distrutto, sconvolto, avevo perso tutto, rendendomi conto solo allora  che quello che avevo in realtà non era niente.
Era valsa la pena perdere i miei migliori amici per quelle che non erano altro che frivolezze?
No, certamente no.
Abbandonai tutto: carriera , denaro, fama, ma ciò che mi fece sprofondare in una voragine di disperazione e rancore,  alcol, fumo e droga fu la consapevolezza che non avrei mai potuto avere lei.
Lei. Con i suoi occhi verde acqua, con i suoi capelli del colore del tramonto, lei che non ho mai dimenticato, lei che mi faceva sentire speciale.
Ma ero troppo stupido per capire i miei sentimenti.
Ormai la mia fine è vicina, lo percepisco.
Accendo una sigaretta, aspiro il fumo.
Tossisco, odio la nicotina ma ormai è troppo tardi per liberarmi da quella schiavitù; la morsa della dipendenza mi attanaglia da troppo tempo per permettermi di liberarmi.
Ma dopotutto sono stato io stesso a scegliere la strada della dipendenza, che stupido. Come se ridursi in questo stato pietoso cambiasse qualcosa.
Ma forse inconsciamente ho scelto questa strada per punirmi. Una morte lenta ma inesorabile.
Eccomi qui. Un poveraccio di trentacinque anni appena, seduto in una casa (se così si definire tale) su una sedia rubata  chissà dove, della droga e un bicchiere di alcolico sul tavolo.
La sigaretta è finita.
Tra poco sarà finita anche la mia vita.
Sorrido tristemente, mi piacerebbe vederla un’ultima volta.
No, cosa dico.
Io sono un drogato e alcolizzato, perché dovrebbe mai anche solo pensare di rivedermi.
Sicuramente si è fatta una vita ed è felice, sicuramente avrà al suo fianco qualcuno migliore di me che la ama, ma penso che qualsiasi persona della mia età lo sia.
Ecco, sento la stanchezza avvolgermi, i sensi cominciano ad abbandonarmi, la vista si fa più appannata.
Una lacrima solca il mio viso.
Vorrei tornare indietro ma è troppo tardi.
Mi alzo dalla sedia, barcollo.
Sento il mio cuore battere lento, troppo lento.
Odo la porta aprirsi di scatto e una voce  gridare a squarcia gola qualcosa di indefinibile per me .
Mi giro, ma non faccio in tempo a identificare quella sagoma che mi accascio a terra.
Sorrido all’idea che possa essere lei.
Ma ormai è troppo tardi….
  
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