Fanfic su artisti musicali > Screw
Ricorda la storia  |      
Autore: Ami For a Dream    27/08/2011    5 recensioni
Fanfiction sugli ScreW - pairing: ByoxKazuki.
' Torno nel piccolo bagno ed apro la finestra per fare entrare aria pulita e fresca, ciò che ne ricavo è una ventata gelida che mi fa rabbrividire; ultimamente la temperatura a Tokyo è veramente rigida. '
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Come sempre prima di lasciarvi alla lettura, vi lascio le solite raccomandazioni etc..

Questa storia tratta temi omosessuali anche se appena accennati, se non è di vostro gradimento vi pregherei di non leggere.

I personaggi da me descritti non mi appartengono tranne quelli da me inventati, tutto ciò che scrivo è frutto della mia immaginazione e non è a scopo di lucro.

Il linguaggio usato in questa fan fiction, a volte sarà un po’ colorito ma non eccessivamente, per questo ho scelto un raiting giallo ^_^

 

Ci vediamo in fondo alla pagina, buona lettura.

 

 

 

 

 

Kiss The Rain

 

 

Il vapore che si è formato nel piccolo bagno mi avvolge completamente, sembra come se la nebbia fosse entrata in casa mia nascondendo gli oggetti intorno a me. Non penso che in vita mia, abbia mai fatto una doccia così lunga e calda; il fatto è che ne sentivo realmente bisogno, quella necessità incontrollata che annienta del tutto la razionalità.

Guardo le mie mani che sono ridotte abbastanza male, ho letto da qualche parte che la pelle delle dita aggrinzisce nell’acqua per fare in modo di farci afferrare  gli oggetti anche bagnati altrimenti ci scivolerebbero via, la natura a volte mi sorprende.

Mi biasimo da solo nel pensare a come mi sono ridotto, nel ricordare i bei giorni passati tranquillamente con i miei amici; ero della convinzione che l’amore non mi servisse, che potevo farne davvero a meno. In fondo sono giovane e abbastanza carino, sia ragazzi che ragazze non mi mancano e fanno la fila per avermi; mi chiedo allora come ho potuto lasciare che il mio cuore fosse rapito e proprio da lui.

Credevo che la nostra amicizia fosse qualcosa di più, che i miei sentimenti verso la sua persona fossero ampliamente ricambiati e ciò che me lo faceva pensare era proprio il suo comportamento. Mai una volta si è tirato indietro alle mie attenzioni, anzi tutt’altro; ha fatto sempre in modo e maniera di assecondarle.

Ma a quanto sembra ho sbagliato di grosso, ciò che ci lega è amore solo da parte mia. Fendo l’aria davanti a me per scacciare tutti i pensieri che mi tormentano, ma nel farlo urto le cose poggiate sul ripiano del lavandino facendole rovinare a terra; lo spazzolino, il dentifricio e anche i trucchi ben disposti dentro il porta trucchi, sbuffo puntando lo sguardo al soffitto.

Senza raccogliere nulla sposto il mio corpo stanco dal bagno alla stanza da letto attraversando il piccolo corridoio, dove mi appresto ad indossare gli abiti che avevo preparato in precedenza; anzi dovrei darmi anche una mossa, visto che a quest’ora dovrei essere già a lavoro.

Infilo i miei fedeli jeans strappati sul ginocchio, questi pantaloni li adoro e poi subito dopo indosso anche il maglioncino nero a collo alto; oggi sono all’insegna della comodità. Mi guardo sull’anta dell’armadio che è composto intermante da specchi, gli abiti sono perfetti per il mio corpo e il maglioncino stretto che ho scelto, risalta benissimo il mio busto magro.

A piedi nudi raggiungo la cucina, mentre con l’asciugamano friziono i capelli neri come la notte ancora bagnati. Apro il frigorifero tirandone fuori la bottiglia di latta, la porto alle labbra e ne bevo un grande sorso; amo il sapore del latte freddo.

Sorrido amaro pensando proprio ai miei capelli, li ho tinti di questo colore un mese fa per assomigliargli di più, che stupidaggine mi è venuta in mente ancora non lo so. Potrei dire che nemmeno se ne è accorto, mentre quando ha visto Aoi con i capelli argentati, si è fiondato da lui a scondinzolargli come un cagnolino.

