Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Carlos Ray    27/08/2011    0 recensioni
Un altra delle FF scritte quattro annni fa:
"Se fossi stata viva, avrei potuto io stessa placare l'animo inquieto di Inuyasha"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 1: Voglio la Sfera!

Come avevano detto quei dannati demoni? Ah, si, ora ricordo.
“Il villaggio dove è custodita la Sfera si chiama Musashi. A sua protezione è posta una sacerdotessa che ha un grande potere spirituale. È stata in grado di uccidere molti nostri fratelli. Figurati se un'infimo mezzodemone come te riuscirà a prendere quella Sfera.”
Quei bastardi mi risero in faccia. Ma poi hanno capito che anche i mezzodemoni possiedono una grande forza. Li ho fatti fuori in un baleno.
Esatto: sono un mezzodemone. Solo un'infimo mezzodemone, per quanto possa essere forte. Sono duecento anni che devo sopportare questi insulti. All'inizio ero orgoglioso di essere un mezzodemone, ma poi non ho più retto, dopo la morte di mia madre. Stavo per compiere 10 anni.
Voglio la Sfera. Per diventare finalmente un demone completo. Per liberarmi di tante seccature: il rimorso, il pensare troppo. Non avrei più il problema della luna nuova. Nessuno mi odierebbe più, almeno tra i demoni.
E pensare che credevo di trovare conforto nella mia famiglia. Ma mio padre, l'unico che avrebbe potuto capirmi, proteggermi e aiutarmi, è morto. Per salvare me e lei, mi disse mia madre. Di lui non so altro. Ora sarà con mia madre, in un'altro posto a me sconosciuto. E così fui cacciato dal villaggio dove vivevo con Izayoi. Fui cacciato da ogni posto in cui andai. Ero solo un bambino, eppure nessuno sembrava rendersene conto. Per chiunque, umano o demone, ero solo un misto, un essere indegno, sporco, un'errore della natura. Un mezzodemone. Quello fu il frutto della mia forza, ma anche della mia sofferenza. Duecento anni. Maledetti anni. Ho sempre fatto tutto per conto mio. Ho vissuto la mia vita in solitudine, eterno vagabondaggio tra boschi e foreste. Ho ucciso. Ho ucciso e parecchio. Le mie mani si sono bagnate del sangue di migliaia di esseri. Solo per difendermi. Ma uccidere è nella natura demoniaca, no?
Trovare conforto nella mia famigla, quella di mio padre. Un'idea stupida e irrealizzabile. L'ho capito quando ho incontrato mio fratello, Sesshomaru. Ci siamo trovati seguendo i nostri odori. Ero stupito perchè era un'odore molto simile al mio. Così ci trovammo l'uno di fronte all'altro. 
“E così tu saresti il mio indegno fratello.”
“Che intendi dire? Chi diavolo sei tu.”
“Non sai nulla, vedo. Non mi stupisce.”
“Vuoi rispondermi.”
“Il mio nome è Sesshomaru, Signore delle terre dell'Ovest, figlio del grande guerriero Inu-no-Tashio, colui che ha legato me e te di un vincolo di sangue che io non desidero.”
“Io e te saremmo fratelli?”
“Fratellastri. Ma non ti aspettare nulla da me, sporco mezzodemone. Quelli come te non meritano di vivere.”
Mi attaccò. Inutile dire che mi batté. Ero ancora inesperto per il suo livello. Ma riuscii a sopravvivere.
Mi sono rotto di vivere così. Duecento anni. Ho sopportato di tutto. Diventerò un demone completo, un demone maggiore. E così avrò il rispetto che mi meriterei per le mie capacità combattive. Sarà molto meglio. Anche se un po' mi dispiace. In fondo, un mezzodemone è quello che sono. Ma cosa vado a pensare? Io non sono niente. Sono un'essere a metà. Né l'uno, né l'altro. Quella Sfera mi serve per potermi schierare da una delle parti. E io, la mia parte l'ho già scelta.
  
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