Would you do me
a favour?
Castle stava aspettando
sul marciapiede che il traffico newyorkese gli permettesse di
attraversare la
strada per entrare nel coffee shop di fronte a lui.
Il suono del suo
cellulare però gli impedì di approfittare di un
momentaneo rallentamento delle
automobili. Decise di rispondere al telefono e di attraversare poi,
traffico
permettendo.
Il volto di Alexis
sorrideva sul display.
“Figlia, non dovresti
essere a scuola?” rispose allegro.
“Infatti io ci sono!
Perche tu invece non ci sei?” il tono della ragazzina lo
allarmò.
“Alla tua
scuola?” e nel
dirlo ad alta voce si ricordò tutto “il colloquio
con la consulente per il
college!” urlò mordendosi il pugno e maledicendosi.
“Esatto, hai quindici
minuti per volare qui, papà!!” lo
minacciò prima di riagganciare.
Castle si guardò attorno
preoccupato.
Ma
perché gli appuntamenti importanti vengono fissati
sempre di prima mattina quando la gente è ancora mezza
addormentata??!! Pensò, cercando di
attirare l’attenzione di un taxi.
Guardò
l’orologio,
segnava le 9:45.
Decisamente troppo
presto!
Quando aprì la portiera
del taxi che si accostò a lui, vide nuovamente il coffee
shop e si ricordò
perché fosse lì e cosa stava facendo prima della
telefonata di sua figlia.
Maledizione!
Beckett mi ucciderà!
Salì sul veicolo e diede
l’indirizzo della scuola al taxista poi prese il telefono e
chiamò Ryan,
sperando nella sua buona stella.
“Ryan, mi devi fare un
favore immenso! Sei al distretto?” domandò Castle
tutto trafelato.
“No, sono per strada, ho
appena finito di prendere una testimonianza e sto per rientrare,
perché?”
“Oh, bene, mi devi fare
un favore enorme!” piagnucolò al telefono.
“Che hai combinato,
Castle?” chiese il detective, sghignazzando
“Devo correre alla
scuola di Alexis per un colloquio perciò non posso venire
subito al distretto,
credo che mi libererò per pranzo..”
cominciò a spiegare lo scrittore.
“Vorrà dire
che faremo a
meno di te per una mattina..” rispose con finto tono
dispiaciuto.
“Ah, ah, il punto
è che
ogni mattina Beckett deve avere il suo
caffè, lo sai! Altrimenti sono guai
per me! Ti prego puoi portarglielo tu?”
“Io? Castle, ci hai
regalato una super macchina per il caffè che al distretto
adoriamo tutti, per
una mattina se lo può fare da sola il caffè,
no?” replicò un po’ stizzito.
“Kevin Ryan, mi vuoi
forse morto? Perché io vorrei vivere ancora per qualche
decennio!”
“Castle, non
drammatizzare!” rispose sbuffando
“Lo sai come mi tratta
se non le porto il suo caffè mattutino! È una
specie di nostro tacito accordo:
io le porto il caffè tutte le mattine, lei non mi spara per
esserle sempre tra
i piedi! Funziona così e mi sta benissimo!”
spiegò Castle, guardando l’autista
fare strane facce.
“E va bene Castle, sto
giusto passando davanti ad un coffee shop, ma mi devi un favore,
ricordatelo!”
disse cominciando a rallentare per accostare.
“Caffè
macchiato freddo
con due bustine di zucchero di canna, non ti sbagliare!” lo
ammonì Castle.
“Si, ho capito, stai
tranquillo” disse Ryan mentre scendeva dall’auto
pronto a riagganciare.
“Aspetta, aspetta, non
dire a Beckett della telefonata ok? Se sa che ti ho chiesto di
prenderle il
caffè al mio posto, sprecando in questo modo le risorse del
dipartimento, mi
uccide sul serio..” Ryan ridacchiò per
l’ennesima volta “...dille che mi hai
trovato fuori dal distretto e che te l’ho lasciato
perché avevo fretta di
raggiungere mia figlia ok? Hai capito bene?”
“Si Castle, basta che mi
lasci entrare altrimenti ci metto una vita per prendere uno stupido
caffè!”
rispose esasperato, il povero detective.