Ripongo il latte nel frigo e con un gesto secco della mano ne richiudo l’anta facendola sbattere, al diavolo tutto.

Torno nel piccolo bagno ed apro la finestra per fare entrare aria pulita e fresca, ciò che ne ricavo è una ventata gelida che mi fa rabbrividire; ultimamente la temperatura a Tokyo  è veramente rigida.

Mi sposto di fronte allo specchio pronto a pettinarmi e ad asciugare i capelli, non devo assolutamente ammalarmi o saranno guai seri. Siamo pieni di impegni e non posso saltarne nemmeno uno, questo lusso non mi appartiene; non ricordo nemmeno l’ultima volta che avendo la febbre me ne sia rimasto al caldo sotto le coperte, mi sono sempre recato a lavoro cercando di nascondere il malanno di turno.

Una volta pronto mi infilo i calzini e vado verso la porta, afferro le chiavi di casa e la borsa, infilo le scarpe e il cappotto, sono pronto per affrontare la giornata.

 

時間

 

Appena metto piede alla PSC mi sento chiamare alle mie spalle, mi volto e vedo Rui correre in mia direzione, per fortuna non sono l’unico ritardatario.

« ciao Byo » ha il fiatone per quanto ha corso questo scemo.

« ciao Rui » dico ridendo sotto i baffi.

« se fossi in te non riderei così tanto » mi avverte, mentre insieme raggiungiamo l’ascensore.

« perché? »

« Kazu ha un diavolo per capello, mancavi solo tu » mi dice con aria sufficiente, se non sapessi che lo fa solo per prendermi in giro lo picchierei.

« che palle » impreco sbuffando e pigio il pulsante che ci permetterà di arrivare al nostro piano.

« ma che fine avevi fatto? » mi chiede.

« non ha suonato la sveglia » mento « ma tu non stai arrivando ora? »

« no, sono sceso a prendere il cellulare che avevo scordato  in macchina »

E ti pareva che me ne andava bene una, quindi sono l’unico che ha fatto ben un’ora e mezza di ritardo, che palle.

Le ante dell’ascensore si aprono rivelando ai nostri occhi il corridoio, in fondo c’è la macchinetta del caffè ed è raro trovarla abbandonata; infatti anche adesso posso vedere le figure di Aoi e Uruha bere tranquillamente la loro meritata bevanda.

Odio ammetterlo ma sono fottutamente geloso di Aoi, vorrei essere proprio come lui, sicuro di se, bellissimo e capace di catturare senza sforzarsi l’attenzione del mio primo chitarrista.

Non so se quei due hanno mai fatto sesso e sinceramente, posso vivere benissimo rimanendo all’oscuro di tale verità; ma se fossi stato in Aoi io lo avrei di sicuro fatto. Tutte quelle sere passate a giocare da qualche parte, o al karaoke e poi a bere, come è possibile non finire la serata in bellezza?

Socchiudo gli occhi preso dai miei pensieri, però mi sento tirare da qualcuno che con la forza mi fa uscire dall’ascensore dove ero rimasto.

« Byo stai dormendo per caso? » Rui mi guarda storto e lascia la presa sul mio braccio « le porte si stavano richiudendo e non accennavi ad uscire » mi fa notare sempre lui.

« già.. » dico solo, per poi allontanarmi da lui che mi segue con lo sguardo.

« buongiorno Byo » mi salutano in coro i miei sempai, tengono in mano i loro bicchieri contenenti il liquido nero fumante.

« buongiorno » saluto in loro direzione sorpassandoli subito dopo, li posso vedere scambiarsi un’occhiata prima di puntare gli occhi di nuovo sulla mia figura; decido di ignorare entrambi.

Apro la porta del nostro studio e ad attendermi trovo Manabu che mi sorride, faccio altrettanto con lui; dietro di me appare Rui che mi sorpassa e si va a sedere sul divanetto di fianco al nostro chitarrista, mentre io mi tolgo il cappotto e lo appendo all’attaccapanni. 

« ore piccole ieri sera? » mi chiede Manabu.

