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Autore: whoohoo    27/08/2011    1 recensioni
Mia non credeva più ai propri occhi, non si fidava più del proprio tatto. Mia sapeva che prima o poi si sarebbe svegliata, che quello doveva essere per forza un sogno! Eppure legata alla sua c'era la mano di lui, eppure quegli occhi la stavano guardando, eppure era tutto così reale che forse doveva smetterla di sentire quel vuoto, doveva godersi quelle giornate senza pensieri..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Mia, ho vent’anni e sono nata in Italia.
Avrei potuto dire “e sono Italiana” ma la verità è che non sono affatto patriottica.
Uno dei miei più grandi sogni è quello di viaggiare, di girare il mondo per apprezzarne tutte le meraviglie, le melodie, i sapori, le tradizioni e i costumi.
Ecco perché ho deciso di trascorrere due settimane in una delle terre che, per diversi motivi, più mi attrae: la Corea del Sud!
Riuscire a realizzare questo sogno non è stato facile. E’ difficile trovare qualcuno disponibile ad un viaggio così lungo e con una passione così forte; ma aspetto da tre anni questo momento.
Ecco perché partirò da sola, volo Milano – Incheon, dove poi mi aspetterà la mia “unnie”, un’ amica conosciuta grazie al web e con la quale ho legato molto!
Uno dei primi problemi che dovrò affrontare sarà la lingua: il mio inglese è assai penoso e il mio coreano molto molto scarso!
Ma forza e pugni chiusi: armata di vocabolario tascabile e coraggio – il 90% dei miei viaggi sto male a causa delle mie mille paranoie ma questa volta addio preoccupazioni! – non mi farò di certo scoraggiare da questi piccoli ostacoli. Quindi domani è il grande giorno: si parte!
Inutile mentire riguardo l’affanno che, a causa delle lunghe ore di volo e i cambi, mi tanaglia da questa notte! Incrociamo le dita!

Finalmente “Arrivataaaaa”, ecco cosa ho urlato appena messo piede a Incheon, della serie: non facciamoci riconoscere all’estero!
Ora non mi rimane che aspettare la mia amica, la quale mi ha carinamente avvisato due minuti fa che è intasata nel traffico!
Che faccio? Inizio a guardarmi attorno: “AAAAAH AIUTOOO!”
Poi decido, carica, prendo, e vado al bagno!
Come passatempo non è il massimo ma me lo farò bastare!
Faccio, esco e mi guardo allo specchio: chissà perché oggi ho gli occhi più verdi del solito.
I capelli sono di un rosso-ramato fiammeggiante, lasciati sciolti, leggermente mossi e raccolti un po’ sul davanti.
Mi asciugo le mani e mentre sto camminando e nello stesso tempo imprecando –perché metto lo smalto e tassativamente nel giro di 12 ore le mie unghie sono già pasticciate?! – vado a sbattere addosso a qualcuno.
Strano, l’ennesima figura di biiip!
Alzo un po’ gli occhi e bisbiglio un “sorry” con una pronuncia che sfido a comprendere; mentre raccolgo la borsa che mi è caduta a terra.
“Nothing” alzo gli occhi un attimo perché come se non bastasse mi accorgo di aver tamponato un ragazzo; dove sono finiti i vecchietti simpatici?!
Poi è la fine. C’è lui che mi sorride. Porta pure gli occhiali: questo significa che sverrò a breve.
Indossa cappello e sciarpa, il colletto del cappotto alzato, capisco che non vuole farsi riconoscere.
Lui fa per voltarsi, e credetemi, non so come, ma trovo il coraggio per sussurrare tre parole, (sono una turista, probabilmente non avrà timore che gli salti addosso!) tre suoni così familiari che quasi mi spavento: “Lee GiKwang?”
Il mio cuore sussulta, inizio ad avere caldo. Di solito non ho tutto questo spirito ardito, non riesco davvero a capire come ho potuto farcela. Lui mi guarda, con questi occhi e questo sorriso, capaci di sciogliere un iceberg in pieno inverno.
“Si, sai chi sono?” - che domande fa questo???! – mi spiaccica nel suo inglese
Prima di riuscire a rispondergli devo formularmi la frase in inglese in testa, temo che io non stia facendo proprio una figura eccelsa, ma comunque è un occasione da non perdere.
“Certo! Vivo in Italia e amo i B2ST, sono venuta in Corea anche per assistere al vostro concerto”
Lui mi guarda sempre più sorpreso, ma forse è paura. Forse crede che io sia pazza.
Forse dovrei tornare di là? Oltretutto la mia amica potrebbe essere già arrivata.
“Sei da sola?” “sì, sto aspettando un’ amica. E tu?” - Mia ma cosa ti salta in testa di chiedergli??!-
"Sono da solo, sto tornando a casa" "E non hai paura delle fan??" gli chiedo con una fantastica espressione da pesce lesso -Mia bastaaa- "Un po', diciamo che sono scappato!" e con il dito mi fa notare: cappello e occhiali; due occhi grandi che si guardano attorno con aria furtiva, della serie *non ci sono non ci sono* il tutto incorniciato dal suo splendido sorriso.
Sorrido anch'io, ed è un'emozione così spontanea che la situazione mi sembra davvero impossibile.
"devo davvero andare al bagno, mi aspetti??" "Oh si, scusa!" Divento tutta rossa e mentre esco a gambe levate dal bagno gli urlo un "ti aspetto fuori!"

Esco e chiamo alla velocità della luce la mia amica: “unnie, sono qui con – oddio non glielo posso dire, se poi qualcuno mi sente? – bè, te lo scriverò per messaggio!
Impiegaci il più possibile, mi ha detto di aspettarlo! Aaaa sto impazzendo!!” lei scoppia a ridere, divertita dalla mia totale eclisse dalla ragione e mi dice di stare tranquilla e di trattarlo normalmente. Sì bè, bè. COME??!
ragazzi, sono sotto pressione. metto le mani in volto e lascio che la mia testa sprofondi. poi mi dico che devo tornare in me, saluto la mia amica e riattacco. Mi passano mille prensieri per la testa. Forse pensa che parlando con una straniera riceverà meno occhiate? Ma non è che farà solo peggio? Proprio in quel momento di trastullo mentale sento qualcuno da dietro che mi picchietta sulla spalla destra, mi volto e non vedo nessuno. Ohmioddio sto male? Poi sbadatamente mi volto a sinistra e lo vedo, un eschimese coperto da testa a piedi. “aaah mi hai spaventata! Pensavo che il joker del gruppo fosse qualcun altro!”e scoppiamo a ridere, quasi come se tutto ciò fosse la cosa più normale di sempre.

ci sediamo a parlare e così scopro che se n'è andato in Cina per incontrare degli amici e che ora sta tornando a casa, e che il furgoncino che doveva essere qui ha bucato una gomma e ora sono in arrivo. Io gli spiego la mia situazione, mentre lui si guarda attorno.
“Qui ho paura mi vedano e sai, preferirei restare nascosto! Ti va di sederti con me lì?” mentre mi indica con l’indice la panchina della fermata del bus, che per ora è deserta.
Ovviamente non rifiuto l’invito!
  
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