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Autore: ivi87    28/08/2011    13 recensioni
Piccola pazza oneshot divisa in tre particine.
Avete mai pensato a Rick Castle nelle vesti di cupido? Io si.
Non sto tanto bene? Probabilmente si.. ;D
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jenny Duffy-O'Malley, Kevin Ryan, Rick Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Would you do me a favour?

 

 

Castle stava aspettando sul marciapiede che il traffico newyorkese gli permettesse di attraversare la strada per entrare nel coffee shop di fronte a lui.

Il suono del suo cellulare però gli impedì di approfittare di un momentaneo rallentamento delle automobili. Decise di rispondere al telefono e di attraversare poi, traffico permettendo.

Il volto di Alexis sorrideva sul display.

“Figlia, non dovresti essere a scuola?” rispose allegro.

“Infatti io ci sono! Perche tu invece non ci sei?” il tono della ragazzina lo allarmò.

“Alla tua scuola?” e nel dirlo ad alta voce si ricordò tutto “il colloquio con la consulente per il college!” urlò mordendosi il pugno e maledicendosi.

“Esatto, hai quindici minuti per volare qui, papà!!” lo minacciò prima di riagganciare.

Castle si guardò attorno preoccupato.

Ma perché gli appuntamenti importanti vengono fissati sempre di prima mattina quando la gente è ancora mezza addormentata??!! Pensò, cercando di attirare l’attenzione di un taxi.

Guardò l’orologio, segnava le 9:45.

Decisamente troppo presto!

Quando aprì la portiera del taxi che si accostò a lui, vide nuovamente il coffee shop e si ricordò perché fosse lì e cosa stava facendo prima della telefonata di sua figlia.

Maledizione! Beckett mi ucciderà!

Salì sul veicolo e diede l’indirizzo della scuola al taxista poi prese il telefono e chiamò Ryan, sperando nella sua buona stella.

“Ryan, mi devi fare un favore immenso! Sei al distretto?” domandò Castle tutto trafelato.

“No, sono per strada, ho appena finito di prendere una testimonianza e sto per rientrare, perché?”

“Oh, bene, mi devi fare un favore enorme!” piagnucolò al telefono.

“Che hai combinato, Castle?” chiese il detective, sghignazzando

“Devo correre alla scuola di Alexis per un colloquio perciò non posso venire subito al distretto, credo che mi libererò per pranzo..” cominciò a spiegare lo scrittore.

“Vorrà dire che faremo a meno di te per una mattina..” rispose con finto tono dispiaciuto.

“Ah, ah, il punto è che ogni mattina Beckett deve avere il suo caffè, lo sai! Altrimenti sono guai per me! Ti prego puoi portarglielo tu?”

“Io? Castle, ci hai regalato una super macchina per il caffè che al distretto adoriamo tutti, per una mattina se lo può fare da sola il caffè, no?” replicò un po’ stizzito.

“Kevin Ryan, mi vuoi forse morto? Perché io vorrei vivere ancora per qualche decennio!”

“Castle, non drammatizzare!” rispose sbuffando

“Lo sai come mi tratta se non le porto il suo caffè mattutino! È una specie di nostro tacito accordo: io le porto il caffè tutte le mattine, lei non mi spara per esserle sempre tra i piedi! Funziona così e mi sta benissimo!” spiegò Castle, guardando l’autista fare strane facce.

“E va bene Castle, sto giusto passando davanti ad un coffee shop, ma mi devi un favore, ricordatelo!” disse cominciando a rallentare per accostare.

“Caffè macchiato freddo con due bustine di zucchero di canna, non ti sbagliare!” lo ammonì Castle.

“Si, ho capito, stai tranquillo” disse Ryan mentre scendeva dall’auto pronto a riagganciare.

“Aspetta, aspetta, non dire a Beckett della telefonata ok? Se sa che ti ho chiesto di prenderle il caffè al mio posto, sprecando in questo modo le risorse del dipartimento, mi uccide sul serio..” Ryan ridacchiò per l’ennesima volta “...dille che mi hai trovato fuori dal distretto e che te l’ho lasciato perché avevo fretta di raggiungere mia figlia ok? Hai capito bene?”