Mi volto verso di lui « diciamo »

« mmhh.. sei di malumore oggi, capito » lo vedo concentrarsi sulla sua chitarra, mentre Rui dopo avermi squadrato per bene, si dedica ad un foglio preso da sopra il tavolino, un pentagramma sembrerebbe da qui. 

Mi volto di nuovo verso la giacca prendendo dalla tasca il pacchetto di sigarette, me ne accendo subito una lasciando defluire fuori il fumo grigio; non posso fare a meno di notare che mancano due persone all’appello.

Non faccio in tempo a decifrare questo messaggio che la porta si apre di nuovo, per poco non mi arriva sulla spalla. Vedo entrare Jin accompagnato da Kazuki e subito dietro di loro, Yuuto; quando si dice che il destino ci è avverso.

« il ritardatario è arrivato! » esclama Kazuki ridendo, ciò non fa altro che irritarmi ancora di più.

Se fosse in condizioni normali mi avrebbe scannato, nel vero senso della parola e non metaforicamente; invece ora, al fianco del suo caro amico Yuuto, è tutto allegro e pimpante.

Sinceramente avrei di gran lunga assistito più volentieri ad un bacio tra Kazuki e Aoi, che con Yuuto, almeno Aoi è meglio di me, ma lui cos’ha che non ho io?

« non avevo voglia di venire » bofonchio in loro direzione, falsamente annoiato.

Jin mi regala un’occhiata che farebbe rabbrividire chiunque ma non me, lo sa ma tanto non gli importa di questo; di tanto in tanto cerca di far prevalere la ragione e non il mio pessimo carattere.

Kazuki si volta verso di me contrariato, se mi regalerà una ramanzina forse e ribadisco forse, potrei anche calmare il mio animo nero e cercare per le prossime dieci ore lavorative di comportarmi bene.

« ringrazia che sono di buon umore » elargisce invece, con quel sorriso ebete che ha stampato in viso.

Sorriso che se non fosse dovuto alla visita improvvisa di Yuuto, sicuramente mi scioglierebbe il cuore, ma ora come ora, vorrei che quel sorriso fossi capace di farlo esplodere solo io.

Mi mordo la lingua per non infierire ulteriormente, per esempio una bella risposta sarebbe stata ‘certo grazie alla scopata durata tutta la notte con Yuuto ’, però mi guardo bene dal pronunciarla; ciò farebbe esplodere la terza guerra mondiale e con il mal di testa, che è improvvisamente comparso, non ne ho proprio voglia.

Kazuki è davvero un ragazzo d’oro, un angelo direi, ma resta comunque un essere umano e come tale ha i suoi limiti di sopportazione, per sua disgrazia so quali tasti toccare per farlo esplodere.

« vado a prendermi un caffè, ci vediamo dopo » mi volto per uscire, senza degnare di uno sguardo nessuno dei presenti.

« che cosa?! » sbraita in fine il mio chitarrista.

Mi fermo sull’uscio della porta e mi volto con estrema lentezza, forse sto esagerando ma sono impossibilitato dallo smettere e appena vedo la figura di Yuuto vicino a lui che sorride in quel modo, ogni dubbio viene cancellato dalla nebbia dell’irrazionalità.

« cos’è che non hai capito Kazuki? »

« sempre il solito.. » sbuffa una risata il nostro ex compagno di band.

Affilo lo sguardo in sua direzione, pronto a prenderlo per il collo e non lasciare la presa fino a che non lo vedrò divenire viola.

« prendo anche io un caffè, così ci svegliamo bene e saremo pronti a lavorare » interviene prontamente Manabu, il quale si porta al mio fianco e prendendomi sotto braccio mi trascina letteralmente via da quella stanza.

« incredibile, arriva tardi e poi si comporta anche in questo modo » le ultime parole di Kazuki che riesco a sentire.

Una volta arrivati di fronte la macchina che distribuisce il caffè Manabu si ferma e mi guarda male, so che ora mi farà il terzo grado quindi preparo il mio cervello a non sentire nemmeno una parola.

« che ti prende Byo? »

Nonostante tutto non riesco ad ignorarlo « ti prego non cominciare » mi massaggio le tempie, il mal di testa sta peggiorando notevolmente.