“Grazie, conto su di
te!” e finalmente riagganciò.
***
Entrò nel coffee shop e
si diresse veloce al bancone. Non aveva
tempo da perdere e Beckett gli aveva dato un bel po’ di
verbali da compilare al
suo rientro.
Si mise dietro ad alcune persone
che attendevano di essere servite.
Mentre aspettava, le parole di
Castle gli transitarono in testa.
Detective
Kevin Ryan,
risorsa del dipartimento di polizia!
E sorrise inconsciamente,
perdendosi in qualche sua fantasia da
super poliziotto, eroe di New York.
“Ehm, mi scusi,
è il suo turno” disse una voce alle sue spalle.
Ryan si riscosse immediatamente e
si voltò.
“Eh?” rispose
automaticamente. Ma quanto incontrò gli occhi azzurri
di quella ragazza restò senza parole “M-mi
scusi...io..ehm, sì..ordino
subito..” ma invece di voltarsi e fare la sua ordinazione
restò immobile e
imbambolato a fissarla. Capelli biondo grano e occhi azzurro cielo.
Sembrava un
angelo.
La donna tossì
imbarazzata, e arrossì.
Ryan si maledì. Ogni
volta che una bella ragazza lo colpiva reagiva
come un quindicenne!
“Oddio, mi scusi, me ne
vado immediatamente” rispose volendo
sprofondare dall’imbarazzo.
Si voltò e
ordinò il
caffè per Beckett. Come aveva detto Castle?
“Ehm..ah sì, caffè macchiato freddo
con due bustine di zucchero di canna” ed attese di essere
servito.
Sentì una risata leggera
e si voltò nuovamente.
La ragazza si coprì
subito la bocca, colta in flagrante.
“Mi perdoni, non volevo
prenderla in giro è solo che non mi aspettavo che avesse
gusti così..” cercò
una parola ma non le venne in mente nulla di appropriato. La parola che
più si
avvicinava a quello che intendeva dire era “...femminili
ecco...”
Ryan spalancò gli occhi.
Femminili???
“No, no, non è
per me il
caffè!” si affrettò a spiegare
“Oh, è per la
sua
ragazza allora” concluse la donna con un velo di dispiacere
negli occhi.
“NO! No, non è
nemmeno per
la mia ragazza, è per una collega..”
cominciò ad arrampicarsi sugli specchi.
Spiegare il nesso tra Castle, Beckett e il caffè ad una
persona che non li
vedeva tutti i giorni era parecchio complicato.
“E tu porti il
caffè a
tutte le tue colleghe?” domandò scettica ma
incuriosita.
Ryan era
imbarazzatissimo e si vide scivolare da quegli specchi e cadere
rovinosamente
verso terra “No, vedi.. è una storia lunga..e
folle a pensarci bene..” la
ragazza lo guardò attenta, aspettando che proseguisse ma
Ryan diede un occhio
all’orologio e capì che si stava facendo
tardissimo “...ma non ho tempo di
raccontarla come si deve ora..” prese il cartone del
caffè dal bancone e pagò
la cameriera.
Poi si spostò in modo da
far spazio agli altri.
La donna ignorò il suo
turno e seguì Ryan fuori dalla fila.
“Possiamo sempre fare in
modo di trovarlo il tempo, non credi?” suggerì la
donna, molto dolcemente,
senza risultare sfacciata.
A Ryan non sembrò vero.
Davvero quest’angelo voleva uscire con lui?
Decise di non farsi
troppe domande e di cogliere l’occasione al volo.
“Questa sera, magari? Un
aperitivo?” propose timidamente. Se si fossero piaciuti
avrebbero potuto anche
andare a cena insieme. Oppure, al contrario, chiudere lì
l’appuntamento.
La donna sorrise radiosa
“Mi sembra perfetto!” poi si appoggiò ad
un tavolino e scrisse nome e numero su
di un tovagliolino di carta.
“Chiamami” gli
disse
porgendoglielo, poi si riavvicinò al bancone.
Ryan uscì dal coffee
shop ancora incredulo e sinceramente sorpreso da come un favore ad un
amico
avesse potuto procurargli un appuntamento con una donna da sogno!