“Si Castle, basta che mi lasci entrare altrimenti ci metto una vita per prendere uno stupido caffè!” rispose esasperato, il povero detective.

“Grazie, conto su di te!” e finalmente riagganciò.

 

 

***

 

Entrò nel coffee shop e si diresse veloce al bancone. Non aveva tempo da perdere e Beckett gli aveva dato un bel po’ di verbali da compilare al suo rientro.

Si mise dietro ad alcune persone che attendevano di essere servite.

Mentre aspettava, le parole di Castle gli transitarono in testa.

Detective Kevin Ryan, risorsa del dipartimento di polizia!

E sorrise inconsciamente, perdendosi in qualche sua fantasia da super poliziotto, eroe di New York.

“Ehm, mi scusi, è il suo turno” disse una voce alle sue spalle.

Ryan si riscosse immediatamente e si voltò.

“Eh?” rispose automaticamente. Ma quanto incontrò gli occhi azzurri di quella ragazza restò senza parole “M-mi scusi...io..ehm, sì..ordino subito..” ma invece di voltarsi e fare la sua ordinazione restò immobile e imbambolato a fissarla. Capelli biondo grano e occhi azzurro cielo. Sembrava un angelo.

La donna tossì imbarazzata, e arrossì.

Ryan si maledì. Ogni volta che una bella ragazza lo colpiva reagiva come un quindicenne!

“Oddio, mi scusi, me ne vado immediatamente” rispose volendo sprofondare dall’imbarazzo.

Si voltò e ordinò il caffè per Beckett. Come aveva detto Castle? “Ehm..ah sì, caffè macchiato freddo con due bustine di zucchero di canna” ed attese di essere servito.

Sentì una risata leggera e si voltò nuovamente.

La ragazza si coprì subito la bocca, colta in flagrante.

“Mi perdoni, non volevo prenderla in giro è solo che non mi aspettavo che avesse gusti così..” cercò una parola ma non le venne in mente nulla di appropriato. La parola che più si avvicinava a quello che intendeva dire era “...femminili ecco...”

Ryan spalancò gli occhi. Femminili???

“No, no, non è per me il caffè!” si affrettò a spiegare

“Oh, è per la sua ragazza allora” concluse la donna con un velo di dispiacere negli occhi.

“NO! No, non è nemmeno per la mia ragazza, è per una collega..” cominciò ad arrampicarsi sugli specchi. Spiegare il nesso tra Castle, Beckett e il caffè ad una persona che non li vedeva tutti i giorni era parecchio complicato.

“E tu porti il caffè a tutte le tue colleghe?” domandò scettica ma incuriosita.

Ryan era imbarazzatissimo e si vide scivolare da quegli specchi e cadere rovinosamente verso terra “No, vedi.. è una storia lunga..e folle a pensarci bene..” la ragazza lo guardò attenta, aspettando che proseguisse ma Ryan diede un occhio all’orologio e capì che si stava facendo tardissimo “...ma non ho tempo di raccontarla come si deve ora..” prese il cartone del caffè dal bancone e pagò la cameriera.

Poi si spostò in modo da far spazio agli altri.

La donna ignorò il suo turno e seguì Ryan fuori dalla fila.

“Possiamo sempre fare in modo di trovarlo il tempo, non credi?” suggerì la donna, molto dolcemente, senza risultare sfacciata.

A Ryan non sembrò vero. Davvero quest’angelo voleva uscire con lui?

Decise di non farsi troppe domande e di cogliere l’occasione al volo.

“Questa sera, magari? Un aperitivo?” propose timidamente. Se si fossero piaciuti avrebbero potuto anche andare a cena insieme. Oppure, al contrario, chiudere lì l’appuntamento.

La donna sorrise radiosa “Mi sembra perfetto!” poi si appoggiò ad un tavolino e scrisse nome e numero su di un tovagliolino di carta.

“Chiamami” gli disse porgendoglielo, poi si riavvicinò al bancone.

Ryan uscì dal coffee shop ancora incredulo e sinceramente sorpreso da come un favore ad un amico avesse potuto procurargli un appuntamento con una donna da sogno!