« non cominciare? In questo periodo non ti si sopporta e dici a me di non cominciare? E quella scenata di poco fa cos’era? »

Perché non capiscono che devono lasciarmi in pace, che quando mi sento in questo stato l’ultima cosa di cui ho bisogno è essere tormentato? 

« Manabu, Kazuki ti cerca » la voce di Aoi proviene dalle nostre spalle, entrambi ci voltiamo verso di lui.

Lo troviamo sorridente e con una sigaretta spenta tra le labbra, lo incita con lo sguardo ad andare e Manabu lo asseconda non prima di avermi ammonito con lo sguardo. 

« giornataccia è? Lo vuoi o no questo caffè? » mi chiede guardandomi con la coda dell’occhio, mentre la macchina eroga il suo caffè.

« ma quanti ne bevi? » gli chiedo guardandolo.

« non è per me, è per te io sono in pausa sigaretta » dice porgendomi il bicchiere colmo.

Lo prendo fra le dita, sento il bicchiere bruciare ma non lascio la presa.

« grazie » sussurro sorpreso, onestamente non ho capito cosa voglia fare.

« mi fai compagnia? » prende la sigaretta tra le dita e me la indica.

Annuisco senza proferire parola, ancora non riesco a comprendere ma se è venuto qui e ora vuole che gli faccia compagnia certamente è per un motivo ben preciso.

Arriviamo all’ultimo piano con l’ascensore ed usciamo sulla grande terrazza che lo occupa, non capisco perché per fumare siamo arrivati sin qua su.

L’aria qui sopra è ancora più gelida se possibile e c’è anche un discreto vento che non aiuta per nulla, lo guardo interrogativo mentre arriviamo alla ringhiera per affacciarci, è così alto che vengo colto da un capogiro e menomale che non soffro di vertigini.

« è alto vero? »

Mi volto verso Aoi ed annuisco « non ero mai salito fino a qui sopra »

« lo so, non ci viene mai nessuno qui » sorride accendendosi la sigaretta.

Posso capire perché Kazuki è così preso da lui, è affascinante, maturo e fin troppo bello a guardarlo bene.

« per questo ci vieni? » gli chiedo.

« solo quando voglio starmene per conto mio » confessa.

« e perché mi hai portato con te allora? »

Si volta verso di me sempre sorridente, in qualche modo riesce a farmi sentire a disagio solo con lo sguardo. « e quando voglio parlare in pace, senza interruzione e senza che qualcuno ascolti per caso »

Sorrido per come sottolinea la parola caso, qui nei corridoi della PSC sono certi impiccioni che mantenere un segreto è pressoché impossibile.

« già, hai ragione! » esclamo scoppiando a ridere.

« guarda un po’ chi si rivede » sposta la testa di lato, sorridendo ancora di più.

Lo guardo interrogativo prima di girarmi a guardare dietro di me, ma non riesco a scorgere nessuno, praticamente siamo soli qui su.

Scuote la testa sorridendo ancora di più « parlo del tuo sorriso, ultimamente è difficile vederlo e credo di sapere il perché.. » smette di parlare, forse per farmi immagazzinare bene le sue parole e magari dargli anche una risposta, cosa che credo non arriverà.

Giuro che se ha capito che sono geloso e innamorato cotto di Kazuki, mi butto da qui su; do un’occhiata alla strada sotto di noi e le macchine sembrano delle piccole formiche in movimento.

« amare non è una vergogna Byo » usa un tono calmo, mi piace la sua voce.

« non è questo il problema Aoi San » soffio senza guardarlo e sorseggiando il caffè bollente.

« e lo sono io? »

Resto senza fiato nell’udire questa domanda, ma dovevo aspettarmelo lui non è un ragazzo stupido; scuoto leggermente la testa sempre fisso sulle piccole formichine sulla strada.

« anche, no.. non proprio » sembro un uomo senza cervello ora.

« tranquillo, non ti mangio mica e tra me e Kazu Chan c’è solo amicizia.. non abbiamo mai »

« aspetta! » lo interrompo prima che finisca la frase, so cosa sta per dirmi e non voglio sentirlo; non da lui almeno.

