UN GATTO PER CASA
Il cielo era
azzurro e terso, rischiarava il pomeriggio afoso del Grande Tempio di Atene.
Pochi suoni
si udivano, dall’arena proveniva l’unico riconoscibile, quello degli
allenamenti delle nuove leve, tutta via affievolito dalla distanza.
Tutti gli
abitanti della antica struttura erano occupati con impieghi di differente
entità, ma un piccolo felino, magro, dal pelo corto e grigio, si aggirava nelle
vicinanze della sacra scalinata, che univa le dodici case dello zodiaco.
Con noncuranza
dell’importanza di quella scalinata, iniziò a salirci, arrivando in un tempio
dove un uomo, dai lunghi capelli lilla e lineamenti asiatici, era intento a
armeggiare con i propri strumenti, circondato dalle feste di un allegro
bambino, dai capelli rossi, con cautela attraversò l’edifico, accompagnato
dallo sguardo del Cavaliere di Aries, accortosi della sua presenza.
Dopo poco
tempo raggiunse un altro tempio, dove un uomo, dalla statura gigantesca, era
occupato a giocare con dei bambini, lasciando libero il passaggio al piccolo
intruso.
Continuò
raggiungendo la terza tappa, occupata da un cavaliere dal volto serio, che donò
la propria attenzione al micio, mostrandogli nei propri occhi una estrema
malinconia, condizionata da una scintilla di tranquillità ritrovata.
La quarta
destinazione la evitò accuratamente, a causa dell’odore di morte e l’aura
negativa che aleggiava intorno al tempio.
Oltrepassato,
aumentò l’andatura per allontanarsi il più presto possibile, arrivando alla
quinta casa, occupata da un ragazzo solare, intento a conversare una giovane
dai capelli rossi e dove i loro sguardi ricolmi d’amore la facevano da padrona.
Il sesto
tempio era un luogo di calma assoluta, il custode era un uomo dai lunghi
filamenti dorati a coronargli il volto, era circondato da un’aura divina, che
trasmetteva una pace assoluta, nessuno sembrava disturbarlo, nemmeno una
ragazza, anch’essa bionda, che lo guardava di nascosto dietro una colonna.
Passò oltre,
raggiungendo la casa della bilancia, era vuota, ma come precedentemente, era
avvolta da un velato misticismo.
Arrivò nel
luogo che negli ultimi mesi era diventata la sua abitazione, la chiamavano ‘Tempio
dello Scorpione Celeste’ i giovani allievi del Grande Tempio, ma quando entrò,
non incontrò un uomo, come nelle altre, ma una bella ragazza, dalla pelle
candida, i capelli smeraldini gli incorniciavano il bel volto, il fisico snello
era coperto da una maglietta che gli arrivava a metà coscia, rendendola
estremamente sensuale, ma gli occhi di giada erano ciò che si notava in
assoluto e erano gli stessi che avevano sedotto il custode dell’ottava casa.
-Ben tornata
Biju.-
La salutò la
ragazza, mentre coccolava la gatta, che con le proprie fusa mostrava di
apprezzare le attenzioni.
-Shaina!-
una voce, seguita da un ragazzo, alto, dalla pelle ambrata, dai lunghi capelli
biondi, con gli occhi di zaffiro, era il vero custode della casa e si avvicinò
alle due.
Prese per i
fianchi la ragazza e tirandola a s’è iniziò a baciarle il collo e la guancia.
-Ecco dov’era
la mia maglietta!- sussurrò all’orecchio della giovane, sfiorando il tessuto
della maglia.
-Milo ho
caldo… E questa mi tiene al fresco.- disse cercando di giustificarsi.
-Non ci sono
problemi, però ora entriamo, Camus mi ha raffreddato un po’ di stanze.-
Tenendo il
suo braccio intorno alla vita della giovane l’accompagnò all’interno.
Pochi passi Milo
si girò verso la gatta e dopo averla guardata la chiamò all’interno.
Forse quel
gatto non si faceva problemi ad attraversare la leggendaria scalinata dello zodiaco,
perché conosceva i residenti meglio di altri.