Salì in macchina e prima di avviare il motore scrisse un messaggio “Non mi devi nessun favore Castle, lo devo io a te!!” inviò e partì in direzione del 12° distretto.

 

 

***

 

L’intero salone ristorante in cui si stava svolgendo il ricevimento applaudì divertito per il racconto appena sentito.

I tre diretti interessati erano in piedi al centro della sala.

Ryan e Castle erano perfetti ed elegantissimi nei loro smoking e Jenny sembrava eterea avvolta in un meraviglioso abito bianco.

Dopo un anno e mezzo, il primo incontro tra Ryan e Jenny viene narrato direttamente dalla voce del famoso romanziere Richard Castle, nonché cupido della situazione.

Gli invitati ridevano battendo le mani.

“La prossima volta che un amico vi chiede un favore?...” Ryan lasciò qualche secondo la frase in sospeso, per attirare Jenny a sé, cingendole la vita con il braccio “..Fatelo! Non ve ne pentirete!” e poi le diede un dolce bacio, scatenando altri applausi.

Rick li guardò intenerito ma poi esclamò “E ricordate che se oggi siete tutti qui, è solo ed esclusivamente per merito mio!” suscitando una risata generale.

Kate e Alexis sedute ad un tavolo poco distante si scambiarono uno sguardo d’intesa ed un sorrisetto malefico.

Si alzarono e raggiunsero Rick.

Alexis attirò l’attenzione del padre, abbracciandolo “Veramente, se non ti avessi ricordato che dovevi venire a scuola per il mio colloquio, non sarebbe cambiato nulla e saresti andato al distretto con i due caffè come ogni mattina.. quindi non è merito tuo, ma mio..”

Rick si blocco pensieroso, ma decise che nessuno lo avrebbe spodestato dal ruolo di cupido!

“Dettagli, figlia!” rispose divertito.

“E se non fosse per il caffè che mi DEVI portare ogni mattina, Ryan non sarebbe mai entrato in quel coffee shop, perciò è anche merito mio!” aggiunse Beckett.

Rick si voltò seccato anche verso di lei! Cos’era una congiura?

“Irrilevante!” le rispose piccato, con il risultato che tutta la sala scoppiò a ridere nuovamente.

Jenny prese la parola “Tranquillo Rick, sei ufficialmente il nostro cupido anche se sono sicura che in un modo o nell’altro io e Kevin ci saremmo incontrati comunque”

Tutti applaudirono a quelle parole e lo sposo e la sposa si avviarono alla pista da ballo per dare inizio alle danze.

Alexis li seguì con nonchalance, il dj non era niente male!

Rick porse il braccio a Kate ed insieme si incamminarono verso i loro posti.

“Allora Castle, visto che sei il cupido della situazione, potresti dare una mano anche a me” sussurrò lei provocandolo.

“Ma tu non hai bisogno dei miei servizi, hai Josh, no?” rispose senza dar troppo peso a quelle parole. Ma Kate non rispose nulla.

“No???” ripeté Rick, con più interesse questa volta.

Kate si staccò dal suo braccio e invece di sedersi al tavolo, si avviò verso il giardino del ristorante lanciando uno sguardo malizioso allo scrittore e mordendosi il labbro.

Rick respirò profondamente qualche secondo prima di seguire i suoi passi “Kate? C’è qualcosa che vorresti dirmi???!!!!” urlò uscendo in giardino, cercandola “Kaaaate????”

 

 

FINE

 

Angolo dell’autrice:

se state pensando: ma cos’è sta cavolata?.. fate bene, perché l’ho pensato pure io..

ahahahah boh, settimana scorsa mi sono messa al pc ed è uscita questa cosa strana..

che ci volete fare... :D

 

buona lettura,

baci baci

 

Ivi87

 

Ps. Ennesimo finale aperto, sì e stavolta non mi fate i ricatti emotivi perché il seguito non ho tempo di scriverlo!! Ahahah... ho una ff a capitoli su cui concentrarmi! ;D baciiiii ;-*




   
 
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