« sei difficile da comprendere Byo lo sai?  » poggia una mano sulla mia spalla, facendomi voltare verso di lui.

« non è una cosa che deve interessarmi, quello che fa Kazuki nella sua vita privata è affar suo »

« questo è vero, detto razionalmente e da una persona non emotivamente coinvolta.. ma non da un ragazzo innamorato Byo.. »

L’ha capito davvero allora, ha capito cosa provo per Kazuki.

« non è così difficile da capire Byo » deve avermi letto nel pensiero.

« ma tanto lui non mi ricambia, quindi devo smetterla »

Lo vedo scuotere la testa « sei cieco cavolo Byo! »

« perché? » gli chiedo subito.

« non sono io che deve dire una cosa simile, ma l’hai visto quanto ci tiene a te o no? »

Sorrido, è cascato anche lui nella stessa trappola in cui sono sprofondato io.

« oh si che l’ho visto, per esempio ieri sera quando ha baciato Yuuto e se ne sono andati su casa » 

Si blocca sul posto, mi guarda sconcertato come se non volesse credere alle mie parole.

« credi che non pensassi che mi amava? Certo che lo pensavo Aoi san, anche se usciva con te, ho sempre pensato che quel qualcosa che ci legava non fosse amicizia.. ma ieri ho capito come stanno in realtà le cose »

« ma tu gliene hai parlato? » mi chiede.

« no, non ce né bisogno. Grazie del caffè » mi volto e lo lascio lì.

Chiamo l’ascensore e poggio la schiena al muro nell’attesa che arrivi per portarmi di nuovo al mio piano, nel mentre vedo la figura del chitarrista dei GazettE raggiungermi.

« scusa Byo, non volevo essere invasivo » è di una gentilezza infinita.

« non ti preoccupare, volevi aiutarmi e questo l’ho capito, grazie comunque Aoi san » gli sorrido.

« quando la smetterai si usare il suffisso? Mi fai sentire vecchio » sorride.

« quando sarò al tuo livello o ti supererò, quindi mai » deduco ridendo.

Anche lui scoppia in una fragorosa risata e insieme entriamo nell’ascensore che è appena arrivato.

 

時間

Scendo dall’auto con una lentezza disumana, oggi abbiamo lavorato come bufali e appena ho messo piede nello studio Kazuki mi ha preso e non mi ha più lasciato andare; forse aveva paura che fuggissi di nuovo.

Per mia fortuna Yuuto non c’era più, quindi ho potuto evitare una seconda arrabbiatura, però stare così vicino a Kazu non mi ha di certo aiutato, volevo dirgli tutto ma ho resistito.

Ora ciò di cui ho bisogno è una doccia calda e un morbido letto dove far riposare le mie membra, non voglio sentire niente e nessuno fino a domani mattina.

Prendo l’ascensore per salire al secondo piano, dove abito è uno stabile abbastanza piccolo, in genere faccio le scale ma oggi non ci riuscirei proprio.

Quasi non ci resto stecchito quando vedo una figura seduta con le spalle poggiate proprio alla mia porta, non faccio fatica a riconoscere proprio Kazuki. Lui punta il suo sguardo nel mio, sorride e si alza in piedi, dal canto mio resto immobile a guardarlo, anche da stanco riesce a risultare bellissimo.

« ce l’hai fatta a tornare » mi dice con il sorriso sulle labbra.

« mi sono fermato al supermercato » alzo la mano sinistra, facendogli così notare la busta che tengo in essa.

« ah! »

« che ci fai tu qui? Non avevi detto che andavi a casa? » gli chiedo.

Ricordo proprio che quando ci siamo lasciati con gli altri, circa una quarantina di minuti fa, abbia detto che si recava a casa.

« non volevo che gli altri sapessero che venivo qui » ammette abbassando lo sguardo a terra.

Mi avvicino a lui prendendo il mazzo di chiavi dalla borsa, ne infilo una nella toppa e la faccio girare tre volte prima che la serratura scatti. Apro la porta e accendo subito la luce del corridoio, la casa è totalmente immersa nel buio.

« prego, vieni » lo invito, vedendo la sua figura ancora fuori.

« grazie » risponde, inchinando un poco il volto.

« come se fosse la prima volta che vieni qui » gli faccio notare io.