Salì in macchina e prima
di avviare il motore scrisse un messaggio “Non mi devi nessun
favore Castle, lo
devo io a te!!” inviò e partì in
direzione del 12° distretto.
***
L’intero salone
ristorante in cui si stava svolgendo il ricevimento applaudì
divertito per il
racconto appena sentito.
I tre diretti
interessati erano in piedi al centro della sala.
Ryan e Castle erano
perfetti ed elegantissimi nei loro smoking e Jenny sembrava eterea
avvolta in
un meraviglioso abito bianco.
Dopo un anno e mezzo, il
primo incontro tra Ryan e Jenny viene narrato direttamente dalla voce
del
famoso romanziere Richard Castle, nonché cupido della
situazione.
Gli invitati ridevano
battendo le mani.
“La prossima volta che
un amico vi chiede un favore?...” Ryan lasciò
qualche secondo la frase in
sospeso, per attirare Jenny a sé, cingendole la vita con il
braccio “..Fatelo!
Non ve ne pentirete!” e poi le diede un dolce bacio,
scatenando altri applausi.
Rick li guardò
intenerito
ma poi esclamò “E ricordate che se oggi siete
tutti qui, è solo ed
esclusivamente per merito mio!” suscitando una risata
generale.
Kate e Alexis sedute ad
un tavolo poco distante si scambiarono uno sguardo d’intesa
ed un sorrisetto
malefico.
Si alzarono e
raggiunsero Rick.
Alexis attirò
l’attenzione del padre, abbracciandolo “Veramente,
se non ti avessi ricordato
che dovevi venire a scuola per il mio colloquio, non sarebbe cambiato
nulla e
saresti andato al distretto con i due caffè come ogni
mattina.. quindi non è
merito tuo, ma mio..”
Rick si blocco pensieroso,
ma decise che nessuno lo avrebbe spodestato dal ruolo di cupido!
“Dettagli,
figlia!”
rispose divertito.
“E se non fosse per il
caffè che mi DEVI portare ogni mattina, Ryan non sarebbe mai
entrato in quel
coffee shop, perciò è anche merito
mio!” aggiunse Beckett.
Rick si voltò seccato
anche verso di lei! Cos’era una congiura?
“Irrilevante!”
le
rispose piccato, con il risultato che tutta la sala scoppiò
a ridere
nuovamente.
Jenny prese la parola
“Tranquillo Rick, sei ufficialmente il nostro cupido anche se
sono sicura che
in un modo o nell’altro io e Kevin ci saremmo incontrati
comunque”
Tutti applaudirono a
quelle parole e lo sposo e la sposa si avviarono alla pista da ballo
per dare
inizio alle danze.
Alexis li seguì con
nonchalance, il dj non era niente male!
Rick porse il braccio a
Kate ed insieme si incamminarono verso i loro posti.
“Allora Castle, visto
che sei il cupido della situazione, potresti dare una mano anche a
me” sussurrò
lei provocandolo.
“Ma tu non hai bisogno
dei miei servizi, hai Josh, no?” rispose senza dar troppo
peso a quelle parole.
Ma Kate non rispose nulla.
“No???”
ripeté Rick, con
più interesse questa volta.
Kate si staccò dal suo
braccio e invece di sedersi al tavolo, si avviò verso il
giardino del
ristorante lanciando uno sguardo malizioso allo scrittore e mordendosi
il
labbro.
Rick respirò
profondamente qualche secondo prima di seguire i suoi passi
“Kate? C’è qualcosa
che vorresti dirmi???!!!!” urlò uscendo in
giardino, cercandola “Kaaaate????”
FINE
Angolo
dell’autrice:
se state pensando: ma
cos’è sta cavolata?.. fate bene, perché
l’ho pensato pure io..
ahahahah boh, settimana
scorsa mi sono messa al pc ed è uscita questa cosa strana..
che ci volete fare... :D
buona lettura,
baci baci
Ivi87
Ps. Ennesimo finale
aperto, sì e stavolta non mi fate i ricatti emotivi
perché il seguito non ho
tempo di scriverlo!! Ahahah... ho una ff a capitoli su cui
concentrarmi! ;D
baciiiii ;-*