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Autore: Akemi_Kaires    28/08/2011    10 recensioni
Amina è tutto, fuorché un'Allenatrice di Pokèmon. In realtà, mai ha desiderato di averne uno.
Anzi, ha una vita molto banale e monotona. Ed è fiera di essere così.
Ma, durante una normale serata, una decisione sconvolgerà totalmente la sua vita.
Come reagirà?
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Dal Capitolo 7:
- Voglio diventare come lui – annunciò infatti, alzandosi in piedi, determinata come non mai. Sotto un certo aspetto, invidiavo il suo entusiasmo. – Un giorno diventerò l’eroina di Johto!
- Allora saremo messi bene… - la schernii, sbuffando, smorzando brutalmente il suo entusiasmo. Per tutta risposta, ricevetti un’occhiataccia e uno spintone.
Inarcai un sopracciglio, scrollando le spalle, cominciando a pensare seriamente ad un suo possibile ritardo mentale. Dopotutto, non era lei dalla parte del torto? Non poteva essere così stupida da credere in quel genere di idiozie.
Forse non si rendeva conto di quanto fosse pericolosa un’impresa simile.
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Prefazione:

Prefazione:

Semplicemente Amina

 

Avevo da sempre sentito parlare dei Pokèmon come esseri gioviali, amichevoli e disponibili nei confronti dei propri amici umani. Venivano ricordati per la loro leale compagnia e per la loro fedeltà, nonché per il loro prezioso contributo nella vita quotidiana.

O almeno, era ciò che udivo ogni mattina per le strade della mia Città Natale, Olivinopoli, quando mi prestato ad avviarmi in bicicletta alla volta della Fattoria Mu-Mu, ove lavoravo.

Il continuo vociare dei miei compaesani non riguardava altro che logi e sproloqui riguardo quei buffi animaletti che si trascinavano appresso ovunque andassero. Raccontavano di quanto fosse più bella e vivace, perfin più semplice, la loro vita dopo essere divenuti Allenatori e aver conosciuto il loro compagno di viaggio. Inoltre, narravano di come si sentivano appagati per le loro fatiche di giornata ogni qualvolta che ripensavano all’amicizia che li legava profondamente.

Ogni volta ignoravo tali voci insistenti e fastidiose, alzando gli occhi al cielo. La mia esistenza era pacifica, costantemente allegra e soddisfacente anche senza la presenza di quelle strane creature.

Ebbene sì, io non sono altro che una semplice ragazza, un’adolescente di ormai diciassette anni, con normalissime giornate e un’adolescenza fin troppo banale, in confronto alle altre: lavoro part time di media rendita come fattorina e allevatrice, famiglia piuttosto agiata senza problemi economici vari, una sorella minore piuttosto invadente e, ovviamente, zero Pokèmon per la circolazione.

Il mio nome è Amina, e sono orgogliosa di essere una comunissima giovane dalla noiosa esistenza che non ha nulla di interessante e avvincente. Sono fiera di non aver mai lasciato casa mia quando avevo dieci anni solamente per esplorare il continente, e di non aver mai ceduto alla tentazione di intraprendere un’avventura del genere.

Le esperienze spericolate non rientrano nei miei interessi, né provo invidia nei confronti di coloro che viaggiano in lungo e in largo combattendo contro i “cattivi” per immedesimarsi in eroi pur avendo fattezze di bambini.

La massima impresa della quale potevo vantarmi è quella di dover affrontare ogni mattina i dossi dei Percorsi 38 e 39 per poter consegnare le bottiglie di latte  ai clienti, mentre nei pomeriggi controllo e tengo a bada i Miltank per far sì che non scappino durante il pascolo.

Credetemi, se state pensando che la mia professione è tutto fuorché faticosa vi converrà rimangiarvi la parola. E’ letteralmente spossante e per nulla appagante. Anzi, a volte risulta una perdita di soldi, specie quando mi tocca ripagare le bottiglie rotte durante il tragitto con i MIEI soldi.

Dovrei cambiare lavoro - su questo vi do perfettamente ragione - ma, fidatevi, non esiste alcun impiego che mi appaghi. Almeno, non nell’arco della zona ove risiedo.

Forse potrei iniziare una carriera come addetta alla manuntenzione del Faro, se solo non avessi la dannata fobia dell’elettricità (sì, lo ammetto: non è stata un’idea da furbi quella che ho avuto da piccola, ossia abbracciare un Mareep e restare fulminata… però dai, avevo solamente quattro anni e possedevo una buona dose di beata ingenuità); oppure potrei cominciare a lavorare nel ristorante gestito dai miei genitori, se solo non fossi così imbranata ai fornelli.

Che posso fare, io, se sono un caso disperato?

Una volta, in preda ad una profonda crisi lavorativa, mi era venuta la tentazione di diventare una Kimono Girl di Amarantopoli, anche a costo di ballare senza fermarmi una giornata intera; scelta che ho rimosso mentalmente non appena ho riflettuto con dovuta attenzione su molti aspetti negativi: il peso di quei vestiti, il poco guadagno e, ultimo ma non per importanza, il pubblico costituito da fantasiosi maniaci che avrebbero sprecato il loro tempo a provarci con me.

E poi, chi avrebbe più sopportato le continue prese in giro di mia sorella, la quale unica ragione di vita è schernirmi costantemente fino a portarmi alla pazzia perenne?

Forse vi sarete stufati di ascoltare una storia altamente noiosa come la mia.

Eppure, nonostante le apparenze, non mi lamentavo affatto delle mie condizioni. Anzi, ero ben felice di essere me stessa, in quel modo.

Infatti, tutto procedeva per il meglio, a suo tempo.

Sì, avete capito bene. PROCEDEVA! Non ho parlato al passato per nulla!

Mai avrei immaginato che, in una banale cena in famiglia, la mia vita sarebbe stata stravolta in modo a dir poco inaspettato a radicale…

 

 

La Tana del Drago:

Ooook, ed ecco qui la mia prima Long sui Pokèmon.

Questo capitolo ha la funzione di prologo, un po' per introdurvi il personaggio. Sì, il mio OC…

Non odia i pokèmon, sia ben chiaro. Diciamo che, sotto alcuni aspetti, è un po' pigra.

E' una che si lamenterà molto, all'inizio. E diciamo che mi divertirò a farla impazzire parecchio, in questa avventura. Sì, sono sadica.

Spero di non avervi traumatizzato. Anzi, spero non giudichiate troppo dal primo capitolo. Il prossimo sarà più decente, questo è certo. Perciò spero di soddisfare le vostre aspettative.

E' il mio primissimo tentativo di storia al di fuori del campo serio/triste/drammatico/romantico, perciò non uccidetemi. Per favore... sto cercando di cambiare i miei punti di vista. *prende in mano il libro "Pensare Positivo”*

A presto!

Akemi

  
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