Lui sorride, ma è un sorriso teso lo vedo, non è il suo solito raggio di sole capace di illuminare tutto il mondo; se il sole si spegnesse basterebbe farlo sorridere per avere il calore e la luce di qui il mondo necessita.

Una volta che ci siamo tolti le scarpe e le giacche insieme raggiungiamo la cucina, prendo due birre e le apro, porgendogliene una.

« grazie »

« prego, per fortuna la birra non manca mai qui »

Comincio a sistemare la spesa che ho appena fatto, sentendolo in silenzio mi volto a guardarlo interrogativo.

« non mi vuoi dire perché sei qui? »

Abbassa lo sguardo a terra e poi fissa la bottiglia che tiene in mano, non capisco cosa gli passi per la testa ma spero che non voglia confidarsi con me di Yuuto, altrimenti sarei nei guai.

« so che mi hai visto ieri con Yuuto »

Aoi, quel ficcanaso.

Mi limito ad annuire mettendomi a sedere sulla sedia vicino al tavolino, altrettanto fa lui sedendosi sulla sedia di fronte alla mia.

« ecco.. vedi.. » comincia.

« non devi dirmi nulla Kazu, non è affar mio chi ti porti a letto » lo interrompo.

I suoi occhi si affilano, ma posso leggere dentro di essi che l’ho ferito, mannaggia alla mia linguaccia!

Si alza dalla sedia con uno scatto, ma io lo fermo dal polso prima che possa varcare la soglia.

« scusami, non volevo.. »

Lui si volta verso di me, una risata sarcastica lascia quelle sue fantastiche labbra.

« certo Byo, tu non vuoi mai fare niente giusto? Però lo fai sempre! » da uno strattone con il braccio, liberandosi così della mia presa.

« aspetta Kazu » lo chiamo vedendolo dirigersi verso la porta di uscita.

Lui si ferma e si volta verso di me « visto che dai per scontato che ci sia andato a letto, ti sorprenderò dicendoti che non abbiamo fatto sesso e non per volere di Yuuto! » è alterato e ne ha tutte le ragioni.

Resto imbambolato, davvero non hanno fatto sesso ieri sera? Eppure li ho visti baciarsi sotto casa e poi salire insieme nell’appartamento.

« ti stai chiedendo come mai, vero Byo? Come se non conoscessi i tuoi ragionamenti del cavolo! »

« scusa Kazu, ma come potevo sapere che non.. » non riesco a finire la frase per timore di ferirlo ancora di più.

« abbiamo scopato? Per esempio potevi parlarne con me invece che con Aoi! » mi punta un dito contro, è proprio nero.

« non sono io che ho cercato Aoi, l’ha capito da solo » mi difendo.

« ma ciò non cambia il fatto che non sei venuto a parlare con me! Non capisco perché ogni volta è così con te Byo, mai una volta che parlassi con me.. »

Lo vedo voltarsi verso la porta, afferrare le scarpe e il cappotto ed uscire di casa; in tutto questo lasso di tempo resto fermo senza ne muovermi ne proferire parola.

Sono come in trance e non capisco cosa mi sia preso adesso, forse ho paura di perderlo del tutto o forse, ho il terrore di avere ciò che bramo.

Ma è stupido da parte mia avere paura di dirgli che lo amo, di averlo tutto per me solo per paura di perderlo un giorno, di fare qualcosa di sbagliato che rovini tutto.

Io non posso più vivere senza di lui, senza i suoi sorrisi, senza che lui si preoccupi se ho mangiato o meno, senza che lui posi le sue labbra sulle mie.

Mi riprendo d’improvviso correndo verso la porta, faccio in tempo a prendere solo le chiavi di casa ma non il resto di cui necessito per scendere in strada, non mi importa, voglio solo raggiungerlo prima che vada via e sia troppo tardi per noi.

Appena esco dal portone mi accorgo che sta piovendo, ciò non ferma il mio intento e mi getto sotto la pioggia guardando a destra e poi a sinistra; in fine lo vedo al di la della strada che cammina sul marciapiede, per fortuna non ha ancora raggiunto la macchina.

Lo chiamo a gran voce, ma lui non mi sente per via dello scrosciare della pioggia; è così forte che sembra un uragano.

Corro in sua direzione fino a raggiungerlo e lo prendo per un braccio, lui si volta impaurito poi si accorge che sono io e si rilassa un poco.

« che stai facendo Byo? » urla per sovrastare il rumore della pioggia e dei tuoni.

« non ti lascio andare Kazu, non più » gli dico guardandolo negli occhi.

« smettila Byo! » si volta per andarsene, ma questa volta non mollo la presa.

Lo attiro a me e lo stringo forte tra le braccia, lo sento tremare e credo di farlo anche io.

« non fare nulla di ciò che non sei sicuro.. » mi sussurra nell’orecchio e per fortuna riesco a sentirlo.

« posso avere tanti dubbi, ma non su che ti amo »

Restiamo immobili, ognuno stretto nell’abbraccio dell’altro.

« allora non credi che io sia un poco di buono » mi chiede.

Lo scosto un poco da me per poterlo guardare negli occhi, lo fisso per qualche secondo prima di parlare.

« non premettere mai a nessuno di dire una cosa simile Kazu capito? Nemmeno a me.. e non lo penso, non l’ho mai pensato, è solo la fottuta gelosia che mi acceca »

Sorride un po’ lasciandomi vedere quello sprazzo di paradiso che solo lui riesce a donarmi, so che non potrei vivere senza di lui ed ora so anche che farò del mio meglio per renderlo felice.

Le sue labbra si posano delicate sulle mie, restiamo vicini ad assaporare questo primo nostro contatto intimo; credo che intorno a noi non ci sia più nulla, solo noi due esistenti al mondo.

Quando si stacca lentamente da me sempre sorridendo, riesco a percepire di nuovo il mondo intorno a noi; la pioggia che cade violenta sui nostri corpi e l’intera città, i fulmini che squarciano il cielo nero e i tuoni che rimbombano.

« sei scalzo » mi fa notare lui.

« si »

« e siamo fradici »

« si »

Sorride mordendosi il labbro inferiore, io non smetto di guardarlo negli occhi.

« vogliamo andare a casa Byo o no? »

« solo se vieni con me »

Sorride ancora di più afferrando la mia mano, io la stringo forte mentre ci avviamo verso il mio appartamento.

« spero che hai preso le chiavi almeno »

Le estraggo dalla tasca e le faccio tintinnare davanti ai suoi occhi « non sono del tutto andato sai? »

Lui mi guarda, poi guarda le chiavi e torna  a me « strano » dice scoppiando a ridere, quella risata che sovrasta anche il brutto tempo.

‘ Bacia la pioggia,
ogni volta che hai bisogno di me.
Bacia la pioggia,
ogni volta che vado troppo lontano.
Se le tue labbra si sentono sole e assetate,
bacia la pioggia e aspetta l'alba

 

The End

 

 

Pensavo di non riuscire più a scrivere, questo perché ho iniziato due creature ma sono entrambe ferme, nessuna idea di come svilupparle. >__>

Invece l’altro giorno in spiaggia mi viene un’idea, poi a casa con gli ScreW di sottofondo a farmi compagnia ho iniziato questa, mi sono meravigliata da sola di averla portata a termine.

Mi piace, forse è la novità del pairing, ma devo ammettere che mi è piaciuta scriverla e anche rileggerla >_<
Spero che sia altrettanto per voi <3

Detto questo ho alcune note da fare su questa shot:

il Kanji  che ho usato per dividere le  parti (時間) significa ‘tempo’ nel senso di intervallo; almeno così ho trovato su internet e spero di non aver sbagliato.

Se vi va, leggete mentre ascoltate Kiss the Rain di Yiruma, questo pianista è un mostro, troppo bravo <3 Anche se, credo che chiunque abbia vista Twilight lo conosca >_<

Mentre la canzone che ho usato alla fine è Kiss the Rain (LOL) di Billie Myers, quella donna ha una voce stupenda! <3

Per via di queste due canzoni che hanno lo stesso titolo, ho intitolato anche la shot XD

 

Bene credo di aver detto tutto!

Ja ne! <3

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Screw / Vai alla pagina dell'autore: Ami For a Dream